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Autore: CowgirlSara    04/06/2004    3 recensioni
E se un giorno la Compagnia dovesse uscire dal libro, ritrovandosi in mezzo ad un salotto? Cosa pensate che farebbe la padrona di casa?
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Boromir, Frodo, Gimli, Legolas, Nuovo personaggio, Pipino, Sam
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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3. Una notte in... Compagnia

 

"Siamo a casaaa..." La voce, inizialmente allegra, di Sandy andò a morire in un sussurro soffocato quando, entrando in salotto, vide seduta in mezzo agli hobbit una ragazza in uniforme da cheerleader...

Rideva, accavallando le sue gambe scoperte dalla cortissima minigonna a pieghe, mentre una coda di cavallo color pannocchia ondeggiava sul suo capo, e mostrava il suo sorriso "raccomandato dai migliori dentisti".

"Felicity, che cosa stai facendo?!" Domandò sconvolta la padrona di casa; la ragazza bionda si girò e le sorrise amichevole.

"Sto parlando con i ragazzi, sono molto simpatici!" Rispose allegra, dondolando la sua coda adornata di due "graziosi" pon pon blu.

"Chi, che... chi..." Balbettò Sandy, cercando di controllare l'istinto omicida.

"Chi l'ha fatta entrare?!" La interruppe la voce profonda di Aragorn; era talmente autoritaria la domanda, che le sembrò tremassero i vetri delle finestre.

"Beh, ha suonato il campanello..." Esordì Pipino. "Ma non abbiamo aperto!" Si preoccupò di aggiungere.

"Ha anche bussato e chiamato Sandy." Intervenne Frodo. "E lo stesso non abbiamo aperto, poi..." Continuò. "Poi ha fatto il giro ed è entrata dalla porta di dietro..." Ammise intimorito lo hobbit.

"E' entrata dalla porta di dietro?!" Esclamò Sandy. "Ma le mie raccomandazioni le avete sentite?"

"Tu ci hai detto di chiudere la porta davanti." Rispose Pipino.

"Eh, sì." Annuì Frodo; Sandy si mise le mani nei capelli, mentre cominciava a ballarle un occhio.

"Io non ero d'accordo." Bofonchiò Gimli, seduto in un angolo con le braccia incrociate. "Ma loro fanno tutto da soli, prendono le decisioni..." Aggiunse severo.

"E Boromir dov'è?" Chiese Aragorn, anche lui notevolmente incazzato.

"Eh?!" Una testa arruffata spuntò da dietro la spalliera di una poltrona. "Devo essermi appisolato..." Biascicò il cavaliere; Legolas si passò una mano sulla fronte.

"Vi lascio due, dico due ore da soli e guarda che casino!" Sbottò sconsolata Sandy.

"E questo cos'è?" Domandò l'elfo, tutti si girarono verso di lui; teneva in mano un involucro quadrato di cartone.

"Felicity!!!" Sandy si girò di scatto, sibilando verso l'altra ragazza.

"Che dovevo fare? Avevano fame, ho ordinato qualche pizza." Rispose candida lei, allargando le braccia.

"Con che cosa le hai pagate?" Domandò Sandy, improvvisamente allarmata.

"Con i soldi che c'erano nel contenitore vicino al telefono." Dichiarò noncurante Felicity.

"La mia bolletta di internet!" Esclamò disperata l'altra ragazza.

"Ma è avanzato qualcosa..." Disse la ragazza pon pon, mentre Sandy roteava gli occhi. "Dai, non fare così, in fondo sono la tua migliore amica..." Aggiunse con tono mieloso.

"No, Felicity, ti sbagli!" Ribatté l'altra, mettendo le mani sui fianchi. "Lo eri alle medie, poi tu sei diventata cheerleader e io mi sono iscritta al club di Star Trek!"

