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Autore: Lady Alice    10/03/2007    3 recensioni
La mia prima fanfiction sul mio amore Draco... siate clementi, vi prego... e recensitela in tanti
Genere: Fantasy, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DALLA PARTE DEI CATTIVI

"Alice?"

"Un attimo!"

"Alice! Ti muovi a scendere?!"

"Sì, arrivo!"

Ed eccoci qui, finalmente il momento è arrivato. Finisco di vestirmi, infilo la maglietta, acchiappo al volo Eris, la mia gatta e scendo le scale. Vedo che davanti all’ingresso è già stato portato il mio baule.

Arrivo nel salone da pranzo per fare colazione e trovo mia madre seduta a capotavola.

"Alice... vorrei che questo momento non fosse mai arrivato... la morte di tuo nonno è stata una tragedia, ma nel suo testamento esprimeva chiaramente che tu frequentassi Hogwarts dopo la sua dipartita, per cui frequenterai i corsi del settimo anno e conseguirai il M.A.G.O. ."

"Quindi sarò in corso con Harry Potter?"

"Sì, qualche problema?"

"No, è solo che so che era il pupillo del nonno e..."

"Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Adesso finisci di mangiare e preparati che andiamo; abbiamo un treno che ci aspetta!"

"Sì..."

Mezz’ora dopo arriviamo alla stazione. Davanti allo spazio fra il binario 9 e il numero 10 ci salutiamo.

"Sicura che non vuoi che ti accompagni?"

"No, te l’ho gia detto mamma. E poi anche volendo non potresti; devo ricordarti che i Maghinò non possono attraversare i confini del mondo magico?"

"Va bene, allora ci salutiamo qui... ciao piccolina mia, mi mancherai."

"Anche tu mamma."

Non è affatto vero, penso mentre mi avvio verso la barriera.

Un secondo dopo sono davanti al binario nove e tre quarti e vedo davanti a me un’infinità di famiglie con figli di differenti età che si salutano affettuosamente. Li sorpasso, totalmente indifferente ai loro gesti d’affetto e salgo sul vagone. Trovo uno scompartimento vuoto e mi infilo dentro. Aspetto impaziente che il treno si muova, ma non succede niente nel quarto d’ora che segue.

Improvvisamente la porta dello scompartimento si apre e compare il viso di un ragazzo splendido.

"Ah, pensavo che fosse vuoto, scusa..." e fa per sistemarsi i capelli, scoprendo una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte.

"No, guarda, tanto c’è spazio, se vuoi siediti pure."

"Grazie... oh, a proposito, non ci siamo ancora presentati... io sono Harry, Harry Potter."

"Ah... io... scusa, non..."

"Non importa, ormai ci sono abituato."

"Comunque io sono Alice."

"Piacere. Sei del primo anno?"

"No, questo che inizio è il settimo."

"Come, scusa? Non ti ho mai vista prima di adesso, e non passi di certo inosservata!"

"Cosa?"

"No, scusa, non volevo... io intendevo... cioè, sai..."

"Lo so, scherzavo."

"E allora, come mai già al settimo?"

"Ho studiato in casa fino ad ora, mio nonno provvedeva alla mia istruzione."

"Interessante, non sapevo che si potesse fare anche così... bene, mi sa proprio che resterò a farti compagnia; Ron ed Hermione sono nel vagone dei Prefetti e io sono da solo."

Nel frattempo il treno è partito. Le ore passano veloci, verso mezzogiorno passa una signora con le cibarie, e sia io che Harry acquistiamo ogni cosa. Durante il viaggio parliamo molto del più e del meno, ma quando tento di chiedergli qualcosa riguardo ad Hogwarts diventa taciturno. Verso le due del pomeriggio il treno si ferma ad una stazione.

"Ehi, ma cosa succede? Gli anni scorsi non c’erano fermate durante il tragitto!" dice Harry un po’ preoccupato.

Apriamo la porta per vedere cosa succede nel corridoio, appena in tempo per vedere passare una persona avvolta in un mantello nero lungo fino ai piedi, incatenata ai polsi, scortata da due maghi con le bacchette puntate contro di lui.

Quando mi passano accanto sento uno strano brivido lungo la schiena, mi volto per controllare se c’è qualche finestrino aperto, ma è tutto chiuso. Rientriamo nello scompartimento un po’ confusi, ma poi ritorniamo a parlare come prima. Durante il discorso tiro fuori la mia bacchetta e inizio a lucidarla.

"Uau, è magnifica, non ne ho mai viste di così belle! è di Ollivander?"

"No, è di un artigiano francese. Penso che sia l’unica della sua specie: ebano e sangue di basilisco."

"Che strano... non sapevo che si potessero usare anche quei materiali."

"E invece... tieni, provala pure."

La agita facendo scaturire dalla punta delle spirali verdi.

"Complimenti, è una bacchetta di classe."

"Grazie."

Nel frattempo il tempo fuori è cambiato; si sta facendo buio. Indossiamo le uniformi dieci minuti prima che il treno si fermi.

"Adesso vieni con me, ti voglio presentare i miei amici..."

"No, scusa Harry ma non posso, devo aspettare una persona al molo, ma ci vediamo alla cena, va bene?"

"Ok, ci conto."

Aspetto che siano scesi tutti, poi mi dirigo sulla riva del lago. Eris è stranamente nervosa, per evitare che finisca in acqua la prendo in braccio e lei inizia subito a fare le fusa. Poco dopo vedo che stanno trasportando fuori anche la persona che era salita sul treno a metà viaggio. I due maghi che lo scortano non abbassano un secondo la bacchetta, sempre puntata verso di lui.

In lontananza una luce si stacca dal castello e inizia a scorrere sulla superficie del lago. Quando si trova a circa tre metri dalla riva distinguo una figura familiare: alta e magra, i capelli raccolti in una crocchia severa, il volto solcato dalle rughe, un mantello in fantasia scozzese. Inizia a piovere e tiro su il cappuccio del mantello. La professoressa McGranitt mi fa cenno di avvicinarmi e io trascino dietro di me il baule. Salgo sulla barca e vengo aiutata da Gazza a sistemare il mio bagaglio. Assieme a noi prendono posto anche i tre che aspettavano con me. In circa dieci minuti arriviamo al castello, io non vedo l’ora di entrare ad Hogwarts, finalmente il momento è arrivato.

"Signorina Silente, benvenuta ad Hogwarts. Potrai assistere alla cerimonia a breve. Vorrei che tenessi un breve discorso, e mi raccomando, non pensare che riceverai un trattamento migliore rispetto che ai tuoi compagni; anche se sarai trattata comunque con un attimino in più di riguardo, almeno per i primi tempi. Ti avviso, potresti avere un piccolo shock questa sera; ma eccoci arrivati. Gazza, per favore, ci pensi tu al bagaglio della signorina? Voi due, seguitemi, e cercate di passare inosservati." dice, rivolta ai due maghi. Entrando passiamo dal cortile, e io intravedo un monumento bianco proprio al centro. Circa un centinaio di mazzi di fiori sono deposti ai suoi piedi, e come mi dice la McGranitt, si tratta della tomba di mio nonno. Dietro di me vedo l’ammantato che si ferma davanti alla tomba come impietrito. I due maghi iniziano a spintonarlo per farlo andare avanti e lui riprende a camminare a testa bassa.

Entriamo nel castello e arriviamo nella sala grande. La folla seduta ai tavoli si zittisce di colpo all’ingresso della nuova preside. Prendiamo posto al tavolo dei professori, e assistiamo allo smistamento dei primini. Saluto Harry che si sta sbracciando dal tavolo di Grifondoro da due minuti, poi la McGranitt dice che deve dare due notizie. Si alza e raggiunge il leggio. La sua voce parte amplificata.

"Cari ragazzi, l’estate scorsa abbiamo subito una perdita enorme, la scomparsa del nostro compianto preside Albus Silente ha lasciato un vuoto incolmabile..." si ferma un secondo per calmare il tremito della voce, poi riprende più sicura. Vedo che davanti a me molti ragazzi e ragazze hanno le lacrime agli occhi. Vicino ad Harry intravedo una ragazza dai capelli crespi che piange come una fontana, consolata da un ragazzo dai capelli rosso fuoco. Devono essere Ron ed Hermione.

