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Autore: robstenwhore    25/08/2012    14 recensioni
[...] Lui non è seduto sul divano che gioca con Bear come l'ho lasciato. Giro per casa ma non c'è, di lui nessuna traccia e neanche il nostro cagnolino salta fuori. Forse sono andati a fare un giro insieme, per sbollire la rabbia della nostra litigata di questa mattina. Entro nella nostra camera e mi siedo sul letto, sospirando. Qualcosa non torna, questa stanza è diversa, non era così quando sono uscita. Ora sembra quasi... vuota. Sì, è vuota, mancano delle cose. Apro l'armadio ed è il solito caos ma stavolta è differente. Ci sono solo i miei vestiti, i suoi sono scomparsi. No, non può essere. Sento il panico salire e corro in cucina, poi in salotto. Deve esserci una traccia di lui, deve. Poi lo vedo. E' un foglietto bianco, ripiegato in due, lasciato sul tavolino di fronte alla televisione. La mano mi trema mentre lo afferro e lo apro.
Mi disgusti. Non me lo sarei mai aspettato da te. Addio.
Le parole si marchiano a fuoco nel mio cervello e chiudo gli occhi, mentre le lacrime scendono e mi rigano le guance. Ho perso tutto, ho perso lui. E in un secondo tutto diventa buio.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Breathe Me - Capitolo 6 Piccola nota ad inizio capitolo: in un pezzo Kristen ascolterà una canzone, vi consiglio di ascoltarla insieme a lei, per me è una perfetta colonna sonora del capitolo, quindi se volete immergervi totalmente nella storia ascoltate Breathe Me di Sia, che è anche la canzone che ha ispirato il titolo della fanfic. Buona lettura!


Breathe Me

Capitolo 6.

Negative


Mi sveglio con un urlo soffocato, sollevandomi di scatto mentre esco da uno dei miei incubi, l'ultimo di una lunga serie. Mi passo una mano sulla fronte madida di sudore e torno a stendermi, poggiando la testa sul cuscino e prendendo un grosso respiro mentre chiudo gli occhi. Gli incubi non mi hanno lasciata in pace un solo istante, ogni mio tentativo di liberare la mente e riposarmi è stato del tutto inutile. Prendo il cellulare e guardo l'orario, sono le 17:44. Dopo quel tentativo di colazione fallito miseramente non mi sono alzata dal letto, tutto il pomeriggio è stato un susseguirsi di piccoli momenti di sonno seguiti da incubi e da bruschi risvegli, per poi ripetere tutto di nuovo, all'infinito.
La cosa strana è che non riesco a ricordare nemmeno un piccolo particolare dei miei sogni, sento l'angoscia tipica degli incubi ma appena mi sveglio ogni cosa svanisce e non ricordo più che cosa stesse succedendo fino a pochi secondi prima.
Decido di alzarmi per farmi una doccia, sono zuppa di sudore e ho bisogno di riprendermi da quel fastidioso stato di torpore. Mi alzo dal letto e sento la testa girare, devo poggiarmi con la schiena al muro per non rischiare di perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente a terra. Dopo aver ritrovato finalmente l'equilibrio apro la porta per dirigermi verso il bagno e sbadiglio, stropicciandomi un occhio. Non faccio nemmeno in tempo a mettere in fila due passi che sbatto contro qualcosa, o meglio qualcuno.
"Kris, finalmente sei sveglia", dice Tom, dopo avermi afferrato per le spalle evitando di farmi cadere.
"Uhm sì...", rispondo guardandolo. Non so che cosa lui sappia ma mi riesce difficile comportarmi come sempre con lui dopo tutto ciò che ho dovuto dire a Robert. E' il suo migliore amico in fondo, non so come la possa prendere.
"Sembri stravolta", non è una domanda, ma in fondo non c'è bisogno di chiederlo per accorgersene.