"Non è colpa mia se frequenti tutta gente sbarellata, come questi..." Disse Felicity indicando la Compagnia. "Anche se gli stanno così bene i pantaloni di mio fratello..." Aggiunse fissando un malizioso sguardo sul didietro dell'elfo.

"Come?" Chiese lui voltandosi.

"A proposito, dove sta Gondor, in Arkansas?" Chiese Felicity, tornando a guardare Sandy.

"No, più a sud, in Alabama." Rispose l'altra con acidissimo sarcasmo.

"Ah..." Annuì la ragazza bionda.

"Dobbiamo togliercela dai piedi." Dichiarò Aragorn, mentre spingeva Sandy in cucina.

"Lo so, cosa consigli, eliminazione fisica?" Replicò la ragazza ironica.

"Burp... Ops, scusate..." Questa fu l'accoglienza riservata loro da Sam in cucina; lui e Merry erano seduti al bancone e mangiavano ancora, accompagnando il tutto con abbondanti dosi di Diet Coke.

"Ah, ciao Sandy, ha chiamato tua madre." Le disse distrattamente Merry combattendo con un filo di mozzarella che penzolava dalla sua fetta di pizza.

"Che cosa!?" Gridò sconvolta la ragazza, voltandosi di scatto verso di lui. "Hai risposto al telefono!?" Gli chiese poi.

"Huhum..." Annuì lo hobbit. "E' simpatica tua madre." Sandy si girò di lato e cominciò a sbattere piano la testa contro lo stipite della porta.

"Voglio morire..." Mormorava la ragazza con gli occhi socchiusi; poco dopo sentì qualcuno circondarla con le braccia.

"Su, non fare così, a tutto si rimedia." Le sussurrò la dolce voce di Legolas.

"Uhuuu..." Piagnucolò la ragazza, voltandosi e sprofondando il capo nel suo petto... con una discreta soddisfazione, a dire il vero...

Dopo essersi fatta debitamente consolare dall'elfo (allungando sapientemente i tempi...), Sandy decise che era inutile perdere tempo: ordinò la pizza anche per se, Aragorn e Legolas, che non avevano mangiato. Grazie, probabilmente, all'intercessione divina, Felicity li lasciò verso le nove, poiché aveva un appuntamento col suo adorato Mike, capitano della squadra di football dalle onde cerebrali ultrapiatte.

La cosa più difficile del dopo cena fu spiegare a sua madre che la casa non era invasa da un'orda di ventenni abbirrazzati che la stavano demolendo dalle fondamenta; la telefonata occupò tre quarti d'ora buoni. Alla fine Sandy spense il cordless e si gettò sul divano a fianco di Gimli.

"Che stai guardando?" Domandò al nano, che osservava poco convinto il televisore. "Oh, la Bella e al Bestia, che carino!" Esclamò poi, spostando lo sguardo sulla tv.

"Hm..." Commentò poco convinto il nano.

"Beh, certo hai ragione, c'è di meglio... chessò Ghost in the Shell..." Affermò titubante la ragazza; l'occhiata che le diede Gimli le ricordò la totale ignoranza della Compagnia in fatto di capolavori dell'animazione giapponese...

"Eheh..." Sandy rise nervosamente. "Sarà meglio che me ne vada a letto, è stata una giornata pesante." Dichiarò poi alzandosi. "Notte Gimli."

"Buonanotte madamigella." Le rispose il nano con un inchino, mentre la ragazza si avvicinava ad Aragorn, fermo presso la finestra; l'uomo le sorrise.

"Gli altri sono a letto?" Gli domandò.

"Sì, ho sistemato gli hobbit nella stanza col letto grande, Boromir in quella dove a riposato stamani, Gimli si sistema qui sul divano." Le rispose lui.

"Legolas dov'è?"

"Credo sia di sopra anche lui." Le disse Aragorn.

"Tu non vai a riposare?" Chiese allora Sandy.

"Io sto di guardia, Legolas mi darà il cambio tra qualche ora." Spiegò il ramingo.

