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Autore: nikita95    25/08/2012    1 recensioni
E se John non trovasse un modo per fare sopravvivere le cara figliola Elena come umana, e Klaus accettasse lo scambio di Stefan con la zia Jenna? Se Damon non fosse stato morso da Tyler?Vi piacerebbe conoscere un risvolto alternativo della storia? Continuate a leggere!!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avevano aperto la botola con l’intima speranza che ad attenderli ci fosse Tyler che tendeva loro le braccia, bramando la libertà, ma invece oltre quel grosso buco nel pavimento trovarono ad accoglierle un buio pastoso senza spazio e tempo.
Impiegarono non poco nel trovare un appiglio in quell’oscurità che aveva invaso il loro campo visivo, che desse loro la conferma di non cadere nel vuoto.
Alla fine individuarono una scala, era di pietra, ma non era né levigata né curata in alcun modo, e presto Elena notò a sue spese quanto fosse facile graffiarsi le gambe scendedone i gradini.

Caroline uscì la torcia che aveva portato sotto consiglio di Ric sempre pronto a queste situazioni di emergenza e in quel momento lo ringraziarono tutti intimamente.
La vampira bionda fu la prima a scendere, seguita da Elena poi da Jenna.
La scala era stretta e a stento riusciva a passare una persona alla volta, a chiudere la visuale attorno a loro c’era infatti un possente muro che però impediva di cadere nel vuoto.
La discese apparve a tutte interminabile, presto la luce proveniente dalla botola divenne un piccolo punto luminoso nel buio assoluto, l’unica altra cosa che riusciva a dare conforto era la debole luce proveniente dalla torcia nelle mani di Caroline.

Quando ormai a tutte era sembrato il caso di rinunciare e di risalire di gran lena tutte le scale che fino ad allora avevano percorso con una finta calma, un punto di luce comparve anche davanti i loro occhi, ma non si trattava della torcia era qualcos’altro.
Istintivamente iniziarono ad accelerare la discesa già in precario equilibrio, Caroline spense la torcia per non preannunciare il loro arrivo a chiunque li aspettasse giù.
Arrivarono quasi con il fiatone e quando videro attorno a loro uno spazio più ampio furono contente di poter respirare una boccata d’aria e di poter stendere le braccia sia sopra le loro teste che ai lati.

Sul finire della scala si vedeva aprirsi un ampio corridoio anch’esso in pietra, ma questa volta abilmente smussata.
Le pareti erano punteggiate a intervalli regolari da lanterne ad olio.
Tra una e l’altra si aprivano ampie porte in ferro battuto chiuse con una maniglia.
Più avanti si intravedevano anche dei corridoi.
Le tre donne iniziarono a procedere caute, una di quelle porte era aperta, e riuscirono vedere un letto delle valigie qualche ninnolo.

“Sono le stanza degli ibridi” disse Caroline nel tentativo di spezzare quella tensione che continuava a crescerle dentro.
Arrivarono al primo corridoio, stavano per svoltare, ma una sorpresa inaspettata le attese dietro l’angolo.
Fu Elena ad agire per prima, dal suo braccio partì una paletto che colpì in pieno il cuore dell’uomo che le stava per attaccare.
Aveva già un paio di zanne sfoderate, ma presto sotto il colpo si ritirarono e il corpo come disidratato si piegò su stesso.
“Sei stata fantastica” fu l’unico commento di Caroline, prima di riprendere a camminare.
Procedettero imparando presto che ogni corridoio c’erano almeno un paio di ibridi e riuscirono ad ucciderne almeno una ventina.
Scoprirono anche che quei corridoi dilagavano per chilometri sotto la villa, ma ognuno di questi aveva qualcosa di particolare che permetteva di trovare la via per uscire da quel labirinto.

“Sono stanca e non abbiamo tutto questo tempo, dobbiamo trovarlo” in effetti era già un po’ che girovagavano, ma non c’era traccia di Tyler, le stanze erano quasi tutte aperte, ma di Tyler neanche l’ombra, la cosa che colpì più di tutte fu la quasi totale assenza di ibridi, si né avevano incontrati molti, ma non abbastanza, le stanze abitate erano troppo numerose, forse che gli altri erano usciti a caccia? In tal caso sarebbero state troppo fortunate.
Alla fine fu Elena a fare una proposta.
“Aiutatemi” disse piano.
Girarono l’angolo quindi Elena scattò in avanti diede un forte calcio proprio in mezzo alle gambe dell’ibrido, quello si piegò in due, dopo di che la vampira gli infilzò un paletto nel fianco spezzandogli il respiro poi un altro alla colonna vertebrale per paralizzarlo.

