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Autore: Angel TR    26/08/2012    4 recensioni
Pioggia isterica
Sai che novità
La gente che mi giudica
E tu boom boom boom

Sulle note della canzone di Nina Zilli, un solo filo conduttore che lega queste one-shot.
Dalla speranza al fregarsene del giudizio della gente,
dalla seduzione di una donna al semplice abbraccio privo di malizia di una ragazza,
perchè l'amore è femmina.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’Amore e' Femmina.




Prompt: Scavalcare i muri di pietra senza rompersi l’osso del collo
Personaggi: Julia Chang/King
Ambientazione: Tekken 5



Non so se tornerai
Non so se ci sei
Non mi chiami mai
No no no no

Dimmi se piangi mai?
Dimmi dove vai
Quando ti vorrei




L’aria era fresca, le ricordava quelle serate dove la percentuale di umidità finalmente scendeva e raggiungeva l’accettabilità; le ricordava le uscite a cavallo a osservare i fiori alla luce della luna acquistare una nuova bellezza.
Anche adesso c’erano i fiori: cespugli di rose fucsia stupende, protette da cancelletti in metallo. Sembrava tutto così bucolico; persino il cielo coperto di nuvoloni grigi dava carattere alla scena. Se fosse stato soleggiato, forse quel giardinetto sarebbe apparso scontato.
Ad ogni buon conto, quel posto aveva un che di cupo e morto, come se i fiori fossero appassiti -invece di essere appena sbocciati- e il cielo portava le sue nuvole e il suo grigiore anche nel cuore di Julia. Se si fosse incorniciato ciò che gli occhi marroni di Julia vedevano, si sarebbe detto un quadro di natura morta.
Proprio come mi sento io..
Di lì a poco avrebbe dovuto combattere contro King. Era certa che non sarebbe riuscita a scoraggiarlo; era un giaguaro –come la maschera che portava- prendeva a morsi la vita e chi gli faceva saltare i nervi.
Avrebbe preso a morsi anche lei, senza farsi troppi problemi. Julia non era altro che una conoscente per lui; aveva costruito attorno a sé un muro di pietra e non permetteva a nessuno di scavalcarlo. Non le avrebbe dato retta. Il Torneo era talmente pericoloso…nemmeno Julia aveva idea di ciò che l’aspettava. Non sapeva chi c’era dietro all’organizzazione della quinta edizione del Torneo né aveva tanta voglia di scoprirlo.
Però voglio fermare King prima che sia troppo tardi.
Chiuse gli occhi, come se respirare aria pura le desse nuova energia. Quando riaprì gli occhi, davanti a lei c’era King. Si sentì tremare. Forse non era poi così pronta come credeva…comunque, il cuore le diceva di parlargli.
:-King…- un miagolio più che altro; e contro il ruggito del giaguaro non poteva fare molto. Lui si limitò a fare un cenno col capo. Così Julia continuò :-Ti prego, questo Torneo non è…- ecco: aveva perso le parole giuste. Aveva ripetuto quel discorso mentalmente così tante volte eppure, proprio quando doveva pronunciarlo, le era volato via dalla mente con la velocità di un colibrì. Andato, perso.
King sembrava impaziente. Forse non aveva molta voglia di starla ad ascoltare mentre parlava a vanvera. :-Ho dei conti in sospeso.- spiegò con la voce forte e roca abbassata di un’ottava. Si sarebbero dette delle fusa quelle parole e Julia serrò i pugni per resistere alla tentazione di lasciarlo andare per la sua strada.
:-Lo so. Ma forse non è l’occasione giusta per chiuderli.- fece Julia, cercando i termini giusti. Adesso aveva le mani giunte, le dita di una mano strette alle nocche dell’altra, come a pregarlo di riflettere. Non proprio il gesto giusto per accompagnare quella frase. Ma Julia non era brava a parlare con la gente; non possedeva il carisma di certe donne (come quelle sorelle Williams) né tantomeno aveva il carattere che induceva gli uomini a crederla una damigella in pericolo. Era sincera. Molto sincera. E la sua sincerità l’aveva fregata un sacco di volte.
:-Dimmi perché.- ribatté allora King.
Julia fece un profondo respiro :-Perché il Torneo è…- ancora. Proprio non riusciva a concludere, eh? Sciocca Julie. :-Senti, potresti chiudere questi conti fuori dal Torneo, no? Non ti pare una buona idea?-
Si era già arresa.
Ma come? Lei non era una ragazza forte, intelligente, una di quelle che usciva con il 100 e lode dagli esami e che veniva fermata dai professori perché aveva parlato davvero troppo? Una di quelle che subito trova il lavoro che aveva sempre voluto. Una di quelle che conclude ciò che ha iniziato.
Evidentemente, era anche una di quelle che a King non stavano a genio.
:-No. Ho l’occasione giusta adesso.- Di poche parole, come sempre. Julia tese una mano, il palmo verso l’alto.
:-Ti prego. Non hai sentito anche tu che non si sa chi ha organizzato questo Torneo?-
La notizia sembrò far breccia nel muro di pietra di King. :-Sì, questo l’avevo sentito ma non me ne sono preoccupato. Ho un solo obbiettivo.-