"Avevo solo bisogno di recuperare un po' di sonno perduto, sai com'è...", mormoro facendo vagare lo sguardo altrove, senza sapere bene dove rivolgerlo o cosa dire. Cosa si fa quando la persona che ti ospita in casa sua è il migliore amico del ragazzo che hai lasciato dicendogli che l'hai tradito? Mi servirebbe un manuale.
"Certo, capisco", risponde lui ma la sua espressione è perplessa. Come Rob, non sa mentire neanche un po'. "Kris, stasera abbiamo una cena con tutto il gruppo di amici, sarebbero contentissimi di vederti", dice poi.
"Non credo sia una buona idea", scuoto la testa lentamente. Sicuramente saranno stati invitati anche Robert e le sue sorelle, no è una pessima idea.
"Non potrete evitarvi per sempre, lo sai vero?".
"Ma non oggi, è troppo presto!".
"Kristen...", prova a convincermi ma lo blocco subito.
"Davvero Tom, no. Non dico mai, ma non stasera, non sarebbe un bene per nessuno, fidati di me. Finirei per rovinare la vostra serata, io sono sempre stata di troppo nel vostro gruppo e stavolta sarebbe davvero evidente", dico decisa.
"Ma come ti salta in mente una cosa del genere? Kristen eri la ragazza di Robert e anche una nostra amica, non sei mai stata di troppo". Tom e le sue rassicurazioni, non cambierà mai.
"Va bene. Puoi lasciarmi andare in bagno ora?", domando in tono evidentemente accondiscendente, non mi va di parlare di questa storia adesso.
"Certo, anche perchè ti serve davvero una doccia, puzzi un po'", dice guardandomi e per un momento credo che stia parlando sul serio, poi scoppia a ridere.
"Stronzo", rido insieme a lui scuotendo la testa.
"Scema", risponde lui mentre mi da un bacio sulla guancia e scende le scale, lasciandomi entrare in bagno.
Appena varco la soglia del bagno mi chiudo la porta alle spalle e mi libero dei vestiti, aprendo poi l'acqua della doccia per entrarci dentro. Il getto d'acqua fresca che picchietta sulla pelle calda è la sensazione migliore del mondo in questo momento, mi rilasso e sollevo il viso sentendomi finalmente del tutto sveglia e fuori da quel fastidioso torpore. Poggio la schiena alla parete e mi lascio investire dal getto d'acqua, dimenticando ogni pensiero. Compio ogni gesto meccanicamente, senza pensarci, mi insapono e risciacquo con calma ma non faccio davvero caso alle mie azioni. Se c'è una cosa che so fare bene è isolarmi, bloccare i miei pensieri per qualche minuto prima che mi investano di nuovo, mi serve qualche minuto tranquillo senza pensare. Afferro un accappatoio a caso ed esco dalla doccia, suppongo sia di Sienna visto che mi sta bene, abbiamo più o meno la stessa taglia anche se lei è più alta di me. Mi prendo il mio tempo per pettinare i capelli e sciogliere tutti i nodi, li spazzolo con cura prima di asciugarli e poi mi dirigo nella stanza degli ospiti per recuperare un intimo pulito e vestirmi. Se le circostanze fossero diverse prenderei una maglia di Rob e la indosserei insieme ad uno dei miei jeans e mi sentirei a mio agio ma non posso più farlo, non ho più niente di suo ormai. Beh, forse non è vero che non ho proprio niente. Mi rimane ancora l'anello, quel piccolo cerchio dorato e inciso che porto al dito e non tolgo mai. L'idea di toglierlo ora che non stiamo più insieme non mi ha sfiorato neanche lontanamente, non ci riesco, non voglio farlo, per me è una cosa troppo importante. Giro il palmo e leggo quella piccola incisione, quelle tre lettere che per me hanno significato tanto in questi anni e continueranno a far parte di me: Rob. Sospiro e chiudo gli occhi per evitare di cominciare a piangere ancora e finisco di vestirmi, non è il momento di lasciarsi andare, non ancora.
Sento la porta aprirsi e mi volto. E' Tom con Marlowe in braccio, vestita in un delizioso abitino in tulle rosa.
