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Autore: LizzieCarter    26/08/2012    6 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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Faccio un profondo respiro, mentre cerco di mettermi in equilibrio sullo skate-board di legno; che diavolo, nessuno dice mai che traballano da morire!
- Ok, adesso io monto dietro e spingo. Tu devi solo rimanere ferma e in equilibrio, ok? Come... come quando mi hai fatto da parabrezza in bici-.
Cerco di non ricordare che siamo quasi finiti nel fiume con la bici, andando in giro a quel modo, e annuisco più volte.
- Tranquilla, l'ho già fatto una volta- cerca di calmarmi lui, forse sentendo il cuore che mi scorrazza tra una costola e l'altra come un detenuto impazzito che scuote le sbarre della sua cella, dato che ha le mani posate sulle mie spalle per aiutarmi a stare in equilibrio.
- Con Connor...?- azzardo, non riuscendo ad immaginarmeli in una situazione così da "Titanic".
- In un film- ride lui; - Ti pare che normalmente mi sarei messo a provare una cosa del genere?-
Rimango in silenzio, perchè è esattamente quello che penso, e lui probabilmente crede sia ammutolita per la tensione, quindi dice - Pronta? Prima prendiamo il ritmo, prima ti passa la paura; vedrai, è divertente-.
Non ne dubito, solo che vorrei tanto delle ginocchiere e un caschetto.
- Via!- Josh spinge lo skate avanti con un piede, e io mi inclino subito in avanti, sbilanciata, con un'esclamazione soffocata.
E se andassimo a piedi?
- Aspetta...- Josh esita un momento, poi mi toglie le mani dalle spalle e me le posa con cautela sui fianchi. - In realtà, nel film facevamo così: aiuta di più con l'equilibrio-. Sento il suo sguardo sulla nuca, e sono grata che non possa vedermi in faccia. Credo di essere violacea.
Capitemi, non sono tipo da contatto fisico: potrei arrossire persino per una stretta di mano!
- Ok, andiamo- annuisco, e riproviamo l'impresa.
Sento Josh andare su e giù, ogni volta che dà una spinta col piede e poi torna sulla tavola. Per i primi minuti sono troppo concentrata a tenermi in equilibrio e a trattenermi dal tossire per la grossa nuvola di polvere rossa che alziamo passando sulla strada, ma poi inizio a godermi la velocità. Non passano macchine, quindi possiamo stare al centro della strada, che ha meno crepe e meno polvere e quindi ci permette di accelerare. Chiudo un momento gli occhi, azzardandomi ad inspirare profondamente col naso nella speranza che non mi entri troppa polvere nelle narici, e potrei davvero spalancare le braccia come un aereo, in un'imitazione moderna e meno spettacolare della scena di Titanic, non fosse che sono terrorizzata dal far cadere tutti e due, adesso che abbiamo finalmente preso il ritmo. Solo nel momento in cui mi accorgo di non poter spalancare le braccia, mi rendo conto che non so cosa farmene. Non posso mettermi le mani in tasca! E nemmeno nei capelli, nonostante la frustrazione...
Istintivamente, le metto sopra quelle di Josh, che stringo un pochino come a dire "Tu tieni me, io tengo te".
- Pronta per la discesa?- sento la sua voce soffocata venire da dietro di me. Cosa? La discesa? Diavolo, perchè dimentico sempre le cose fondamentali?!
Non faccio in tempo a proporre di farcela a piedi, che Josh tira su tutti e due i piedi sulla tavola e si china un pochino, facendo abbassare anche me; entrambi, istintivamente, allarghiamo un po' le gambe, per essere più stabili durante la discesa, e in qualche secondo mi trovo ad urlare esaltata dalla velocità come una mucca che indossa i pattini per la prima volta in vita sua.

- Oh. Mio. Dio!- esclamo, senza fiato, quando riusciamo a frenare lo skate-board davanti al supermercato. Ho la voce roca, non so se per l'aria o per l'enorme quantità di moscerini che devo aver mangiato, e Josh non riesce a smettere di ridere. Ecco l'espressione di cui parlavo prima per la foto! Oh, come vorrei avere la macchina fotografica adesso: i suoi occhi sono più accesi che mai, i capelli arruffati all'indietro dalla velocità e le guance arrossate dall'adrenalina e dal vento. Ma ce la farò, a fotografare il suo sorriso, prima o poi. E' una promessa.
