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Autore: Vengenz_    26/08/2012    1 recensioni
Mio padre non volle neanche saperne.
Non voleva che io diventassi come loro. Non si accorse che era troppo tardi.
Crack. Qualcosa nella mia vita regolare su ruppe. Il grigio tenue era invaso dalle sfumature di grigio cupo che diventava via via sempre più scuro.
Capii che mio padre non avrebbe accettato nemmeno me se solo avesse capito come ero fino in fondo.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, The Rev, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al mio risveglio ero sul mio letto, tra le coperte e non più nella vasca, cullata dall’acqua, da sola.
Di fianco a me ora c’era Brian, che mi accarezzava la testa, premurosamente.
“Hey … come stai? Ci hai fatto preoccupare.” mi chiese appena aprii gli occhi.
“Non lo so…” risposi frastornata.
“Tieni, ti ho portato del the, lo ha fatto Johnny con le sue manine d’oro” disse porgendomi la tazza ancora fumante.
“Bri … scusa” sussurrai.
“Per cosa?”
“per il male che vi causo … prima Matt in ospedale, ora la preoccupazione che avete per me…”
“ma non è colpa tua, scricciolo…”
Scricciolo. Nessuno mi aveva mai chiamato cosi oltre ad Alex.
Una lacrima percorse il mio viso. Mi mancava.
Brian mi guardò sorridendo, mentre mi asciugava la guancia. “Tranquilla” sussurrò.
Bevvi il mio the, mentre la compagnia del ragazzo mi faceva sentire protetta.
“Charlie … prima dicevi di aver perso qualcosa …” mi chiese dolcemente lui.
“Zacky” sussurrai.
“Zacky cosa?”
“Zacky … abbiamo litigato … cioè, lui credeva me ne volessi andare da qui … così …”
“avete discusso…”
“se ne è andato, Bri” risposi abbassando lo sguardo.
“Charlie no, non se n’è andato. È di là, in sala … ci ha chiamato li dicendoci che ti eri sentita male.”
“Davvero?” allora non l’avevo perso.
 I miei occhi si erano illuminati. Ero molto più sollevata ora.
Il moro si alzò ed uscì dalla stanza da cui, dopo due minuti, sbucò Baker.
“Posso?” domandò bussando alla porta.
“Zacky” lo chiamai sorridendogli.
Si avvicinò ed io lo strinsi più che potevo.
“Mi hai fatto preoccupare da morire.” Disse lui stringendomi a sua volta.
“Avevo paura di averti perso. Ti prego, non lasciarmi più.”
“Tranquilla amore, non mi muovo da qui”
Amore. Nessuno mi aveva mai chiamato cosi.
Mi fece uno strano effetto sentir dire quella parola. Amore.
  


  
Dormimmo sul mio letto, fino alla mattina seguente, abbracciati, fino a quando sentii il campanello della porta suonare.
Mi diressi verso l’entrata per aprire, passando per la sala dove vidi Joey, Jimmy, Brian e Johnny dormire profondamente.
Aprendo la porta mi ritrovai davanti quell’armadio a quattro ante che era il nostro amico.
“Matt!” sussurrai per non svegliare gli altri, mentre lo abbracciavo-“ come stai?”
“Sto bene, avevo solo una ferita lieve, quindi mi hanno dimesso subito..” rispose sorridendo _” tu? Come stai ora?”
“meglio grazie” sorrisi di rimando.
“mi hanno raccontato cos’è successo. Non preoccuparti capita a tutti un momento di depressione… ma sai che puoi contare su tutti noi!”
“Grazie, davvero” ne ero sicura, sapevo che i ragazzi non mi avrebbero mai lasciata sola.
Li conoscevo ormai da qualche mese e, fin da subito, mi hanno voluto bene, come se fossi cresciuta qui, in California, con loro.
 


