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Autore: TheMask    26/08/2012    1 recensioni
Questa storia è nata per un'amica, e solo in un secondo momento ho pensato di pubblicarla. Spero sarà di vostro gradimento.
Lupa Nera
Estratto dai prossimi capitoli:
Perché legarsi alle persone, quando sai che presto o tardi, o ti tradiranno o moriranno, o se ne andranno? In questo luogo l’amicizia non esiste, è impossibile. Convivenza, tolleranza, rassegnazione in stile “se non c’è niente di meglio mi accontento”, questo lo capirei. Ma … amicizia… è una parola che qui non si una neanche più… scomparsa dal vocabolario. Qui non ci sono amici.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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THINK OF MAIL JEEVAS
Entrai  nella stanza con Eloin al seguito. Eravamo , com’è naturale, nella stanza di Mello. Quest’ultimo era sdraiato sul letto giocando con la MIA Wii… lo ucciderò un giorno quel ragazzo.
“Hey Mello!”
“Hey Matt!” rispose lui con voce annoiata,
“Senti… non è che potresti tipo… emm…”
Alzò  lo sguardo, vide Eloin, frenò una risata e prendendomi in giro solo con lo sguardo, si alzò e la salutò.
“Ho capito, ho capito, vi lascio soli!” esclamò, cogliendo l’occhiata che tentavo di lanciargli da tre ore.
Arrossii  fino alla punta delle orecchie, e quando se ne andò sbattendo la porta come suo solito, mi ritrovai, con mio grande imbarazzo, senza avere idea di cosa dire.
Già.
Io, il più grande casanova, sciupa donne e focoso amante di tutto questo stramaledetto posto, non avevi la benché minima idea di cosa fare!
Ma vedi te…
“Emmm…. Beh… se ti va potremmo…. Non lo so… giocare al… computer, tipo…. ”
“Certo!” rispose lei con il suo solito entusiasmo, sorridendo.
Che bel sorriso… quanto è cariiina quando sorride….
“Emmm… Matt? Ci sei?”
“Eh? Ah, si certo! Lo accendo subito!!”
Idiota!
Recuperai il suddetto, un portatile, dalla scrivania piena di roba di Mello, e lo accesi. Lei si era seduta sul letto, e io feci lo stesso.
ORE DOPO
“Mi sono divertita un casino!” esclamò allegramente Eloin, saltando giu dal letto: era ormai ora di cena.
“Bene, ne sono felice!” risposi altrettanto euforico. Ora l’imbarazzo era scomparso, e conversavamo  allegramente sull’uccisione di orchetti verde vomito, mostriciattoli blu e altre cose simili da ore, davanti al magico schermo.
Mi alzai anche io decidendo di accompagnarla fino alla camera. Adoravo stare con lei. Era così spigliata, ma anche un po’ imbranata, semplice e intelligente. Già, con orrore e terrore, mi accorsi di essere stracotto!
Maledizione! Perché a me?
La prima cosa che avevo notato di lei, erano i polsi.
Hey, non fate quella faccia, non stavo in un carcere per psicopatici col cervello fumato senza motivo eh!
Ebbene, la cosa di lei che avevo notato per prima e che per prima mi aveva ammaliato, erano i polsi, ok? Ci sono altri problemi? Perché ho un piccolo quaderno nero fra le mani, e un amico con gli occhi rossi, chiaro? Bene!
Ebbene, mentre camminavamo per il corridoio le guardai i polsi, e mi stregai ancora di più. Poi le guardai il collo… un’altra cosa di lei che adoravo era il collo. Era così dolce armonioso, elegante…
Notai che i suoi occhi cercavano i miei, e subito mi persi, non nelle sue iridi cioccolato, ma nelle sue pupille, in cui brillava tutta lei. Mi guardava intensamente, come se volesse farmi capire qualcosa, ma non sapevo che cosa.
Improvvisamente, mi accorsi che eravamo fermi davanti alla sua porta, in silenzio. E improvvisamente, mi prese le mani, continuando a guardarmi. Quel contatto mi fece arrossire leggermente, e notai che anche lei aveva le guancie arrossate. La lasciai, e parve un po’ delusa. Poi, indispettito da quell’ombra poco serena sul suo viso, le accarezzai la guancia, per mandarla via, e le scostai la treccina dal viso, cogliendo uno sguardo diverso dal solito, nei suoi occhi, timido e pudico.
