Ginevra ci teneva davvero tanto a lui,come nessun'altra.
Gli aveva dedicato dieci mesi della sua giovane vita e ogni volta,quando calava la sera,si sentiva vuota,non c'e la faceva piu'.
E' una ragazza piena di aspirazioni,inutile negarlo,ma lui la spegneva.
Era appena rientrata dalla sua passeggiata,era stanca,stanchissima.
Entro' in casa,chiuse la porta e corse verso il giardino.
Adorava quel posto,per lei e' sempre stato uno dei suoi posti preferiti forse perche' era fuori dai tanti luoghi freddi e vuoti della citta’.
Sali' sul tetto della casetta degli attrezzi e come suo solito ci si ranicchio' e si mise ad ascoltare musica.
Rifletteva. Era davvero stanca di tutte quelle inutili insicurezze...non c'e la faceva piu',stava per scoppiare. Non aveva mai provato cosi tante emozioni per una persona che,a quanto pare,non ricambiava affatto.
Questo pensiero le balenava incontrastato nella mente,scacciando via tutti gli altri pensieri felici.
Senti' un rumore e si volto' di scatto. Un frutto era caduto a terra dall'albero che le copriva il capo.
Stava rotolando sempre giu',fino a schiantarsi a terra.
Sentiva freddo e voleva tornare dentro casa;mise il piede sopra la scala per scendere ma perse l'equilibrio e precipito' sbattendo contro il suolo freddo.
Dal dolore e dal rancore per la precedente questione si mise a piangere,chiuse gli occhi.
Continuava a piangere,ininterrottamente quando una mano calda la tiro' su con forza. Improvvisamente le lacrime erano asciutte e un senso di liberta' si stava sprigionando intorno a lei,era felice.
Sorrideva e guardava quella figura sfuocata e magra dinanzi a lei senza capire chi fosse,o meglio:cosa fosse.
Cerco di avvicinarcisi sempre di piu;la strana figura,allora,le strinse ancora di piu la mano trascinandola al centro del giardino.
''E' arrivato il tempo di ritrovare te stessa,Ginevra''.
Ella si guardo' a torno,la figura indefinita era sparita.
Il giardino non sembrava piu' il solito spoglio e vuoto di sempre.