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Autore: Eliessa    25/08/2012    1 recensioni
Elena e Marco Argenti e Davide Castelli. Tre persone, una sola famiglia.
Ma un arrivo improvviso ribalta la felicità, l’amore e la stabilità di quella famiglia.
Elena non è così forte come pensava di essere.
Marco le sta accanto, è una delle poche persone che riesce tutt’ora a starle accanto.
Davide è arrabbiato con sé stesso. Un passato che si rifà vivo dopo 25 anni, un passato che non sapeva di avere. Un passato estraneo a lui ed a chi gli sta accanto.
Una vita da affrontare.
Cosa ne sarà di Elena e Davide? Riusciranno a superare l’ennesimo ostacolo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10.
UNA LUNGA NOTTE

 

 
Tornati a casa Marco avvertì Sabrina dell’accaduto che subito prese il primo volo da Milano per tornare dal fidanzato e stargli accanto.
Infatti alle 20, la ragazza era già a casa di Marco. Appena gli aprì la porta, non gli disse nessuna parola, ma lo abbracciò per fargli capire che lei c’era e che ci sarebbe stata. Non l’avrebbe mai abbandonato.
Davide invece era nervoso. Girava come un pazzo per casa. Nessuno dei tre quella sera cenò.
Con tutti i pensieri che avevano in testa, la cena era all’ultimo posto.
Marco e Davide sembravano delle pile elettriche. In ospedale non ci tornarono. Non riuscivano a stare nel reparto senza vedere la loro Elena.
Verso mezzanotte Marco si accasciò sul divano. Finalmente aveva preso pace e si addormentò. Sabrina per non svegliarlo, gli adagiò solo una coperta addosso.
Davide invece decise di uscire.
-Ehi, dove vai?- chiese molto preoccupata Sabrina.
-Vado a farmi un giro, ne ho bisogno. Tranquilla, fidati di me.-
-Di te mi fido. Dei tuoi nervi un po’ meno.- rispose la ragazza.
-Tranquilla.- detto questo Davide le accarezzò una guancia ed uscì. Vagò per le strade di Roma con la macchina senza una meta, fino a quando dopo una buona ora, andò a casa di Luca ed Anna.
-Perdonami.- disse Davide quando Luca gli aprì la porta con gli occhi semichiusi.
-Non dirlo neanche per scherzo. Dai entra, vado a chiamare Anna.-
-Luca davvero perdonami, ma…-
-Davide calmati, su. Siediti, sdraiati sul divano, fa quello che vuoi, intanto sveglio Anna.-
-No, tranquillo, sono qui.- rispose la donna.
-Anna perdonami.- continuò a dire Davide. Sembrava come imbambolato. In quel momento sapeva solo chiedere perdono.
-No, basta Dà, hai fatto bene a venire qui.-
-Non so che fare, vorrei spaccare il mondo ma  non servirebbe a farmi riavere Elena.-
-È normale la tua agitazione. La stessa che ho provato io quando Luca è stato ferito da Flaviano. Ti capisco.-
-Se perdo Elena, perdo la mia vita.-
-Senti, vuoi un calmante? In questi casa aiuta, fidati.- disse Anna e Davide annuì.
-Luca!- esclamò Anna, facendogli intendere di andare a preparare le gocce di calmante. Infatti pochi minuti dopo ritornò con un bicchiere di plastica ed il calmate. –Manda giù, ti farà bene. Vuoi provare a dormire?-
-Non ci riesco. Appena chiudo gli occhi mi viene in mente Elena a terra e…--
-Dai, ora che il calmante fa effetto vedrai che riuscirai a riposarti.-
-Allora torno a casa.-
-No.- disse Luca. –Non vorrei che qualche mio agente ti fermasse per… che so guida pericolosa, nello stato in cui sei. Rimani qui, la stanza di Anna è libera, puoi andare a riposarti lì.-
-D’accordo. Grazie.-
-Dai, ti accompagno.- disse Luca mentre Anna tornò in camera sua. Luca si assicurò che a Davide non mancasse nulla e poi tornò in camera da letto.
-È proprio a terra.- disse Luca infilandosi nel letto.