Intanto la McGranitt ha ripreso a parlare, annunciando che pur essendo la nuova preside continuerà ad essere la Capocasa di Grifondoro.

"Ma adesso veniamo alla prima novità. Forse non sapete che Albus Silente aveva una figlia, nata Maganò. Una volta sposata, la bambina che nacque venne riconosciuta strega a tutti gli effetti, e quella bambina, che oggi ha quasi diciassette anni è qui con noi per frequentare l’ultimo anno di scuola insieme a voi ragazzi. Ma adesso lasciate che ve la presenti; questa è Alice Silente. Alice , se non ti dispiace, vorrei che ti accomodassi su quello sgabello per essere Smistata."

Obbedisco, dirigendomi verso lo sgabello. Mi mettono in testa quello straccetto unto e bisunto, tutto rattoppato, e la prima cosa che penso è che provvederò personalmente a distruggerlo completamente se mi lascia qualche traccia di sporco sui capelli.

"Bene, bene, bene. La nipote di Silente. Vediamo, dove possiamo metterti? Di certo con il tuo caratterino non saresti ben accetta né a Tassorosso e né a Corvonero. Sai cosa rimangono, vero? Le due eterne rivali, Serpeverde e Grifondoro. Ma io dove ti metto? Aspetta, un’illuminazione, ci sono! GRIFONDORO!"

L’ultima frase è stata urlata a tutta la sala, e scoppia un boato di festa dal tavolo di Harry. Mi alzo per raggiungere il tavolo e prendo posto in mezzo ad Harry ed Hermione, alla quale vengo presentata circa nu secondo dopo, seguita da Ron, Ginny, Dean e tutti gli altri.

Quando il rumore si calma un po’ la professoressa riprende a parlare.

"Bene, adesso veniamo alla seconda novità. Prima di incominciare, devo ordinare a tutti di mantenere il massimo controllo sulle vostre reazioni, e che qualunque azione mossa ai danni della persona in questione verrà punita con l’espulsione immediata.

Come purtroppo sapete, due persone sono state accusate dell’attentato ad Hogwarts di quest’estate: Severus Piton, attualmente latitante e Draco Malfoy.

Quest’ultimo è stato ritrovato nel suo castello in stato di incoscienza due giorni dopo la fine della scuola. La madre, Narcissa Malfoy è stata trovata morta accanto a lui. Draco è stato trasportato ad Azkaban fino al giorno del suo processo. Lì, un auror, tale Malocchio Moody ha riconosciuto che lo studente era sotto l’influenza della Maledizione Imperius ed ha provveduto al controincantesimo. Il giudice del Wizengamot ha condannato Draco a passare il resto dell’estate ad Azkaban..."

"Ben gli sta," mi sussurra Harry all’orecchio "spero proprio che adesso sia stato condannato a morte!"

"Aspetta, vediamo cosa dice la McGranitt" interviene Hermione.

"Il resto della pena di Draco Malfoy verrà scontata qui ad Hogwarts, dove completerà i suoi studi e... SILENZIO!"

Nessuno sembra sentire i rimproveri della professoressa. Harry, appresa la notizia ha urlato "no" così forte che si sono girati dal tavolo di Serpeverde dall’altra parte della stanza, e poi tutti hanno iniziato a parlare fra di loro.

L’urlo di tutti gli insegnati riuniti fa cessare di colpo il rumore. Sembrano tutti pietrificati, adesso.

"Zitti tutti, il prossimo che parla viene espulso all’istante. Come stavo dicendo, Draco Malfoy riprenderà a frequentare le lezioni. E adesso se permettete vorrei chiamare Alice per due parole; dopodiché potrete iniziare il banchetto. Auguri di buon anno scolastico a tutti!"

"Oh, certo, sarà proprio un bell’anno, con un assassino in circolazione..."

"Harry, per favore, taci."

"Ma Alice, ha ucciso Silente, ha ucciso tuo nonno!"

"Sì, ma questo non vuol dire che non gli si debba dare un’altra possibilità!"

"Come si vede che sei nuova di qui!"

Mi alzo e raggiungo il palco dei professori. Mi metto davanti al leggio e inizio a parlare, prima incerta, poi sempre più sicura.

"Beh, innanzitutto ciao a tutti... cosa dire... ah, sì, ho sempre vissuto a Londra e ho studiato in casa, durante l’estate mio nonno veniva a prendermi e andavamo in vacanza in giro per il mondo, e in quel periodo mi faceva esercitare. In tre mesi facevo il vostro lavoro di un anno e... beh, come mai mi guardate così? Oh, ma certo, voi volete sentirmi dire quanto senta la mancanza del grande Albus Silente mentre piango disperata... beh, mi dispiace ma non è così. Ho sofferto moltissimo per la sua perdita, questo è certo, ma ho ripreso a vivere. Un’altra cosa, e badate che questa non è una minaccia, è una promessa; il primo che oserà danneggiare Malfoy farà i conti con me." mi fermo un secondo, aspettando la reazione della folla, che puntualmente esplode in un unico grido: ha ucciso tuo nonno e tu lo difendi? Muoviti ad aprire gli occhi, prima di finire male!

"Bene, se avete finito lasciatemi dire una cosa: è stato giudicato innocente da una corte intera, composta dai migliori maghi del mondo. Ora, va bene che Voldemort e i suoi seguaci sono furbi, ma nessuno è perfetto e commette sempre qualche sbaglio. Liberissimi di non crederci, ma se non fosse vero Harry Potter non sarebbe vivo... e neanch’io. Volete sapere perché non ho frequentato Hogwarts? Perché mio nonno ha deciso che era meglio così per la mia sicurezza. Essendo nello stesso corso di Harry, poi, Lord Voldemort sarebbe stato troppo allettato dal prendere due piccioni con una fava, e non avrebbe aspettato un momento a distruggere Hogwarts pur di averci entrambi. Sì. Perché anch’io ho avuto un paio di incontri con Lui da piccola... avevo tre mesi quando sono stata rapita dai Mangiamorte. Sono stata usata come sacrificio per renderlo del tutto invulnerabile, ma hanno visto che non andavo bene, non da sola, perciò hanno mandato a prendere anche Harry, che aveva otto mesi allora. Quella notte Lord Voldemort ha cessato di esistere, o almeno così credevamo. Tuttavia non sono uscita illesa da quest’avventura. Sono stata Marchiata a fuoco, e aspetto da un momento all’altro che Voldemort mi venga a prendere. Ecco perché Albus mi ha voluto qui ad Hogwarts, perchè potessi essere più al sicuro. Comunque, adesso capite perché ho deciso di fidarmi di Draco? No? Oh, mio Dio, ma siete proprio stanchi! Allora, facciamo così, vi basti sapere che io mi fido di lui e che spero che voi facciate altrettanto. E dai, non vi sto chiedendo di trattarlo come il vostro migliore amico, ma neanche come se fosse un insetto immondo! Lasciatelo in pace e basta, ve ne prego. Sappiate che mio nonno lo sapeva, sapeva che Draco non stava agendo nel pieno delle sue facoltà, e come Harry potrà confermarvi, ha sfidato Draco ad ucciderlo, e lui non ci è riuscito. Vero?"

Mi volto a guardarlo, e vedo che lui, anche se controvoglia annuisce.

"Bene, adesso so che passerò per quella che se la tira ed è antipatica, ma ormai ci sono abituata, perciò non sprecate tempo ad organizzare scherzi, tanto non mi vedrete mai in lacrime. Un’ultima cosa: molto probabilmente quest’anno accadranno molte cose orribili, una fra le quali potrebbe essere la mia morte. Abbiate coraggio, non perdete tempo a mettervi uno contro l’altro, cercate di vivere le giornate in modo attivo, impegnandovi al massimo. Se come l’anno scorso Hogwarts venisse attaccata, vorrei vedere tutti schierati. Ho finito, vi lascio al banchetto."

Mentre scendo dal palco sento un rumore strano, come se qualcuno stesse tentando di schiacciare una zanzara con le mani. Ci metto un po’ a capire che si tratta di un applauso, seguito da quelli di tutta la sala. Accenno una riverenza, poi ritorno al mio posto.

