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Autore: DrCox    26/08/2012    4 recensioni
Lei era la sola ragazza a cui Kiba Inuzuka si fosse mai interessato. La conobbe ad una festa in piscina in una delle tante sere passate in compagnia dei suoi amici, ma da quel giorno la sua vita fu sconvolta da quella figura tanto bella da mozzare il fiato. Ricordava tutto di lei [...]. Solo un dettaglio di tal angelo continuava a sfuggirgli: il suo nome.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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WHATSERNAME

STORIA DI UN RICORDO PERDUTO NEL PASSATO

Dedicata ad I., per la quale non ho potuto fare molto se non ricambiare la sua gentilezza con sta... cosa



Nel semibuio creato dalla debole luce lunare che filtrava dalla finestra della sua camera, Kiba finì di scolare la sua terza birra della serata. Quel periodo per lui si stava rivelando particolarmente duro: sulla soglia dei vent'anni, tutti i suoi amici erano cresciuti e maturati, alcuni addirittura già pensavano al mettere su famiglia, ma a quell'età sapeva che solo un traumatizzato come Sasuke poteva avere un'idea del genere. In sintesi, lui era rimasto il solo fedele al lato adolescenziale di se stesso, o almeno, così riteneva. In realtà si stava tradendo da solo con quella serata "birra & malinconia". Lui era un tipo rude, selvaggio, che prende ed affronta le cose come vengono, alla "cazzo di cane", come disse a suo tempo un suo amico poeta.
Rimaneva ormai fermo, immobile da ore nella stessa posizione: seduto sul freddo pavimento con le spalle appoggiate contro la rete del letto. La testa era lasciata cadere a peso morto sul materasso, e si degnava cambiare posizione soltanto per sorseggiare quella che lui definiva "la sua droga". Chiuse gli occhi, lasciandosi abbandonare agli agrodolci ricordi del passato, mentre nella sua mente si formava l'immagine di Lei.


Thought I ran into you down on the street
Then it turned out to only be a dream

Lei era la sola ragazza a cui Kiba Inuzuka si fosse mai interessato. La conobbe ad una festa in piscina in una delle tante sere passate in compagnia dei suoi amici, ma da quel giorno la sua vita fu sconvolta da quella figura tanto bella da mozzare il fiato. Ricordava tutto di lei: dagli occhi azzurri e limpidi come un terso cielo estivo, all'indomita coda di cavallo che si muoveva sinuosa al ritmo dei suoi  perfetti fianchi ed anche il suo generoso seno, lasciato semi-scoperto dal bikini violetto che lei indossava in quella notte d'estate.
Solo un dettaglio di tal angelo continuava a sfuggirgli: il suo nome.
Era stato così geloso di lei sin dal primo momento che non volle che nessuno dei suoi amici le si avvicinasse, ed ora ne pagava le conseguenze. Con i nuovi mezzi tecnologici e social network sarebbe stato uno scherzo rintracciarla se qualcuno si fosse ricordato il suo nome. Purtroppo, però, nessuno lo conosceva. Fu a causa di questo che quell'idiota di Naruto le affibiò quel dannato soprannome: lei per tutti era Whatsername.
Un sogno di una notte d'estate che lui ha continuato a rincorrere per anni.


I made a point to burn all of the photographs
She went away and then I took a different path  

Riaprì nuovamente gli occhi, dopo essersi beato dell'immagine della ragazza per diversi minuti, e con una malsana voglia di farsi male da se prese in mano tre fotografie che erano state abbandonate in precedenza sul freddo pavimento. Fissò con estrema attenzione quei pezzi di carta, analizzando con la vista ogni minimo dettaglio ritratto nell'immagine: lui, la piscina, i suoi amici sullo sfondo, ma soprattutto lei. Erano tre sue foto, gli unici ricordi tangibili a cui Kiba si era aggrappato nel corso degli anni.
Estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni un accendino. Ricordava bene quell'oggetto: era stato il regalo di Shikamaru per il suo diciasettesimo compleanno. Era un gran bel accendino, rifinito nei particolari e colorato d'oro. Lo accese, e per l'ennesima volta lo accosto ad una di quelle foto. Prima che la carta potesse bruciarsi, però, ritrasse la mano estinguendo la fiamma, gettò infine l'oggetto assasino contro il muro.
Si mise le mani nei capelli: per l'ennesima volta aveva tentato di lasciarsi tutto alle spalle, ma, come sempre, non c'era riuscito.