Innamorato?
Presi allora il coraggio a due mani, e avvicinai il mio viso al suo, incatenando gli occhi ai suoi, per capire se le andava bene.
Lei fece un leggero sorriso.
Finalmente, dopo tanto tempo, le nostre labbra si incontrarono, in un gesto insicuro e sicuro allo stesso tempo.
Eloin, con un timido gesto, portò le mani fra i miei capelli, e mi tolse i googgles, per guardarmi negli occhi per la prima volta senza di essi.
Mi sentii scoperto, e sentivo che riusciva a leggere nei miei occhi come in un libro aperto: non avrei mai potuto mentirle.
Mi guardò con tenerezza, e mi scostò i capelli dal viso, per poi baciarmi di nuovo dolcemente.
 
THINKS OF BEYOND BIRTHDAY
Sentii i suoi passi per il corridoio affiancati da quelli che probabilmente appartenevano a Matt.
In quel momento ero steso sul letto, a pensare come al solito, a quello che Eloin mi aveva detto a proposito dei sogni una settimana o forse più prima.  Guardavo una mosca, arrivata chissà come a quell’altezza, che volava e si posava ovunque, tranne che su di me, e mi chiedevo perché. dopo diversi minuti, mi resi conto che non avevo sentito la porta di Eloin aprirsi e chiudersi, ne i passi di Matt allontanarsi.
Mi chiesi che stesse facendo, non si sentiva una parola. Così, visto che comunque non avevo nulla da fare, mi alzai, pigramente, e dopo essermi passato una mano fra i capelli, aprii la porta e mi affacciai.
Vidi Eloin che toglieva gli strani occhiali che Matt portava sempre, e che faceva una cosa molto strana.
Era da così tanto tempo che non vedevo due persone baciarsi, che mi ci volle qualche secondo per capire cosa stesse realmente accadendo.
La mia prima reazione fu quella di alzare un sopracciglio, e chiedermi cosa volesse mai dire quel gesto. Poi me lo ricordai, e dopo aver realizzato, inquietante fatto, che non ci pensavo da anni, mi chiesi cosa trovasse Eloin in un idiota di tale portata. Poi pensai che un idiota di tale portata avrebbe anche potuto ferirla e notai crescere dentro di me, a quest’idea, una rabbia strana… non la solita follia omicida… qualcosa di diverso.
Mi resi conto con sorpresa e rifiuto di essere protettivo nei confronti di Eloin e mi parve di sentire la sua voce nella mia testa.
“Ma BB, è perfettamente normale, anzi è una cosa bella!”
Alzai gli occhi al cielo.
A quel punto, mi venne da ridere, e di brutto, vedendo gli occhiali di Matt cadere, e quest’ultimo avere un riflesso evidentemente ansioso nei loro confronti, ma poi, e questo glielo lessi in faccia, decidere che baciare Eloin era un’attività decisamente più interessante che raccoglierli e rovinare tutta la presunta atmosfera romantica che si era creata fra i due.
Al mio ridere ironico, i due ebbero uno scatto che mi fece ridere ancora di più. Più veloci di due gazzelle affamate verso l’ultimo ciuffo d’erba, si separarono e si allontanarono il più possibile, diventando rosso sangue.
“Emm, beh, ciao Eloin, ci… ci vediamo in giro, eh! Ciao BB… ” esalò Matt, dandosela a gambe nel corridoio senza lasciar in alcun modo capire cosa intendesse con “in giro” in un posto simile.
Eloin, mi guardò terrorizzata, e fuggì anche lei, in camera.
Rientrai anche io, senza riuscire a smettere di ridere con quella scena stampata nella mente.
Ok, mi devo calmare, Eloin sarà preoccupata che… non approvi la loro relazione?, pensai, per un momento smettendo di ridere, ma ricominciando appena finita la frase.
No, sul serio, ora basta. Così sei imbarazzante. Piantala. Controllati. Eddai! Ok, ci sono. Se, come no… su, BB, un po’ di dignità! Alleluia! E se provi a ricominciare io…. un momento… sto parlando da solo…
Riuscii a calmarmi, e mi resi conto che non ridevo così da anni. Non ridevo, da anni. da un lato ero grato a quella ragazza di essere riuscita in una cosa che ormai reputavo impossibile  in un posto del genere, da un lato, realizzai che la rabbia di prima non era calata.
