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Autore: swaggosauro    24/08/2012    5 recensioni
Ride. – Dai Ronnie, non posso esserti così antipatico!
- Invece si. Sei arrogante, credi che tutto giri intorno a te, sei falso, fai l’infame con me anche se non mi conosci mentre con le hostess sei tutto carino e coccoloso.
- Ca… Carino e coccoloso? – Dice lui in risposta e trattiene una risata. È insopportabile.
- Vedi? Di tutto ciò che ti ho detto non hai ascoltato una parola.
- Perché quello che hai detto non ha fondamenta! Mi conosci si e no da venti minuti.
- Beh, mi sono bastati.
- Non sai niente di me.
- Allora raccontami di te. Vediamo se riesci a farmi cambiare idea.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Mi chiamo Harry Edward Styles, ho diciotto anni, sono inglese, di Holmes Chapel, i miei capelli sono così naturalmente, mi piacciono i gatti, sono bellissimo, bravissimo e meraviglioso.
Lo guardo.
- …Tutto qua?
Harry ride. – Cos’altro vuoi sapere?
Ci penso. – Colore preferito?
- Rosso.
- Rosso? Ma perché il rosso piace così tanto a tutti? – chiedo. Le domande della vita.
- È un colore bellissimo, Ronnie! Qual è il tuo?
- Blu. Il rosso sarà anche bello, però…
- Prossima domanda – mi interrompe lui e sorrido. È diventato più sopportabile. Penso perfino che riporterò il doberman al canile. Forse.
- Okay, okay – brontolo. – Dove vivi?
- Ti ho detto che vivo in Inghilterra, intelligentona.
- Beh, intelligentone, allora mi spieghi cosa ci fai su un aereo che va da Milano a New York?
Si mette le mani dietro la testa sorridendo. – Ero venuto a Milano a trovare dei miei amici, adesso vado a New York per motivi personali. Tu? Sei italiana? -
- Si, proprio di Milano. Va bene, prossima domanda – rispondo, e sbadiglio. Ommamma che sonno. Diciamo che mi sono dovuta svegliare non proprio tardi stamattina, a causa di questo maledetto aereo. Di conseguenza, ora sembro la nonna di Dracula. Occhiaia e sbadiglio, ci manca solo bava alla bocca e uno scarafaggio tra i capelli e siamo a posto.
- Hai sonno? – Chiede Harry, ed un secondo dopo sbadiglia anche lui.
- Un po’ – ammetto, e sbadiglio di nuovo. Nonna di Dracula due, la vendetta. - Che ne dici di dormire? – chiede il riccio, e io annuisco mentre mi scappa un altro sbadiglio.
- Basta è il terzo sbadiglio questo! Ma i nervi – Urlo, e mezzo aereo si gira a guardarmi.
Buongiorno, sono Ronnie Hamilton e sono specializzata nel fare figuracce davanti a tutto il mondo.
- Scusate… - borbotto mentre sprofondo nel sedile. Nel frattempo, Harry sghignazza.
- Non c’è niente da ridere – bofonchio rivolta a lui. E ovviamente che fa? Ride ancora di più. Pft. Gli tiro uno schiaffo sul braccio, mentre comincio a ridere anch’io. *la coerenza*
Dopo un po’ ci calmiamo, ed il mio respiro torna regolare.
- Sei simpatica, sai? – dice Harry quando riprende fiato.
- Anche tu non sei male – confesso io. Voglio dire: è bello (ammettiamolo), si è dimostrato simpatico e anche gentile. Mmmm. Forse non esattamente “gentile”, ma fa niente.
- Mi ritengo lusingato.
- Va bene, ritiro tutto – dico io e rido nuovamente, poco dopo fa lo stesso anche lui.
- Ma se ero taaaaanto felice, Ron. – Cosa? Cos'ha detto?
- "Ron"? No.
- Che c’è? Non vuoi che ti chiami così? È carino!
- Harry. È bruttissimo, e poi è da maschio.