"Ehi Kris, noi siamo andando a lasciare la piccola dai miei e poi andiamo alla cena, sicura di non voler venire?", domanda, ma non è più insistente come prima.
"Sicurissima, andate e divertitevi", rispondo accennando un sorriso e lascio un lieve bacio sulla guancia di Marlowe che ride tutta contenta.
"Hai bisogno di qualcosa?", mi chiede quasi preoccupato.
"Tom non ho cinque anni, posso rimanere in casa da sola e se dovessi avere bisogno di qualcosa sta sicuro che andrei a prendermela da sola", dico alzando gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
"Va bene, va bene, ma se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa chiamami, intesi?".
"Sì, papà", mormoro ironica.
Lui scuote la testa ridendo ed esce con Marlowe, lasciandomi sola. Dopo poco anche la porta si apre e si chiude e il silenzio cade su tutta la casa. Tom si preoccupa sempre troppo per me, mi ricorda tanto i miei fratelli e in un certo senso è una bella cosa, mi sento quasi a casa con lui ma è inutile anche solo pensarlo, non è come Robert. Lui era la mia casa, ovunque fosse lui era il mio posto e anche se stare con Tom a Londra è un sollievo quasi non sarà mai come poter stare con l'uomo che amo, non è un paragone possibile.
Improvvisamente mi rendo conto di aver fame e decido di scendere in cucina per recuperare qualcosa. Il silenzio che aleggia non mi piace per nulla, è una sensazione a cui non sono abituata, ho sempre avuto la casa piena sin da piccola, che fossero i miei parenti o i miei animali non importava ma non ero mai sola. Ora invece la sensazione è così reale che quasi mi spaventa, non mi piace sentirmi da sola e per di più mi sento costantemente sotto controllo ora. Apro il freezer e ci trovo dentro del gelato alla vaniglia, non è il mio gusto preferito ma posso farmelo andar bene. Dopo aver preso un cucchiaio mi dirigo in soggiorno e accendo la tv, sedendomi sul divano con il barattolo di gelato tra le mani per cominciare a mangiarlo. Non faccio molto caso al programma, guardo le immagini scorrere senza molto interesse mentre mangio il gelato a grosse cucchiaiate e mi scopro più affamata di quanto credessi, potrei divorare qualunque cosa ma mi limito a finire quel barattolo e nient'altro.
Mi stendo sul divano e quello cigola un po', ma quasi impercettibilmente rispetto a l'ultima volta che l'ho sentito. Quel divano rievoca mille ricordi che vorrei fermare ma non riesco a farlo, lascio semplicemente che come sempre mi investano con la loro forza distruttiva.


"Rob ti prego, siamo a casa del tuo migliore amico, non mi sembra il momento", dico cercando di bloccare le sue mani che vagano sul mio corpo e rido quando raggiungono la mia pancia, facendomi il solletico.
"Ogni momento è il momento", risponde lui facendo combaciare le nostre labbra in un bacio e io le mordo per liberarmi dalla sua presa, ma invano.
"Sul serio, non è il caso dai", insisto ancora, per l'ennesima volta.
"Credi che lui non abbia portato nessuna ragazza su questo divano?", domanda ironico.
"Oh ti prego che schifo, adesso di sicuro non voglio farlo", protesto dimenandomi sotto di lui ma sono bloccata dal peso del suo corpo, un bellissimo ed eccitante peso. Dio, ma perchè non la smetto di fare certi pensieri?
"Anche sul letto della nostra stanza si è dato da fare e noi l'abbiamo fatto anche lì, perciò non vedo che problema ci sia".
"Rob! Ti prego, smettila!", dico ridendo ma con una voce quasi disgustata. Non voglio sapere della vita sessuale movimentata di Tom.
