Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: LyraB    25/08/2012    2 recensioni
Kailey è all'ultimo anno. Ha i capelli rossi, una terribile insicurezza, una fervida immaginazione... e una migliore amica di nome Jo. Jo è vitale, energica e intraprendente. È solo al primo anno, ma non ha paura di niente. Quando decidono, improvvisamente, di iscriversi al Glee Club, intaccano inevitabilmente gli equilibri del gruppo. Ci sarà chi se ne innamorerà, chi le detesterà e chi penserà che "mancavano solo Anna dai capelli rossi e un maschiaccio" per completare il gruppo. Ma entrare a far parte di quel gruppo cambierà le loro vite, insegnando loro che si può, davvero, afferrare una stella.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
gleefanfic
ventidue

lunedì mattina, corridoi del McKinley






Il lunedì mattina, il McKinley era sonnacchioso quanto i suoi studenti: le cheerleader sculettavano di meno, i giocatori di football andavano in giro con un'aria più tonta e addormentata del solito e lo studente medio aveva troppo sonno per chiacchierare nei corridoi. Kailey non era da meno: guardava l'interno del suo armadietto senza vederlo, con gli occhi vacui di chi non aveva dormito granché.
- Buongiorno! - Trillò Jo comparendo alle sue spalle.
Kailey fece un sobbalzo tale che il suo zaino sbattè contro l'antina di metallo ancora aperta facendo un fracasso infernale.
- Jo! - La rimproverò Kailey, vedendola ridere di gusto.
- Scusami, stavi dormendo nell'armadietto e non ho resistito. -
- Passato un buon weekend? -
Kailey annuì.
- Notte di fuoco tra te e Artie, sabato sera? - Le domandò ammiccante.
Kailey la guardò senza capire.
- Key, quando sei addormentata sei più silenziosa del solito, il che è tutto dire! Ti ho chiesto se tu e Artie avete fatto faville, dopo la festicciola di San Valentino. -
- Ah, quello. No, niente. Finn ha accompagnato a casa prima me e poi lui. Niente di che. -
- Uff, mai un po' di pepe nei tuoi racconti... -
- Quella che ha qualcosa da raccontarmi sei tu. - Disse Kailey, chiudendo l'armadietto con un botto e scoccando un'occhiata incuriosita alla sua migliore amica: era abbastanza sveglia da ricordarsi che lei e Blaine avevano avuto una settimana per chiarire.
- Niente da segnalare, capitano. - Disse Jo, mettendosi sull'attenti.
- Mi stai davvero dicendo che non hai parlato né con Blaine né con Kurt? -
- Abilmente evitati. -
- Stai diventando un genio a sparire nelle ombre, allora. Non puoi evitarli ancora, Jo, oggi pomeriggio abbiamo la riunione del Glee club! -
- Confido di ricevere una botta in testa per l'ora di pranzo. Oppure di subire una improvvisa metamorfosi e perdere le sembianze di Jo Darren. -
- Non sei divertente. -
- Trovi? -
Kailey le lanciò uno sguardo di disapprovazione e Jo sospirò: non aveva la minima voglia di parlare con Blaine e meno che mai di affrontare Kurt. Il sopranista le sarebbe saltato addosso per prenderla a pugni, l'ex-usignolo probabilmente le avrebbe sorriso e l'avrebbe mandata in confusione, rendendola come al solito completamente accondiscendente. Preferiva evitarli, punto e basta.
- L'ultima volta che li hai evitati sei finita a cantare una canzone davanti all'intero Glee club, vuoi fare lo stesso questa settimana? -
- Assolutamente no! -
- Allora forse è il caso che ci parli. Oh, guarda chi arriva. Ciao, Ellie. -
Gabrielle le superò come se fossero state invisibili.
- Hai dimenticato l'educazione a casa, acciughina! - Le gridò dietro Jo.
Nel momento in cui si voltò, una granita al mirtillo la travolse facendole bruciare gli occhi.
- Modera i termini, sfigata. - Sbottò una cheerleader dai lunghi capelli dorati.
Alle sue spalle Alice e Serena ridevano divertite. Non appena si furono allontanate, lasciando cadere molto platealmente il bicchiere vuoto sul pavimento scivoloso, Kailey corse in aiuto di Jo aiutandola a ripulirsi dalla granita.
- Io le odio. Giuro che una di queste sere mi intrufolo in camera loro e tingo i loro capelli di verde. Anzi li riempio di gomme da masticare. O le rapo a zero, sarebbe una buona idea. -
- Fare i dispetti non è mai una buona idea. -
Jo sbuffò. Kailey era sempre la solita: quella di non fare i dispetti era una cosa che ripeteva sempre, annoiando terribilmente le altre quattro.
- Certo, mammina. -
Quel pomeriggio,
Quando il professor Schuester arrivò nell'aula di canto, si stupì nel vedere il gruppo decimato. Rachel era seduta come sempre in prima fila, con uno sgargiante vestito giallo e azzurro e un paio di ballerine dorate che attiravano fin troppo l'attenzione. Accanto a lei perfino Kailey, con la sua camicetta di pizzo sangallo rosa con le maniche a sbuffo, sembrava sobria e discreta. Oltre a loro due e a Jo - in jeans e t-shirt come sempre e con la sua solita faccia: nonostante le sue speranze, non aveva subito nessuna metamorfosi - c'erano solo Tina, Mercedes e Blaine.
Jo e Blaine si erano scambiati uno sguardo di una frazione di secondo, tempo sufficiente ad entrambi per arrossire, sorridere e distogliere lo sguardo.
- Che è successo? -
- Allenamenti delle Cheerios e dei Titans. - Spiegò Rachel.
- E Kurt? -
- Lui credo che non verrà per un po' di tempo. - Disse amaramente Blaine.
Il professore rimase in silenzio per un momento, poi alzò gli occhi con rinnovata energia.
- Bene, pochi ma buoni, dunque. Dopo la vittoria alle regionali, meritatissima... -
- E sofferta. - Lo interruppe Jo.
- E sofferta, d'accordo, non possiamo mollare il colpo. In più domenica ho capito che avete un disperato bisogno di esprimervi. -
- Ripetiamo l'esperimento di Madonna? - Domandò Mercedes illuminandosi.
- No, ho deciso di proporvi una settimana basata sul country. - Disse il professore.
Se si era aspettato urletti di gioia e sorrisi impazienti, si era sbagliato di grosso: non ci fu un solo studente che non storse il naso.
- Country? -
- Lo so che vi fa pensare a cappelli da cowboy e camicie a scacchi, mail country è molto più di questo. È musica melodica, orecchiabile, che parla di storie di vita vera e vissuta: un modo come un altro per parlare di sé stessi con la musica. -
- Io non mi metto in stivaloni e camicia, sia chiaro. - Sbottò Mercedes.
- Mercedes ha ragione... chi potrebbe sentirsi rappresentato da una musica così ridicola? - Intervenne Tina
- Il country non è ridicolo, - rispose il professore. - E ve lo voglio dimostrare. -