"Ma non ce n'è bisogno, abbiamo l'allarme." Dichiarò la ragazza indicando un pannello con lucette verdi sulla parete. "Suonerà, se qualcuno cerca di entrare." Aggiunse digitando il codice sulla tastiera; le luci divennero rosse.

"Non importa, voglio essere qui quando, e se, suonerà." Proclamò l'uomo deciso.

"Ti sono piombate addosso molte responsabilità dopo la scomparsa di Gandalf, eh?" Disse Sandy con tono comprensivo; lui annuì sospirando. "Ce la farai, io so di cosa sei capace." Aggiunse la ragazza sorridendo.

"Sono felice della tua fiducia, spero di meritarla." Mormorò Aragorn.

"Hey, non dimenticare che so come va a finire la storia, Elessar!" Esclamò Sandy allegra. "Sei un grande uomo, e lo dimostrerai."

"Grazie..." Sussurrò l'uomo.

"Ora vado, notte." Gli disse poi, sollevandosi sulle punte e baciandogli la guancia.

"Buonanotte Sandy." Replicò gentilmente lui, mentre la ragazza, salutando con la mano, saliva le scale.

 

Sandy, quando ebbe raggiunto il piano superiore, decise di dare un'occhiata in tutte le stanze: in camera dei suoi, gli hobbit dormivano pacificamente nel lettone, doveva essere un bel pezzo che non si facevano un sonno riposante; Boromir, nella camera di suo fratello, russava come un motore diesel, poveraccio, si era preso proprio una bella botta...

Socchiuse la porta della cameretta di suo fratello, su cui troneggiava una minacciosa immagine di Wolverine, artigli spiegati e ghigno feroce, poi proseguì nel corridoio; dalla porta aperta della stanza di sua sorella fuoriusciva una tenue luce azzurra, Sandy si avvicinò.

La ragazza mise la testa dentro e vide Legolas steso sul letto della sua sorellina, con sul viso un sorriso infantile; sul comodino era accesa una lampada azzurra e rotonda, che proiettava sul soffitto e sulle pareti il riflesso delle costellazioni, ricreando un cielo completo. Sandy sorrise, poi si avvicinò al letto; lui si girò appena fece un passo.

"Che fai?" Gli chiese la ragazza.

"E' bellissimo quest’oggetto." Affermò entusiasta l'elfo. "Sembra proprio un cielo vero..."

"Ti piace? La mia sorellina ha paura del buio, così le ho comprato questo."

"E' uno splendido regalo, Sandy." Le disse dolcemente.

"A lei piace molto, forse è un po' elfica." Dichiarò sorridendo la ragazza, mentre si sedeva sul bordo del letto.

"Tutti i bambini un po' lo sono." Rispose lui girandosi su un fianco per guardarla.

"Senti Legolas, perché non vai in camera mia a riposare, questo letto è troppo piccolo per te." Mormorò Sandy, osservando l'elfo disteso, splendido nella luce azzurra della lampada.

"Io non mi muovo di qui..." Rispose lui. "Se guardo un punto dove il muro è vuoto, posso immaginare di essere nella mia foresta..." Aggiunse a bassa voce.

"Mi piacerebbe davvero molto vederla..." Sussurrò la ragazza; lui le sorrise.

"Vieni, stenditi vicino a me." La invitò; lei spalancò gli occhi, ma Legolas l'incitò con un gesto, così lo assecondò. Si stese al suo fianco nel piccolo letto, supina; l'elfo le prese la mano.

"Guarda." Le indicò il soffitto, le stelle coprivano tutta la visuale. "Ora immagina... immagina che intorno a te ci siano grandi alberi scuri nella notte, con le foglie mosse dalla brezza e, intorno a te, il profumo dell'erba e del muschio, lontano il gorgogliare delle limpide acque di un ruscello, sopra di te, le stelle nel cielo blu..." La sua voce era una melodia ammaliante, dolce e flautata, sentiva la sua mano stringere la propria, e non riusciva certo a pensare agli alberi... Fece appena in tempo ad accorgersi che Legolas aveva cominciato a cantare in elfico, prima di addormentarsi.