"Brava, Alice, sei forte!"

"Alice... non lo sapevo, mi dispiace."

"Non ti preoccupare, Harry."

Finiamo di mangiare, poi lascio andare avanti tutte le case, rimanendo da sola con la McGranitt e Draco, ancora avvolto nel mantello.

Aspetto che si alzi per andare a chiamare Gazza e corro davanti a lui.

"Draco... mi senti?"

Niente, non si muove.

"Draco, per favore, ti devo parlare, è importante."

"Non ti voglio ascoltare. Grazie ma per oggi mi hai già compatito abbastanza."

"Oh, scusa se volevo..."

"Ma volevi cosa? Ti ho già detto che non ho bisogno di te!"

"Sei..." prima che io possa finire la frase si alza in piedi lasciando cadere il mantello e mi stringe il polso con una forza incredibile. Sento l’osso che inizia a scricchiolare, è sul punto di rompersi e fa un male cane.

"Io e te non abbiamo niente da dividere, non voglio che tu ti intrometta nella mia vita, non tentare di imitare tuo nonno."

"Sei solo uno stupido. Non ti permettere mai più di paragonarmi a mio nonno, chiaro? Se mi sono abbassata a parlare con te è solo perché voglio la verità. Se hai ascoltato quello che ho detto prima, saprai che sono stata marchiata da Lord Voldemort. I marchi sono due: il marchio nero, che è proprio sul punto dove stai stringendo tu, ed una frase: dalla parte del male. Solo tu lo sai, ho sempre nascosto tutto questo alla mia famiglia. Se ho deciso di rivelartelo è perché so che tu hai la seconda parte della frase marchiata da qualche parte sul corpo. E adesso, se non ti dispiace, vorrei che tu mi restituissi la mano, sai, potrebbe servirmi domani a lezione."

Rimane un attimo senza parole, spiazzato, poi riacquista il suo sangue freddo.

"Quindi tu..."

"No, non è il momento per parlarne.".

"E quando allora?"

"Oh, e poi ero io quella che voleva intromettersi nella tua vita, eh?"

"Ok, scusa, è solo che ho dovuto imparare a non fidarmi di nessuno...".

"Benvenuto nel mio mondo. Lo so che hai sofferto molto, ma devi ricominciare a vivere. Hai il mio appoggio, sappilo."

"Grazie, penso che sarai l’unica..."

"Un’ultima cosa, io sono un Prefetto, e anche tu, se la McGranitt ti rilascia il permesso. Appena lo ottieni fammelo sapere. Penso che il bagno dei prefetti sarebbe un posto perfetto per incontrarsi, almeno saremmo al riparo da occhi indiscreti."

"Lo penso anch’io. Buonanotte."

"Notte."

Mi avvio verso la scala quasi di corsa, e mi appoggio contro il muro, ansimando. Cosa diavolo mi sta succedendo? Guardo il polso destro, sul quale riluce il marchio nero in miniatura; per ora silente. Non riesco a capire cosa mi stia accadendo. Prima, quando Draco ha parlato ho sentito un brivido d’eccitazione lungo la schiena... non posso cadergli davanti in quella maniera, non posso innamorarmi di lui...

Probabilmente è solo la stanchezza, non ho la mia solita fermezza. Mi fermo per rimproverare due ragazzini in giro per il corridoio, poi tiro dritto verso la Sala comune di Grifondoro.

"Sphyra."

"Accomodati pure." mi dice la Signora grassa del dipinto.

Entro e la trovo semideserta, ci sono solo dei gruppetti di primini che si scambiano le impressioni di quella loro prima serata ad Hogwarts.

Salgo in camera mia e trovo Hermione ancora sveglia ad aspettarmi.

"Era ora, ma dove ti eri cacciata?"

"Niente, la McGranitt mi voleva parlare della mia elezione a Prefetto, ed è andata per le lunghe.".

"Oh, ma sei anche tu un Prefetto? Che bello, così possiamo pattugliare insieme!"

"Oh, che gioia..."

"Ma che stupida, sarai stanca morta, vieni che ti mostro il tuo letto."

Mi infilo sotto le coperte e mi addormento letteralmente appena tocco il cuscino con la testa.

A svegliarmi, verso le tre è la persiana della finestra che sbatte contro il sostegno. Durante la notte si è alzato il vento, e una folata gelida mi pervade quando apro la finestra. Mi sporgo per afferrare l’imposta e guardo giù. Rimango impietrita da ciò che vedo. una ventina di persone che scagliano incantesimi vari verso una figura in ginocchio contro il muro.

Caccio un urlo incredibile, prima di precipitarmi giù dalle scale. In meno di un minuto sono già corsa in cortile, i capelli al vento e la bacchetta in mano.

"FERMI TUTTI! Il prossimo che alza la bacchetta è morto.". Mi piazzo davanti alla folla, tutti Tassorosso, la maggior parte dei quali è già ritornata nel castello. Rimangono solo tre persone: Ernie McMillan, io e Malfoy.

"Smettila di Schiantarlo, subito!"

"Sennò?"

"Ti dico due parole: Avada Kedavra."

"Oh, certo, vediamo se almeno tu hai il coraggio di farlo, non come il signor Malfoy quest’estate.".

"Non mi provocare.".

"Ecco, cosa ti..."

"AVADA KEDAVRA!"

Il mio urlo echeggia nel silenzio. L’onda d’urto che si crea arriva fino al lago, increspandone la superficie. L’albero al quale ho mirato è scomparso, rimane solo un mucchio di cenere. Ernie McMillan fissa sbalordito dietro di lui.

"Ma tu sei pazza, avresti potuto uccidermi veramente!"

"Sì, beh, vedi... può darsi che la prossima volta non decida all’ultimo minuto di modificare la rotta della Maledizione... ."

Ernie non ribatte niente e corre su per le scale.

Aiuto Draco ad alzarsi, poi mi faccio spiegare cos’è successo.

"Avevo appena finito di parlare con la McGranitt, che mi ha riconfermato Prefetto, stavo andando nel mio appartamento, perché mi tengono in isolamento, e poi sono saltati fuori quei dementi e mi hanno Schiantato."

"Bene, diciamo che la mia carriera da Prefetta non è iniziata nel migliore dei modi...".

"Posso darti un consiglio?"

"Sì?"

"Metti la vestaglia la prossima volta sennò prendi freddo... ah!"

"Draco, ma tu sanguini!"

"Non è niente, è solo un taglio..."

"Questo lo decido io, fammi vedere..."

Strappo la manica della tunica, scoprendo un taglio lungo e profondo, che va dal braccio a metà spalla. Sopprimo un sospiro a forza alla vista delle vene in rilievo; mi sono sempre piaciute un casino, soprattutto sui ragazzi.

"Ehi, ma questi sono tutti aspiranti macellai! Hanno cercato di strapparti il Marchio dalla carne! Se questo è solo un taglio allora io sono bionda! Vieni, dobbiamo farti vedere da Madama Chips."

"Se proprio devo..."

"Muoviti!"

Mi passa il braccio ferito intorno alla vita, appoggiandosi per non cadere, ma così facendo la camicia da notte bianca si tinge di rosso.

Raggiungiamo l’infermeria, e l’infermiera di turno quasi sviene alla vista del Marchio Nero. Sutura la ferita, dicendo che rimarrà una cicatrice, poi chiama Madama Chips per sapere se trattenerlo o meno per la notte, la quale corre a chiamare la McGranitt.

Quando arriva vuole sapere chi è stato, ma Draco dice che sono scappati prima che potesse vederli. Probabilmente teme che i Tassorosso possano rivelare che ho usato l’Avada Kedavra contro uno di loro. Io confermo la sua versione, e allora lei aggiunge che toglierà cento punti a ciascuna casa.

"Aspetti professoressa, mentre scendevo ho visto due ragazzini di Tassorosso che correvano verso la loro sede. Magari..."

"Stai dicendo che hai visto due sentinelle dei Tassorosso?"

"Credo di sì.".

"Bene, domattina farò un paio di ricerche con Gazza. Cercate di arrivare almeno fino a domattina vivi, buonanotte ragazzi." e si allontana.

"Mi spieghi una cosa?"