I remember the face
But I cant recall the name
Now I wonder how Whatsername has been

Fece nuovamente mente locale sul suo personalissimo tormento, e le grandi domande storiche che ci si pone solitamente sugli ex presero a ronzargli nella mente.
"Chissà come sta" o "va a capire che fine ha fatto".
Soltanto una di questi quesiti risultava estraneo dalla logica comune: << Come cazzo ti chiami?! >>
Lo gridò così forte che il cane, che aveva la cuccia sotto la sua finestra, prese ad abbaiare.
Si alzò da quello stato catatonico, e decise di approfittare di quella situazione: visto che ormai Akamaru si era svegliato, tanto valeva portarlo a fare una passeggiata.

 

Seems that she disappeared without a trace
Did she ever marry 'ol Whatshisface

Piano il ragazzo aprì la porta della sua camera, si era vestito abbastanza in fretta e, come al suo solito, in maniera sportiva. Nell'oscurità della notte risaltavano i pantaloni della tuta grigio chiaro e le scarpe da corsa bianche, mentre si mimetizzava perfettamente la sua felpa nera. Scese le scale nella maniera più discreta possibile (se fosse stato scoperto sarebbe stato impalato seduta stante), e con altrettanta attenzione al non produrre il benchè minimo suono uscì dalla porta di casa. A quel punto si concesse di trarre un sospiro di sollievo: era stato assolutamente silenzioso, come mai in vita sua. Però Akamaru aveva tutta l'intenzione di non interrompere il concerto che aveva iniziato da qualche minuto. Velocemente si diresse verso la recinzione del proprio giardino e, dopo aver slegato il lucchetto, aprì la porta. Come fece ciò Akamaru  saltò letteralmente in braccio al padrone, causando lo sbilanciamento e la caduta di entrambi.
<< Dio Akamaru, quanto sei pesante... >> Non che non riuscisse a sollevarlo, certo, infondo pesava quei 60 chili abbondanti, ma il modo in cui il cane gli si era lanciato addosso non avrebbe lasciato scampo al più forzuto degli uomini. Dopo essersi scollato la "bestiola" di dosso gli legò il guinzaglio al collare e, dopo aver richiuso il cancello, si lanciò in una corsa in quella fredda e gelida nottata di Marzo.
Mentre teneva con una mano il guinzaglio, con l'altra estrasse dalle tasche dei pantaloni l'mp3 e, dopo qualche difficoltà, riuscì a mettersi le cuffie nonostante un gigante peloso lo stesse trascinando per le vie della città. Finalmente Kiba prese a correre, e con lui Akamaru, ma la figura di Whatsername non se ne andava dalla sua testa, continuava a vorticare in una serie di immagini del tutto casuali di cosa lei potesse star facendo in quel momento, con chi fosse, tra le braccia di chi, quali labbra potrebbe star baciando.
Ruggì dal furore.


I made a point to burn all of the photographs
She went away and then I took a different path
I remember the face
But I cant recall the name
Now I wonder how Whatsername has been

E ricominciò tutto da capo. Tutto quello che aveva pensato in camera sua gli stava tornando in mente in quel momento. Si sentiva del tutto succube in balia di un mostro dal quale non poteva scappare, del quale sentiva la necessità di averlo accanto. Era in trappola, non poteva fare nulla... e la frustrazione prese possesso di lui e della sua mente. Voleva liberarsi di Whatsername, infondo era una ragazzina che aveva conosciuto e con cui aveva parlato per UNA fottutissima sera. Non poteva rovinarsi la vita come stava facendo per un immagine sbiadita nella sua mente e tre fotografie. Dannazione, non poteva, ma non riusciva a farne a meno.
In quel momento, ufficialmente, Kiba si perse nei meandri della sua mente, tra razionalità e sentimento.



