Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Strega_Mogana    09/03/2007    10 recensioni
Una lazione passata a parlare con l'uomo che si ama.
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FF leggera leggera, diversa dalle solite che scrivo. Spero vi piaccia! Elena

La lezione di Pozioni

La lezione di Pozioni avanzate del settimo anno di Grifondoro e Serpeverde si svolgeva nel silenzio come al solito.
Il professore aveva decine e decine di compiti da correggere, durate le vacanze natalizie era stato particolarmente occupato e non aveva avuto abbastanza tempo per finire il suo lavoro. Cosa così strana che perfino preside, quel vecchio mago impiccione, gli aveva chiesto se era stato cagionevole di salute.
Quello che nessuno capiva era che anche lui poteva avere una vita privata.
Sbuffò tornado a concentrare la sua attenzione sui compiti lanciando occhiate veloci agli studenti che leggevano il capitolo fingendo interesse.
Hermione Jane Elisabeth Granger era l’unica studentessa che stesse realmente leggendo il capitolo affidato dal professore di pozioni. Tutti i suoi compagni stavano fingendo di leggere, c’era chi, palesemente come Malfoy e compagni, ridacchiavano tra di loro, poi Calì, quell’odiosa bionda ossigenata che starnazzava come un’oca idrofoba ogni volta che vedeva Ron, si stava limando le unghie con una limetta magica, Harry aveva gli occhi sulla pagina del libro ma era palese che i suoi pensieri erano concentrati su altro, probabilmente sulla sua ragazza rossa che stava nella torre di astronomia a fissare il cielo limpido, e Ron… beh Ron sembrava concentrato a scrivere qualcosa e, conoscendolo, quel qualcosa potevano solo esser guai.
Con un sospiro il prefetto di Grifondoro tornò a concentrarsi sulla pergamena che aveva accanto dove aveva scritto un piccolo riassunto sui duecento modi in cui si può usare la radice essiccata di belladonna. Con la morbida piuma di aquila nera si accarezzò il viso con un sorriso sognante, quella piuma era un regalo di Natale molto speciale, una piuma praticamente indistruttibile, leggera e morbida, ma resistente per una maniaca della scrittura come lei e non affaticava la mano. L’unico momento in cui non la usava era di notte mentre dormiva, quando la riponeva gelosamente nella sua custodia di velluto nero per poi metterla nel borsa in modo tale da non esser schiacciata dai pesanti libri. Era un regalo speciale, amava quella penna, come amava la persona che gliela aveva donata. Le tornò in mente quelle giornate allegre di Natale, quando passeggiava con lui nella candida neve, la battaglia che avevano fatto un pomeriggio nel giardino di casa sua. Frammenti di felicità rubati dalle grigie giornate che si susseguivano l’una dopo l’altra sotto il terrore si una possibile minaccia. Ma ora doveva concentrarsi solo sugli studi e sui M.A.G.O. che si avvicinavano ogni giorno di più.
Posò di nuovo gli occhi sul libro e lesse una frase che, rapidamente e senza neppure guardare la pergamena, trascrisse sul foglio accanto con un piccolo appunto personale.
* “Chiedere al professore se il libro citato nella nota e piè di pagina è importante per la preparazione della pozione illusoria”
Tornò a fissare le righe che aveva appena scritto con la sua calligrafia tonda e aggraziata e rilesse velocemente tutto il testo.
Alla fine del riassunto notò una riga che non aveva scritto lei, con una calligrafia più piccola e inclinata. Una calligrafia che conosceva bene.
Hai sbagliato pergamena Hermione.
La giovane ragazza si sentì arrossire, alzò di scatto la testa sperando che nessuno se ne fosse accorto.
Piton continuava a correggere i compiti, Harry voltava le pagine a caso del libro e Ron continuava a scarabocchiare, l’unico che sembrava fare altro era Malfoy che, per qualche ragione, la fissava.
Si morse un labbro ignorando il giovane rampollo biondo e tornò a concentrarsi sulla sua pergamena, era un foglio speciale che aveva creato assieme a Lui. Due fogli di pergamena per comunicare senza esser visti o interrotti.
Scusa…
Scisse velocemente, mortificata per aver riempito la loro carta con qualcosa di inutile.
La sua risposta apparve velocemente.
Tranquilla… ma quello hai scritto non è certo un riassunto… hai trascritto l’intera pagina del libro.
Fece una piccola smorfia, non aveva tutti i torti, la sua capacità di sintesi non era eccellente, spesso ricopiava pagine e pagine di libri convinta di aver scritto un riassunto quando, invece, aveva solo trascritto le frasi, ma non era una buona ragione per rimbeccarla ogni volta.
Non sono affari tuoi..
Rispose acida immaginandosi mentre gli faceva una linguaccia giocosa.
Se scrivi su questo foglio sono si affari miei!
Perché non mi hai interrotto prima?
Eri così concentrata… sei bellissima..
