“tuu-tuu-tuu…”
Uno, due, tre squilli… ma perché cazzo non rispondeva quella ragazza?! Okay Logan, calmati. Dopotutto tra tre ore sarei partita per Londra, per il resto della mia vita senza più vederla… okay, riproviamo a chiamarla…
“pronto?” disse una voce impastata al telefono. Si era appena svegliata, la carogna!
“ma ciao! Come stai mattiniera?” le dissi ironicamente. Insomma, erano le 4 del pomeriggio!!
Borbottò qualcosa di incomprensibile al quale non badai: “allora, non vieni ad aiutarmi a fare le valigie? Sai, tra poco me ne vado in un altro Stato...”
“si si… dammi 20 minuti e arrivo”
“20 MINUTI???? Ma se abiti qui davanti!! Daaaaaai muoviti!!!” detto questo riattacai, mi sdraiai sul letto e misi le cuffie.
Esattamente 20 minuti dopo arrivò Valeria, la mia migliore amica. Certo che quando ci si metteva riusciva ad essere veramente puntuale! Corsi all’entrata, la presi e la trascinai in camera mia, aprii l’armadio, mi girai verso di lei: “ciao!!” dissi sorridendole.
Mi guardò spaesata, poi mi sorrise a sua volta e si girò verso l’armadio: “al lavoro!” mi ordinò.
Scegliemmo tra i vari vestiti e li mettemmo in valigia, poi ci sdraiammo sul letto, abbracciate.
“devi proprio partire?” chiese cercando di trattenere le lacrime.
“lo so che può sembrare una cosa egoista, ma se rinuncio ora quando mi ricapiterà l’occasione di andare a Londra?” le chiesi “sai com’è mia nonna, se vado ora ho tutto pagato e una casa in cui vivere, se rinuncio mi diseredera” risi sommessamente.
“mi mancherai” adesso stava piangendo a dirotto…
Cominciai a singhiozzare anche io. I suoi capelli scuri mi coprivano la faccia e io inspiravo il suo profumo di cocco, sempre troppo forte per i miei gusti.
“ti voglio bene” le dissi. Si girò sconvolta: da me non aveva mai sentito una dimostrazione d’affetto tipo questa, cosi aperta, io odiavo il romanticismo. Cioè, non che mi disgustasse, semplicemente non faceva per me. Mi sorrise: “ anche io” sussurrò.
“questa è la parte in cui ci baciamo?” ero stanca di tutta quella tristezza.
“uhm… se proprio ci tieni” disse imbronciando le labbra.
Le scoppiai a ridere in faccia: “credo di essere ancora tipo etero per ora e di volerci rimanere”
“Charlieeeeeee!!!” la voce di mia mamma si fece spazio tra i corridoi e le varie scale, fino ad arrivare in camera mia.
“che c’è??” urlai di rimando.
“andiamo!!!” rispose. Guardai l’orologio. Okay, le 6:00. Tra un’ora sarei stata sull’aereo.
Io e Vale scendemmo insieme, stringendoci le mani ormai sudate, con le valige. Le caricammo in macchina e salimmo.
“vi scriverò tutti i giorni, è un giuramento” dissi a mia mamma e alla mia amica. Mi abbracciarono insieme, mia mamma aveva gli occhi lucidi e stava cercando di trattenersi. La baciai e mi diressi al check-in. Una volta superato mi rigirai e le salutai con la mano e un sorriso alquanto tirato. Non capivo perché dovessi sorridere! E che cavolo!! Avevo solo 15 anni e me ne stavo andando da casa! Con questi pensieri salii sull’aereo e sempre pensando mi addormentai, svegliata poi dalla voce dell’hostess che diceva di essere arrivati a Londra.