Baby, I've been waiting all my life to find you
Always been one step behind you
Your love, babe, I've been waiting
All my life


Quella canzone non era affatto male: era semplice e orecchiabile, piacevole da ascoltare e molto vera, dolce e romantica... e poi il professor Schuester aveva un indubbio fascino, quando si esibiva per i suoi studenti: tirava fuori quella passione e quell'amore per il suo mestiere che aveva insegnato loro ad esprimere nella musica. Quando il professore ebbe terminato la canzone, Kailey si sorprese a battere vigorosamente le mani. Forse era l'unica a trovare particolarmente interessante quel compito, ma anche Mercedes e Rachel non erano più così scettiche come prima.
- Il compito per la settimana è questo: le ragazze dovranno preparare un pezzo di Taylor Swift, i ragazzi dei Rascal Flatts. Vi aspetto lunedì prossimo con le vostre esibizioni. -


☆☆☆



- Che cosa dobbiamo fare? -
- Te l'ho già detto tre volte, Puck: dobbiamo cantare una canzone country. - Rispose Jo.
Erano fermi in aula di canto durante la ricreazione di metà mattina, in un tiepido mercoledì di marzo.
- Vi prego, ditemi che sta vaneggiando. - Replicò Finn.
- No, non sta vaneggiando. - Rise Kailey. - È la pura e sincera verità: per lunedì il professor Schuester vuole una canzone country. Voi maschi dei Rascal Flatts e noi ragazze di Taylor Swift. -
- Cosa che non ti disturba affatto, visto che la adori. - Disse Artie.
Kailey annuì e sorrise allegramente.
- Siamo sicuri che non ci sia una storia, tra Mr Gilet ed Anna dai capelli rossi? Continua a proporre temi orrendi che piacciono solo a loro due. - Propose Santana.
- Santana! - Esclamò Artie.
- No, sono seria. Prima le favole, poi questa tizia sconosciuta... Io proprio non so come fate a sopportare questa musica atroce. -
Nessuno si premurò di ricordarle che aveva presenziato alla festa di Halloween vestita da Pocahontas e poi si era anche esibita in Just across the riverbend.
- Ad ogni modo, è un compito assurdo. - Disse Puck, irritato. - E io non lo faccio. -
- Nemmeno io. - Disse Finn.
Aveva una spalla slogata dopo la partita del weekend precedente e non aveva nessuna voglia di ballare e cantare in pubblico. Rachel era seduta vicino a lui e gli teneva con delicatezza una mano sulla spalla dolorante, cercando di trasmettergli un po' di entusiasmo.
- Siamo tutti d'accordo? Beh, andiamo dal professore e diciamogli che boicottiamo la cosa. - Propose Santana, alzandosi in piedi.
- Dove vai? - Domandò Jo quando la vide uscire.
- Affari miei. Ho una vita, a differenza di voi. - Disse Santana, uscendo dall'aula.
- Boicottiamo davvero il compito? - Disse Rachel, guardando gli altri.
- No. -
La voce di Kurt fece trasalire tutti. Entrò nell'aula con la tracolla appesa ad una spalla e la camicia color perla sotto il cardigan di rete nera. Ignorò Jo e Blaine, posando gli occhi su Finn e Rachel.
- L'anno prossimo dovremo fare quello che ci dicono, non potremo permetterci di dire di no. Dovremo cantare canzoni che non ci piacciono, fare cose in cui non brilliamo e recitare in ruoli in cui non siamo a nostro agio... ma lo dovremo fare lo stesso. Il liceo è finito, è ora di abituarsi alla vita. -
I suoi occhi saettarono un momento verso Blaine, per poi tornare, inespressivi, su Rachel. Sapeva di aver toccato il tasto giusto, con lei: la ragazza infatti si raddrizzò e guardò tutti con il suo sguardo deciso e luminoso.