 

Ahhh... uno dei sogni più assurdi che avesse fatto si era concluso nel migliore dei modi, su un letto, con un elfo bellissimo che le teneva la mano nella sua, ad immaginare foreste vergini e popolate di creature fantastiche... Ora si sarebbe svegliata e tutto sarebbe stato a posto, la sua solita strampalata, anticonformista esistenza sfigata, che bello!

Sentì, invece, un improvviso peso sullo stomaco e, con sgomento, si accorse che i piedi le spuntavano oltre il bordo del letto; aprì gli occhi, ed il sogno non era ancora finito... poiché Legolas, dotato ancora della sua angelica capigliatura e delle sue adorabili labbra da elfo, si sporgeva sopra di lei spegnendo la luce.

"Che succede?" Bisbigliò preoccupata Sandy; lui non si mosse, stando ben attento a non sfiorarla pur restandole sopra. Purtroppo la sfiorava, eccome.

"Ho sentito dei rumori sospetti." Le disse.

Ma potevano tranquillamente prenderle la casa a cannonate! Lei aveva un elfo bellissimo che le parlava da, a dir tanto, quindici millimetri dalla pelle!

"Scendo da Aragorn." Dichiarò Legolas; lei avrebbe voluto fermarlo, ma non fece in tempo, poiché, dopo un agile balzo dal letto, l'elfo era già uscito dalla camera. Sandy sbuffò delusa, poi decise di seguirlo.

"Che palle!" Esclamò poco prima di infilare anche lei la porta.

Al piano di sotto, riuniti sotto la finestra del salotto, c'erano tutti i guerrieri della Compagnia; Anduril sbrilluccicava nel pugno di Aragorn, Gimli brandiva l'ascia, Legolas stringeva l'arco e Boromir la sua spada. Sandy sollevò le sopracciglia allarmata.

"Che cazzo sta succedendo!?" Chiese con voce acuta, facendoli voltare.

"Shhh!" Il nano si portò l'indice alle labbra.

"Ci sono delle figure che si muovono furtivamente lungo la strada, forse sono orchi." Le riferì Aragorn a bassa voce.

"Che!?" Urlò lei con gli occhi di fuori.

"Shhh!" Insisté Gimli.

"Ragazzi, guardate che è impossibile..." Sandy negò col capo, chiudendo gli occhi e portando le mani sui fianchi.

"Beh, se noi siamo usciti dal libro, potrebbero averlo fatto anche loro..." Ribatté Boromir.

"Stai scherzando, spero..." Mormorò la ragazza.

"Si sono fermati davanti ad una casa, qualche metro più avanti." Annunciò Legolas.

"Andiamo a controllare." Dichiarò Aragorn. "Tu Gimli resta qui con gli hobbit." Il nano annuì; gli altri tre si spostarono verso la porta.

"Aspettate un momento..."

"Tu è meglio che resti qui, Sandy." Le consigliò con premura Aragorn, posandole una mano sulla spalla.

"Ma non se ne parla nemmeno!" Sbottò lei. "A parte che non credo gli orchi stiano invadendo il quartiere, ma pensi davvero che mi perderei la scena?" L'uomo scosse la testa.

"Sappi che potrebbe essere pericoloso." Continuò lui.

"Per favore! Conosco meglio di voi gli 'orchi' di questi tempi!" Esclamò lei.

Uscirono dalla casa di Sandy usando la porta sul retro, poi percorsero guardinghi i metri che li separavano dall'abitazione assaltata, nascondendosi infine dietro a dei cespugli di lauro che costeggiavano il giardino del vicino della ragazza; dall'altra parte della strada figure scure si muovevano affannosamente intorno alla casa.

