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Autore: letsdancestyles    25/08/2012    13 recensioni
'Probabilmente era stato un errore, ma quel ragazzo era il genere di errore che sarebbe stato sbagliato non commettere.'
*song-fict "Kiss me" by Ed Sheeran.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kiss me slowly.


‘one, two, three, four.’

La luce penetrava nella stanza  attraverso la grande finestra che dava sulla città, una città ancora addormentata per molti, una città che era appena andata a letto per altri.
Londra all’alba quando non pioveva era uno spettacolo.
Tutto veniva visto sotto un’altra ottica, in un’altra luce.
Le case, i colori, le persone, i sentimenti.
Sulle foglie delle poche piante che si trovavano su quel balcone così poco curato c’era ancora qualche traccia di rugiada.
Dentro la stanza si era venuto a creare tutto un mondo, non si sentiva un suono o un sussurro dall’esterno, si sarebbe sentita solo luce se fosse stato possibile ascoltarla.

‘settle down with me, cover me up, cuddle me in’

Le lenzuola bianche formavano dei ghirigori sul letto a due piazze, qualcuno aveva dormito lì quella notte.
E stranamente non si era trattato di sesso, nessuna sveltina.
Erano in due quella mattina, molto stranamente.
I capelli lunghi e chiari della ragazza profumavano di buono.
Lei era ancora accoccolata contro il suo collo mentre gli cingeva i fianchi che una volta erano stati  esili ma che ora erano stati resi più massicci, insieme a tutto il corpo per i tanti allenamenti.

‘lie down with me, hold me in your arms.’

Stropicciò gli occhi quando sentì dei capelli solleticargli all’altezza del collo.
La luce dell’alba gli fece leggermente socchiudere le palpebre, non pareva nemmeno la sua città, la sua casa, la sua stanza quella mattina.
E quello non era nemmeno il suo odore.
Il profumo dolce della ragazza aveva invaso le lenzuola e tutto il suo petto.
Vista in quella luce era bellissima.
Le palpebre chiuse, le lunghe ciglia esagerate per via del troppo mascara che lasciavano intravedere un alone nero intorno agli occhi, le labbra rosee e quel sorrisetto beffardo.

‘your heart’s against my chest, lips pressed to my neck.’

I capelli della ragazza continuavano a solleticargli la pelle come se mille scosse elettriche gli squarciassero il corpo, ma a lui non importava.
Il suo capo si trovava ora sul petto del riccio, era così vicina che riusciva a sentire quell’aroma di cannella aumentare e pizzicargli le narici.
Lei si sistemò meglio sul suo petto, facendo allargare le braccia al ragazzo che si ritrovava testimone ma non partecipe di quella meravigliosa alba.
Sentì delle labbra umide posarsi sui pettorali, era sveglia.

‘I’m falling for your eyes but they don’t know me yet.’

Sorrise contro il suo petto.
Le brave ragazze sono le peggiori, l’aveva sempre saputo.
Lei allungò una mano alla ricerca di quelle enormi del moro che strinse alla sua, intrecciando le dita.
Il ragazzo cominciò ad accarezzare con il pollice quelle dita così esili fino ad arrivare alle unghie curate.
Sì abbassò per arrivare al suo viso ma la ragazza spostò la testa più indietro, e ancora più indietro.
Poi finalmente sorrise.
E aprì gli occhi.
Erano occhi chiari con leggere venature grigie.
Forse gli occhi più belli che avesse mai visto.

‘And the feeling I forget I’m in love now, kiss me like you wanna be loved, this feels like I’m falling in love. ’

Sorrise ancora, richiudendo gli occhi e soffiandosi via una ciocca di capelli biondi dalla fronte.
Il trucco troppo pesante non era più intatto ma a lui non importava.
Era bella, così.
Avvolta dalle sue lenzuola, nel suo letto.
La ragazza si sporse leggermente premendogli un casto bacio all’angolo della bocca rossa e carnosa.
E sorrise di nuovo , guardando il suo viso e il segno che un po’ di rossetto, unico superstite, aveva lasciato su quella pelle diafana che lasciava trasparire il leggero colore violaceo delle vene.

‘Settle down with me and I’ll be your safety, you’ll be my lady.’

Scivolò lentamente dietro di lei sfiorando con le mani i fianchi esili e stringendola ancor di più.
Probabilmente voleva  che il suo profumo di cannella rimanesse sulla sua pelle.
Probabilmente voleva rimanere così per sempre, in quel letto a due piazze, nutrendosi l’uno del respiro dell’altro.
Le parole non servivano a nulla quella Domenica mattina, in quello squarcio di Londra, dove era ancora troppo presto o troppo tardi per ricominciare tutto.
La ragazza emise un leggero sussulto e cercò di voltarsi per guardarlo in viso ma non vi riuscì.
La fermò, tenendola per i fianchi e sorridendo contro la sua nuca.
Lei riusciva a sentire solleticargli la pelle con il naso e con le labbra umide.