"Cosa c’è?"

"Perché non ti sei difeso?"

"Non mi lasciano tenere la bacchetta, hanno paura che possa nuocere a qualcuno... tu piuttosto, perché hai fatto la spia?"

"Perché se la McGranitt avesse realmente tolto tutti quei punti, domani ti avrebbero linciato."

"Hai ragione... senti, cosa ne dici se ci troviamo dopodomani nel bagno dei prefetti per discutere di quella cosa?"

"Ok, adesso vado a dormire, domani ci vediamo?"

"Abbiamo Incantesimi e Trasfigurazione in comune, perciò penso proprio di sì.".

"Allora ciao, ci vediamo domani alle 10... .".

Mentre esco guardo l’ora: già le quattro.

Ritorno in camera mia, stando attenta a non svegliare le altre, ma non riesco a prendere sonno. Rimango ferma nel letto a pensare, e mi addormento mentre osservo il mio Marchio Nero in miniatura.

"Alice?"

"Cosa c’è?"

"Alzati, è tardi."

Realizzo di colpo dove mi trovo, e salto giù dal letto in un secondo, perfettamente sveglia.

"Dai, vestiti che andiamo a fare colazione... ehi, ma cos’hai lì sul polso?"

Oh cazzo, hanno visto il marchio; penso subito. Guardo il polso, ma vedo solo un ematoma, proprio nel punto dove ieri sera Draco mi ha afferrato il polso.

"Oh... non lo so, probabilmente ho picchiato contro qualcosa senza accorgermene."

"Lascia che te lo guarisca..."

"No, ti ringrazio Hermione, ma voglio tenerlo così.".

Scendiamo nella sala comune, incrociando Hannah Abbott ed Ernie McMillan che passeggiano tenendosi per mano. Lui sbianca appena mi vede, e io non posso fare a meno di mandargli un bacio sulla punta delle dita. Prevedo che si lasceranno molto presto.

Mi siedo di fronte a Ron, che mi dice che Harry è ancora nel mondo dei sogni. Finito di fare colazione gli altri vanno in giardino, e io ritorno in camera per controllare di aver preso tutto. Da lì mi avvio direttamente verso il laboratorio di Erbologia.

La professoressa Sprite, in quanto capo della casa di Tassorosso fa di tutto per mettermi in difficoltà quella mattina, ma io riesco a rispondere correttamente a tutte le sue domande; voglio dire, cosa si aspettava dalla nipote di Silente? Per fortuna due ore passano in fretta, dopodiché andiamo verso il laboratorio di Vitious. Il professore è davvero minuscolo come mi diceva il nonno, ma ha una grinta incredibile.

È a metà dell’appello quando Draco entra in classe scusandosi per il ritardo. Lui gli dice di prendere posto nell’ultimo banco libero rimasto: di fianco a me.

Inizia la lezione spiegandoci gli incantesimi immunitari, quelli che ci permettono di prevenire e curare contusioni o ferite. Ci lascia l’ultima mezz’ora di lezione per esercitarci, ed Harry fa di tutto per coinvolgermi ed estraniare Draco, ma ad un certo punto gli do le spalle di proposito e mi dedico solo a Malfoy. Nota subito il livido violaceo sul polso e rinnova le scuse, gli dico per l’ennesima volta che non importa e poi suona la campana. Scendiamo a mangiare, poi ci prepariamo per la lezione del pomeriggio con la McGranitt.

Nell’aula di Trasfigurazione il silenzio cala non appena la McGranitt mette piede nella stanza.

"Buon pomeriggio. Come già saprete, quest’anno conseguirete il M.A.G.O. . Inutile dire che esigo la massima attenzione durante le lezioni, il massimo dell’impegno e della puntualità nelle consegne dei compiti e nelle esercitazioni. Alla fine di ogni argomento faremo una verifica pratica individuale, in modo da arrivare sufficientemente preparati agli esami di fine anno. Qualche domanda? Bene, iniziamo subito allora."

La lezione risulta molto più difficile di quanto avevo previsto. Sapevo che la McGranitt era esigente, ma così! Credo che non sarà una passeggiata come avevo previsto, ma dovrei riuscire a farcela.

All’intervallo fra un’ora e l’altra mi giro indietro per dare un’occhiata alla classe.

Vedo Pansy Parkinson letteralmente spalmata su Malfoy.

Mi offro volontaria per andare a prendere i barattoli pieni di pus di bobotubero, e "per errore" ne rovescio uno in testa alla cara Pansy.

"Ehi! Ma come ti permetti! Draco! Smettila di ridere e aiutami!"

"Oh... scusa, ho avuto un giramento di testa, scusami davvero, Pansy... lascia che ti aiuti... professoressa, la prego di scusarmi, posso accompagnarla..."

"Ma certo, vai pure Alice."

Mi volto appena per strizzare l’occhio ad Harry e agli altri, poi esco dalla classe. Aspetto che abbia finito di stressarmi sugli effetti devastanti che quell’orrido pus avrà sul suo nero perfetto, mentre resisto alla tentazione di chiuderla in quel gabinetto. Dal cubicolo a sinistra esce Mirtilla Malcontenta nella sua solita mise da vittima incompresa, e io ne approfitto per fare la sua conoscenza.

Rientriamo in classe, e l’aspetto di Pansy suscita l’ilarità di tutta la classe. L’ora finisce in fretta, e quando mi alzo dalla sedia sia Harry che Ron mi chiedono se non sto per svenire.

Mentre esco vedo Draco che indica il polso e poi compone il numero dieci con le dita. Ci metto un po’ a capire che intendeva l’orario per incontrarci domani sera. Dalle tre alle sette ci tiriamo avanti con i compiti, giochiamo a carte e io mi coccolo un po’ Eris, mentre Hermione inizia a fare progetti per un eventuale matrimonio fra la mia gatta adorata e il suo Grattastinchi. Poi arriva l’ora di cena.

Prima di scendere a mangiare andiamo a cambiarci. Io mi metto un maglione arancio e i miei adorati jeans, poi sono pronta per scendere.

"Uau, sai che stai benissimo in arancio?"

"Grazie, Ron, e poi almeno mi abbino ai tuoi capelli..."

"Dovrei ridere?"

"No, scherzavo, lo sai che ti voglio bene."

Finita la cena saluto tutti e vado a dormire per riprendermi dalla nottata di ieri.

Purtroppo non riesco a dormire bene: rifaccio dopo anni un incubo tremendo, e per tutta la giornata che segue ho una strana sensazione di inquietudine.

Subito dopo la cena preparo tutto il necessario per farmi il bagno, poi alle nove e mezzo esco dalla sala comune ed entro nel bagno. La luce della luna che entra dalla finestra illumina solo i contorni delle cose. Mi spoglio mentre aspetto che la vasca si riempia, sistemando gli asciugamani vicini al bordo. La vasca è enorme, potrebbe essere tranquillamente una piscina. Mi faccio un paio di vasche in mezzo alla schiuma; poi, quando sento la porta che si apre mi tutto sott’acqua. Lo vedo avvicinarsi al bordo e guardarsi intorno. Mi accuccio sul fondo e mi spingo in alto, uscendo fuori dall’acqua. Gli prende un mezzo infarto quando mi vede comparire dal nulla, ma poi si tuffa.

Scherziamo un po’ in acqua, schizzandoci con la schiuma, poi mi blocca contro il bordo della vasca, facendomi ruotare di fronte a lui.

"Eccoci qui..."

"Eh già."

"Allora, vediamo un po’ il tuo marchio... eccolo qui, dice solo -dalla parte del male-, poi più niente."

"Sì, ma quello lo so già, volevo vedere il tuo..."

"Oh, oh, qui le cose si fanno spinte..."

"Dai, non essere stupido."

"Ok, guarda qui."

Si gira di spalle, mostrando un marchio sulla spalla destra, che dice -al Suo fianco per sempre-."

"Ma non significa niente! Al fianco di chi dovremmo stare?"

"Non ne ho idea... magari è solo una pista per una ricerca, o magari..."

"O magari c’è una terza persona o cose del genere, non lo so... siamo ritornati al punto di prima. È inutile, non ci capisco niente."

"Senti Alice, lascia stare almeno per stanotte, eh?"