Remember, whatever
It seems like forever ago
Remember, whatever
It seems like forever ago
The regrets are useless


  << Non tornerà più, ficcatelo bene in testa ragazzo.
Il passato è passato, e non può tornare così all'improvviso.
Dammi retta: smetti di scervellarti per una che non ti ha mai considerato,
per una DI CUI NON SAI NEMMENO IL NOME!
Dannazione ragazzo, ti stai rovinando la vita, lo vuoi capire o no?
Non è questa la strada giusta!
E' inutile che continui a vivere di rimorsi: lei non tornerà.
Whatsername  non tornerà mai! >>

In my mind
She's in my head


<< Cosa diavolo ne sai tu di cosa vuol dire amare?!
Cosa diavolo ne sai tu?!
E' colpa tua, è solo colpa tua!
Tu hai voluto parlarci quella sera!
Tu hai voluto che nessuno dei nostri amici ci si avvicinasse, dannazione, dannato te!
Tu continui a propinarmi la sua immagine ogni volta che chiudo gli occhi.
Dici di essere la voce della ragione, della razionalità, ma alla fine sei tu stesso che mi condanni.
Cosa diavolo ne sai tu ?! Infondo sono io che sono stato condannato per colpe non mie.
Non dirmi quello che devo fare: tu non sei nessuno! >>


I must confess
The regrets are useless


<< Vedi che nemmeno tu vuoi questo?
Vedi che anche tu vuoi liberarti da queste catene che ti imprigionano?
Che CI imprigioano.
Libera il tuo cuore da Whatsername.
Libera entrambi.
Perchè tu sei convinto che tra mente e ragione sia la ragione a dominare.
Ma non è così: io prendo ordini da te.
Se tu pensi a lei, io riproduco le immagini di lei.
Sono l'incarnazione dei tuoi veri desideri.
E' inutile che parli a vanvera: il primo che deve cambiare per liberarCI di lei sei tu!>>

 

      In my mind
She's in my head

 

<< La fai facile, tu.
Credi davvero che sia così semplice liberarsi di Whatsername?
No, non lo è, caro mio!
Io sto lottando disperatamente, ma contro tre avversari è difficile combattere.
Combatto contro me stesso ed il mio sentimento.
Combatto contro te e le tue visioni.
Combatto contro di lei ed il suo ricordo.
Siete tre contro uno... è sleale.
Io non posso vincere, non mi dimenticherò mai di lei.
Non posso, non posso... >>
      

From so long ago
Go--go--go--go


<< Dici go, go, go...
e allora vai. Stacca la spina, muovi le gambe.
Fuggi da tutto questo...
Vattene, ora! >>

 
Go--go--go--go 

 

<< Me ne voglio andare!!! >>                                                                                                                                                     <<  Me ne voglio andare >>

 

 
Finalmente le due parti trovarono un accordo comune, di nuovo armonia tra corpo e mente.
Kiba prese a correre, spinto da una sorta di istinto che non sapeva spiegarsi in alcun modo. Corse con tutto il fiato che aveva in corpo, a testa bassa, spingendo con le gambe sull'asfalto più forte che poteva. Sempre più veloce, sempre più vuoto nella sua testa.
La sua testa era deserto. Un arido e freddo deserto dentro il quale perdersi. Poteva solo correre. Lui lo faceva, dentro e fuori dalla sua mente. Mente, corpo e cuore finalmente in equilibrio. Si sentiva bene, anzi, benissimo. Finalmente vuoto dentro la sua mente.
Il suo solito ghigno selvaggio gli si stampo' in faccia. Sapeva che non sarebbe durata a lungo quella pace interiore, perciò decise di aprofittarne più che poteva.
Akamaru, dietro di lui, faceva fatica a mantenere il passo. 

 

And in the darkest
If my memory serves me right
I'll never turn back time
Forgetting you, but not the time...


