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Autore: _leavemealonetodie_    24/08/2012    2 recensioni
Sfogo personale.
Per chi soffre di solitudine..capirà.
Ah, dimenticavo.
E' una one-shot.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s all grey around
I can’t hear no sound.
[…]
I feel so empty.

 
Mi sento vuota.
Non riesco a pensare, ad agire.
Sono ferma e vuota.
La mia testa è fissa solo su un pensiero: suicidio.
Quanti di voi l’hanno desiderato? Quanti di voi hanno provato realmente a farlo?
Tanti, direi troppi. Alcuni non avevano paura della morte, bensì della vita.
E si sono uccisi. Che poi l’uccidersi definitivamente è soltanto quell’azione fisica, che ti permette di non respirare più. Ma molti muoiono già tempo prima, dentro di loro.
Dentro l’animo di una persona vogliosa di suicidio c’è già la morte.
Un pugnale conficcato nel cuore, colmo di cerotti e ferite ancora molto aperte; lacerato del tutto.
Polmoni pieni di fumo e aria malinconica; anidride carbonica.
Stomaco sottosopra, più volte responsabile di cibo rimesso e brontolii per la troppa fame; vuoto.
Morire dentro è peggio che morire fuori. Quando muori del tutto, ovviamente non senti nulla.
Né un pensiero che affligge, né una folata d’aria, né un calcio in pieno stomaco, né niente.
Possono farti tutto il male che vogliono, ma non senti nulla.
E’ quando muori dentro che ti cade decisamente il mondo addosso, e puoi sentire bene il suo incalcolabile peso schiacciarti e mandarti in mille pezzi.
Sei fragile come il vetro.

Sono il vetro. Mi taglio da sola, ormai. Sono vetro e mi faccio del male con quello che sono io stessa. Perché sono uno sbaglio e non merito di vivere. Perché troppo brutta, troppo goffa, troppo inutile e troppo sola.
Ma l’essere soli è solo la conseguenza. Prima c’è l’essere  troppo buoni: usata, presa in giro, ancora usata e presa in giro. E si diventa soli, perché una volta usato, il giocattolo diventa noioso.
E poi c’è l’essere troppo stronzi: rifiutare tutti ed essere rifiutata, schiacciata e in bilico, come se si stesse per cadere, confusa e sconfitta. Lasciata sola, perché se tratti male vieni trattato allo stesso modo.
La vita è come un eco.
Ti comporti da stronzo, la vita si comporta allo stesso modo con te.
La maledici, lei maledice te e la vince il più delle volte.

Perché LEI ha il controllo su di te, ma tu non vuoi essere controllato.
Perché quando dai amore lei non lo ricambia.
Quando fai un buon gesto, lei te lo sputa in faccia.
Quando cerchi di essere carino e gentile, lei ti illude facendoti sentire patetico e buono a nulla.
Dicono che si è figli della vita, della natura. Ma quale madre al mondo tratterebbe così i propri figli? Lascerebbe la felicità ai figli prediletti, donando loro soldi, amore, amicizia, famiglia.
Io non chiedevo soldi, né qualsiasi bene materiale come un cazzuto iphone o robe firmate.
Io chiedevo l’amore, non solo tra uomo e donna, ma anche quello tra semplici amici. Volevo sentirmi amata anche solo per un istante.
Non volevo la pace nel mondo e né che i figli non-accettati fossero accuditi allo stesso modo degli altri. Ma volevo la mia pace, quella interiore.
Perché ho lo stomaco in subbuglio e il cuore pulsa solo odio verso il mondo.
- Come stai?

Ferito. Inutile. Solo. Confuso. Tradito. Usato. Fragile. Sul punto di piangere ed urlare. Un alieno.  Depresso. Ansioso. Abbattuto.
Pronto a rialzarmi. Patetico. Annoiato. Distante. Con il cuore spezzato.  Rifiutato. Schiacciato. In bilico. Vuoto. Sconfitto. Come se non fossi mai abbastanza.
Come se non esistessi; invisibile.
  Bene, grazie.
 