"Non ci pensiamo più?"

"No."

"Che strano, ieri sera ero io a consolare te e adesso i ruoli si capovolgono..."

"E ti dispiace?"

"No, affatto."

Nel giro di un secondo sento le sue labbra sulle mie.

All’inizio mi resta lontano, ma poi iniziamo a prendere confidenza e in breve mi ritrovo le sue braccia intorno alla vita, mentre io mi stringo a lui, le braccia intorno al collo. Rimaniamo così, abbracciati e ad occhi chiusi per non so quanto tempo; poi un rumore improvviso dietro di noi ci fa staccare di botto.

"Cos’era?"

"Niente, probabilmente era Gazza che faceva la ronda."

"Sì, ma non mi sento più sicura qui... scusa Draco, ma..."

"Va bene, ho capito. Finiamola qui per stasera." esce dall’acqua con un balzo e io mi volto per dargli il tempo di rivestirsi.

"Ti aspetto fuori, ma fai in fretta perché non vorrei ritrovarmi Gazza fra i piedi."

"Sì..."

Mi infilo la tunica nera che avevo portato ed esco fuori.

"Scusa, ma ci siamo messi d’accordo?" siamo tutti e due vestiti di nero; spero solo che nessuno ci veda, perché verremmo scambiati per Mangiamorte.

Mentre lo guardo sento un brivido sulla nuca, lui pensa che sia dovuto al freddo e mi copre con il suo mantello.

"Tienilo tu, non vorrei che ti ammalassi."

"Grazie... allora ci vediamo..."

"Sì, ci vediamo."

Faccio per entrare nella sala comune, ma lui mi prende per un braccio e mi ferma.

"Ehi, non ti sei dimenticata di darmi il bacio della buonanotte?"

"Pensavo che ne avessi avuto abbastanza per stasera..."

"Veramente mi mancava il dolce..."

Non me lo faccio ripetere; lo blocco contro il muro e mi alzo sulle punte dei piedi per baciarlo sotto il collo. Dopo un paio di secondi capisce che è troppo alto e china il capo.

"Cavolo, ma prima in acqua non eri così alto!"

"Scusa..."

"Adesso va meglio." gli sussurro a fior di labbra.

"EHI! Voi due, la smettete di baciarvi sì o no?" ci allontaniamo l’uno dall’altra, pallidi per lo spavento e ci guardiamo intorno, ma senza vedere nessuno.

"Allora, vi levate dal davanti!" pericolo scampato, era solo la Signora Grassa.

"Allora ci vediamo."

"Va bene, buonanotte."

Entro nella sala comune, pensando di trovarla vuota, invece rimango impietrita davanti alle persone che mi guardano.

"Alice... dove sei stata?"

"A... fare il bagno, perché?"

"Quel mantello... fa parte della divisa dei Mangiamorte, dove lo hai preso?" è Ron che parla, con un’espressione di autentico terrore negli occhi.

"Io... l’ho sempre avuto... ma insomma, adesso vi basta vedere un mantello nero per pensare che sia..."

"Dov’è Malfoy, Alice? Cos’è, vi siete incontrati per decidere chi uccidere stavolta?"

"Neville, ma che diavolo dici?"

"La verità, Hermione, li ho visti nel bagno dei Prefetti stanotte, in atteggiamenti tutt’altro che accademici."

"Oh, quindi eri tu il maniaco di prima."

"Non sapevo che c’era dentro gente, sono entrato e vi ho visti baciarvi."

"Magari non ero io..."

"Va bene, adesso basta!" Harry mette fine alla discussione con quell’esclamazione.

"Ne discutiamo domani con calma, va bene?"

"Va bene." dice Neville ad occhi bassi.

"Alice?"

"Se proprio devo..."

"Hermione, d’ora in poi sarai la sua ombra, voglio essere sicuro che non combini niente di male. Accetti l’incarico?"

"Certo che sì, almeno ci conosceremo meglio. È fantastico, non trovi Alice?"

"Ihu hu!"

Corro in camera mia sbattendo la porta. Mi tolgo il mantello e lo stendo sul letto. Con una smorfia di dolore alzo la manica destra, e vedo che il marchio ha assunto una colorazione più intensa. Non ci bado e mi infilo a letto. Verso le tre un dolore sordo al braccio mi sveglia. La luce che filtra dalla finestra illumina il mio braccio, sul quale spicca il Marchio. Adesso ha iniziato anche a pulsare. Verso le quattro i contorni iniziano a colorarsi di rosso. Sento una morsa allo stomaco quando mi accorgo che si tratta del mio sangue. Tento di fermare l’emorragia in ogni modo, usando anche gli Incantesimi Immunizzanti, ma continua a scendere copiosamente, goccia dopo goccia. Non riesco nemmeno più a farlo scomparire come al solito.

In preda alla disperazione scendo giù dal letto, con l’intenzione di svegliare Hermione, ma poi il buonsenso ha il sopravvento ed esco fuori alla ricerca di Draco. Non ho la minima idea di dove si trovi, e vago per mezz’ora in cerca di un’illuminazione, che arriva poco dopo passando vicino ad una porta. Riconosco la stanza delle necessità, protagonista di numerosi racconti di mio nonno. Mi fiondo dentro e chiedo un modo per trovare Draco. Mi ritrovo fra le mani un’agenda. Alla prima pagina è riportata una pianta di Hogwarts, con i nomi di ogni persona e il luogo in cui si trovano. Il resto dell’agenda è suddiviso in cinque sezioni che rappresentano le quattro case e i professori. In ognuna sono riportate tutte le persone che vi risiedono e cosa stanno facendo.

Guardo Serpeverde ma Draco non c’è, così vado su professori e lo trovo. È sotto la sala di Astronomia. Corro in quella direzione, senza per fortuna incontrare anima viva. Inizio a bussare alla sua porta, finchè lui non viene ad aprirmi ancora mezzo addormentato.

"Cosa diavolo...?"

"Aiutami, sto morendo dissanguata." Fissa la sottile striscia di sangue che mi cola dal braccio e mi afferra prima che io cada svenuta sul pavimento.

"Alice, mi senti? Cosa ti è successo? Alice, apri gli occhi!"

"Il marchio... è strano..."

"Alice, questo non è un Marchio Nero come gli altri... sembra che abbia vita propria e che voglia uscire all’esterno... aspetta, Specialis Revelio!"

Un fascio di luce parte dalla bacchetta e colpisce il mio braccio. Urlo per il dolore, ma poi il teschio parla.

"Era ora, cari i miei ragazzi..."

Sono sicura di aver già sentito quella voce, ma dove?

"Chi sei?"

"Alice, non mi riconosci? Sono io, il più..."

"Il Signore Oscuro..."

"Bravo Draco, vedo che hai spirito di osservazione."

"Senti Voldemort, mi dici cosa ci fai sul mio braccio?"

"Sei la depositaria del sesto Horcrux, Alice... quando ti rapii feci in modo che tu venissi marchiata con il Marchio Nero. È grazie a lui se sono stato così informato anche dopo la mia decaduta. Essendo in contatto con questa sesta parte d’anima, e quindi anche con Silente, ho potuto seguire tutti i suoi spostamenti... penso che ti debba ringraziare per aver taciuto la mia presenza dentro di te...."

"E allora cosa fai, aspetti che io muoia dissanguata per prendere il mio posto?"

"Oh, no, mi servite troppo voi due, almeno per ora... no, è solo che dovevo fare in modo che ti accorgessi di me; tutto qui."

"E allora resti?"

"Sì. Considerati fortunata, hai un grande potere."

"E... scusa, ma..."

"Quante domande! Mi farò vivo io quando sarà il momento, ma mi sembrava opportuno avvisarvi prima... comunque sia, sei in grado di comunicare con me in ogni momento. Sarò sempre in contatto con te e Draco."

"Sai una cosa? Non sei poi così male come dicono... mi piaci."

"Grazie, ma preferirei che d’ora in poi mi usassi un po’ più di cortesia."

"Ma certo, Lord Voldemort."

"Così va meglio... ora vi lascio, tra poco sorgerà il sole e non vorrei che la signorina Granger si svegliasse e non ti trovasse al tuo posto."