Dopo un paio di minuti, capii perché e cosa fare per calmarla. Ora era il momento di preoccuparsi per la povera Eloin…
Così, presi la chitarra, e dopo averla accordata, cominciai a suonare, una melodia che aveva bisogno di una base. Aspettai pazientemente che si decidesse a capirlo, e quando cominciò timidamente qualche lieve colpo di batteria, resi la melodia più gioiosa. Dentro di me morivo a farlo, odiavo simili idiote smancerie, ma visto che avevo deciso di essere per Eloin l’amico che voleva, dovevo farlo. Così, a poco a poco, la batteria venne fuori, e il ritmo aumentò.
Si, lo ammetto, un po’ mi divertii.
 
Fu solo a sera, che mi resi conto di non aver pranzato. Avevo sentito Eloin scendere, ma mi ero detto che sarei andato più tardi non avendo molta fame. E me ne ero dimenticato. Mio tipico perdermi in pensieri che mi fanno impazzire per ore, dimenticandomi il resto del mondo.
In ogni caso, alle 9, cominciai ad avvertire una certa fame, così, uscii dalla camera.
Indugiai, nello sporco e stretto corridoio. Avrei dovuto chiamarla? Mah… odio dover pensare a cose di questo genere. Potrebbe essere tutto così semplice! Ma quando ci sono di mezzo sentimenti e simili, una cosa che Eloin mi aveva insegnato, è che sono completamente senza senso. È lecito perderci la testo dietro a queste cose. Io, comunque, non le capirò mai.
Ebbi una fitta di dolore alla spalla e, mordendomi il labbro,  mi ricordai di quando avevo perso la testa. Rividi gli occhi di Eloin che non mi riconoscevano, e dopo essermi odiato ancora una volta per un lasso di tempo dai 2 ai 3 secondi, sospirando, mi avviai alla porta della ragazza.
Bussai, e lei aprì quasi subito.
“Ciao.” Dissi senza intonazione, sovrappensiero.
“Ciao BB! Come… come stai?”
“Mh? Bene, bene. Tu?”
“Tutto a posto.”
Silenzio.
“BB?”
“Si?”
“Emm… cosa c’è?”
“Ah, volevo chiederti se vieni a cena.”
“Certo!” esclamò, mentre mi rendevo conto di dover imparare a pensare a quello che facevo, al posto che perdermi in altri pensieri.
Ci avviammo giù per le scale, e notai che era arrossita.
“Che c’è Eloin, mi sembri silenziosa…”
“Tutto bene, non ti preoccupare. Senti… volevo chiederti una cosa.” dichiarò, arrossendo ancora di più e fermandosi.
Mi fermai anche io, notando che guardava di tutto fuorché  me. “Eloin, sono qua” le feci notare”
“è veramente una cavolata, eh… niente di importante… ” disse, temporeggiando, e continuando a ignorare che non mi trovavo ne spappolato a terra, ne attaccato al soffitto.
“Cosa?”
“Ecco… riguardo oggi… vo-volevo chiederti una cosa… insomma… tu… tu cosa ne pensi di.. di Matt e..  e, si beh, e me? Te l’ho detto è proprio una cavolata, lo so…”
Evidentemente la guardai molto male.
“Io?” chiesi scettico.
 “No, guarda il corrimano!” esclamò.
Questa poi! E ora cosa le dicevo?
“Beh, io reputo Matt un idiota- cominciai, notando subito la delusione nei suoi occhi- ma forse riuscirai a farlo diventare un individuo meno cretino. Si, insomma, lui da solo lo potrei uccidere. Ma insieme a te potrebbe anche uscire qualcosa di intelligente direi…” dissi, un po’ sovrappensiero.
Mi sorrise, ricominciando a scendere. Sono strane le donne… insomma, che cosa gliene frega di cosa penso io?
“BB, spero che tu capisca che in quanto mio migliore amico, è per me importante cosa ne pensi tu.”
Oddio… mi legge pure nel pensiero ora, sto messo bene…
  
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