Ogni possibile protesta viene stroncata sul nascere da un nuovo bacio, stavolta ci mette più foga e subito la sua lingua incontra la mia per cominciare quella meravigliosa danza di intrecci che mi fa perdere la testa. Le sue mani si ancorano ai miei fianchi e sento chiaramente il suo bacino premere contro il mio, strappandomi un gemito di desiderio. Molto convincente, penso. Sarei davvero tentata di strappargli tutti i vestiti di dosso e lasciargli fare ciò che vuole se non fossimo ospiti in casa del suo migliore amico che potrebbe tornare in qualsiasi momento e scoprirci mentre facciamo l'amore. Sarebbe troppo imbarazzante, non voglio correre il rischio.
"Ti voglio piccola", mormora sulle mie labbra, facendomi sospirare.
"Lo dici come se non facessimo l'amore da mesi, invece che dalla scorsa notte. Saranno passate al massimo sette o otto ore dall'ultima volta".
"E' tanto, troppo".
Non riesco a trattenermi dal ridacchiare ma so che è sincero mentre lo dice. Il desiderio che prova lui per me è lo stesso che provo io per lui, non riusciamo a stare lontani l'uno dall'altra per troppo tempo e per me è una bella cosa, riesce a farmi sentire desiderata e amata come non mi sono mai sentita prima. E per un momento decido semplicemente di lasciarmi andare, spengo il cervello e sento solo le sensazioni che mi trasmette il corpo, sento le labbra di Robert sul mio collo e le sue mani che sfilano lentamente la mia maglietta mentre io mi occupo dei suoi jeans che cadono a terra dopo poco e presto anche il resto dei nostri vestiti fa la stessa fine. Le nostre labbra si incontrano ancora, si cercano, i denti mordono la bocca dell'altro, la assaggiano, le lingue si trovano e le mani vagano suoi nostri corpi lentamente fino a quando non lo sento farsi strada dentro di me, facendomi inarcare la schiena e reclinare la testa in un sospiro più simile ad un gemito di piacere.
Adesso non m'importa se Tom potrebbe entrare in casa da un momento all'altro, non voglio nemmeno pensare a quella rara eventualità, riesco solo a pensare ai nostri corpi che si muovono in sincrono, l'uno il riflesso dell'altro, ai respiri che si affannano sempre di più, ai nostri baci che si fanno più intensi e appassionati mentre il piacere cresce ad ondate sempre più frequenti e ci travolge.


Un rumore al piano di sopra mi scuote dai miei ricordi e quasi sono felice di esserne uscita, non avrei potuto sopportare altri ricordi così, sono dolorosi, molto più di quanto pensassi. E' la mancanza quella che fa male, quella che brucia dentro come una ferita aperta e pulsante, è la consapevolezza che tutto è solo un pallido ricordo e non lo avrò mai più. Mi alzo e mi dirigo lentamente verso le scale, perlustrando con gli occhi tutta la casa. Sono convinta di aver sentito qualcosa, era un rumore familiare ma allo stesso tempo davvero strano, come di tacchi che battono contro il pavimento. Controllo tutto il piano superiore ma non trovo niente e torno giù per buttare il barattolo di gelato ormai vuoto e lavare il cucchiaio. Mi sento veramente a terra, il morale è crollato sotto i piedi e comincio a pensare di essermi immaginata tutto, il mio cervello mi gioca strani scherzi ultimamente.
Preferisco non pensarci ora e torno in camera, ascoltare un po' di musica mi farà star meglio di sicuro. Quando finalmente trovo il mio lettore mp3 lo accendo e infilo le cuffie, buttandomi a peso morto sul letto. Lo metto in riproduzione casuale e chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dalla musica. Riconosco la canzone della prime note e sono tentata di cambiare traccia ma non credo di avere la forza nemmeno per quello, non voglio fare niente, non voglio neanche pensare. E' Breathe Me, una canzone che amo particolarmente, ma in questo momento preferirei non ascoltarla, il mio livello di tristezza è già decisamente alto.
"Help, I have done it again. I have been here many times before. Hurt myself again today, and the worst part is there's no one else to blame", non mi rendo neanche conto di aver cominciato a cantare la canzone, è un canto stanco, la voce si rompe diverse volte.