"Come dite mio Signore? Alice, cos’è successo?"

"Adesso non è il momento Draco, ne riparliamo domani, va bene? Adesso scusa ma devo proprio andare..."

Lo bacio davanti alla porta, poi ritorno ai dormitori. Per fortuna sono ancora tutti addormentati. Ormai ho perso il sonno, ma mi sdraio a letto lo stesso.

Verso le otto si svegliano anche le altre, e a colazione mi vedo costretta a dare spiegazioni a tutti quelli del settimo anno. Dico loro che non mi sono incontrata con Draco, ma vengo subito smentita da Neville. Ribatto che ci sono proprio poche ragazze ad Hogwarts che hanno i capelli castani lunghi fino alle spalle, e lui tace. Continuo dicendo loro che sono liberissimi di non credermi, ma che la verità è quella, e sono pronta a provarlo. Per fortuna tutti mi credono e facciamo pace.

I giorni trascorrono veloci, e in men che non si dica è Halloween. Per la festa di quest’anno le cose sono state preparate in pompa magna, e la sera, quando scendiamo rimaniamo a bocca aperta per le decorazioni sfavillanti e il buffet allestito ed addobbato a tema.

Nessuno si è travestito, e questo, visti tutti i miei Halloween passati a casa mi risulta un po’ strano, ma verso le undici inizia la festa. I tavoli da pranzo spariscono, per liberare la pista da ballo. Inizia a fare caldo e mi tolgo il coprispalle, rivelando la scollatura del vestito. Un paio di ragazzi di Corvonero sono talmente impegnati a contemplarmi che finiscono addosso al muro. E dire che è un abito così semplice! Nero e senza maniche, senza nessun tipo di pizzo o merletti vari.

Il primo a chiedermi di ballare è Harry, meraviglioso in camicia e pantaloni bianchi. Dopo un po’ un ragazzo di Tassorosso molto carino gli da il cambio, seguito da alcuni Serpeverde e dai ragazzi di Corvonero di prima. Mentre giro per la sala cerco di vedere Draco, ma non è sceso. Con la scusa delle scarpe strette vado a sedermi, poi, sicura che nessuno stia guardando nella mia direzione striscio su per le scale, verso la torre di astronomia. Faccio per bussare, ma la porta si apre ed esce lui, vestito completamente di nero e splendido. Lo scuro del vestito fa risaltare i suoi occhi grigi, stasera particolarmente luminosi. Mi cinge la vita con un braccio e mi stringe a sé.

Quando scendiamo insieme tutti si voltano a guardarci. Le ragazze sospirano alla vista di Draco, mentre colgo lampi di follia omicida negli occhi dei ragazzi. Solo un gruppo di Grifondoro ci guarda storto, fra i quali intravedo anche Hermione, Harry e Ron. Li ignoro volutamente e mi stringo al mio cavaliere nero durante i lenti che seguono. Lascio che le sue mani mi scorrano lungo la schiena libere, almeno finchè la McGranitt non ci fulmina con lo sguardo, allora ci distanziamo un po’. A mezzanotte da ogni angolo sbucano piccole fate che iniziano a spargere luci dappertutto, mentre le luci diventano sempre più soffuse. Iniziano a scoppiare fuochi d’artificio sul soffitto incantato della sala grande. Lo spettacolo dura un’infinità, restiamo tutti con il naso per aria a guardare, fino a che anche l’ultima scintilla si è spenta nel cielo nero pece.

"Bene, adesso però tutti a letto, domani avete la gita ad Hogsmeade."

Con questa frase la McGranitt mette fine alla festa. Guardo l’orologio: quasi le tre, poi guardo Draco.

"Ti accompagno di sopra?"

"Sì, mi fai un po’ di compagnia..."

"Il Marchio non si è ancora fatto sentire da quella sera, sai?"

"Tu hai provato a metterti in contatto con lui?"

"No, non volevo disturbarlo, sai, in fin dei conti è sempre Lord Voldemort..."

"Vero anche quello... eccoci qui, entri?"

"Certo."

Il suo appartamento; la sua camera, il salottino... mi sembra tutto meraviglioso.

Penso che se la scritta che porto sulla spalla da sedici anni corrispondesse al vero, sarei molto contenta di stare dalla parte del male di fianco a lui...

"A cosa pensi?"

"Niente di importante..."

"Tieni."

Mi porge un bicchiere di vino color sangue, dal sapore dolce e fruttato. È buonissimo, così diverso dalla bevanda aspra che ho sempre conosciuto...

"Un momento, non c’è dentro niente di strano vero? Voglio dire, non è che tra un secondo cado addormentata e tu ti approfitti di me?"

"Beh, visto che ormai hai bevuto..."

Mi si avvicina con una strana luce negli occhi, lascio scivolare una spallina, maliziosa.

"Alice, se fai così non ti garantisco che fra nove mesi saremo ancora solo in due..."

Ridiamo assieme, complici, affiatati, e per la prima volta capisco quella luce nello sguardo dei miei genitori.

In silenzio, passo dopo passo ci avviciniamo al letto. Inizia a slacciare il corsetto del vestito, ma i fili si ingarbugliano dispettosi, restii a collaborare. Nel frattempo la sua camicia giace per terra.

"Aspetta... devo andare un secondo a controllare se ho chiuso la porta..."

"E chissene..."

"Beh, non so se la McGranitt sarebbe contenta di vederci così, e nemmeno Potter, se dovesse decidere di usare quella sua cavolo di mappa..."

"Mi sa che ti conviene andare a controllare..."

Certo che è proprio un uomo... possibile che non si sia accorto che c’è la cerniera per aprire il vestito?

"Rieccomi... adesso neanche se la schiantassero riuscirebbero ad aprirla..."

Ricominciamo da dove eravamo rimasti, sdraiati sul suo letto dalle lenzuola nere.

Apro gli occhi, ma non riesco a vedere niente per un po’; almeno finchè i miei occhi non si abituano a quel buio così denso. Realizzo dove mi trovo solo quando sento la sua mano intorno alla vita. Volto la testa per guardarlo, semplicemente perfetto. Sembra un angelo, così tranquillo e riposato. Non c’è nessuna traccia della tensione che lo opprime ormai da troppo tempo. Apre gli occhi, quasi avesse percepito che lo stavo osservando.

"Sai... mi sa che avevi ragione a proposito del vino, Alice."

"Beh, ma come dicevi tu ormai avevamo bevuto... secondo te si sono accorti della mia assenza?"

"E se anche fosse?"

"Non ho voglia di sentirli fare supposizioni su cosa faccio con te..."

"Anche perché mi sembra che in quanto ad immaginazione siamo sufficientemente dotati..."

"Draco... non è successo niente stanotte, vero?"

"No, ci siamo addormentati prima."

"Grazie al cielo..."

"Possiamo sempre continuare adesso..."

"So che ti sembrerà banale come scusa, ma ho mal di testa..."

"Oh, no, la mia gattina con il mal di testa no! Mi sa che stasera abbiamo veramente esagerato con i giochi..."

"Beh, eravamo anche fuori allenamento..."

"Non ti preoccupare, recuperiamo in fretta, ma adesso a nanna, perché sennò domani non arriviamo in tempo per l’appello."

"Quindi domani ci sei anche tu?"

"Certo, scortato da quello zotico di Hagrid, ma comunque ci sarò."

"Adesso sono contenta... ti immagini se avessi dovuto sopportare la Granger per una giornata intera? Draco? Ehi, ci sei?" incredibile, si è già addormentato. Ah, no, faceva solo finta.

Mi giro verso di lui, abbracciandolo, poi ci addormentiamo. La mattina dopo, verso le sei, qualcuno bussa furiosamente alla porta. Sento Draco che si muove, poi si alza di botto per controllare chi è.

"Oh Signore, è la McGranitt... Alice, muoviti, metti una coperta sul divano, poi rimettiti a dormire sul letto."

"Ma cosa..."

"Fallo e basta!"

"Ok!"

Faccio appena in tempo a tirarmi su di nuovo le coperte che la McGranitt irrompe nella stanza.

"Malfoy, dov’è!"

"Venga professoressa, è qui."

"Mi vuole spiegare cosa ci fa qui la signorina Silente? Presumo che abbia passato qui la notte, a quanto vedo."

