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Autore: Hon_yaku    26/08/2012    4 recensioni
Cosa non farebbe Ace pur di attirare l'attenzione di Smoker...
[Chujo!Smoker/Yonko!Ace]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Smoker
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Vices

Disclaimer: Il testo originale appartiene all'autrice, che mi ha concesso il permesso di tradurre tutte le sue fanfiction, cosa che tanto non succederà mai.

Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/8394702/1/Vices

Autrice: denytheworld



Quando uno dei Quattro Imperatori, Ace Pugno di Fuoco, dichiarò che tutto il tabacco era bandito dalle sue acque, Smoker sapeva che Portgas lo stava sfidando. Nessuna nave, nessun carico, nessun commerciante era esente. Giusto per peggiorare le cose, Ace aveva persino convinto i suoi colleghi Imperatori nonché figure paterne, Barbabianca e Shanks, ad imitare i suoi tentativi di 'guarire il mondo da un vizio mortale'. Col cavolo che lo stava facendo per il bene di qualcuno che non fosse lui stesso. Quel delinquente.

Inizialmente, molti governi avevano protestato. Il tabacco era una coltura da reddito da cui non molti desideravano separarsi ed erano perciò pronti ad imbracciare le armi per difendere i loro interessi economici – anche con tre dei Quattro Imperatori ad appoggiare quel tentativo.

Poi, però, Ace si era appellato ad altri membri della sua dannata famiglia. Il Re dei Pirati, Monkey D. Rufy, era sempre stato pazzo – pazzo abbastanza da rischiare l'ira del Governo Mondiale e pazzo abbastanza da affrontare anche l'ira di quella parte di mondo che era dipendente dalla nicotina. Solo per assecondare il suo sadico delinquente di un fratello maggiore. Ma quello era il Re dei Pirati, e nell'Era dei Pirati ciò che diceva il Re era legge.

Quindi Smoker era nei pasticci, ovviamente.

Come avrebbe fatto a dare efficacemente la caccia, terrorizzare e catturare i pirati senza il suo tabacco?

Il Viceammiraglio resistette due settimane prima di esaurire le scorte – pur avendole razionate attentamente. La minacciosa inevitabilità che era la mancanza di tabacco era stata molto stressante, per usare un eufemismo. Aveva addentato più sigari di quanti ne ricordasse. Sorprendentemente, la sua dedizione al lavoro era migliorata, e anche il numero di arresti era aumentato in modo esponenziale. Qualcuno si era lamentato della brutalità, ma a Smoker non importava. Se quel delinquente non riusciva a sopportare un po' di dolore, allora non aveva nessun diritto di giocare a fare il pirata.

Ad ogni pirata moro e arrogante in cui Smoker si imbatteva veniva servita una porzione extra di sofferenza. Se Tashigi lo notava, rimaneva saggiamente in silenzio.

Sorridendo in quel suo modo compiaciuto di sé, Smoker trascinò un altro paio di pirati verso la sua nave. Un altro lavoro ben fatto. Poteva farcela. Era solo tabacco. Era sopravvissuto a cose ben peggiori. Non c'era modo che quel moccioso potesse spingerlo a fare ciò che voleva lui. No, assolutamente no. C'era in gioco il suo orgoglio di Viceammiraglio della Marina. Il Viceammiraglio Smoker non si sarebbe arreso senza combattere. E quello fu il suo discorso d'incoraggiamento.

Ace era proprio contento quel giorno.

Beh, era proprio contento fin da quando il blocco era stato istituito. Certo, un sacco di persone si erano arrabbiate, ma, seriamente, era solo tabacco. D'altra parte, qualcuno (Smoker) non l'avrebbe vista in quel modo. E quello era esattamente ciò in cui sperava.

Bur-lep, bur-lep, bur-lep, bur-lep, bur-lep, bur-lep, bur-lep.

«Qui Ace, parla con me».

«Eh... Nii-chan...», giunse la voce insolitamente timorosa del suo fratellino.

«Oh, ehi, Rufy! Come va?».

«Oh, non male... Cioè... eh...».

Qualcosa decisamente non andava, Ace ne era certo.

«A-Ascolta, Ace-nii, potresti... Cioè, so che sei arrabbiato con Smokey—».

«Non sono arrabbiato. Va tutto alla grande».

«...Giusto». Rufy non ci cascava. «Eh... ad ogni modo, nii-chan, potresti—».

«Rufy, è Ace?».