 
Finalmente aveva iniziato a sfogarsi, a liberarsi di quel peso che gli opprimeva l'anima. Il suo cuore era stato dilaniato, mangiato dall'interno come i tarli fanno con un mobile d'epoca, ma sapeva bene che tutto ciò, prima o poi, sarebbe finito e finalmente, dopo anni, aveva compiuto il primo passo, decisivo, per andare avanti. Finalmente aveva ripreso a correre, veloce come il vento, trasportato da una valanga di serenità che da tempo non lo travolgeva.
Sotto i lampioni di quel paese, perduto e dimenticato da Dio, Kiba Inuzuka aveva ripreso a vivere. Certo, quest'esperienza lo avrebbe segnato nel profondo, ma era sicuro di esserne uscito più forte e motivato di prima.
Certo di questa convinzione, prese a correre ancor più velocemente, verso la sua nuova strada.
Ma si sa, il destino è bastardo, e si diverte a torturare le sue creature, le quali subiscono, senza alcuna possibilità di appello, le sue decisioni.
E così è stato anche per Kiba quando, dopo aver iniziato a respirare di nuovo aria fresca, era stato ributtato sott'acqua.
Perchè la vide, vide Whatsername uscire da quel locale, accompagnata da tre amiche.
Era bellissima, era la cosa più bella che avesse mai visto. Quella visione poteva essere paragonabile all'apparizione di qualche santo. La sua chioma bionda, la sua coda di cavallo, la sua frangetta, gli occhi azzurri, le forme perfette e armoniose avvolte in quel vestito da sera viola... era stato completamente rapito da lei, del tutto.
Gli si illuminarono gli occhi, a Kiba, e preso da una vitalità che non aveva mai avuto, prese a chimarla.
<< Whatsername!!!! Whatsername!!! >>
I buoni propositi di prima, di dimenticarla, andarono beatamente a farsi fottere.

La giovane bionda, che era appena uscita dal locale in cui aveva passato un'ottima serata con le amiche, si voltò verso la voce che aveva gridato il titolo di quella canzone che a lei tanto piaceva.
Vide un ragazzo selvaggio, dagli occhi marroni e i capelli castano scuro, in tuta da ginnastica con un grosso, abnorme cane al suo seguito. Si bloccò, vedendoli andare verso di lei, ma tirò un sospiro di sollievo quando il ragazzo si bloccò ad un metro scarso da lei.
Vedeva la felicità negli occhi del ragazzo, nonostante a volte si comportasse come una ragazza viziata era sensibile, e aveva capito subito che cosa avesse trasmesso al ragazzo tanta felicità. Si sorprese di ciò, convinta di non averlo mai visto.
Il ragazzo, senza dire una sola sillaba, estrasse da una tasca interna della sua tuta una foto plastificata e la porse alla ragazza.
La foto li ritraeva entrambi, più giovani di qualche anno, probabilmente sedicenni, abbracciati uno accanto all'altro, mentre qualche deficente dalla testa bionda dietro di loro scivolava sul bordo della piscina.
Lì l'illuminazione, si ricordò del ragazzo, e sorrise con una tenerezza non sua quando capì che il ragazzo l'aveva pensata per tutto quel tempo.
<< Sono passati tanti anni... >> disse lei con voce bassa, il ragazzo annuì, per poi porgerle la mano.
<< Kiba... Kiba Inuzuka! >>
...
...
<< Felice di averti reincontrato, Kiba. Io sono Ino.
Ino Yamanaka. >>


Angolo dell'autore... del demente

Buongiorno a tutti.
Ci tengo a ringraziarvi per aver anche solo letto questa... cosa... che non ha ne capo ne coda.
Non so sinceramente da dove sia nata. Mi è venuto tutto in mente ieri sera, ascoltando ancora una volta la meravigliosa ed ononima canzone dei Green Day.
Parlando dei protagonisti... Kiba ed Ino... sinceramente non mi piacciono particolarmente come personaggi, ma insieme li trovo una bomba esplosiva, ed erano maledettamente adatti a questa storia. Ora, non vorrei essere caduto nell'OCC rendendo Kiba fin troppo malinconico e pensieroso, ma son convinto che nel manga di Kishimoto anche i nostri eroi hanno questi momenti di smarrimento momentaneo o di profonda riflessione. In caso non foste dello stesso avviso segnalatemelo: provvederò a mettere l'avviso di OCC.
Detto questo vi lascio alle vostre attività ben più costruttive.

See ya.
Reds92

  
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