"Ecco, vede, in realtà eravamo saliti solo a parlare, solo che poi ha detto di non sentirsi bene, poi è svenuta sul letto, dove rimane tuttora."

"E lei, signor Malfoy dove avrebbe dormito?"

"Qui sul divano..."

Si avvicina per toccare la coperta. "è calda, perciò penso che lei mi stia dicendo la verità... quando la signorina Silente si sarà svegliata me la mandi giù per cortesia, devo parlarle di una cosa..."

"Certamente, professoressa."

Appena esce dalla camera scatto in piedi, tesa come una corda di violino.

"Secondo te cosa vuole?"

"Non ne ho idea, l’unica cosa che puoi fare è scendere e vedere da te... facciamo così, adesso scendiamo assieme, tu vai nel suo ufficio e io ti aspetto ai cancelli... comunque non credo che fosse grave, era piuttosto calma..."

"Speriamo che sia così..."

Scendo dal letto e solo in quel momento mi rendo conto che indosso solo l’intimo, usando gli incantesimi di appello recupero un paio di jeans e un maglione, oltre al cambio.

Dopo dieci minuti sono pronta, e scendiamo insieme nella sala grande.

Giro a sinistra, e percorro il corridoio fino all’ultima porta. Busso e subito una voce secca mi risponde di entrare.

"Buongiorno Alice, spero che tu abbia passato una bella serata ieri..."

"Sì, grazie, la festa era proprio bella."

"Sono contenta, adesso però le vorrei parlare di una cosa seria..."

"Mi perdoni l’interruzione, ma ci tengo a dire che Draco non ha nessuna responsabilità per quanto è successo ieri sera, io..."

"Certo, certo, ma quello viene dopo... innanzitutto mi volevo complimentare con te per come stai gestendo la tua situazione scolastica e per come ti sei inserita nel gruppo..."

"Grazie."

"Il problema è che potresti essere oggetto di screzi tra le due case di Grifondoro e Serpeverde, per il tuo rapporto con il signor Malfoy, e poi che rischi seriamente un attacco da parte dei mangiamorte. Qualche talpa all’interno del ministero ha riferito della tua presenza ad Hogwarts, perciò spero che non ti dispiaccia se ho deciso di farti scortare da Hagrid in questo giorno ad Hogsmeade."

"Professoressa, io non so come ringraziarla per tutto quello che sta facendo per me... non c’è nessun problema."

"Bene, allora il nostro colloquio si può dichiarare concluso... un’ultima cosa, apprezzo molto quello che stai facendo con il signor Malfoy, ma stai molto attenta, ricordati che il lupo perde il pelo ma non il vizio..."

"Ma..."

"Ascoltami, vi ho visti ieri sera al ballo; siete una bellissima coppia, ma Alice, per favore, stagli lontana. È pericoloso, o meglio, se dovesse venire a conoscenza di alcune informazioni che sono ancora riservate potrebbe diventarlo... limitatevi ad essere solo amici, me lo prometti?"

"Non lo so... non riesco a garantirglielo al cento per cento... va bene, cercherò di mantenere le distanze."

"Bene, allora vai e divertiti. Buona giornata."

"Anche a lei, professoressa."

E adesso cosa faccio? Come faccio a stare lontana da Draco se mi manca già dopo un quarto d’ora che non lo vedo?

Scendo con una faccia da funerale a fare colazione. Il trio Harry-Ron-Hermione mi assale appena compaio al mio posto, mi tempestano di domande, Harry soprattutto è furioso con Draco, teme che si sia approfittato di me, e minaccia seriamente di far scoppiare una rissa. Non reputo opportuno dirgli che passerò l’intera giornata con lui, anche se scortata da Hagrid.

Esco ai cancelli e do il mio nome a Gazza, che mi lascia passare con un sorriso sdentato. Mi guardo intorno, ma non vedo nessuno, poi noto un movimento dietro alla colonna a sinistra e mi dirigo in quella direzione.

"Non vale, mi hai scoperto!"

"Cosa ci vuoi fare, sono meglio dei cani da tartufo quando si tratta di te..."

"La giornata si preannuncia interessante..."

"Mi sa di no... la McGranitt mi ha praticamente ordinato di starti lontana a tutti i costi..."

"Sì, però poi ci fa stare assieme per tutta la giornata!"

"Guarda, sta arrivando Hagrid."

"Ehi, voi due, venite qui!"

"Sì, Hagrid..."

"Oh, la nipote di Silente e il giovane Malfoy... spero che le voci che girano su voi due non siano vere... tuo nonno si rivolterebbe nella tomba se lo sapesse, Alice..."

"Hagrid, ti ringrazio per il pensiero, ma ormai credo di essere in grado di decidere come agire a prescindere da come avrebbe reagito mio nonno... grazie comunque."

"Sì, io non intendevo dire... oh, ciao Harry!"

"Ciao Hagrid! Come mai anche tu in giro?"

"Ho bisogno di fare provviste, e poi devo scortare loro due."

"Ah... beh, divertitevi."

"Sicuramente... sai, potrei anche raccontargli delle tue imprese, Potter."

"Certo Malfoy, goditi la libertà finchè puoi..."

"Cosa vorresti dire, brutto..."

"Draco... Draco! Lascia perdere, è ovvio che cerca di provocarti per niente... e poi lo sanno tutti che l’invidia è una brutta cosa..."

Mentre ci avviamo verso il paese sento Draco mormorare qualcosa. Subito dopo Harry cade a terra direttamente in una pozzanghera piena di fango, mentre Draco scoppia a ridere come un deficiente. Lo mollo in mezzo alla strada per andare ad aiutare Harry a rialzarsi.

"Dai, dammi la mano, così continui a scivolare..."

"Che strano, non l’avevo proprio vista..." non mi accorgo che alza gli occhi verso Draco, che sta ancora ridendo di gusto e capisce tutto. "Dai, vai a raggiungere il tuo cavaliere nero, ti sta aspettando."

"Sì... buona giornata."

Ritorno da Draco e Hagrid, e continuiamo a camminare. Verso le nove arriviamo ad Hogsmeade, ed Hagrid ci lascia due ore di libera uscita; tanto, cosa vuoi che ci succeda?

Giriamo i pochi negozi rimasti aperti dopo gli ultimi eventi ad Hogwarts, e arrivati davanti al vecchio negozio di Zonko vediamo la nuova insegna che recita "tiri vispi Weasley, scherzi e fatture per ogni tipo di esigenze."

"Ah, il negozio dei fratelli Weasley... Alice, se vuoi entrare a fare un giro vai pure, io... beh, è meglio che non frequenti certi posti..."

"Davvero non ti dispiace?"

"No, figurati... vai pure e prenditela comoda, io ti aspetto."

"Grazie, ti adoro."

Entro nell’emporio dei Weasley e rimango a bocca aperta per tutte le cose che contiene. Trovo alcuni oggetti adatti per le mie due migliori amiche e per mia mamma, e mi avvio alla cassa, quando una strana luce cattura la mia attenzione. Mi avvicino alla vetrina vicino alla cassa e capisco che la luce viene da fuori... oh mio Dio, fuori c’è Draco.

Mi sento mancare, le mani iniziano a tremare e sbianco in volto.

"Signorina è sicura di sentirsi bene?" mi chiede il commesso.

"Io... oh no!" lascio cadere tutta la roba e i galleoni che avevo preparato per pagare la merce per terra, e corro fuori. spalancando la porta del negozio.

Caccio un urlo nel vedere come sono ridotti entrambi: Harry ha un taglio sopra il sopracciglio che sanguina copiosamente, mentre il viso di Draco è ormai una maschera di sangue. Istintivamente corro in mezzo ai due per dividerli, ma Harry non mi vede, e lancia l’ennesimo attacco a Draco, che però mi colpisce in pieno. Sento il sangue che mi si ghiaccia nelle vene, poi la vista mi si offusca e precipito nel buio totale.