Mi alzo e mi avvicino alla scrivania, allungando una mano verso la piccola bacheca di sughero con le nostre foto. Ne stacco una, siamo io e Robert sull'Isola di Wight, lo scorso anno. Siamo così felici e sorridenti, mi sembra passato tanto tempo eppure troppo poco. Passo il dito sul bordo della carta fotografica e inevitabilmente mi taglio. Lascio cadere la foto di scatto e metto il dito in bocca, cercando di fermare quelle piccole goccioline di sangue, sento il sapore di ferro sulla lingua.
Ouch, I have lost myself again
Mi sento persa, non so più cosa fare, senza di lui mi sento vuota, tutto ciò che mi rimane sono quelle fotografie.
Lost myself and I'm nowhere to be found
Sarebbe così facile ora, lasciarsi andare, smettere di vivere, prendere la strada più facile e non soffrire più. In fondo poi, a che vale vivere se tutto ciò che ami ti viene negato?
Yeah I think that I might break
Sono già rotta, frantumata in mille pezzi, il mio cervello non funziona più, gira sempre intorno allo stesso pensiero. Voglio smettere di pensare ma non ci riesco.
I've lost myself again and I feel unsafe
Non sono al sicuro mai ora, me l'ha detto chiaramente, nessun posto è più sicuro per me. E allora perchè non posso semplicemente lasciarmi andare?
Morire sarebbe così facile ora, non lascerei niente in sospeso, non complicherei niente. Anzi forse sarebbe anche salutare per qualcuno, per tutta la gente che mi odia, per Robert. Ma chi voglio prendere in giro poi? Non ne ho il coraggio, non ne sarei mai capace.
Mi siedo a terra e guardo la foto che mi è caduta, sospirando. Mi mancheranno quei momenti, mi mancherà poter parlare con lui, poter dormire insieme, anche semplicemente poter stare abbracciati e baciarci o accarezzarci, mi mancherà lui. Mi manca già adesso. Non ci saranno altre foto, non ci saranno altre vacanze insieme o progetti da fare, è tutto finito. Quella consapevolezza attanaglia lo stomaco in un'altra delle sue morse di nausea e mi costringo ad alzarmi dal pavimento prima che sia troppo tardi. Tolgo le cuffie quasi con violenza e spengo l'mp3 prima di buttarlo via, non importa dove. Rimetto la foto tra le altre sulla bacheca e mi strofino gli occhi, pieni di lacrime che non voglio liberare.
"Ehi Kris, siamo tornati", dice Sienna e io mi volto di colpo. Ha visto tutta la scena? Spero di no.
"Ciao Sienna, grazie per avermi avvisata", rispondo accennando un sorriso. Quanto tempo sono rimasta su quel divano a ricordare? Sono passate ore senza che me ne accorgessi. "Com'è andata la cena?", domando più per cortesia che per vero interesse.
"Oh, molto bene. Lui non c'era", dice, chissà perchè me lo sta dicendo poi. Strano, Robert non si perderebbe mai una cena con i suoi amici.
"Sarà con Caroline", mormoro tra me, sospirando.
"Non credo, lei era a cena con noi, l'ha invitata Victoria, anche se è arrivata in ritardo. Come fai a conoscerla?", domanda confusa.
"Era a casa Pattinson quando io..."
"Oh, capisco", risponde abbozzando un sorriso comprensivo. "Uhm volevo chiederti... Hai per caso degli assorbenti con te? Scusami, dovrei essere preparata a queste cose ma in nove mesi ho dimenticato com'era avere il ciclo!", dice lei ridacchiando, leggermente in imbarazzo.
Le rivolgo un sorriso di comprensione e annuisco lentamente, dirigendomi verso la valigia per prendere il pacco degli assorbenti, ancora intatto. Strano, ero quasi convinta che giunti a questo punto del mese avrei dovuto usarne qualcuno. Scuoto lentamente la testa e lo apro, prendendone alcuni da dare a Sienna.
