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Autore: Faith hope and charity    25/08/2012    0 recensioni
Salve a tutti, sono Betta e questa è la prima storia che scrivo e pubblico :) Ha come protagonisti Nina Dobrev e Ian Somerhalder, visto che sono una grandissima fan di
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Sbarrai gli occhi a quella scena. Non pensavo che una persona potesse colpire così violentemente un'altra, ma aveva le sue ragioni. Ian trascinò per la camicia Richard in casa e iniziarono a strattonarsi a vicenda, Ian lo colpì ripetutamente al viso. Poi mi sentii piangere e si fermò: capiva che stava commettendo uno sbaglio ma la rabbia era troppa. Fosse stato in lui, avrebbe continuato fino ad ucciderlo ma oltre a non volermi vedere soffrire, voleva dimostrarmi che era migliore di Richard anche se già lo sapevo. Richard era ancora a terra che si tamponava con un fazzoletto le ferite sul viso quando Ian gli sputò letteralemente addosso e disse "Mi fai schifo". Continuò disgustato " Non sei altro che un animale , uno schifoso , non meriti nemmeno la compassione di nessuno nelle condizioni nelle quali ti trovi" era arrabbiatissimo e continuare a parlargli lo faceva solo innervosire di più quindi mi si avvicinò ,mi prese per mano con l'intenzione di andare via ma Richard disse " sai che posso denunciarti per quello che mi hai fatto e per essere entrato in casa mia senza permesso?" disse soddisfatto ; Ian mi mollò la mano e si avvicinò a Richard dicendogli " se proprio devo essere denunciato vorrei che fosse per omicidio sai? non hai il diritto nemmeno di parlare , TACI!". Richard decise che era meglio per lui non continuare la discussione. Mi guardava mentre mi allontanavo mano nella mano con Ian, forse sperando che mi sarei voltata per andargli a medicare le ferite, ma tutto ciò che riuscii a regalargi fu un profondo sguardo di odio. Quella fu l'ultima volta che lo vidi, probabilmente si trasferì per paura si una nostra denuncia. Quel pomeriggio tornammo a casa stravolti. Lui si sentiva terribilmente in colpa per il fatto che avessi dovuto assistere a quella scena, ed io terribilmente in colpa per non avergli detto prima la verità. Il viaggio in macchina fu tranquillo e silenzioso: nessuno dei due aveva il coraggio di parlare. Andammo a comprare una pizza la mangiammo sempre in religioso silenzio e ci infilammo a letto. Fui io a rompere il silenzio "Scusa Ian", si girò a guardarmi e disse "perchè?". Oddio, effettivamente gli avevo già chiesto scusa di non avegli detto subito la verità, per quale motivo gli stavo chiedendo scusa? Ma poi me ne resi conto e dissi "Scusa se sei innamorato di me, se io non fossi piombata quella sera a casa tua, tutto questo ora non sarebbe successo e tu non saresti infelice". Inaspettatamente esplose in una fragorosa risata e disse (serio però) "pensi che io sia infelice? Io non sono infelice, ho te e questo mi basta per essere l'uomo più felice del mondo, e non mi pento di amarti. Sei la cosa migliore che mi sia potuta accadere". Anche se quelle parole erano le più banali del mondo, sentite milioni e milioni di volte nei film e lette miliardi di volte nei libri, mi toccarono il cuore che iniziò a battere più veloce che mai e capii che era il momento di dirglielo "Ti amo Ian". Finalmente riuscii a dirlo. Lui rimase a dir poco sconvolto ma felicissimo! Mi guardò per un lunghissimo secondo, poi mi abbracciò fortissimo, ridemmo e ci baciammo. Non uno di quei baci come tutti quelli che ci eravamo dati nei mesi precedenti ma uno di quello che urlava "TI VOGLIO DISPERATAMENTE". Lui mi guardò come a cercare il mio consenso, e io acconsentì baciandolo ancora più appassionatamente e cominciando a provare a levargli la maglietta. Lui fece altrettanto con il mio poco femminile pigiamone di pail, che svelava però un completino tutt'altro che casto e puro. Lo apprezzò, ma non così tanto da rimanerlo al suo posto, così si sbarazzò anche di quello. Dopo pochi impacci iniziali, ci unimmo anche fisicamente così come avevamo fatto in precedenza con le nostre anime. Continuammo per la notte intera. Non mi sarebbe mai bastata quella sensazione, l'avrei voluta provare per sempre. Fu una notte magica, la più bella della mia vita forse. Il mattino seguente ci ritrovammo abbracciati, con le gambe intrecciate a sottolineare quanto fossimo legati l'uno all'altro. Quando mi svegliai, lui dormiva ancora e lo fissai per ore forse fin quando anche lui si svegliò: i suoi occhi erano qualcosa di fantastico e in quello sguardo ci vidi tutto ciò che avevo sempre desiderato e capii che finalmente ero via dall'incubo.
  
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