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Autore: maryfantastica_98    25/08/2012    2 recensioni
Rachele va in palestra per cercare la sua migliore amica, Daria, e la trova. Ma senza vita. Da quel giorno niente è più lo stesso: la sua vita, la sua famiglia, la sua mente. Una civetta bianca si insinua nei suoi sogni e nella sua vita. Quella civetta vuole dirle chi ha ucciso Daria? Oppure scoprirà l’assassino da sola capendo allo stesso tempo molte cose su se stessa e sul suo legame con Daria?
E’ la mia prima storia originale. Spero che vi piaccia quanto a me piace scriverla. ;D
Genere: Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il volo della civetta bianca

 

 I ringraziamenti sono scritti alla fine dell’epilogo. Leggeteli.

 

 

Capitolo 9

Una scoperta inaspettata.

 

Alex era seduto sul suo motorino. In silenzio stava aspettando che Veronica uscisse dalla scuola in cui lavorava.

Dopo quelle che gli parvero ore finalmente la vide. Aveva visto una sua foto sul sito della sua scuola.

Si avvicinò a lei. << Salve! >> disse con un piccolo sorriso << Lei è la Dottoressa Baraldi? >>

Veronica guardò il ragazzo dall’alto in basso << Sì, sono io. E tu chi sei? >>

<< Sono un amico di sua figlia. E’ proprio di lei che dovrei parlarle >>

<< Vieni, sediamoci >> disse lei indicando una panchina.

Alex obbedì

<< E’ successo qualcosa? >> chiese Veronica preoccupata

Il ragazzo scosse la testa << No. Non è successo nulla di grave. Solo che Rachele ha dimenticato alcune cose… e mi sto un po’ preoccupando >>

<< Che genere di cose? >>

<< Per esempio ha dimenticato di aver preso un brutto voto .>> Alex decise di non dire altro. Rachele aveva anche dimenticato cosa aveva fatto Massimo, però gli sembrava un po’ stupido raccontare tutta la faccenda ad una quasi sconosciuta.

<< Oddio >> esclamò Veronica mettendosi una mano sulla fronte. << Hai fatto bene a preoccuparti. Non è la prima volta che succede >>

<< In che senso? >> chiese Alex confuso

<< Rachele ha una piccola malattia celebrale dovuta a un trauma. Nel suo caso è stato la morte del padre >> Veronica si meravigliò di se stessa per la naturalezza con cui diceva quelle parole.

<< Che malattia è? >>chiese Alex

Veronica guardò il ragazzo negli occhi << Non è proprio un malattia. E’ piuttosto una sua caratteristica. Ogni volta che le succede qualcosa di brutto lei lo dimentica volutamente >>

<< Credo di non aver capito >>

<< Quando aveva sei anni suo padre morì sul lavoro. Per lei fu un brutto colpo, ma il peggio venne dopo il funerale. >> Veronica singhiozzò. Non aveva la forza di continuare.

<< Cosa successe dopo il funerale? >>

<< Venne nella mia stanza e mi chiese dov’era suo padre. Immaginavo che fosse solo una piccola domanda sul Paradiso, ma non lo era. Rachele aveva completamente dimenticato la morte del padre. >>

<< Ne aveva cancellato il ricordo >> pensò Alex ad alta voce << E dopo cosa successe? >>

Veronica sembrò calmarsi << La feci ricoverare in una clinica psichiatrica. Lì i medici la curarono benissimo. Non dimenticava niente da anni. Pensavo che la morte della sua migliore amica fosse la prova che fosse completamente guarita. Hanno avuto i loro litigi quelle due, ma in fondo si amavano molto >>

Alex si alzò di scatto << Grazie di aver risposto alle mie domande, ma adesso devo assolutamente andarmene >> disse velocemente mentre si metteva il casco.

Raggiunse di corsa la sua scuola e inviò un messaggio.

 

“Dobbiamo parlare. Sono a scuola”

 

La risposta arrivò subito

 

“Infatti. Sto arrivando”

 

***

Alex si trovava nella palestra della scuola

Stava per mandare un messaggio a Rachele per dirle dov’era, ma non fece in tempo a prendere il telefono che lei era già vicino alla porta principale.

<< E così… hai parlato con mia madre >> disse Rachele mentre avanzava verso di lui.

<< Sì. E’ di questo che dovevo parlarti >>

<< Lo so. >> Fece lei fermandosi << A quanto pare “qualcuno” non si è fatto gli affari suoi e ha voluto indagare sulla vita di “qualcun altro” >>

<< Rachele… >>

Lei lo interruppe << Non ti preoccupare. Non sono affatto arrabbiata con te. Solo un po’ delusa >>

<< Smettila di parlare a vanvera! Forse hai dimenticato qualcosa del giorno in cui Daria è morta. E devi dirmelo, perché anche il più piccolo ricordo potrebbe essere utile per trovare chi l’hai uccisa >>

Rachele scosse la testa con uno malizioso sorriso sulla bocca << Non hai bisogno di cercare l’assassino… >>

 Alex sbarrò gli occhi

<< …perché ce l’hai davanti >>

Il ragazzo indietreggiò, con il cuore che poteva uscire dal petto talmente che batteva forte.