"Grazie mille Kristen, non avrei saputo come fare senza di te! Ma stai bene? Sei un po' pallida, hai ancora problemi con lo stomaco?", domanda vagamente preoccupata.
Scuoto la testa lentamente. "Non è niente, tranquilla", mormoro abbozzando un sorriso ma non credo di essere granché convincente.
"Va bene, ma se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a dirmelo okay? Buonanotte Kris".
"Notte Sienna".

Appena Sienna esce dalla stanza mi siedo sul letto e prendo un profondo respiro, cercando di ragionare. Sono certa di avere avuto il ciclo lo scorso mese, ma per qualche strana ragione non riesco a ricordare se mi sia venuto o meno questo mese. Sono stata così concentrata a piangermi addosso che non mi sono accorta di tutto quello che mi succedeva intorno, nemmeno del fatto che il mio ciclo sia saltato senza motivo. Potrebbe essere un leggero ritardo dovuto allo stress, in fondo può succedere, quante probabilità ci sono che questo stia succedendo proprio a me, ora? Scuoto la testa e mentalmente cerco di fare il calco dei giorni. Lo faccio più volte per esserne certa, sperando ogni volta di essermi sbagliata ma il risultato è sempre lo stesso: sono in ritardo di quasi quindici giorni.
"Okay, okay, non andare fuori di testa Kristen, ragiona", mormoro tra me alzandomi e cominciando a camminare per la stanza, con le mani tra i capelli.
Non è possibile. Mi rifiuto di credere che mi stia succedendo questo adesso! Non posso essere incinta! Al solo pensare quella parola mi sento tremare, sarebbe così sbagliato se succedesse ora e non riesco a fare a meno di pensare alle conseguenze. Tutti crederebbero che il figlio sia di Rupert, per quanto assurdo possa essere e Robert finirebbe per odiarmi ancora di più. Sarei costretta a mentire per sempre, più di quanto non sia già costretta a farlo adesso. Non può accedere, semplicemente non può.
Guardo l'orario e sospiro, è da poco passata la mezzanotte ma non posso aspettare domani mattina, l'ansia mi sta già divorando viva. Cercando di fare meno rumore possibile apro la porta della stanza ed esco, dirigendomi verso le scale. E' tutto buio, di sicuro Sienna e Tom saranno nella loro camera. A tentoni raggiungo le scale e le scendo lentamente, cercando di far abituare gli occhi al buio per non cadere e rischiare di essere scoperta. Come potrei spiegare il fatto che sto sgattaiolando via in piena notte per andare in farmacia a comprare un test di gravidanza? Arrivata all'entrata frugo nella ciotolina con le chiavi e cerco di riconoscere quelle di casa. Ci rinuncio e ne prendo un paio a caso, uscendo poi e chiudendo la porta il più piano possibile per non rischiare di farmi sentire. Appena sono fuori tiro un sospiro di sollievo e comincio a camminare a passo spedito verso il centro di Londra. Deve esserci una farmacia notturna da qualche parte, ne sono sicura. Grazie a Dio riesco a trovarla dopo una decina di minuti ed entro. All'istante mi pento di non aver messo un passamontagna o qualsiasi cosa che possa coprirmi. Una ragazza dietro al bancone mi fissa con occhi sbarrati, quasi avesse visto un fantasma o un alieno. Conosco bene il significato di quello sguardo ormai. Quella ragazza sa chi sono, sa cosa faccio, e probabilmente conosce anche gli ultimi gossip su di me. Se non avessi disperatamente bisogno di quel dannato test di gravidanza non rimarrei qui un solo secondo di più. Mi avvicino al bancone e lo guardo, mordendomi le labbra per il nervosismo.
"S-salve, posso aiutarla?", domanda la ragazza in camice bianco, probabilmente ha solo qualche anno più di me, è molto giovane e sembra più in ansia di me.
"Mi servirebbe un test di gravidanza", rispondo vergognandomi quasi della mia richiesta. Chissà che idee si starà facendo su di me.