Josh mi tiene aperta la porta del supermercato (no, scherzo, son quelle che si aprono da sole!), e subito ci infiliamo nel reparto frigo per riprenderci dal caldo che c'è all'esterno. Ci basta qualche minuto per scegliere le cose da portare a casa: dobbiamo limitarci a qualche surgelato e a un paio di bottiglie di succo -anche se una la finiamo prima ancora di arrivare alla cassa-, perchè nello zaino non ci stanno molte cose ed il gelato si scioglierebbe per strada.
Mi soffermo un momento a guardare con desiderio gli skate-board che vendono nella sezione sport-e-giocattoli, ma, con i miei soldi contati, non posso davvero permettermi capricci del genere prima di riuscire a trovare lavoro.
- Ti va di dare un'occhiata al mio bar preferito?- domanda Josh, aggiustando la presa sullo skate-board che tiene sottobraccio. Esito un momento, poi ribatto - Ok, ma non ho intenzione di assaggiare il famoso cappuccino!-.
Quando passiamo davanti all'entrata di un negozio che porta fieramente sulla porta un cartello con scritto "Non serviamo uomini senza scarpe o senza maglietta, a eccezione di Josh Hutcherson", gli lancio un'occhiata stranita; insomma... sul serio? Forse sperano di avere più clienti, con un attore che gira a petto nudo, ma Josh proprio non me lo vedo a prestarsi a queste cose.
- Non vengo mai qui senza maglietta - si affretta a dire lui; - E' un cartello che hanno messo per attirare curiosi, gliel'ho suggerito io-.
La seconda occhiata che gli lancio non è meno sorpresa della prima, e uno dei miei sopraccigli inizia la sua scalata verso l'alto, in direzione dell'attaccatura dei capelli. Josh si rende conto di esser sembrato un po' un pallone gonfiato, perchè infine spiega - In realtà, la mia era una battuta, ma loro mi hanno preso sul serio e io li ho lasciati fare-. Scrolla un momento le spalle, poi sorride sotto i baffi; - in fondo, sono così gentili da farmi credito quando dimentico i soldi...! Entriamo?-
In effetti, sembriamo un po' strani, lì fermi all'entrata, così faccio segno di sì e lo seguo all'interno. Solo quando noto il cartello "Cercasi cameriera" inizio a sentire un po' puzza di bruciato.
- Ciao Guendalina! Mi fai un po' di credito?- saluta Josh gioviale, appoggiandosi al bancone. Un uomo sbuca dal retrobottega, al sentire la sua voce, e si avvicina per salutarlo.
- Vorrai mica un cappuccino, con questo caldo?- domanda, anche se, da come sorride sotto ai baffi, sembra già sapere la risposta.
-Non posso farne a meno, temo di esserne assuefatto!- confessa Josh, e l'uomo al bancone si mette al lavoro ridendo, mentre l'imponente donna chiamata Guendalina rimane appoggiata al bancone e guarda me e Josh alternativamente, con curiosità.
- Gwendy, indovina chi ti presento- esordisce lui, allegramente.
No. Nononono.
- La tua nuova ragazza? Mi piace, non sembra affamata come l'ultima!- approva la donna con un gran sorriso, dandomi un gran pizzicotto ad una guancia.
Diamine, scommetto che persino la madre di Josh non oserebbe prendersi tante confidenze!
- No!- esclama Josh, piccato - la tua nuova cameriera!-.
Ecco, lo sapevo.
- Josh- ringhio tra i denti - verresti un secondo...- prima che lui capisca cosa succede, lo tiro giù dallo sgabello e lo trascino all'altra estremità del bancone, vicino alle porte dei bagni, mentre Guendalina ci guarda, divertita, come se stesse assistendo ad un litigio tra fidanzatini.
- Senti, io non voglio favoritismi! Non voglio che mi assumano perchè sono amica tua e tu porti clienti e gli stai simpatico; voglio essere assunta perchè faccio una buona impressione. I raccomandati non fanno buona impressione-.