“Elena uccidilo!” esclamò Caroline che nel frattempo era rimasta impotente di fronte tanta velocità.
Ma Elena non lo colpì, invece lo sdraiò a terra.
“Ma tu sei pazza” esplose Caroline tra il soddisfatto e lo sconcertato mentre  Jenna fissava prima l’ibrido e poi Elena in un ripetersi senza fine che le fece quasi girare la testa.
Damon le aveva detto di sfruttare l’effetto sorpresa e lei lo stava utilizzando benissimo.
Sorrise soddisfatta.
“E adesso...” disse mentre estraeva da una cintura, che portavano tutte in vita, una granata.
La aprì facendo attenzione a non farla esplodere.
“Dimmi dove tenete i nuovi reclutati” disse con tono autoritario ed esigente.
Ma quello iniziò a ridere, a stento riusciva a muoversi, ma rideva come un ubriaco dopo una notte di bevute, ma Elena sapeva che quella risata era razionale.

“Immaginavo che non me l’avresti detto” disse.
“Tenetelo fermo” aggiunse rivolgendosi a Caroline e a Jenna.
La prima si piegò subito sull’uomo, ma Jenna rimase qualche secondo come inebetita poi strinse anche lei le braccia e le gambe dell’ibrido.
“Tanto non mi puoi toccare con quello stupido liquido, io non sono né un vampiro né un licantropo, sono molto di più” disse sputando le parole tra i denti, mentre già si muoveva insofferente sotto le mani delle due vampire.
“Staremo a vedere” rispose Elena a tono.

Quello che stava per fare non era da lei, non torturava, non picchiava, ma quella volta la compassione era un sentimento da mettere in un angolo del cuore, in quella realtà sopravvive il più forte, era questa la verità e allora Elena quella notte aveva deciso di essere la più forte a tutti i costi.
Posò un po’ di quel liquido sulla guancia dell’uomo, quello gettò un urlo agghiacciante, o meglio quello sarebbe stato il suo tentativo infatti Caroline pronta gli aveva tappato la bocca con un pezzo di stoffa che aveva stappato dalla camicia dell’ibrido.
Quello allora soffocò l’urlo.
“Ora mi dirai dove sono i nuovi arrivati, perché sai abbiamo molte munizioni, e tanto tempo” non era vero stavano già perdendo tempo, ma non c’era niente da fare
Lui annuì.

“Allora io ti levo la stoffa dalla bocca e mi dici dove andare, se urli, prima di andarcene ti buttiamo questo negli occhi e nella bocca” questa volta a parlare era stata Caroline, il volto trasfigurato, gli occhi rossi come la brace.
Lui ubbidì e disse loro la strada, poi si alzarono.
“Con lui che facciamo?” chiese allora Elena.
Fa Jenna a decidere, prese un paletto da sotto il giubbotto che indossava e lo infilzò dritto nel cuore dell’ibrido.
Quando le ragazze la guardarono sconcertata lei non sorrise e rispose seria.
“Questa è una guerra che va combattuta, basta con il rimorso, questa sera abbiamo fatto tutti qualcosa che andava fatto, ma che non avremmo voluto fare, diciamo che ci siamo divisi il pesante fardello” aveva detto, ed era vero, ogni cosa, dovevano uccidere quell’ibrido come avevano ucciso tutti quelli che erano morti quella sera, era una guerra solo che era difficile ammetterlo ecco tutto, se non fosse stata ad uccidere a sangue freddo sarebbe stata un’altra di loro, che cambiava era già la loro vita che stava andando allo sfracello più totale quella sera non avrebbe certo cambiato le cose.

Proseguirono finché arrivarono al cancello che era stato descritto loro, Caroline lo manomise così come aveva fatto con la porta della villa, poi lo fece ruotare sui cardini.
La cella era fredda e non aveva nulla di accogliente, in una angolo al buoi rannicchiato un corpo in posizione fatale, tremava come una foglia al vento, al loro ingresso la figura gli rivolse uno sguardo pieno di apprensione che nessuno di loro faticò a riconoscere.
Tyler.
In un attimo Caroline gli fu ai piedi lo aveva abbracciato e baciato finché non aveva smesso di tremare.
“Sono qua, amore, sono qua”
Lo sollevarono insieme e lo portarono fuori alla luce.
Lui chiuse gli occhi non appena fu fuori dall’oscurità densa.
Ciò che però lasciò tutti senza parole fu il fatto che il corpo di Tyler era martoriato segno che aveva lottato per non finire lì dentro, e che ovviamente gli ibridi non si erano trattenuti dal picchiarlo a sangue, tanto che le ferite non si erano ancora rimarginate.

Elena controllò che dentro non ci fosse più nessuno, nel buio denso aveva intravisto qualcosa, ma fu sicura che non fossero altri licantropi, quindi voltò le spalle alla cella e uscì aiutando Tyler che nel frattempo camminava meglio e con le proprie gambe.
In batter d’occhio ripercorsero tutto il dedalo di corridoi fino a giungere alla ripida scalinata.
Ma ciò che trovarono lì fu del tutto inaspettato, una ventina di ibridi tagliava loro la strada pronto ad attaccarli con le zanne sfoderate e l’iride gialla come quella di un lupo.
“Non è possibile, quanti sono?” esclamò Caroline facendosi prendere dal panico.
C’era qualcosa che non andava non poteva essere.
Poi Elena riconobbe tra tutti quei volti quello dell’ibrido che avevano catturato, era in piedi la camicia lacerata dove Caroline aveva strappato il pezzo di stoffa, vicino il cuore una chiazza rossa.
E poi fu tutto chiaro.