Mi guarda stranita ma dopo un paio di secondi annuisce. "Certo", mormora voltandosi e cercando tra gli scaffali, prima di consegnarmi una scatolina bianca e lunga, accennando un sorriso.
Le allungo una banconota da dieci sterline e spero vivamente che bastino, non ho molti soldi inglesi con me, è da tempo che non sono a Londra ormai. Lei li prende e mi consegna il resto, salutandomi cordialmente mentre io esco quasi di corsa, infilando la scatolina dentro la tasca del mio jeans. Sento i suoi occhi seguirmi fino anche non sparisco dalla sua visuale, si starà ponendo mille domande su di me e questo dannato test e mi pento amaramente di non essermi coperta meglio, o di non aver fatto una plastica facciale.
Non ci metto molto a tornare a casa di Tom e più mi avvicino, più sento quella dannata scatolina diventare pesante e ingombrante, voglio solo fare quel test e togliermi per sempre il dubbio, per quanto questo potrebbe rovinarmi per sempre. Cerco le chiavi di casa e le guardo, non riesco a riconoscere la chiave della porta tra quelle nel mazzo e mi maledico, di sicuro ho sbagliato mazzo. Cazzo, e adesso come entro? Non posso chiamare Tom, devo cavarmela da sola. Alzo la testa e guardo la finestra della stanza degli ospiti. Non è tanto lontana dal suolo, magari se mi arrampicassi potrei riuscire a raggiungerla senza troppa fatica. Poggio il piede sul cornicione della finestra che si trova al piano terra e cerco di darmi lo slancio per salire, fallendo miseramente. Ci provo ancora, con più forza e quasi riesco a toccare il cornicione della finestra al piano superiore.
"Che cazzo stai facendo qui?". La sua voce mi coglie di sorpresa e le mani mollano la presa, facendomi cadere all'indietro.
Subito le sue braccia avvolgono la mia vita e mi salvano da una brutta caduta. Mi aiuta a riprendere l'equilibrio e dopo due secondi si stacca, guardandomi confuso e probabilmente anche arrabbiato. Il destino è un vero bastardo.
"Allora, mi spieghi che cosa stavi facendo? Cercavi di entrare in casa di Tom di nascosto? O volevi solo vedere come si muore cadendo dal secondo piano di una casa?", domanda Robert sarcastico.
"Uhm... Veramente io... Stavo rientrando ma ho preso le chiavi sbagliate...", mormoro senza sapere bene che dire, è strano rivederlo adesso, tutta questa situazione è confusa.
"Abiti qui adesso?".
"No, cioè per poco tempo, andrò via presto", dico mordendomi le labbra.
"Ovvio, dovevo sospettarlo", il suo tono è amaro, ma in fondo mi aspettavo molto di peggio visto ciò che è successo a casa sua solo questa mattina. "Io ho una chiave di riserva", aggiunge poi, frugando nelle tasche dei suoi jeans.
Sento distintamente un odore di birra e qualche altro alcolico indefinito ma non mi sembra sia ubriaco, anzi. Mentre lui prende le chiavi ed apre la porta mi chiedo cosa ci faccia qui, a quest'ora di notte, e completamente solo. Forse è venuto per Tom, forse semplice stava camminando e si è ritrovato nei paraggi. Ancora una volta penso che al destino piaccia giocare sporco. Finalmente la porta si apre e io tiro un sospiro di sollievo, entrando in casa.
"Grazie Rob", dico abbozzando un sorriso. "Davvero, non avrei saputo come fare se non fossi arrivato tu".
"Non farlo". Scuote la testa quasi sofferente e appoggia una mano sullo stipite della porta, guardandomi, trafiggendomi con il suo sguardo.
"Che... che cosa?", gli chiedo confusa, faccio fatica a reggere i suoi occhi nei miei.
"Non rendermi così difficile odiarti", mormora lui facendo un passo indietro e all'istante sento i piccoli pezzi di ciò che si è rotto dentro di me frantumarsi ancora, diventare polvere.