- Kurt ha ragione. Non possiamo fare solo quello che ci piace. -
- Ma quella musica fa schifo! - Piagnucolò Mercedes.
- Vorrà dire che troveremo un modo per farla diventare meno orribile. - Disse Blaine, positivo. - Faremo un numero tutti insieme, un numero con i fiocchi. Rivaluteremo il country! E poi noi abbiamo già interpretato i Rascal Flatts, non sarà difficile! -
Blaine scoccò un sorriso a Kurt, il quale lo ignorò con una naturalezza che Jo gli invidiò: quando era lei a dover ignorare Blaine, non ci riusciva mai in quel modo spontaneo.
- Sarai dei nostri, Kurt? - Domandò Finn timidamente.
Il ragazzo rivolse il suo sguardo azzurro verso il suo fratello acquisito e scosse la testa.
- Kurt... - Intervenne Rachel.
- No. Non ancora. - Disse Kurt, facendo un passo indietro.
Un momento dopo era uscito dall'aula. Mercedes sospirò.
- Che possiamo fare? -
- Dargli tempo. - Disse Finn, guardando la porta da cui Kurt era uscito, immerso nei ricordi. - So come ci si sente. -
Più tardi quel pomeriggio, mentre Jo e Kailey stavano tornando a casa in macchina, Jo ascoltava critica ogni singola canzone di Taylor Swift che la sua migliore amica aveva nell'Ipod.
- Ma perchè ogni canzone di questa biondina parla di nuvolette, farfalline e principi azzurri? - Sbottò abbandonando l'Ipod sul cruscotto. - È proprio una cantante adatta a te, coniglietto. -
- Chiamami un'altra volta coniglietto davanti al resto del Glee e mi trasformo in un coniglietto mannaro che ti stacca la testa. - Disse Kailey con un sorrisetto.
- E questo perchè... -
- Perché Artie non fa altro che chiedermi perchè mi chiami coniglietto! -
- Beh, che problema c'è? - Disse Jo - Diglielo e basta! -
Kailey le lanciò un'occhiata di sbieco e Jo scoppiò a ridere.
- È una storia divertente! -
- No, non lo è. -
Jo stava cercando di trattenersi, ma Kailey la conosceva troppo bene.
- E non ridere! -
Ma un momento dopo si era contraddetta clamorosamente, unendosi alla risata argentina che era sfuggita alle labbra della sua migliore amica.
Quella del "coniglietto" era una storia che risaliva a circa tre anni prima, quando Serena aveva dato una festa per i suoi sedici anni. Nell'invito, arrivato anche a Kailey, c'era scritto espressamente di presentarsi in completo elegante per i ragazzi e da coniglietta per le femmine. Nella sua innocenza, Kailey aveva tirato fuori la tuta di peluche bianca e rosa che usava quando portava i bambini della scuola materna a fare la caccia alle uova il weekend di Pasqua. Un tutone completo di copriscarpe, guanti in tinta e cuffietta bianca con le orecchie pelose. Quando aveva suonato il campanello e Serena le aveva aperto in calze a rete, body nero e
orecchie da coniglietta coperte di strass rossi, in perfetto stile coniglietta di Playboy, Kailey aveva capito di aver completamente travisato l'invito; era corsa a casa senza nemmeno rispondere al saluto di Serena e non era più uscita per il resto del weekend, sapendo che tutta la scuola stava ridendo alle sue spalle.
Quando aveva raccontato la cosa a Jo - che aveva tredici anni e non era stata invitata - la sua amica si era sbellicata dalle risate al punto da farle passare vergogna, imbarazzo e voglia di piangere e strappandole un sorriso. Da quel momento Jo la chiamava "coniglietto" ogni volta che voleva ricordarle che era una ragazza sdolcinata, infantile e tremendamente ingenua... e che lei le voleva bene nonostante quello. O forse proprio per quello.