- Ho capito, Ron – risponde lui, calcando sull’ultima parola. Ma perché, con tutte le miliardi di persone che esistono al mondo, doveva capitarmi proprio lui? 
- Ti piastro i capelli se non la finisci.
Il ragazzo si mette le mani sulla testa: - Okay, sto zitto.
-Non dovevamo dormire? – propongo io. Il sonno non se n’è andato.
– Prima voglio il tuo numero.
- Che? Il mio numero di cosa? – rispondo.
- Di scarpe, guarda. Il tuo numero di telefono! – dice Harry e ride.
Che faccio? Beh, non ci perdo niente. Prendo un foglietto dalla borsa ed una penna e gli scrivo il mio numero. – Tieni – faccio io mentre glielo porgo e lui ringrazia.
- Buonanotte Harry – continuo chiudendo gli occhi. – Fammi uno squillo, così salverò il tuo numero.
- Certo. Buonanotte… Ron.
Non ho il tempo di andare a cercare una piastra ed incenerirgli i capelli che cado in un sonno profondo.
 
Nyawn.
Mi ci vogliono una decina di secondi per collegare il cervello alla ruota del criceto. Poi dico al criceto di salire sulla ruota ed iniziare a correre, e assieme a lui anche il mio cervello inizia a funzionare. Alleluia.
Mi guardo intorno. Ah si, l’aereo. Sono sull’aereo per New York. Poi mi torna in mente Harry.
- Ehi intelligenton… - borbotto sorridente girandomi verso destra, ma noto che lui non c’è. Anzi, in realtà l’aereo è quasi vuoto. Siamo atterrati.
In un secondo scatto in piedi e mi affretto ad uscire, maledicendo Harry per non avermi svegliata. E nemmeno aspettata. Dov’è finito?
In poco tempo arrivo al ritiro valigie, ma del riccio nemmeno l’ombra. Se n’è andato.
Non che mi dispiaccia. Ma sono rimasta un po’… sorpresa. E mi stavo abituando alla sua presenza.
Ma alla fine si è dimostrato per quello che è. Mi ha mollata lì sull’aereo senza nemmeno svegliarmi, ed è sparito in un secondo.
Cerco di scacciare Harry dalla mente mentre ritiro la valigiona che mi sono portata e cerco di capire dove andare. Devo arrivare al reparto gente. Avete presente il posto in cui aspettano tutti gli amici e i parenti degli arrivati? Quello è il reparto gente. Mi avvio verso la mia meta, mentre continuo a guardarmi intorno, ma non vedo neppure l’ombra di un riccio. E non sento la sua voce irritante. Meglio così.
- Ronnie Hamilton?
Sento qualcuno che mi chiama. Ma la voce non è familiare.
Mi giro e vedo un ragazzo biondo che mi osserva. Occhi azzurri e guanciotte.
- Si, tu sei…?
- Piacere, Niall. Niall Horan – risponde il biondino, mi sorride e mi porge la mano. – Non sono un maniaco, tranquilla – continua poi ed io rido – Sono qui per portarti al college! Vieni, ti aiuto con questa – dice e mi prende la valigia iniziando a trasportarla.
- Cosa ci hai messo dentro? Mattoni? – chiede. Ahahah, è simpatico.
- Noo, è che i miei vestiti sono fatti di legno, per questo pesano così – rispondo e ridiamo.
Usciamo dall’aeroporto continuando a parlare e mi porta ad una Land Rover. Poco grande l’auto eh.
- Sali pure, intanto ti sistemo la valigia nel bagagliaio – afferma e mi siedo davanti. Subito mi raggiunge e si mette al volante. – Il viaggio sarà abbastanza lungo e se sei stanca puoi dormire.
- No, sto bene, grazie. In aereo ho dormito tutto il viaggio.
- D’accordo – risponde Niall accendendo il motore.
- Tu frequenti il il Graceling? – domando. Graceling. Graceling college, ecco la nostra meta.
