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Autore: epiclove    26/08/2012    2 recensioni
D'improvviso, Brittany udì dei passi accelerare nella propria direzione e si preoccupò. Quel giorno non glielo poteva rovinare nessuno, nemmeno quella che sembrava una dog-sitter. Ma la ragazza non intendeva fermarsi e le venne addosso. C'era un confine estremamente sottile tra sopportazione e odio. Santana lo aveva varcato di netto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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< Non è possibile che tu creda alle parole di una vecchia svitata >
< Sono stanca, Sean. Non voglio più discuterne >
< Brittany, ne discuteremo fino alla notte dei tempi, perché... >
< Non ti azzardare a continuare quella frase. Ne sono più che consapevole, cosa credi? Solo ora ho capito di quanto io sia stata stupida. E' evidente che c'è qualcosa che non va in me > al suono di quelle parole, Sean accarezzò dolcemente la gota destra di Brittany.
< Ti sbagli >
< No, credimi, non mi sbaglio. Sta accadendo di nuovo ed è più che evidente che l'ultima volta che sono... sì insomma, lo sai. Beh, non ha avuto l'effetto desiderato e ora, per l'amor di Dio, vattene >
< Sai che non posso >
< Non puoi fare molte cose se è per questo >
< Tipo? >
< Tipo starmi accanto! Dio, è così difficile da capire? Avrei bisogno di sentirmi dire un 'stai tranquilla, ci sono qui io' ma tu questo non te lo puoi permettere >
< Mi dispiace >
< Anche a me >
 
Richard, stanco e nervoso, vide Brittany, pensierosa, appoggiata allo schienale di una delle sedie della cucina.
< Dov'è Derek? >
< L'ho portato da mia madre per qualche giorno, dopo essere stata all'ospedale >
< Cosa? Sei stata male? >
< No, non io. E' una lunga storia. Tu, piuttosto, come mai sei rientrato così tardi? >
< Mi hanno trattenuto in ufficio, il mio nuovo capo è un tiranno. Piccola, andiamo a letto > disse Richard, facendole segno con la mano.
< Non ho sonno >
< Dobbiamo alzarci presto domani >
< Ti ho detto che non ho sonno > disse Brittany, con tono fermo.
< Chi ti capisce > e, come se nulla fosse, Richard andò a dormire.
 
Così, quando il marito si addormentò, Brittany prese il telefono.
< Pronto? >
< Ciao Santana >
< Chi parla? >
< Sono io... Brittany >
< Oh, ma certo, ciao! Va tutto bene? Ti sento strana >
< Cosa? No no, sto bene. Ascolta, ti andrebbe di vederci domani mattina... per prendere un caffè insieme? >
< Molto volentieri! > rispose Santana, entusiasta.
< Grazie, a domani > concluse Brittany, con il suo solito tono formale.
Dopo aver riattaccato, scoppiò a piangere.
 
< Mi dispiace vederti così, amore mio >
< Non chiamarmi amore mio. E' per te che sto così da schifo >
< Ah sì? Non è per quella baby-sitter? >
< Che cosa vorresti insinuare? >
 
L'appuntamento con Santana al bar era stato pianificato per le otto. 
Brittany arrivò lì alle sei.
< Ciao! > esordì una Santana entusiasta.
< Ciao. Grazie per aver accettato >
< Ma figurati! Allora, mi hai invitata per qualche motivo speciale? >
< In realtà, sì. La prima richiesta che devo farti è la seguente: vorrei rivedere tua nonna. Ho alcune cose da chiederle e mi piacerebbe farlo al più presto > Santana parve delusa.
< Ma certo, vedrò che posso fare. E la seconda richiesta? >
< La secondo richiesta è... beh, vorrei passare più tempo con te > le parole le vennero di getto < è strano ma... mi fai bene. Mi aiuti a scacciare via i brutti pensieri >
< E ne hai tanti? >
< Non immagini nemmeno quanti > Santana strinse d'impulso la mano di Brittany, aspettandosi un rifiuto, che non avvenne. Brittany la strinse ancora di più.
< Devi essere serena. Puoi avere me, puoi sfogarti. Stai tranquilla, ci sono qui io > concluse Santana.
  
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