☆☆☆



La primavera era arrivata a Lima quasi senza preavviso: l'aria era calda e fresca al tempo stesso, gli alberi avevano rimesso fiori e foglie e finalmente giacche e sciarpe erano riposte nella naftalina.
Quella mattina Kailey aveva scelto una camicetta giallo chiaro che testimoniava l'amore per quella splendida stagione, ma non solo: Kailey si sentiva felice, leggera e luminosa, dato che la sera prima aveva trovato una canzone country perfetta per il compito di Schuester. Se solo avesse avuto il coraggio di cantarla davanti a tutti! L'aveva ascoltata per caso, mentre la riproduzione casuale del suo iPod faceva da sottofondo alla sua doccia, e ne era rimasta colpita: non aveva mai fatto molta attenzione alle parole di quella canzone, ma adesso avevano tutto un altro significato.
Era ferma contro il muretto del liceo, con il sole mattutino che le scaldava le guance, e aspettava il momento di entrare con le cuffiette nelle orecchie. Con gli occhi chiusi, immaginava di mettere delle immagini sulla canzone di Taylor Swift che avrebbe voluto cantare, stupendosi ogni momento di più di quanto fosse perfetta per la sua situazione:
il solito, vecchio ristorante con gli amici di sempre... e all'improvviso compare lui. Jamie Woods, con i suoi occhi che sapevano di averla già vista e la sua parlantina intelligente e spiritosa. I loro sguardi che si incrociavano ogni volta che si parlava di danza, anche se Kailey cercava disperatamente di trattenersi dal guardarlo e il sorriso spontaneo che le si dipingeva sul viso quando pensava a quel valzer che avevano condiviso.