Grazie per cosa, poi? Per avermi fatto una stupida domanda per sapere una stupida risposta che non ti sarebbe mai importato realmente?
La vita è strana, e fa figli strani in un mondo strano.
Banale, ma la pizza è rotonda in una scatola quadrata, e le fette sono triangolari.
Che senso ha la notte se ci son’ le stelle e la luna a tenerla accesa.
Che senso ha il buio se filtra sempre un po’ di luce.
Che senso ha la morte se si decide di vivere, e viceversa, che senso ha vivere se si decide di non farlo.
Che senso ha, poi, essere umani e non sentirsi tale.

Perché io non mi sento una persona e nemmeno mi reputano tale.
Quelli che chiamano loro, sentimenti.. Io li ho vomitati.
Ho vomitato le farfalle nello stomaco perché mi facevano indigestione.
Ho vomitato sangue freddo perché mi irrigidiva la pelle.
Ho vomitato il cuore perché mi faceva sentire uno schifo mentre l’odio si dilagava nel mio cervello. Mi dicevo e promettevo di odiare il mondo come odiavo me stessa.

Perché tutti mi odiano ed ora ho capito anch’io il perché, dato che mi odio anche io.
Non posso nascondere quelli che sono i miei difetti e le mie paure ed insicurezze, perciò le notano anche loro. E mi dispiace se son’ così. Mi dispiace se pensino  che io sia un’aliena provenuta da chissà dove, con un carattere chissà da chi ereditato.
Perché non mi capisco neanch’io, lunatica non sarebbe abbastanza.
Non posso dirti perché piango, perché non sei il mio specchio.
Ridi se io sto male.
Ma adesso anche il mio specchio lo fa.
Tutto è contro di me.
Ed io vorrei essere cieca e sorda.
Invidio ai sordi la capacità di ascoltare con il cuore.
Invidio ai ciechi la capacità di guardare sempre un po' più in là.
Vorrei poter non vedere il grigio che è attorno a me e vorrei non poter sentire le voci e le chiacchiere di chi non ha altro di meglio da fare che criticare il passato altrui.
Mettendo mano al mio passato metti mano alle mie debolezze.
E giuro di non farcela. Perché mi si annoda la gola e mi si blocca la respirazione, mi tremano le mani e le gambe diventan’ molli.
Sono l’assassina di me stessa, perché mi uccido anche io a poco a poco, tenendomi tutto dentro e improvvisando un sorriso.
Un sorriso che si spegne qualvolta le mie guance toccano il solito cuscino impregnato di lacrime salate. Che ormai hanno perso pure il gusto, perché diventate sempre più amare d’odio e sempre così monotone e quotidiane.
Vorrei poter uccidermi ancor di più ma non ne ho il corraggio.
- Sono una codarda.
Lo dico mentre impugno la lama delle forbici sulle vene, ma non la sprofondo mai come si deve.
Perché subentrano le paure del sangue, o del giudizio della gente.
Cosa penserà di me la gente dopo essermi uccisa? Che sono stupida, un’emo del cazzo, una depressa senza amici e degna di no averli. E mi sento stupida, e mi sento ancora vuota.
Potrei mangiare ma niente colmerebbe la voragine che è dentro di me.
Come un buco nero che risucchia qualunque cosa ingerissi.
Ma è collaudato al punto che risucchia solo tutto ciò che c’è di positivo e che contiene speranza. Così dentro di me si coltivano e fioriscono campi di negatività, buio, vuoto, tristezza totale.
Odio.
Ma non userei questa parola solo per il non-dare troppa importanza al mondo.
Così come non ce l’ho io, il mondo non ha importanza.
E quindi non mi importa della gente, né di quello che pensa e né di quello che fa.
Io me ne vado, per sempre.

   
 
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