:-Chi?- chiese allora Julia in un soffio, spossata. Si sentiva stanchissima anche se non aveva mosso un dito. King era capace di sfinirla solo guardandola.
:-Craig Murdock.-
Oddio. Cos’aveva fatto di nuovo quel bestione? Julia aprì bocca per domandarlo ma l’occhiata che le lanciò King gliela fece chiudere all’istante. Julia dedusse che questa volta l’aveva fatta grossa, Murdock. Non le era mai stato simpatico, ora che ci pensava.
:-Okay…- fece Julia :-Ho capito. Mi prometti che, non appena battuto il bestione, lascerai il Torneo?- “Mi prometti”, oddio, ma cos’era, una bambina? Sapeva che King manteneva le promesse però…possibile che si dimostrava così priva di personalità davanti a lui? Ogni volta era la stessa cosa (non che s’incontrassero spesso…)
:-Perché dovrei?- Mmh…lo aveva un motivo? Aspetta, quella domanda era compresa nel suo discorso immaginario davanti allo specchio. Era stata tanto brava ad immaginarselo e lo aveva ripetuto milioni di volte (all’inizio sussultava, però poi era decisamente migliorata) ma dirlo davanti al King in carne ed ossa le sembrava una prospettiva quasi ridicola.
Si chiese come la fissavano gli occhi dietro la maschera. Se immaginavano minimamente il motivo per il quale lei non volesse che lui proseguisse nel Torneo.
:-Perché è molto pericoloso. E non voglio che tu ti faccia male.- Patetico. Riduttivo. E, soprattutto, scontato.
King incrociò le braccia possenti al petto: stava valutando la veridicità di quella frase. Comprese che c’era altro, forse dal modo in cui Julia teneva le mani sul cuore, dalla gamba in avanti con la punta dello stivale sul terreno e il tacco sollevato come se l’avessero fotografata mentre camminava pensando a qualcosa d’importante. La esortò a continuare e lei si sciolse come una statua di ghiaccio al sole.
Scelse altre cose da dire, non quello che aveva bloccato in gola come una palla di miele.
:-Vorrei che tu mi aiutassi…in un progetto.- King inclinò il capo e Julia immaginò di vedere il suo sguardo accendersi di curiosità. :-Ho bisogno di soldi per realizzare questo progetto. E ,quindi, devo lavorare…ho pensato che tu potresti aver bisogno di un compagno in certi combattimenti sul ring. Io potrei essere quella compagna.- Lo disse tutto d’un fiato, tesa, nervosa, torturandosi le mani, cercando di far capire quanto fosse importante per lei e credendo di essere un’orribile conversatrice. Non sapeva quanto le sue parole fossero in grado di far breccia nel cuore della gente. King parlava poco; in compenso, però, era un ottimo osservatore.
:-Tutto qui?- chiese. Julia immaginò che avesse inarcato un sopracciglio. Le si bloccò il respiro. Se avesse detto ciò che avrebbe dovuto –no, voluto- dire, si sarebbe rovinata con le sue stesse mani. La fantomatica zappa sui piedi.
Era convinta che King vedeva gli ingranaggi del suo cervello al lavoro; chissà quanto rumore facevano i sentimenti nascosti…
Gli avrebbe mentito ma era meglio di vuotare il sacco. :-Sì. E vorrei che accettassi la mia proposta: ci tengo molto.-
:-Le piante.- Oh. Davvero si ricordava delle sue piantine?
:-Già. Le piante.- ammise lei, sorridendo. Davanti a lui non si sentiva imbarazzata a rivelare quanto tenesse alle sue piante.
:-Accetto.- ruggì King. Julia si sentì il cuore pieno di felicità. E quella felicità doveva trasparire dal suo sguardo perché lui lasciò cadere le braccia e fece un passo in avanti, come se la invitasse ad avvicinarsi. Allora lei colmò la distanza che li separava, lo scricchiolio dei suoi stivali sulla ghiaia mentre quasi correva, e poi gli gettò le braccia al collo. Forse lui avrebbe pensato che era solo per le piante o, più probabilmente, avrebbe intuito la ragione di fondo…la verità era che Julia non era sicura che avrebbe avuto un’altra occasione come quella.
Sentì le goccioline di pioggia che le colpivano leggere i capelli e l’odore delle rose appena sbocciate riempirle la testa, sostituendo ogni pensiero negativo con una buona dose d’ottimismo.


Angolo Autrice
I'M BAAAAACCCCCKKKK!!!!! XD
Che pensavate?O.o che vi foste liberate di meeee?! Errato, sissignore u.u
Ero in vacanza, l'ho già scritto nel chap precedente u.uxD
In vacanza ad annoiare tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli xD Oh yeah.
Ma ho scritto comunque.
Julia x King. Ricordate il dialogo in Tekken 5? Ero una meinina all'epoca, e ricordo che il mio cervelletto malato li assemblò come coppia LOL
Secondo me stanno bene insieme u.u
Spero che Rosie, Lady Phoenix e Orsacchiotta si ricordino di me LOL (ze, proprio voi che leggerete questo insulso chap xD)
Un fortissimo abbraccio, Angel <3

  
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