This night is sparkling, don't you let it go
I'm wonderstruck, blushing all the way home
I'll spend forever wondering if you knew
I was enchanted to meet you


Aveva passato la notte in bianco, dopo aver conosciuto Jamie: conoscerlo l'aveva colpita in profondità che non sapeva nemmeno di avere. Aveva fantasticato tutta la notte su come sarebbe stato parlargli, chiedergli perchè aveva ballato con lei e perchè l'aveva ritratta come una fata.... avrebbe voluto dirgli che anche per lei era stato incantevole incontrarsi.
Quella mattina si era svegliata con Enchanted tra i pensieri e l'idea fissa di volergli parlare ancora. Sapeva che dietro il disegno della fata c'erano i contatti dell'autore, ma l'idea la spaventava a morte. Cosa gli avrebbe detto? Sarebbe sembrata una bambina, una liceale sciocca e infantile.

- Buongiorno, Kailey. - Disse Artie, comparendole davanti con un sorriso.
Kailey sobbalzò, arrossendo.
"Per fortuna non può sentire i miei pensieri." Pensò sollevata, chinandosi a baciarlo a fior di labbra per augurargli il buongiorno.
Jo, invece, era ancora nell'abisso dell'indecisione: aveva provato ad ascoltare le canzoni della bionda cantante country pop con tutta la buona volontà che Madre Natura le aveva consegnato, ma non era riuscita ad ottenere nessun risultato.
Stava andando in palestra, quando fu attirata da una voce proveniente dall'auditorium. Socchiuse la porta quel tanto che bastava per ficcanasare senza essere vista e vide Kurt sul palco: portava una camicia di seta bianca con una ruche sul davanti e stava cantando con la sua voce cristallina e perfetta.


The words that you whispered
For just us to know
You told me you loved me
So why did you go away?


Cantava per sé stesso, si vedeva: sembrava di vedere qualcuno che rifletteva davanti allo specchio. Kurt guardava fisso davanti a sé, nella platea deserta, con l'aria di chi sapeva di essere da solo. Jo rimase incantata ad ascoltarlo, dimenticando la lezione, la scuola e tutto il resto. Le parole di Kurt e il suo modo triste di farle echeggiare nella sala l'avevano catturata.

So I'll go sit on the floor
Wearing your clothes
Never thought we'd have a last kiss
Never imagined we'd end like this

Kurt si inginocchiò sul palco, raccogliendo le ginocchia in un abbraccio e Jo fece un passo avanti. La porta antipanico corse sui cardini e sbatté, facendo trasalire sia la ragazza che il cantante sul palco.
- Che cosa ci fai qui? - Sbottò Kurt, ritrovando un contegno.
- S-scusami. Non sono riuscita a stare fuori. - Disse Jo.
Kurt la soppesò con lo sguardo, decidendo se voleva parlarle o no.
- È una canzone meravigliosa. Ho sentito la versione originale, ma la tua era così... - Iniziò Jo.
- Vera? - Replicò Kurt.
- Sì. -
- Perché è vera. Ogni singola parola di quella canzone è vera, per me. -
- Kurt, ascolta, io... - Disse Jo, facendo un passo avanti.
Kurt era stato il primo con cui aveva stretto amicizia, il primo del Glee a farla sentire a suo agio. Erano così simili, loro due, anche se parevano l'uno l'opposto dell'altra... e a testimoniare la loro somiglianza c'era il fatto che Blaine si era innamorato di entrambi. Adesso si sentiva malissimo al pensiero di aver fatto soffrire un ragazzo così speciale e ancora di più al pensiero di essere innamorata e ricambiata del ragazzo di cui lui era così invaghito.
Kurt rimase immobile a guardarla per un lunghissimo momento, poi si voltò, prese le sue cose e uscì dall'auditorium senza dire nulla.
La porta che sbatteva fece sussultare Jo con la stessa intensità di uno sparo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: LyraB