Cerco i suoi occhi, per assicurarmi che abbia capito, ma Josh è distratto e guarda alle mie spalle. Cielo, ditemi che non è appena entrata qualche bambola del genere di Kellie!
A quanto pare no, perchè mi sento improvvisamente stringere le spalle da dietro con una presa ferrea, mentre il vocione di Guendalina romba - Così si parla! Brava la mia ragazza, sei assunta! Stai racimolando anche tu un po' di soldi per l'accademia di recitazione?-.
Scuoto la testa, mentre Josh sorride soddisfatto (si direbbe quasi che stia gongolando!) e, visto che il mio sguardo verso l'ostessa è molto simile a un "non-ho-intenzione-di-raccontarti-i-fatti-miei", Josh pensa bene di smascherarmi: - No, lei è una scrittrice, è qui in cerca di ispirazione- dice, entusiasta.
E' inutile che mi guardi così: il mio sguardo dice chiaramente che lo strangolerò non appena saremo fuori dal campo visivo della donna.
Giusto quando Josh riceve il suo cappuccino caldo e ringrazia calorosamente l'oste Elvis (così è scritto sul suo cartellino, ma spero sia un soprannome), Guendalina -che si era assentata un momento- rispunta e mi ficca tra le mani un'uniforme.
- Ecco, cara: domani alle otto ci servi. Ti dispiace iniziare subito?-
La sua non è una domanda.
La fisso un momento, non osando contraddirla, ma poi mi dico che, se inizio così, le darò l'impressione che possa sfruttarmi ogni volta che vuole: sembrerò una senza spina dorsale.
- Quant'è la paga? Per quante ore al giorno vi serve il mio aiuto? Sono a casa domenica?-
La pacca sulla spalla di Guendalina, che quasi mi manda a sbattere la faccia sul bancone, mi dice che ho fatto la cosa giusta, e le condizioni che mi spiega sembrano buone; dovrò solo rinunciare a dormire fino a tardi. Solo!
Finalmente, dopo esserci entrambi sfamati con un panino per pranzo, possiamo uscire. Ottengo di lasciare lì la divisa e di indossarla direttamente domani a lavoro, dato che nello zaino si sgualcirebbe (o si sporcherebbe di surgelati) e chiedo a Josh  se gli scoccia tornare un momento al supermercato.
Al diavolo, ora un lavoro ce l'ho: mi prendo lo skate-board!
Quando Josh vede cosa porto alla cassa, mi dà una pacca di approvazione sulla spalla, sulla stessa aggredita da Guendalina -so già che mi verrà il livido- e dice, entusiasta, -Sapevo che ti sarebbe piaciuto! -.
Passiamo buona parte del pomeriggio sulla piccola piazza di fronte alla chiesetta del paese, con Josh che cerca di spiegarmi come stare in equilibrio sullo skate-board e io che, all'ennesima caduta, mi congratulo con me stessa per aver avuto la saggia decisione di comprare anche protezioni per gomiti, ginocchia e testa, al supermercato.
Finalmente, nel tardo pomeriggio, quando ho imparato a stare in piedi sullo skate-board e perfino a mandarlo avanti spingendo col piede, Josh e io ci dirigiamo verso casa stringendo in mano un buonissimo gelato preso al bar di Guendalina ed Elvis. Il mio è alla mela, il suo -indovinate?- al cappuccino.
- Ascolta,- inizio, pulendomi il naso dal gelato che ci è finito sopra quando ho cercato incautamente di mordere il cornetto nello stesso momento in cui mi abbassavo per dare un'altra spinta allo skate-board; - non è che domani potresti accompagnarmi al lavoro...?-.
Josh mi guarda un momento, accarezzandosi il lobo dell'orecchio, e noto un guizzo nei suoi occhi prima che chieda - Nervosa per il primo giorno di lavoro?-.
- No!- protesto - E' che la mia macchina è senza benzina, e scommetto che Kellie avrà consumato tutta quella che mi ha fregato senza pensare a fare il pieno da qualche parte. Domani sono appiedata-.
- Non sei appiedata, puoi venire in skate-board - mi fa ragionevolmente notare lui. Al che, scoppiamo entrambi a ridere: ci vorrà un po' di tempo prima che sia in grado di muovermi da sola con questo coso.
