Eccomi, sono in sala d'aspetto, ho il mio numero in mano, prima di me ci sono molte persone, e dopo di me ce ne sono tante altre, non so dire con precisione quante, so soltanto che sembrano non finire mai.

La sala d'aspetto è completamente bianca, comprese le sedie che a volte di fa fatica a distinguere dalla parete.

Accanto a me c'è una ragazza, alta, di bell'aspetto, capelli lunghi e di un colore che oscilla tra tra il biondo e il castano, sui 20 anni, che sta leggendo un libro. Io mi avvicino incuriosito per cercare di capire cosa stia leggendo, lei se ne accorge e mi dice

"Sa che non è bello farsi gli affari degli altri?"

"Mi scusi"

dico tirandomi indietro e sorridendo

"Cartesio?"

"Si, sto cercando di approfondire il discorso del cogito ergo sum"

"Ah il famoso penso dunque sono"

"Esattamente" Risponde lei tornando a leggere "Comunque piacere mi chiamo ............................" dico porgendole la mano, "Piacere mio sono..................................." "Felice di conoscerti ................................ Allora come mai questa passione per la filosofia?".

La ragazza non risponde subito, probabilmente ha trovato un passo che la interessa, infatti, vedo che lo sta segnando con un pennarello giallo. "Cosa? Oh... scusa, ma mi era un attimo persa nelle parole del libro, comunque è solo una passione, ho sempre amato il pensiero dei filosofi, sia antichi che moderni, e con moderni intendo il 900".

D'un tratto una voce dall'altoparlante inizia a disturbare la nostra conversazione "Il numero 90 è atteso all'entrata, ripeto il numero 90 è atteso all'entrata". Il 90? caspita tra poco sarebbe toccato a me.

"Lei che numero ha?"

"Il 91"

"Un numero prima di me, fortunata"

"Perché fortunata?"

"Beh perché arriverà prima di me al suo traguardo"

"Per me l'importante è arrivare, ed ora le spiego il perché. Lei immagini per un momento di correre, di correre contro altre 100 persone, sta correndo in una gara all'ultimo respiro, davanti a lei ci sono tantissimi avversari da superare, lei ci prova fino alla fine, tenta il tutto per tutto, ma alla fine arriva quarto, vede ora lei non avrà avuto nessun premio fatto d'oro, argento o bronzo, ma ha comunque la sua vittoria, ha comunque il suo premio fatto di orgoglio, lei è orgoglioso, lo è perché è arrivato al traguardo, è riuscito comunque ad ottenere un obbiettivo, anche se quell'obbiettivo non è riuscito a completarlo fino in fondo, comunque ne ha completato una buona parte e di questo lei deve essere fiero".

Resto li ad ascoltare il suo ragionamento, non ha tutti i torti, l'importante è arrivare "Per vincere c'è sempre tempo, è questo che intende lei?" "Certo, lei non la pensa così?" "Ora si".

Ad un tratto una voce disturba di nuovo "Il numero 91, ripeto il numero 91 grazie",

"Beh sembra proprio che dobbiamo salutarci"

"Sembra proprio così"

"Ci vediamo................"

"Ciao .................................", le rispondo.

Passano alcuni minuti, all'incirca 10 e sento di nuovo la voce che chiama un numero "Il numero 92 è atteso all'entrata, ripeto il numero 92 grazie", mi alzo e mi dirigo verso l'entrata. Entro e vedo una donna che incomincia a domandarmi:

"Nome?"

"......................"

"Cognome?"

"......................"

"Professione?"

"......................"

"Cosa vorrebbe fare nella vita?"

"Beh mi piacerebbe fare ......................"

"Bene può andare arrivederci"

"Grazie".

Mi avvio, all'improvviso mi sento trasformare, incomincio a piangere, vedo un uomo con una maschera sulla bocca e una specie di copricapo, mi ha in braccio. Ora, si ora mi sta dando ad una persona. Ed infine la vedo, colei che avevo incontrato poco tempo prima in quella sala d'attesa, mi sta sorridendo, e questo mi fa smettere di piangere facendomi sorridere. "Ciao Tom" mi dice lei.