‘I was made to keep your body warm but I’m cold as, the wind blows so hold me in your arms.’

Continuò a baciargli la nuca, scendendo poi sulla spalla.
Non si era mai sentita così…bene.
In realtà non stavano facendo nulla, stavano però parlando una lingua incomprensibile per gli altri, una lingua fatta di sussurri, di baci e carezze.
Una lingua della quale si erano appropriati quella mattina, sotto quelle lenzuola.
Probabilmente una lingua che non sarebbe stata loro mai più e che non gli era mai appartenuta prima d’ora.
Quelle mani fredde le sfiorarono il ventre facendola tremare al suo tocco.
Riusciva a sentire i polpastrelli rovinati.
L’avvicinò sempre di più.
Lei invece poteva figurarsi perfettamente le sue ossa, le costole che premevano contro la sua schiena.
Il riccio abbassava e alzava il torace quasi faticosamente, la biondina riusciva così a sentire il suo ventre scolpito incastrarsi perfettamente con la schiena leggermente inarcata di lei.

‘My heart’s against your chest, your lips pressed to my neck. I’m falling for your eyes but they don’t know me yet.’

Lui sistemò meglio la testa sul cuscino strusciando Il busto contro la schiena della ragazza.
Le provocò un leggero brivido mentre, tentando di non pensarci, si tirava il lenzuolo fin sopra la spalla.
Il riccio emise un gemito roco e senza pronunciare nemmeno una sillaba posizionò le labbra all’attaccatura del collo della biondina.
Lei rimase stordita, con gli occhi aperti.
Le vene del collo pulsavano più forte del normale e il giovane se ne rese conto, perciò strofinò la punta del naso contro quel collo pallido.
Lei si voltò leggermente aprendo le labbra per pronunciare qualche sillaba.
‘Shhh…’ sussurrò il ragazzo, quasi per non voler profanare la sacralità di quel tempio.
Scese di nuovo sul collo, lasciando dei baci umidi, talvolta schiudendo le labbra, talvolta mordendo quella pelle troppo bianca per non essere sporcata.
Le strinse leggermente il mento tra il pollice e l’indice e le voltò un po’ il viso, poggiando una mano sull’altro fianco della ragazza.
‘Kiss me.’

‘And the feeling I forget, I’m in love now.’

La biondina spalancò gli occhi guardando quel viso.
Era bellissimo.
Era tutto ciò che una ragazza potesse desiderare.
Occhi verdi e profondi, un sorriso da mozzare il fiato, fossette, bel fisico, bei capelli, mani che sapevano far sussultare.
Si avvicinò lentamente posando un casto bacio sul mento dei riccio.
Sorrise, per poi alzare gli occhi. La stava osservando, quello sguardo era così meraviglioso che marchiava a fuoco.

‘Kiss me like you wanna be loved, this feels like I’ve fallen in love.’

Il bruno abbassò lo sguardo, tornò poi sul viso della ragazza per mordergli il labbro inferiore e baciarla.
Soffiò leggermente sul suo viso, le mani gelate continuavano a tracciare le linee perfette delle sue ossa sporgenti.
Una mano era arrivata al suo polso, lo carezzava con dolcezza, lentamente, provocando leggere scosse alla ragazza, continuò a tracciare la linea delle vene partendo dal polso e allungandosi sul braccio.
Poi, d’improvviso, le baciò il palmo, baciò tutte le dita sottili fino ad arrivare ai polpastrelli ruvidi.
Non c’era nulla di casto in quei baci.
Quelle labbra roventi imprimevano cicatrici soltanto sfiorando la pelle, segni che col tempo si sarebbero cicatrizzati ma quelle fitte sarebbero tornate alla mente ogni volta che avrebbe pensato a quel viso che la stava torturando, quasi schernendola con quel sorrisino impertinente.

‘Yeah I’ve been feeling everything, from hate to love from love to lust from lust to truth, I guess that’s how I know you.’