-Sta come stavo io quando al posto di Elena c’eri tu. In questi momenti ti senti la persona più forte del mondo, ma allo stesso tempo anche la più inutile, e tutto quello che puoi fare è solo piangere.- disse Anna.
-Ora dormiamo. Pensare a ciò che è successo non fa né bene a noi, né tanto meno Elena si risveglierà prima.-
-Hai ragione. Notte.- disse Anna.
Intanto le ore passarono, ed erano le 6.15 quando il cellulare di Davide squillò.
Rispose. Era il medico che l’avvertiva sulle condizioni di Elena. Aveva ripreso coscienza. Non era più in coma.
Finalmente una buona notizia. Subito chiamò Marco.
-Marco, Elena c’è l’ha fatta.- questo disse appena il cognato gli rispose. –Ci vediamo in ospedale, muoviti.-
-Anna, che si era svegliata per la poppata della piccola andò da Davide che lo trovò mentre s’infilava le scarpe.
-Che succede?-
-Elena è uscita dal coma.-
-Se mi dai trenta secondi vengo con te. Il tempo di mettermi una tuta.-
-D’accordo.- rispose Davide. Intanto Anna euforica andò nella camera da letto.
-Che stai facendo?- chiese Luca.
-Sto andando in ospedale con Davide. Elena è uscita dal coma.-
-Bene. Io avverto tutti ed appena arriva la baby sitter vi raggiungo.- Anna annuì e andò da Davide.
-Sono pronta, andiamo.- disse Anna.
Quando Davide arrivò in ospedale, c’erano già Marco e Sabrina. O meglio solo Sabrina, poiché Elena aveva chiesto al medico di vedere qualcuno ed il primo ad arrivare fu il fratello.
-Sabrina, Marco dov’è?-
-Dentro da Elena. Aveva chiesto di vedere qualcuno e tu non c’eri, così è entrato lui. Ha detto anche di non volergliene per questo.-
-No, non m’importa che sia entrato, perché dovrei volergliele. Elena è fuori pericolo, questo è l’importante.- continuò Davide abbracciando la ragazza.
Intanto Marco era con Elena in una degenza di terapia intensiva.
-Elena, non ti permettere mai più di farci prendere uno spavento del genere, mai più.-
-Proteggervi è il mio compito.- rispose con la poca voce che aveva.
-Proteggerci non morire.-
-Finiscila.- disse facendo un lieve sorriso. –Davide dov’è?-
-Penso sia arrivato. Mi ha detto che ci saremo visti dall’ospedale.-
-E Giulietta?- chiese
-In carcere. Davide non ha più accennato a lei. Non l’ha neanche voluta vedere quando è arrivata in commissariato.-
-Capito.- rispose Elena.
-Ora però devi rimetterti. Abbiamo lasciato un picnic in sospeso, e la mia tenda non vede l’ora di essere montata.-
-Promesso. Appena mi riprendo andremo al lago solo io e te.- ad un tratto entrò un medico.
-Vedo che si sta riprendendo.-
-Come può non riprendersi quando c’è il fratello accanto a lei?!-
-Dai Marco. Non farmi ridere perché proprio non ci riesco.-
-Fuori ci sono un po’ di persone che vogliono vederla, ma non posso farle entrare, così…- il medico alzò la tendina che oscurava la stanza così che dal vetro tutti i colleghi di Elena e soprattutto Davide potessero vederla. Subito partirono i saluti, i cenni con le mani, i baci e gli applausi.
-Non farci più ripassare tutto quello che abbiamo dovuto passare questa notte.-
-Promesso Marco. Promesso.  Non ho voglia di prendermi un’altra pallottola.-
-Vabbeh, io esco do il cambiò a Davide, altrimenti credo che morirà d’infarto. Io sarò dietro il vetro.- Elena annuì. Marco uscì e diede il cambio a Davide, che entrò dalla moglie e non uscì per molto tempo, tanto da perdere la percezione del tempo. Parlarono per ore senza stancarsi. Parlarono del più e del meno, ma nessun accenno all’accaduto o a Giulietta.
   
 
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