Ci dirigemmo in cucina, cercando di fare il minimo rumore possibile, cosi iniziai a preparare la colazione per me, Matt ed i ragazzi.
Dopo dieci minuti era tutto pronto: fette biscottate, marmellata, cereali, latte e caffè erano già sul tavolo, ma nessuno dei ragazzi si era ancora svegliato.
“Aspetta, vado a chiamarli io” disse Matt, dirigendosi verso la sala, impaziente di tornare in cucina e sedersi a mangiare.
“Svegli svegli dormiglioni! Il sole splende, la colazione è pronta e io ho fame! Se non alzate le chiappe mangio tutto io!”
Urlò correndo e saltando in giro per la stanza.
Uno ad uno si alzarono tutti, tranne Johnny al quale dovettero tirare i piedi per farlo svegliare e Zacky che dormiva beatamente nella mia camera da letto.
Matt si avvicinò a me e sorridendo mi sussurrò: “il principino lo lascio svegliare a te” e corse a sedersi a mangiare con gli altri.
 


Mi diressi nella stanza dove Zacky non si era accorto minimamente del frastuono che aveva fatto Matt per svegliare gli altri e del rumore che continuavano a fare.
Mi avvicinai al ragazzo, con cautela, fino a sdraiarmi ancora al suo fianco, accarezzandogli i capelli.
“Buongiorno tesoro” gli sussurravo.
Aprì gli occhi, piano piano.
“È pronta la colazione?” disse guardandomi.
“certo che almeno un ciao potresti dirmelo!”
Lo ripresi dolcemente. Non riuscivo ad arrabbiarmi seriamente con lui.
Quel viso da bambino mi faceva morire ogni volta che l’avevo vicino.
E il solo pensiero di aver rischiato di perderlo mi faceva rabbrividire.
Ma ora era qui vicino a me. E stavamo insieme.
“scusa piccola” sussurrò lui, visibilmente dispiaciuto.
“comunque è pronta la colazione … e se non alzi le chiappe di là non troverai più nulla!” dissi sorridendo e avviandomi verso gli altri, seguita subito da lui.
 


“Ehi piccioncini! Qui è finito tutto!” gridò Jimmy appena ci vide arrivare.
“Anche la nutella?” disse Zacky sgranando gli occhi -“siete degli egoisti! E io adesso cosa mangio?” aggiunse con un finto broncio sul viso.
“su Baker, non fare il permaloso!” lo ripresi scherzosamente mentre iniziai a camminare verso la cucina, distanziandomi da lui.
Mi raggiunse e mi fece girare dalla sua parte.
Mi abbracciava. Mi stringeva tra le sue braccia, facendo piano, ma non dandomi sicuramente la possibilità di liberarmi.
“Non ho più fame adesso.”
Sorrisi guardandolo in viso e non potei fare altro che abbracciarlo a mia volta.
Dopo qualche minuto ci staccammo, ma i nostri volti erano ancora vicini e le labbra quasi si sfioravano.
Il mio cuore batteva forte.
Zacky si avvicinò sempre più fino a quando le sue labbra carnose toccarono le mie.
Il bacio diventò ogni secondo più passionale, fino a quando dovemmo staccarci per prendere respiro.
E ci trovammo in camera da letto. Ancora. Soli.
Sorrise.
Quanto era bello mentre sorrideva.
 


Mi fece sdraiare sul letto, mentre mi baciava il collo.
Mi sentivo come se stessi andando a fuoco, e il suo corpo caldo sopra il mio mi dava ancora più calore, togliendomi il respiro.
Iniziammo a spogliarci a vicenda, fino a quando non ci ritrovammo nudi, l’uno dentro l’altra.
“ti amo” ci sussurrammo a vicenda sulle labbra.
 
Dopo quel momento cosi magico passarono solo cinque minuti prima di ritornare alla realtà.
Cinque minuti, solo cinque minuti dopo.
“Tesoro, però adesso ho fame!”
“sempre il solito romantico Baker, non ti smentisci mai!”
 








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allora! chiedo scusa per il ritardo con cui ho aggiornato!
ringrazio un sacco Danyel  che ha recensito l'ultimo capitolo, facendomi ridere di gusto! :)
inoltre ringrazio tutti quelli che hanno continuato la leggere e niente, me ne vado! :)
baci baci!

  
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