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Autore: xZivaDavid    25/08/2012    14 recensioni
Odia il suo corpo, lo odia con tutta sè stessa. Si vede sempre imperfetta. Ma forse, qualcuno potrebbe riuscire ad aiutarla a superare tutti i problemi. Qualcuno come Niall Horan o Zayn Malik, magari....
- Fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate
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I missed you so bad.

 

 

cap. 1.

La perfezione (non) esiste.

 

 

 

Stava seduta sul letto matrimoniale della sua camera, nella periferia di Londra.

Una misera stanzetta spoglia, dalle pareti pennellate di rosa, con una piccola finestra che dava su un altissimo palazzo.

Non c'erano fotografie sul comodino,nè poster nei muri.

Solo un libro consunto, dalle pagine ingiallite, dal titolo incerto regnava sulla piccola scrivania di mogano.

Nell'aria aleggiava profumo di sconfitta, aroma di solitudine.

La ragazza teneva le mani esili fisse sulla fronte, lo sguardo perso puntato alla moquette che, ricordò, doveva pulire.

Scosse leggermente il capo.

 

Era infelice, come ogni singolo, monotono giorno della sua insopportabile, inutile vita.

Non aveva niente, niente di concreto.

Avete presente le ragazze delle copertine delle riviste,

con il nasino all'insù, gli occhi chiarissimi, le labbra carnose e il sorriso perfetto?

Per non parlare poi, delle gambe lunghe e affusolate, del fisico perfetto.

Della chioma bionda senza ciuffi fuori posto.

Ecco.

Lei non era niente di tutto questo, non aveva delle labbra carnose, tantomeno un sorriso perfetto.

Odiava il suo corpo troppo grasso, i capelli castani e voluminosi, provava avversione e ribrezzo per le gambe troppo corte e i piedi da papera.

Aveva gli occhi scuri, come pozze di petrolio.

Non era certa che avessero mai brillato.

Sospirò.

Era il tipo di ragazza che si allontanava appena qualcuno scattava una foto, perché sapeva di non essere fotogenica.

Conosceva abbastanza il proprio carattere da sapere che non sarebbe mai riuscita ad accettarsi, perciò cercava di migliorare.

Le rare volte in cui usciva, indossava grandi occhiali da sole ed un cappellino con visiera, per celarsi alla vista della gente.

Aveva paura del giudizio altrui, l'aveva sempre avuta.

Desiderava essere più bella, o simpatica o, in quel momento sembrava impossibile, che qualcuno la trovasse attraente.

Si alzò lentamente, mentre una marea di pensieri faceva breccia nella sua mente.

Era mai stata felice?

Non lo ricordava. Forse sì, quando sua madre la stringeva al petto, da bimba.

In quel momento, dimenticava la tristezza ed il mondo circostante, percepiva l'affetto della donna che amava,

si sentiva finalmente parte di qualcosa per cui valesse la pena vivere.

Sentiva forti i brividi lungo la schiena e quello strano caldo alle viscere che la faceva avvampare.

Prima del suo cambiamento.

Si sentì sopraffare da tutte le emozioni che aveva celato durante l'infanzia e l'adolescenza.

Chiuse gli occhi.

Aveva imparato a conoscere la solitudine ed il bullismo a dieci anni anni, nel peggiore dei modi.

-Sei brutta e grassottella. E sei pure una secchiona antipatica.-

Non aveva mai dimenticato quelle parole nè l'effetto che avevano causato su lei.

'brutta e grassottella'. Le parole rimbombavano nella sua mente in un susseguirsi di sgradevoli sensazioni.

Era come se qualcuno stesse giocando a freccette con il suo cuore,

per la prima volta, si era sentita una nullità, distrutta dal peso delle fitte nello stomaco,

dal nodo che le aveva attanagliata la gola.

Gli occhi pungevano così tanto che la bimba tentò di trattenere le lacrime,

ma il sale raggiunse le sue gote su una scia di dolore.

Fu un pianto silenzioso, lasciava che i singulti si perdessero prima di toccar le labbra,

un tremore leggero la scosse.

Abbassò lo sguardo appannato sul suo corpo.

Nonostante la vista offuscata dalla sofferenza, riuscì a trovare la conferma delle parole di quel bimbo prepotente:

Aveva ragione, si ripetè, lasciandosi sfuggire un singhiozzo.

Asciugò lentamente le lacrime, ma continuavano a scendere e per un attimo sperò che non si fermassero.

Forse piangere l'avrebbe aiutata a perdere peso.

Si guardò intorno, sperava solo che nessuno l'avesse notata.

Non voleva la pietà dei suoi 'compagni di classe'.

Ma neanche una bimba si era voltata nella sua direzione, l'avevano ignorata, come sempre.

L'ultima lacrima, quella piccola goccia salata che scese dalla guancia arrossata della piccola, si disperse tra le sue labbra.

Sapeva di solitudine e abbandono.

 

Da quel maledetto giorno era cambiata ogni cosa, nella vita di Scarlett.

L'aveva sempre considerato il nome appropriato, Scarlett. Sopratutto se abbreviato.

'Scar'. Cicatrice.

La ragazza scostò i capelli dal volto e si rivolse all'oggetto più utilizzato nella stanza: il tapis roulant.

Aveva fatto solo due passi quando sentì lo stomaco gorgogliare dolorosamente.

Non mangiava dalla sera prima, aveva cenato con dello yogurt magro.

Riprese a camminare lentamente,come se non sentisse dolore.

Aveva dimenticato il piacere che provava verso il cibo: ormai nei suoi confronti provava solo avversione.

Accese l'apparecchio ed iniziò a correre.

Doveva perdere chili.

 

Aveva bisogno di qualcuno, ma non l'avrebbe mai ammesso.

 

Aveva bisogno di qualcuno che le dicesse che a vent'anni, quarantun chili sono già troppo pochi.

 




My Space.
Salve, sono tornata con una storia decisamente differente da quella che già avevo pubblicato nella sezione 'One Direction'.
Non è un granché come inizio, ma spero recensirete per farmi sapere che ne pensate.
Sto affrontando una tematica delicata come quella dell'odio nei confronti di sè stessi che sfocerà in qualcosa di più grande perché voglio mettere in mostra uno dei lati che caratterizza la maggior parte delle ragazze ai giorni nostri.
Chi si sente a proprio agio con il suo corpo?
Spero di non cadere nel banale.
Dal prossimo capitolo... arriverà uno dei Cinque ragazzi inglesi.
Speriamo bene.
Ora vi lascio al capitolo, spero vi piaccia anche se è una mezza schifezzuola.
Un bacio, F.


-Fatemi sapere che ne pensate!

 

   
 
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