“Non sono altri, sono sempre gli stessi, non sono morti, il paletto non li uccide, non possono morire!” esclamò Elena adesso nel panico anche lei.
Jenna si affiancò a lei.
“E allora vediamo di ucciderli” disse sicura.
Tutti quattro lottarono come non avevano mai fatto, facendosi guidare dall’istinto, colpivano azzannavano, cercando in tutti i modi di non farsi mordere o sarebbe stata la fine, furono anche troppo abili per le loro capacità, ma rimaneva il fatto che loro erano in quattro, e gli ibridi in venti, e non morivano, mentre la compagnia di vampiri era esausta.
Alla fine fu Caroline, presa dalla disperazione, ad avere l’iniziativa, e mentre combatteva estrasse il cuore ancora pulsante dal costato di uno degli ibridi.

Il corpo della vittima cadde esanime, spegnendosi.
E dopo di lei fu la volta di Elena e poi Jenna infine Tyler.
Iniziarono a falcidiare vittime come niente fosse.
Avevano poche energie, ma la ritrovata speranza di poter vincere fu una scarica di pura adrenalina.
Graffiavano mordevano, paravano e poi attaccavano, ancora e ancora, finché una mano non superava la difesa del nemico e allora era fatta.
Ormai mancavano gli ultimi ibridi che li separavano dalla meta tanto ambita.
Una donna attaccò Elena da dietro costringendola a voltarsi, la ragazza fu attenta e precisa, e in un solo colpo riuscì a strapparle il cuore ancora pulsante.

“Elena, attenta!” era l’inconfondibile voce di Caroline anche se un po’ affannata.
Elena si girò nuovamente dando le spalle al dedalo di corridoi, ma ebbe appena il tempo di individuare due ibridi che le venivano incontro facendola volare di circa un metro.
L’urto con il muro fu dolorosissimo,ma la vampira ce la mise tutta pur di riprendersi, così sfruttando il muro tagliente adesso alle sue spalle, si sollevò strisciando, ma i due ibridi, un uomo e una donna, le erano già sopra.
Le girava forte la testa, non riusciva a coordinare i movimenti, a focalizzare un punto fisso davanti a sé, era finita non c’era salvezza, nel suo campo visivo Caroline e Jenna lottavano e non avevano modo di raggiungerla: le sarebbe bastato chiudere gli occhi e spegnere tutto.

Ma per quanto ci provasse non riusciva a fare nessuna delle due cose, e fu così che vide improvvisamente gli occhi dei due ibridi spalancarsi nel vuoto, le pupille dilatarsi, e i loro corpi cadere come ramoscelli secchi.
Dietro comparve una figura imponente, il mondo prese a vorticare forte, ma alla fine Elena lo riconobbe, con la sua camicia blu, i pantaloni bianchi, e quegli occhi perfetti, la mani sporche di sangue.
“Jasper...” sussurrò prima che il mondo si fermasse, e la nausea si spegnasse.
“Quante altre volte ti dovrò salvare la vita?” disse lui divertito, ma anche con tono di rimprovero.
Poi gli tese la mano e Elena l’afferrò come un’ancora di salvezza, dopo tutto non era finita.
Caroline e Jenna avevano ucciso gli ultimi ibridi, e sotto i loro piedi c’era un misto di corpi, sangue e polvere.

Jasper ispezionò lo spazio in mezzo a loro.
“Devo dire che avete fatto un buono lavoro” disse compiaciuto, “Ma adesso dobbiamo andare”
Nessuno ebbe da contestare, del resto tutti non vedevano l’ora di fuggire da quell’inferno.
Salirono in fretta le scale, le tre vampire e Tyler uscirono dall’ingresso secondario, mentre Jasper si diresse verso l’ingresso principale.
Prima di separarsi Elena ebbe il modo di parlare con Jasper.
“Comunque grazie...” sussurrò prima di essere trascinata da Caroline fuori dalla tana del nemico.
Finalmente era finita.

 scusate il ritardo, ma da ferragosto non mi sono fermata un attimo e non ho avuto molto tempo per scrivere e pubblicare dispiace dirvi che purtroppo è possibile cha la storia venga cancellata per un errore commesso, ma non è detto, qualora ciò accadesse mi impegnerò per ripubblicarla tutta il prima possibile, mi dispiace moltissimo per le recensioni che perderò e per gli angoli autrice che non ho memorizzato, quindi sfrutto questo per dirvi che vi adoro tutti, per i sostegno che mi date ad ogni capitolo, vi preannuncio che al termine di questa storia ne ho in programma un'altra, non so ancora se sarà il continuo di questa, ma sperò che cotinuerete a leggere nonostante l'inconveniente.
grazie come sempre a tutti!!!
Nikita95-A New Life  

   
 
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