"Rob...", cerco di dire ma lui è più veloce di me.
"Ci vediamo", e in un attimo si è già voltato e va via, lasciandomi sola davanti alla porta.
Questo sarebbe il momento giusto per una crisi di pianto epocale ma non ho tempo ora, ho altro a cui pensare. Chiudo piano la porta e lentamente salgo le scale, entrando in bagno. Le mani mi tremano mentre apro la scatola e cerco di leggere il foglietto illustrativo. E' basilare, non si può sbagliare: una striscia negativo, due strisce positivo. Faccio tutto ciò che dicono le indicazioni e mentre aspetto il risultato cammino nervosamente su e giù per il bagno. Penso a tutte le alternative, a tutto ciò che potrebbe succedere.
Potrebbe essere negativo. Potrebbe semplicemente essere uno stupido ritardo dovuto allo stress, una cosa senza significato. Ogni cosa rimarrebbe uguale, non dovrei mentire su una possibile gravidanza, non dovrei nascondermi più di adesso.
Oppure, potrebbe essere positivo. Potrei davvero essere incinta. In fondo i sintomi ci sono, anche se gli ho ignorati. Ho la nausea, sono sempre stanca, sono stata male per il caffè e sono in ritardo con il ciclo. La mia vita sarebbe stravolta, per sempre. In meglio forse, perchè nonostante tutto un figlio sarebbe una cosa eccezionale, ma dovrei nascondere per sempre a Robert la verità, dovrei tenerlo lontano dal suo bambino, sarebbe terribile.
Dopo tre minuti prendo in mano il bastoncino di plastica e lo guardo, sentendo il cuore battere a mille quasi voglia uscirmi dal petto. Lo guardo e lo riguardo nel terrore di essermi sbagliata e sospiro.
Una striscia.
Negativo.








Note dell'autrice:

Rieccomi qui! Buon sabato a tutti voi, Mary è tornata a rompervi le scatole! In primis, mi scuso se il capitolo può sembrare un po' confuso perchè fidatevi lo è anche per me, certe volte nemmeno io mi capisco quando scrivo. Tenete anche conto che ho scritto quasi tutto in due giorni quindi è stato una vera fatica far uscire qualcosa di decente e anche solo minimamente sensato. Perciò vi prego, siate buoni con me!
Bene, passiamo alla storia: Kris è distrutta, Rob è distrutto, stiamo tutti male. LOL no okay, diciamo che è vero ma ho promesso che sistemerò tutto e lo farò, abbiate un po' di fiducia in me. Tom e Sienna si comportano davvero da bravi amici con Kristen secondo me, voi che ne dite? A me piacciono. E ta-dan! Tutti avevate sospettato che Kristen fosse incinta e infatti... è negativo! E' negativo? Voi ne siete convinti? Qual'è la cosa che tutti noi sappiamo sui test di gravidanza fatti in casa? Eheh, chi lo sa, lo scopriremo solo nel prossimo capitolo! (Sì, sono sadica e cattiva xD)
Non vi siete accorti anche voi che qualcuno manca? Qualche personaggio che a noi sta un po' sulle balle non si è visto? Strano eh? Okay la smetto con gli indizi criptici, lo vedremo presto!
Detto questo vi ringrazio davvero di cuore come sempre, grazie mille a chi recensisce, a chi segue la storia o l'ha aggiunta tra i preferiti o le ricordate, grazie a chi legge e rimane nell'ombra, insomma GRAZIE. Davvero mi rendete felicissima! Grazie a quella scema di Sara, la mia migliore amica che mi ha fatto venire l'idea di far comparire Rob nel capitolo (all'inizio non doveva esserci, povero cucciolo!). Come sempre vi ricordo che il prossimo aggiornamento sarà sabato prossimo, salvo qualche imprevisto ma spero vivamente di no!
Grazie mille ancora a tutti e un bacione, alla prossima!

  
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