Il ragazzo lasciò scivolare le sue mani sul materasso, facendo voltare la ragazza e invertendo i ruoli.
La baciò senza quella lentezza quasi angosciante di prima.
La baciò con più forza.
I suoi ricci castani le ricadevano sul viso, aveva un buon profumo.
I suoi occhi verdi ormai erano socchiusi o guardavano verso il basso, osservavano quel petto perfetto dalla quale si intravedevano le scapole.
La biondina non riuscì quindi a ritrovarli e in quel momento non avrebbe saputo dire se  questa fosse stata una liberazione o una tortura.
Il ragazzo rialzò lo sguardo, scrutando ogni particolare di quel viso e stese le labbra in un sorriso.
Aveva sorriso senza le fossette, non c’era nulla di innocente in quel viso questa volta.
Guardò ancora i lineamenti del ragazza, la fronte lucida e chiara, il modo in cui una ciocca di capelli le ricadeva sulla fronte, i due nei posizionati proprio sotto lo zigomo destro, quel pallore quasi devastante, le labbra rosee e secche.
Dopo averle sfiorato i fianchi con le mani riportò il viso sul suo collo, lasciando una scia di baci lunga fino alle costole.
Assaporò ogni centimetro di pelle dal seno all’ombelico, trascinando con abilità mista a stanchezza le mani sulle costole sporgenti della ragazza e facendole inarcare la schiena.
Poi fu il suo momento di guardarlo negli occhi e di giocherellare con i ricci del ragazzo.
Si morse le labbra e con uno sguardo scaltro posizionò una mano sulla spalla del moro facendolo leva su di questa per alzarsi.
La biondina rimase in ginocchio mentre il ragazzo era al centro del letto a due piazze, in una posizione alquanto infantile.
Lei trascinò le ginocchia sporgenti sul letto posizionandosi tra quelle del ragazzo, si sporse leggermente e gli soffiò bellamente sulla fronte per spostare un ciuffo di capelli che non aveva intenzione di muoversi da lì.
Il moro la guardò dal basso partendo dalle ossa pronunciate dei fianchi fino a quelle delle spalle, rimase per un po’ ad osservare il suo collo e poi d’un tratto il leggero colorito roseo che invase le guance.
Sorrise, sulle sue labbra c’era ancora un po’ di rossetto.
Il riccio cercò di non muoversi ma di avvicinarsi soltanto con il collo, era a pochi centimetri dalle labbra della ragazza quando lei fece un rapido movimento spostandosi all’indietro.
Si spostò all’indietro anche lui abbassando gli occhi e facendo un sorriso sghembo.
Non prometteva niente di buono.

‘So hold you close, to help you give it up.’

Un raggio di sole si faceva spazio tra di loro illuminando la parete destra della stanza, quella decorate con foto di tutti i suoi viaggi.
Lui si perse un attimo seguendo quella scia ma quando sollevò gli occhi, lei era lì dove l’aveva lasciata.
Il viso era ancora solcato da quel ghigno impertinente, lo aspettava beandosi della sua espressione, cercando di carpire qualche segreto che gli occhi del ragazzo tenevano nascosto.
Poi il bruno si mosse afferrando un lembo del lenzuolo che lei teneva stretto tra le ginocchia e lo tirò con svogliatezza.
La ragazza gli si avvicinò con calma, sorridendo dispettosamente al riccio che, di tutta risposta, gli passò una mano sulla spalla e poi sulla clavicola, accarezzandogli poi il collo con gesti lenti e leggeri, sembrava quasi che ci mettesse tutto se stesso e che quei gesti lo stessero portando all’esasperazione.

‘Kiss me like you wanna be loved.’

Sospirò, stanco ed estenuato e tirò la ragazza accanto a lui, prendendola per i fianchi e facendola salire a cavalcioni sulle sue gambe snelle. Erano sul bordo del letto e il moro prese a baciarla divorando ogni parte del suo viso, straziando con i baci la sua pelle chiara che dopo quella mattina poteva ritenersi macchiata a vita o più semplicemente marchiata, era appartenuta al ragazzo e la sua stessa pelle non avrebbe dimenticato quel tocco facilmente.
Probabilmente era stato un errore, ma quel ragazzo era il genere di errore che sarebbe stato sbagliato non commettere.
Mentre lei gli mordeva appena il labbro inferiore allontanandosi col busto da quello del ragazzo, lui la spinse oltre il bordo del letto, tenendola soltanto in fondo alla schiena con una mano.
La biondina si staccò quindi da quel bacio e sorrise arricciando il naso.
Lui la fermò avvicinando la sua fronte imperlata di sudore a quella bianca della ragazza e le baciò il mento.

‘This feels like I’ve fallen in love.’

Si guardarono, occhi negli occhi, non si conoscevano e forse non l’avrebbero fatto mai.
Un soffio di vento entrò dalla finestra leggermente aperta portando i capelli della ragazza davanti al suo viso, ma loro non abbassarono lo sguardo.
Poteva significare tutto o niente ma la notte precedente l’avrebbero ricordata.
Raramente a Londra si vide un’alba più bella di quella.



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Ciao ragazze. Questa è una OS che sto scrivendo da un po' di tempo, ci è voluto davvero tanto ma alla fine sono riuscita a postarla, spero che vi piaccia perchè ci ho messo davvero tutta me stessa nelle descrizioni, cercando di non risultare banale o semplicemente cercando di scrivere qualcosa di sensato.
Spero davvero che vi piaccia e vi ringrazio in anticipo per le recensioni o semplicemente per le visite.
Grazie mille ancora! (:
  
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