- Si, sono al secondo anno. È una bella scuola, bravi insegnanti, nei bagni c’è sempre la carte igienica ed il cibo non contiene acido prussico o veleno.
- Mh, rassicurante.
Ride. – E tu? Che ci fai qui? Da quanto ho capito sei italiana.
- Si, mi ero stancata della solita vita. Amo viaggiare e vorrei trovare lavoro all’estero, quindi ho rotto i cosiddetti ai miei genitori per quasi due anni ed infine si sono decisi a mandarmi qui.
Diciamo che hanno ballato la conga quando me ne sono andata.
No, dai. Scherzo.
Spero.
- Non te ne pentirai – risponde il biondo sorridendo.
Parliamo durante tutto il viaggio. A differenza di Harry, Niall è gentile e disponibile. E anche molto carino, e simpatico. C’è una bella intesa tra noi.
- Siamo quasi arrivati – dice ad un certo punto. Sono quasi le nove di sera e stiamo viaggiando da circa un’ora e mezza. Il mio sedere chiede pietà.
Davanti a noi compare un cancello, che si apre quando Horan prende un telecomando e preme un bottone. Ci avviamo con la Land Rover lungo un vialone costeggiato da alberi. – Ecco il Graceling – dice.
È un edificio gigantesco, di colore chiaro, con un giardino a dir poco enorme. Al momento tutte le finestre sono illuminate, e ci credo: sono le nove di sera. Parcheggiamo l’auto e scendiamo. Il biondo prende la valigia e mi conduce all’interno del college.
- Di là c’è la sala mensa, le aule… - mi indica ogni cosa intorno a noi ed io prendo nota mentalmene.
Fffuu, ho sonno. Altro che prendere nota, qua mi addormento sulle scale, cado, sbatto la test, rotolo giù e muoio. What a drama.
- E di là c’è la tua stanza. Ci sono già due ragazze all’interno, condividerete l’abitazione.
Annuisco.
- Vai pure a dormire, so che sei stanca. Avverto io la Preside che sei arrivata e le chiedo di lasciarti riposare, anche se penso che domattina ti vorrà parlare – prosegue Niall e lo ringrazio.
- È stato un piacere, Ronnie – risponde sorridente, mi dà un bacio sulla guancia e si allontana.
Dio mio. Mi ha baciata sulla guancia. Ha fatto uno strano effetto, mi sono sentita tremendamente bene.
Torna sul pianeta Terra, Ronnie.
Apro la porta della mia stanza. In un secondo vengo travolta da due ragazze. Mi piombano addosso e mi abbracciano, nonostante non sappia nemmeno chi siano. Quando si sciolgono dall’abbraccio mi sorridono ed iniziano a parlare.
- Ciao Ronnie! – dicono in coro.
La ragazza alla mia destra è più alta di me, con gambe lunghe, capelli lisci e castano chiaro, abbronzata. Quella alla sinistra è più bassa, con capelli corti e rossi e occhi grandi e azzurri.
- Io sono Joy – dice la prima, sorridendo.
- Joy?
- Diminutivo di Joyce – aggiunge. Woah, bel nome.
- Io mi chiamo Lexie, hola -  - hola a voi – rispondo. – Ronnie, Ronnie Hamilton. Piacere – sorrido.
Mi mostrano la stanza e mi portano al mio letto, mentre parlano senza sosta. Sono stupende, davvero simpatiche.
- Direi che è ora di dormire – dice ad un certo punto Joy. Saranno le dieci e sto crepando dal sonno.
Mi butto sul letto a peso morto senza nemmeno cambiarmi i vestiti e chiudo gli occhi. E mi addormento.
 






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im here!
scusate per il livello di bava alla bocca di questo capitolo ma questa storia per me è un inizio, dato che come ho già detto è la mia prima. Diciamo che sto ancora imparando. lalalaa
se lasciate una recensione mi fate solamente un piacere, sia che sia positiva o negativa, mi interesserebbe sapere il vostro parere.
Bene, ho detto tutto. Addio popolo.
-d
  
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