Arrossì leggendo l’ultima parte della frase. Era sempre molto romantico quando erano soli, però era sempre un po’ in imbarazzo quando lui le faceva dei complimenti.
E quando sei rossa sei ancora più bella…
Ecco, ora la stava punzecchiando, avvampò ancora di più e alzò gli occhi sperando che nessuno vedesse il suo rossore.
Harry aveva deciso di chiudere definitivamente il libro, anche Ron non scriveva più, Piton restava chino sui suoi compiti e Malfoy aveva smesso di fissarla, tamburellava le dita sul banco mentre la penna d’oca magica che gli aveva regalato Pansy per il suo compleanno, un dettaglio che la vipera non mancava di precisare a nessuno, scriveva da sola velocemente.
Sospirò notando che nessuno la stava osservando e tornò alla sua preziosa pergamena, fece sparire il riassunto e sospirò.
Stasera sei libera?
Ho da studiare…
Stai studiando troppo!
Non è vero! I M.A.G.O. si avvicinano.
Lo so benissimo ma se continui così ti farai del male.
Sono capace di controllarmi.
E’ una bugia e lo sai anche tu.
Ecco che riprendevano a litigare, discutevano sempre quando si trattava dello studio. Lui sosteneva che lavorava troppo, che non ne aveva bisogno, che eccelleva anche se studiava qualche ora in meno. E lei si arrabbiava, credeva che fosse comprensivo, che l’aiutasse, che la capisse meglio di chiunque altro, invece era così antipatico quando faceva così che si chiedeva cosa ci avesse trovato in lui.
Anche se aveva ragione, spesso rileggeva i capitoli tre o quattro volte per assicurarsi di non aver tralasciato nulla e le nozioni erano studiate a memoria fino a quando non aveva la nausea. Prendeva appunti su tutto quello che sentiva e studiava fino a notte inoltrata, un paio di volte si era addormentata nella sala comune, con la testa appoggiata sul libro aperto e la mattina si era ritrovata con tutto il viso sporco di inchiostro.
Lui ne aveva riso per due giorni.
Antipatico!
Due ore di relax non potranno che farti bene.
Non ho neppure due minuti.
Replicò lei indispettita.
Sei testarda!
Mai quanto te!
Sbuffò voltando il voglio di pergamena per non vedere altro. Doveva leggere il capitolo e lui non faceva altro che infastidirla. Si guardò attorno di nuovo, Piton aveva alzato il capo per osservare la classe, Harry fingeva di leggere di nuovo, Malfoy non provava neppure a fingere di esser interessato all’argomento e Ron continuava a scrivere.
Si appoggiò allo schienale della sedia e si passò una mano tra i boccoli castani, era stanca e due ore con lui erano una tentazione a cui era difficile resistere. Lo desiderava così tanto… erano sempre più rari i momenti che potevano ritagliarsi per il loro amore.
Rigirò la pergamena ma lui non aveva aggiunto altro.
Ti prometto che questo fine settimana staremo insieme.
Nulla. Non rispondeva.
Si era arrabbiato.
Era proprio una sciocca.
Si sentì improvvisamente osservata, alzò lo sguardo coprendo con una mano la pergamena e si guardò attorno.
Draco Malfoy era tornato fissarla.
Ed era molto irritante.
- Smettila.di.fissarmi. – mormorò con un filo di voce scandendo bene ogni parola così che Malfoy non avesse problemi a capirla.
- Prova.a.fermarmi. – mormorò di risposta Draco con un ghigno beffardo.
Il prefetto di Grifondoro tornò a concentrarsi sulla sua pergamena.
Malfoy continua a fissarmi! Fai qualcosa maledizione!
- Ehi Malfoy! – borbottò Ron alle sue spalle – Smettila di importunare Hermione.
I Serpeverde sghignazzano divertiti.
- Lenticchia perché non resti fuori dagli affari che non ti riguardano? – rispose a tono Draco senza neppure abbassare un poco la voce – Io e la mezzosangue dobbiamo discutere.
- Devi lasciarla stare. – gridò più forte Ron rosso in volto.
- Vuoi vedertela con noi?- echeggiò Harry richiamato dal suo sogno ad occhi aperti da una possibile scazzottata con Malfoy e compagni.
- Lascia perdere. – cercò di tranquillizzarli la ragazza voltandosi verso i suoi amici.
- Signorina Granger, – sibilò Piton alzando lo sguardo dai compiti che stava correggendo – vuole continuare a parlare o crede di poter stare in silenzio per il resto della lezione.
Hermione aprì la bocca stupita.
- Ma professore…- balbettò guardando prima lui e poi gli altri – non sono stata io… Malfoy…
- So benissimo chi ha iniziato questa discussione. E, se non sbaglio, lei è stata la prima a dire al signor Malfoy di stare zitto.
- Veramente gli ho detto di non fissarmi. – puntualizzò Hermione con una nota acida.
- Bene…- continuò il professore socchiudendo gli occhi – dieci punti in meno a Grifondoro.