 << Che cosa? >>

La ragazza fece una risatina sciocca << Proprio così Alex. Sai l’avevo dimenticato >> rise di nuovo << Ma me lo sono ricordato quando mia madre mi ha detto che ti aveva incontrato >>

 

Alex salì d’istinto in cima agli spalti. Sentiva le lacrime rigargli il volto e le risatine di Rachele uccidergli il cuore, ma continuava a salire.

 

<< E’ inutile che scappi dalla verità >> cantilenò la ragazza.

<< Perché l’hai fatto?! >> gridò lui una volta arrivato in cima.

 

Rachele iniziò lentamente a salire mentre rispondeva alla domanda << Io e Daria  ci siamo conosciute quando avevo circa otto anni. Subito dopo esser stata TORTURATA in quella clinica psichiatrica. Ero piccola avevo solo bisogno di un’amica >> la ragazza rise ancora << Poi è venuto Massimo. Ho cercato di odiarlo con tutto il cuore >> Si mise le mani sul petto << Dico sul serio. Ci ho provato. >>

Rachele guardò il vuoto << Ma quando Daria mi ha parlato di te ho perso la testa. Era solo un’ingrata che non sapeva apprezzare appieno ciò che aveva >> Poi guardò ancora il ragazzo << E l’ho uccisa >>

 

Alex vide davanti agli occhi tutti i momenti che aveva trascorso con il suo amore in un solo istante. Il primo incontro, il primo bacio, il primo “Ti amo”, il primo pianto…

Si rese conto che non avrebbe avuto altri. Per un mese intero aveva odiato la persona che aveva ucciso Daria, ma non aveva idea di chi potesse essere il destinatario di tutto quell’odio.

Adesso ce l’aveva davanti.

La rabbia iniziò a ribollirgli e alla fine non riuscì a trattenersi dal dirle la verità.

 

<< Hai ucciso l’AMORE-DELLA-MIA-VITA! >> Gridò << E te ne sei pure dimenticata. Mi hai strappato dalle mani la possibilità di essere felice. NO!. Anzi: l’hai tolta a entrambi! >>

 Rachele non si scompose.

<< Perché credevi che volesse suicidarsi? Anche lei in fondo lo sapeva che la ragione principale eri solo TU! >>

Rachele roteò gli occhi << Calmati >> prese un grande oggetto dalla tasca << Sto per condurti da lei >>

Era una pistola.

 

Alex indietreggiò << Cosa pensi di ricavarne uccidendomi? Avrai solo un altro peso sulla coscienza >> disse con calma nonostante il suo corpo fosse un unico tremolio.

 

<< Non sarà un peso sulla coscienza per me. Cancellerò la tua morte dalla mia mente proprio come ho fatto con quella di Daria. Dopo tutti questi anni pensavo di essermi dimenticata come si faceva e invece ci sono riuscita brillantemente >> Fece lei concludendo con un ampio sorriso.

 

Rachele gli puntò la pistola sul petto << Siediti >> Disse indicando la finestra

Alex obbedì, la ragazza ci sedette a pochi centimetri di distanza da lui.

<< Dammi la pistola. >>

<< No. Era di mio padre, faceva il poliziotto >>

Le lacrime rigavano il viso di lui << Tu hai perso un padre. E per questo vuoi che i miei padri perdano un figlio?Non mi sembra molto giusto Rachele >>

La ragazza lo guardò dritto negli occhi.

<< E se un giorno la polizia scoprisse che sei stata tu a uccidere me e Daria? Cosa pensi che succederebbe a tua madre? >>

<< Se non ti uccido andrai dalla polizia e racconterai tutto >> Aveva iniziato a piangere << Non ho scelta >>

<< Ce l’hai una scelta, Rachele. Puoi scegliere se andare in un carcere minorile a scontare le tue colpe, oppure puoi scegliere di vivere una vita nella più estrema falsità. Con addosso alla coscienza l’aver ucciso due persone. La tua migliore amica… e il ragazzo che l’amava >>

 

Rachele sospirò e poi guardò Alex negli occhi.

Buttò giù la pistola.

Ma non sentì mai il suono del suo atterraggio.

Perché non appena ebbe la mano libera prese il braccio di Alex e lo attirò con sé fuori dalla finestra.

L’orrore negli occhi del ragazzo furono l’ultima cosa che vide.

Poi buio.

 

Ho diviso l’ultimo capitolo in due parti. Mi raccomando di leggere il 10 e l’Epilogo! ;)

   
 
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