Quando la ragazza vide la prima striscia bianca attraversare il cielo notturno, si portò una mano alla fronte e cominciò a scuotere la testa, con sulle labbra un sorriso ironico.

"Ragazzi, non..."

"Dobbiamo farli allontanare, venite con me." La interruppe Aragorn; gli altri due annuirono e lo seguirono mentre, quasi invisibile nella notte, attraversava la strada.

"Ragazzi!" Li chiamò Sandy quando se n’accorse. "Non sono orchi!" Gli gridò dietro, e le sembrava impossibile non se ne fossero accorti. "Non sono orchi, sono solo imbecilli..."

I tre guerrieri accerchiarono i cinque loschi figuri, appostandosi dietro agli alberi del viale; quando li videro armeggiare intorno ad uno scatolone saltarono fuori. Boromir si gettò, con un grido belluino, contro quello più vicino allo scatolone, e lo prese in pieno con lo scudo, facendolo cadere nella scatola; quello non fece in tempo a reagire, ma emise solo un lamento sordo. Un altro lanciò un oggetto contro Legolas, che lo infilzò in volo, conficcandolo nel tronco di un albero; era un rotolo di carta igienica... ma Sandy dubitò che i suoi amici ne conoscessero l'esistenza, e l'uso...

"Fermi, ragazzi!" Gridò Sandy, correndo verso di loro; i tre si girarono. Uno dei tipi approfittò della distrazione per tirare un rotolo di carta ad Aragorn, prendendolo sulla nuca; il ramingo si voltò sorpreso, poi si avvicinò e lo stese con un diretto degno del campionato mondiale dei pesi medi. Il povero disgraziato crollò a terra.

"Ma chi cazzo siete!?" Esclamò allora uno dei tre rimasti in piedi.

"Voi, piuttosto!" Sbottò Boromir, osservando quello che aveva steso immerso nei rotoli di carta igienica.

"Se sapevamo che in questo quartiere c'era un servizio di vigilanza, col cazzo che ci venivamo." Affermò uno dei ragazzi aggrediti.

"Volevamo solo fare uno scherzo al nostro amico Joey, che ha perso la verginità..." Spiegò il terzo, un brufoloso con gli occhiali; a quelle parole Legolas strabuzzò gli occhi.

"Usate festeggiare tali ricorrenze in simili modi?" Domandò l'elfo, con la sua classica espressione ingenua, stringendo in mano un rotolo ed osservandolo incuriosito; i tre ragazzi si guardarono basiti, sospettando di stare guardando un alieno, viste anche le sue orecchie....

"Vi prego, andiamo a casa, non ce la faccio più!" Esclamò ridendo Sandy, poi si avvicinò a Legolas e Aragorn, spingendoli verso la sua abitazione. "Andiamo Boromir." Chiamò anche l'altro guerriero.

"Peccato che siete solo dei ragazzi, avete perso l'occasione di battervi contro Boromir, figlio di Denethor Sire di Gondor." Proclamò il cavaliere, poi rinfoderò la spada con gesto orgoglioso; i tre liceali erano sconvolti, i loro amici si lamentavano per i colpi, mentre quella strana compagnia si allontanava tranquilla.

"Aspettate un momento..." Mormorò il brufoloso; Sandy si girò.

"Ragazzi, mettiamola così, ora avete scorta sufficiente a pulirvi il culo per i prossimi sei mesi! Ahahahaha!" E ridendo scortò in casa i prodi membri della Compagnia dei Nove.

"Pulirsi il culo..." Rifletté Boromir, osservando l'ultimo rotolo ruzzolato lungo il vialetto. "Ecco a cosa serviva..." Lo calciò dritto nello scatolone, facendo emettere un breve lamento strozzato al tizio che c'era dentro.

 

CONTINUA...

 

 

   
 
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