Si udirono dei mormorii, ed Ace tese le orecchie per sentire meglio. Era ovvio che Rufy stesse cercando di— cosa stava succedendo nell’accampamento del Re dei Pirati?

«È Ace! Dammelo!».

«Ah! S-Sa— Nami, Nami! No! No! Rufy! Dallo a me! No! Ace—».

C'era un battibecco in corso all'altro capo della Den Den Mushi, ora. Urla, Rufy che protestava, e poi qualcosa di molto simile a qualcuno che poneva una fine molto, molto drastica alla discussione tramite un colpo alla testa.

«Eh, Rufy?».

«Ascoltami bene, Pugno di Fuoco».

Ace si appoggiò all’indietro, un po' sorpreso da quel tono velenoso. Decisamente non era giornata, per Sanji.

«Oh, ehi, Sanji».

«Non dirmi "Oh, ehi, Sanji", bastardo!».

Dall’altro capo del telefono si udivano dei respiri irregolari. La Den Den Mushi di Ace sembrava piuttosto contrariata.

«Ridammi il mio tabacco o ti finisco».

Clack.

Ace fissò la Den Den Mushi. Non sapeva come comportarsi di fronte a quell’improvviso cambiamento nell’atteggiamento del cuoco, solitamente così educato. Beh, una cosa era certa. «Rufy deve davvero imparare a far rigare dritto la sua ciurma».

Ora, dov'era il suo caffé?

Una settimana dopo, Smoker si ritrovò ad intrufolarsi furtivamente sulla nave ammiraglia di Ace Pugno di Fuoco. Per picchiare a sangue lo stronzetto, ovviamente.

Dannazione. Aveva bisogno di tabacco e ne aveva bisogno ora.

Come fosse finito immobilizzato contro un muro dal suo stesso jitte non l'avrebbe mai capito. Probabilmente l'astinenza dal tabacco che gli giocava brutti scherzi.

Il bastardo che lo teneva immobilizzato era fresco come una rosa e sorrideva.

«Visto, piccolo? Era così difficile venirmi a trovare, per una volta?».

Ace Pugno di Fuoco sembrava totalmente soddisfatto di se stesso.

Non esitò ad arrampicarsi sulle gambe di Smoker e, bisognoso d’affetto, depositò diversi baci lungo la mascella e il collo dell'uomo. Ad Ace era mancato avere Smoker intorno. Anche se aveva un odore diverso senza i suoi sigari. Non importava: ora che lo aveva lì, avrebbe tolto quel blocco comunque.

Smoker restò a bocca aperta. «Si tratta di questo?!».

Per la rabbia, Smoker spinse via il più snello e riuscì a mettersi seduto. Quel moccioso aveva privato l'intera Grand Line del tabacco solo per costringerlo ad andarlo a trovare?

Ace indietreggiò e lo fissò, non capendo. Il suo amante si stava innervosendo tanto per un motivo così ridicolo.

«...Di che cosa pensavi si trattasse?».

«Non avresti potuto semplicemente dire qualcosa?». Aveva sopportato le continue lamentele di Hina e l’astinenza dal tabacco per quello stupido motivo?

«Maa, così avresti semplicemente rifiutato il mio invito. Così è meglio. È servito a farti venire qui, no?».

«...Non ci posso credere», gemette Smoker, spingendo via l'Imperatore.

«Eh? Eh?! Dove stai andando? Chujooooo!», gridò Ace. «Sei appena arrivato!».

«Vaffanculo, Portgas!».

«Ma Smoker, è solo tabacco!».

«Cappello di Paglia. Sei in debito con me».

«...Davvero?».

«Davvero, dannata scimmia!».

«Oh... okay».

Smoker sospirò, esasperato. Quel moccioso era il Re dei Pirati?

«Allora, cosa ti serve?».

«...Voglio che tutto il caffé sparisca dalla Grand Line per il prossimo futuro».

«...So che sei arrabbiato con nii-chan, ma—».

«Non sono arrabbiato. Va tutto bene».

«Ma—».

«Fallo e basta, Cappello di Paglia».

Clack.

Rufy sospirò mestamente. «Credevo che essere Re sarebbe stato divertente...».


N.d.A.: Mi dispiace per Rufy. È come se mamma e papà stessero litigando e lui fosse bloccato nel mezzo.

N.d.T.: Io dovevo tradurla perché afjhkogjewn questa dev'essere la primissima volta che Ace chiama Smoker 'piccolo' 'Chujo' ♥
(Non so se siano peggio le mie note o quelle dell'autrice ._.)
  
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