- Grazie, comunque, per il lavoro- ci tengo a dire.
Lui scrolla le spalle, come se non avesse poi fatto questa gran cosa, e io non replico. Spingiamo in avanti i nostri skate per qualche minuto, in silenzio, poi lui dice: - Facciamo così: scommettiamo. Se Kellie non ha fatto il pieno, ti do io un passaggio domani-.
Mi sfugge un gemito. Josh sa benissimo che preferirei fare una altro giro sulla sua bici piuttosto che chiedere un passaggio a Kellie. Be', non disperiamo; magari mi renderà la benzina senza troppe storie.
Il resto del tragitto lo passo a pregare Josh di mostrarmi qualche salto con lo skate-board, perchè sono sicura che ne sia capace: non farebbero mai imparare ad un attore ad andare sullo skate-board senza insegnargli qualche evoluzione.
Finalmente lo convinco, quando arriviamo davanti a casa, a farne uno di quelli in cui la tavola si avvita sotto al ragazzo che salta, poi percorriamo il vialetto ed entriamo in casa.
- Hey!- ci saluta Kellie sorpresa, quando entriamo.
- Ciao! Hai fatto un po' di benzina?- domando con aria innocente. Lei sbianca, poi dice, con voce flebile - No... Oh, Grace, mi dispiace così tanto, perdonami!-. Sembra davvero sconvolta, poveretta, ma non mi arrabbio, perchè decisamente me l'aspettavo. Probabilmente, prima che venisse qui, la benzina gliela facevano sempre i genitori. E poi, finalmente non mi ha chiamata "coinquilina".
Sento Josh sbuffare piano dietro di me e borbottare - E domani mattina servizio taxi...- prima di salutare allegramente Kellie.
Per sua fortuna, lui riesce a svignarsela entro breve con la scusa che deve rientrare per cena, mentre io devo spiegare a Kellie che non l'ha trovato in casa perchè lui era venuto nello stesso momento a casa a prendere "Hutchy" e che poi l'avevo ri-incrociato al supermercato.
Lei e io mangiamo una cena frugale, consumando i surgelati presi al supermercato, che, durante un intero pomeriggio fuori dal frigo, si sono un po' guastati; poi, mentre sto salendo le scale, Kellie, curiosa, commenta: - non sapevo facessi skate-board-.
A dir la verità, non lo sapevo neanche io. Quello che le dico, però, è - Ci sono molte cose che non sai di me, Kellie... Buonanotte!-.
Che ci posso fare? Mi piace lasciare un'aura di mistero!

Quando rientro in camera dopo essermi lavata, trovo Piccolo Terrier accoccolato sul mio letto che mi saluta con un guaito rauco.
-Oh, no, shshsh!- lo zittisco a bassa voce, realizzando solo in quel momento la falla nella mia balla (oh, rima!): se Josh è venuto a prendersi P.T., come farò a spiegare perchè lui è ancora qui?
- Povero Piccolo Terrier, ti dimenticano sempre qui- borbotto, grattandogli le orecchie, prima di dare la buona notte anche a lui.



Salve, gente :D! Spero che questo capitolo vi abbia fatto dimenticare un po' le vostre gioie e i vostri dolori (no, meglio se vi ha fatto dimenticare solo i dolori, va' xD) e che vi abbia divertito!
Ci tengo a ricordarvi... di ricordarvi dello scarabocchio, perchè nel prossimo capitolo lo ritroverete e ne vedrete delle belle xD!
Cosa ne pensate di Guendalina ed Elvis? Saranno dei buoni datori di lavoro? Josh ha fatto bene a mettersi in mezzo e a proporre Grace :>?
Oh, riguardo al cartello sulla porta del negozio, ci tengo a precisare che esiste davvero xD! Ho anche la foto, appena la trovo ve la metto ;D
Oltre a questo, rimane solo... un grande BACIONE che do a tutte le persone che seguono questa storia e, soprattutto, a quelle che sono così gentili da perdere un po' del loro tempo per recensirla <3 Ci rileggiamo presto!
Liz

   
 
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