Gli studenti della Casa di Godric protestarono rumorosamente ma vedendo il solito sguardo austero e serio del professore si azzittirono tutti, compresa Hermione che si fece piccola piccola e tornò alla sua pergamena.
Soddisfatta?
NO! Potevi anche venirmi in aiuto!
E cos’ho fatto?
Stava per rispondere quando un aeroplanino di carta le planò davanti agli occhi. Dubbiosa e immaginando da chi arrivasse lo aprì. Sul quel misero pezzo di carta c’era un disegno molto grezzo. Erano lei e Ron e quello che stavano facendo era molto chiaro, si morse un labbro sentendosi ancora il viso in fiamme e si voltò furiosa verso Malfoy. Il giovane rampollo biondo le fece un cenno con la mano, altro chiaro gesto di quello che lei e Ron stavano facendo in quel disegno. Con un moto di stizza e furiosa, Hermione afferrò la sua piuma e scrisse solo una parola rivolta a Draco: Fottiti!
Appallottolò il biglietto, diede un’ultima occhiata a Piton, sempre chino sulle sue pergamene, e iniziò a far fluttuare la pallina di carta fino al compagno odiato. A metà strada la pallina deviò il percorso, colta dal panico Hermione cercò di richiamarla con un incantesimo di appello ma il biglietto finì tra le mani di Piton la che fissò non molto amichevolmente. Aprì il foglio, i suoi occhi neri si mossero veloci dallo schizzo alla parolina dolce che la Grifondoro aveva scritto al Serpeverde.
Hermione voleva sprofondare negli abissi dei sotterranei, non era mai stata una ragazza dalla parolaccia facile, anzi odiava imprecare ma Mafoy l’aveva esasperata, era esausta, non dormiva otto ore di fila da mesi e non riceveva le giuste attenzioni dal suo uomo da settimane. Insomma quello stupido disegno avrebbe tolto la pazienza anche a Godric!
- Bene, Signorina Granger, - fece Piton mellifluamente – non mi sarei mai aspettato un linguaggio così… colorito da lei.
Hermione si morse un labbro fissando il pavimento ai suoi piedi, era imbarazzata e furiosa con Malfoy.
- Stasera sarà in punizione.
- Cosa?- urlarono Harry e Ron alle sue spalle – Non è giusto è stato Malfoy a cominciare.
- Ha bisogno degli avvocati Granger?- domandò ironico il mago.
- No, signore.- rispose senza alzare lo sguardo la ragazza – Però hanno ragione… ha iniziato lui.
- E lei si è lasciata provocare come una ragazzina vero? Mi ha molto deluso signorina.. molto, molto deluso.
La ragazza strinse i pugni, volva piangere dalla rabbia e dalla vergogna. Esser ripresa davanti a tutti i suoi compagni era l’ultimo dei suoi desideri.
Fortunatamente la campanella suonò in quel momento, ponendo fine alla sua umiliazione pubblica.
Gli studenti iniziarono a sistemare le rispettive cose.
- Signorina Granger lei resti qui… dobbiamo parlare della sua punizione.
La ragazza annuì solamente tornando a sedersi mentre i suoi compagni uscivano veloci dall’aula.
Chiusa la porta alle sue spalle, Hermione si sentìun topo nella tana del serpente.
Piton stava sistemando la sua scrivania impilando i compiti corretti, sperandoli da quelli anche da leggere.
- Non serve quel libro per preparare la pozione illusoria. – disse mentre finiva di riordinare.
La ragazza non rispose fissando cocciutamente il pavimento del sotterraneo.
Sentì Piton sospirare e sedersi accanto a lei.
- Dovevo pur far qualcosa.
- Sì, ma non mettermi in punizione! – gridò furiosa lei stringendo i pugni – Mi hai fatto fare la figura della stupida. Pur di non far perdere punti alla tua stupida casa punisci chi non ha colpe. Era Malfoy quello da punire.
- Non potevo punire Draco. – cercò di spiegare l’altro.
- E perché no?
- Perché se avessi punito Draco non avrei potuto cenare con te. – rispose spostandole i capelli di lato scoprendole la fresca pelle del collo – L’unico modo che ho per vederti è punirti per qualche ora. Inizio a sentirmi trascurato…- mormorò con un sorriso prima di mordicchiarle un lobo.
Hermione si morse un labbro reprimendo appena un gemito d’approvazione, non avrebbe mai potuto dargliela vinta in questo modo, ma quando sentì le sue labbra scendere lungo la linea del collo lasciando una scia di baci roventi non poté far a meno di sospirare estasiata dalle attenzioni che il suo professore le porgeva.
- Maledetto. – sussurrò con un filo di voce – Sai che non riesco a dirti di no.
Soddisfatto Severus si alzò e tornò alla cattedra.
- Mi raccomando Signorina Granger,- disse con il solito tono duro – alle sette questa sera. Sia puntuale.
Hermione sorrise prendendo al sua borsa.
- Certamente… professore.

FINE
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Strega_Mogana