Inconsapevolezza di volerlo o meno.

 
Mi guardo allo specchio e non mi riconosco: il mio volto è segnato dalle occhiaie.
Da giorni non dormo; provo miriadi di sensazioni contrastanti che sfumano dalla paura, all’eccitazione, alla rabbia…
Devo ucciderlo, ma semplicemente non posso. È l’unica persona che ha visto del buono in me.
Sono sicuro che cambierebbe idea, se solo sapesse ciò che mi è appena balenato in mente.
Immagino il rispetto che la gente mi riserberebbe, nel caso lo uccidessi.
 Gli occhi attenti e reverenti al mio passaggio; il mio sguardo orgoglioso per aver sconfitto il mago più potente del mondo.
Un’emozione che dura ben poco, interrotta da un senso di rabbia. Una parte della mia mente capisce anche perché.
È semplice: non ho la possibilità di scegliere; la mia vita è costantemente manovrata.
Sono soltanto un burattino nelle mani di un uomo più potente di me, e i miei sentimenti valgono ben poco.
Lui muove i fili, io obbedisco. La mia vita è come un teatrino di marionette.
Ammetto, però, che se avessi la possibilità di scegliere, starei peggio di ora. La mia codardia prevale ancora una volta.
Rimane il fatto che lui ha deciso di ri-muovere i miei fili.
Ucciderò Albus Silente, nell’inconsapevolezza di volerlo o meno.
Forse mi accorgerò che è stato un bene, come potrei rendermi conto che è stata la mia rovina.
 
 

 

Spero solo di essere riuscita a rappresentare le sue emozioni contrastanti senza aver fatto un pasticcio...