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Autore: AlexisLestrange    25/08/2012    3 recensioni
La leggenda narra che la Ninfa Eco, una delle Oreadi che vivevano sulle montagne,
era solita parlare e cantare molto. La sua attitudine maliziosa scatenò l'ira della dea
Era, che la punì, togliendole la voce, permettendole solo di ripetere l'ultima sillaba
delle parole che le venivano rivolte...
Dedicata a Sedra Starr, la mia prima e unica Bitchester.
DISCLAIMER: Il titolo è ispirato all'omonima canzone dei Nightwish.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Supernatural - Season ½'
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Leanne caricò anche l'ultima pallottola all'interno del fucile, con un movimento deciso.
 
Dean alzò lo sguardo per guardarla, inarcando le sopracciglia, compiaciuto. La ragazza si
era dimostrata un'ottima allieva, e, mentre aspettavano che Sam andasse a recuperare le
ultime cose dalla macchina, si era lasciata insegnare tutto quello che poteva sui demoni e
sulla caccia.
 
Dopo un istante, si decise a parlare. «Non sembri avere problemi, nel maneggiare questa
roba» commentò, accennando con la testa alle armi da fuoco, bottiglie d'acqua santa e
libri d'esorcismo aperti sul tavolino davanti a loro.
 
Leanne si voltò a guardarlo, distrattamente. Era stata sovrappensiero tutto il tempo, e
sembrò impiegare qualche secondo a capire di cosa stava parlando.
 
«Non posso permettermelo» rispose, alla fine. «Ethan è in pericolo, io sono la sorella
maggiore, devo fare tutto quello che è necessario per proteggerlo. Fine della storia»
concluse, per poi tornare impassibile al suo lavoro.
 
«Sai, ti capisco» fece Dean, alzando appena le spalle. «Per me è lo stesso».
 
Non sapeva neppure perchè stava cercando a tutti i costi di cominciare una conversazione:
forse era stato il fatto di aver trovato qualcuno di così simile a lui, oppure era
semplicemente rimasto colpito da tanta determinazione.
 
Leanne lo guardò ancora, questa volta con appena più interesse. «Con Sam?» domandò, e
lui annuì. La ragazza esitò un attimo, poi si azzardò a continuare. «E i vostri genitori
sono...?»
 
«Morti» concluse per lei Dean, e pensò che se Leanne avesse osato commentare con un
'mi dispiace', lo avrebbe preso come l'equivocabile segno che era ora di chiudere la
conversazione.
 
Ma lei non lo fece. Si limitò ad annuire, seria, e si morse il labbro, indecisa se continuare o
meno.
 
«Anche vostro padre era un cacciatore?» riuscì a chiedere alla fine.
 
Dean annuì un'altra volta. «Solo che lui, a differenza del vostro, ci ha sempre detto tutto,
fin dall'inizio, fin da quanto... eravamo piccoli».
 
«Ha fatto bene» commentò Leanne, accalorandosi, ma lui scosse la testa.
 
«Lo pensavo anch'io, prima di conoscere voi due» replicò, lo sguardo rivolto verso un'altra
direzione.
 
«Cosa intendi?» domandò lei, confusa.
 
«Leanne, dicendoci la verità, nostro padre ci ha... condannati a diventare quello che
siamo» rispose lentamente Dean, e si chiese per quale dannato motivo era andato ad
infilarsi in una conversazione del genere. «Il vostro, vi ha dato la possibilità di diventare
quello che volevate, studiare, scrivere poesie e tutto il resto».
 
«Avrebbe dovuto darci la possibilità di scegliere!» ribatté con forza Leanne, e per un
attimo i suoi occhi azzurri parvero inumidirsi, ma lei non pianse.
 
«Nel momento stesso in cui ve ne avesse parlato, non ci sarebbe stata più nessuna scelta»
replicò duramente Dean.
 
Leanne si morse di nuovo il labbro, che tremava ancora. «Perchè no?» chiese, deglutendo.
 
«Perchè essere cacciatori non è un passatempo, e nemmeno un mestiere. Non puoi
smettere di esserlo... né evitarlo» fece lui, e si maledisse nel sentire che la voce non gli
suonava sicura come avrebbe voluto.
 
Leanne respirava a fatica, ma ancora tratteneva le lacrime. Era davvero forte, rifletté tra
sé Dean, non voleva mostrarsi in difficoltò davanti a lui. La vide asciugarsi gli occhi con un
movimento fulmineo del braccio, e poi scoppiare in una risatina tremula.
 
«E io che pensavo che Ethan fosse un tale idiota!» disse, cercando di scherzare, ma la sua
voce non era per niente ferma. «E invece aveva capito tutto, molto più di me».
 
«I fratelli minori hanno ragione più volte di quanto noi maggiori siamo disposti ad
ammettere» commentò Dean con un mezzo ghigno, e Leanne rise ancora, questa volta di
cuore.
 
«Sembri un esperto» commentò divertita, guardandolo.
 
«Purtroppo per me, lo sono» fece Dean, con un altro sogghigno. «Non riesco ancora a
credere che Sam stia diventando un cacciatore bravo quasi quanto me».
 
«Forse dovremmo lasciarli crescere» sussurrò Leanne con un'inaspettata dolcezza, e Dean
si voltò a guardarla, sorpreso, per poi scuotere la testa.
 
«No, è nostro compito fargli abbassare la cresta» replicò, compiaciuto.
 
«E chi la fa abbassare a noi grandi?» rise Leanne, divertita.
 
«A quello, ci pensano i genitori» ribatté Dean, e vide che la ragazza smise di ridere. «I
nostri fratellini sono sempre i più coccolati».
 
«E i padri ci trattano come se noi fossimo già troppo adulti per avere bisogno di loro»
mormorò Leanne, e una luce le brillò negli occhi mentre abbassava in fretta lo sguardo.
 
«Come se fossimo i loro sostituti, quando loro sono troppo occupati» concluse Dean, con
la voce appena più roca del solito.
 
Per un attimo cadde il silenzio. Dean si era appena pentito delle sue parole, quando
Leanne parlò ancora, più a sé stessa che a lui, lo sguardo basso.
 
«Io non so se riuscirò a perdonarlo» mormorò, mestamente. «Ho passato troppo tempo ad
odiarlo per poi accorgermi di volergli bene all'improvviso».
 
«Lo ha fatto per voi» ribatté automaticamente Dean, e le parole suonarono banali persino 
a lui.
 
«Io avrei solo voluto...» Leanne dovette interrompersi, per asciugarsi gli occhi una
seconda volta. «Avrei solo voluto che ci avesse lasciato qualcos'altro, oltre che a un
mucchio di poesie. Che avesse trovato un modo per farci sapere la verità».
 
«Beh, lo ha fatto, a modo suo» replicò Dean, scrollando appena le spalle. «Per lui, tutte
quelle non erano solo filastrocche per bambini, no? Nei libri che vi ha regalato, era lì la
chiave per scoprire tutto».
 
Leanne alzò lo sguardo, e questa volta non ce la fece ad impedire ad una lacrima di
caderle lungo una guancia. «Avrei voluto capirlo prima» farfugliò, deglutendo. Trattenne il
fiato, poi sorrise tra le lacrime. «Mi sono sempre piaciute, le sue poesie».
 
Dean aprì la bocca senza sapere cosa dire, ma la fatica di trovare un'adeguata risposta gli
fu risparmiata da Sam, che scelse il momento giusto per entrare nella stanza, lanciare
un'occhiata ad entrambi e decretare che era ora di andare.
   
 
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