È un rumore costante a svegliarmi, ma quando tento di aprire gli occhi la luce bianca mi acceca. Tento di muovere un braccio, ma il dolore esplode, fortissimo. Sento delle voci intorno a me: qualcuno che urla –si è svegliata- e qualcun altro che dice che va a chiamare un dottore. Qualcuno arriva di corsa al mio letto, e lo sento dire che è ancora troppo presto per svegliarmi, che deve intensificare la dose di sedativi. Mi sento di nuovo debolissima, e in breve ripiombo in quel buio denso e artificiale.

All’inizio non capisco se si tratti di un sogno o se sia realtà.

Mi trovo in una stanza, insieme a me c’è Draco, e davanti a noi una poltrona, sulla quale siede una figura alta e snella, che emana potere tutto intorno a sé.

Improvvisamente mi guardo la pancia e scopro di essere incinta. Si apre una porta e tre persone vengono gettate ai nostri piedi, poi la figura che prima sedeva sulla poltrona si mette dietro di noi e ci circonda le spalle in un abbraccio quasi paterno, poi ci sussurra di scegliere da chi iniziare. Io tolgo il cappuccio alla prima persona, e vedo che si tratta di Hermione Granger. Scopro il capo anche agli altri due, che si rivelano essere Harry e Ron.

La persona dietro di noi ci ordina di uccidere la babbana e il rosso, e di lasciare Potter per lui. Eseguiamo la sentenza, e alla fine davanti a noi giacciono tre corpi esanimi. Lasciamo la stanza, e quando apro la porta tutto diventa bianco.

Spalanco gli occhi di colpo, trovandomi di fronte ad una piccola folla di persone, tra le quali mia madre, la McGranitt, Hermione e Ron e tutti i suoi fratelli, e altri ragazzi di Grifondoro.

"Guardate, si è svegliata!"

"Alice, tesoro, come stai?"

"Ciao mamma, per favore, non andare in paranoia come al solito...sto bene, stai tranquilla."

"Oh, certo, sto tranquilla dopo che mia figlia si è fatta sei giorni di coma e dopo che è quasi morta dissanguata. Sono molto tranquilla Alice!"

"Mamma..."

"Alice, ascolta, quando sei stata colpita dalla Crucio quel giorno ad Hogsmeade..."

"Harry, è stato Harry..."

"Cosa? Dai, sii seria, non può essere stato lui..." dice Ron.

"Professoressa McGranitt, dove sono?"

"Ti trovi al San Mungo."

"E Draco ed Harry? Anche loro?"

"Aspetta un momento, signori, vi pregherei di uscire tutti dalla stanza, devo parlare con Alice un secondo."

Aspetta che escano tutti dalla stanza, poi mi si avvicina con l’aria affranta e inizia a parlare.

"Vedi, Alice... quando sei stata colpita Draco è come impazzito, ha iniziato a scagliare maledizioni proibite contro Harry, che ha risposto a sua volta. Sono stati fermati appena prima che scagliassero l’Avada Kedavra l’uno contro l’altro. La situazione è grave per entrambi, ma se vuoi puoi andarli a vedere, tua madre sarebbe felice di..."

"No, non se ne parla nemmeno, ci vado da sola, basta che mi indichiate la strada."

"Ma nelle tue condizioni..."

"Sono perfettamente in grado di camminare, non si preoccupi." e mi alzo dal letto con aria di sfida. Per fortuna le gambe mi reggono, e muovo alcuni passi verso la porta. La apro e mi trovo davanti una barriera umana.

"Alice, tesoro, non puoi ancora..."

"Mamma, lasciami passare."

"Ma Alice..."

"HO DETTO LASCIAMI PASSARE!"

Tutti si appiattiscono contro il muro, spaventati dalla mia reazione, e io passo in mezzo, diretta alla stanza 611.

Quando entro la trovo immersa nella penombra. Vedo Draco steso sul letto a sinistra, e mi avvicino in quella direzione. Mi appoggio sul materasso e inizio a parlargli, nella speranza che lui mi possa sentire. Non è rimasta traccia degli attacchi subiti sul suo viso, ma è evidente che soffre. L’infermiere mi ha detto che ormai è fuori pericolo, ma che deve riuscire a svegliarsi da solo. Guardo il letto di fianco sul quale riposa Harry. È messo peggio di Draco per il semplice motivo che, nel tempo che impiegava per sferrare un incantesimo, Draco ne aveva già mandati due a segno.

Ricordo il dolore provato quando la maledizione mi ha colpito, della ferocia con cui era stata chiamata. Mi giro, e in quel momento capisco che nonostante tutto quello che mi ha fatto non riesco ad odiarlo. L’infermiere di turno mi avvisa che il mio turno è scaduto, e che devo andarmene. Mentre esco intravedo una persona vestita di nero che chiede di poter entrare. L’infermiere sta tentando di impedirglielo, allora lui inizia ad urlare.

"Ma sono suo padre! Ho diritto di vedere Draco!" mi giro di colpo e mi avvicino ai due.

"Mi scusi, è il signor Malfoy?"

"Sì, e lei chi è, l’ennesima giornalista giovane e bella che vuole l’intervista del Mangiamorte?"

"No, sono la ragazza di suo figlio... lasci che mi presenti: Alice Silente."

"Lucius Malfoy, piacere mio... ho sentito bene, sei la ragazza di Draco... beh, ha buon gusto, ma saresti così gentile da spiegarmi cosa l’ha ridotto così?"

"è sicuro di volerlo sapere?"

"Assolutamente."

"è successo ad Hogsmeade... io... io non so come sia cominciata, so solo che quando sono uscita da Zonko ho visto Draco ed Harry che si lanciavano maledizioni addosso. Quando ho tentato di intervenire Harry ha scagliato la Crucio e ha colpito me, solo che quando sono caduta mi sono ferita, e Draco ha pensato che Harry mi avesse uccisa, e ha iniziato ad usare le maledizioni senza ritorno. Li hanno fermati poco dopo, quando entrambi avevano invocato l’Avada Kedavra."

"Quindi mio figlio è ridotto così per colpa di Potter..."

"Lucius, la prego, non faccia gesti inconsulti, è in gioco la vita di Draco..."

"Sì, sì, non sopporterei di perdere anche lui... non dopo la morte di Narcissa... sai, mi sembra di rivederci da giovani, quella volta che io mi ero infortunato e lei aveva passato tre giorni senza dormire a vegliarmi... promettimi una cosa, Alice, promettimi che avrai cura di lui..."

"Sì, ha la mia parola..." leggo il nome sulla targhetta dell’infermiere e poi riprendo a parlare. "Tom, per favore, fai entrare il signor Malfoy, vuole vedere suo figlio..."

"E va bene, come vuole lei, signorina..."

Ritorno al mio reparto, e vedo che tutti se ne sono andati. Dopo essermi fatta servire la cena chiudo la porta e mi metto a dormire.

A svegliarmi è una carezza sul viso. Spalanco subito gli occhi, pensando a Draco, ma mi trovo di fronte l’infermiere di prima, Tom.

"Cosa diavolo ci fai qui, brutto maniaco, porco, schifido..."

"Ehi, calma Alice, verifica sempre con chi stai parlando, potresti sbagliarti, perché io non sono Tom l’infermiere, ma..."

"Tom Ridde, alias Lord Voldemort, dico bene?"

"Esatto."

"E a cosa esattamente devo la Sua visita, mio Signore?"

"Sono qui per Draco... ti ho mentito quando ho detto che ormai era fuori pericolo, Alice... è molto grave. Era talmente impegnato a distruggere il suo avversario, colui che ti aveva ferita, che non ha badato a proteggere sé stesso. Questa notte io e te lo salveremo, ma tu dovrai pagare un tributo... dimmi, cosa saresti disposta a fare per lui?"

"Cosa intendete dire? Vi avviso, con tutto il rispetto, che se avete intenzione di farmi diventare una bambola al vostro servizio, mi prenderò la libertà di mandarvi a quel paese immediatamente."

"Oh, no, non intendevo questo... diciamo che vorrei che tu generassi il mio erede."

"Cosa?"

"Non mi fraintendere, il padre sarebbe in ogni caso Draco, ma questa notte farò in modo che un pezzetto di me entri a far parte del suo corpo."

"Un altro Horcrux?"

"Non esattamente, diciamo... hai presente quando ho tentato di uccidere Potter?"

"Sì... mi hanno detto che ha assorbito parte dei suoi poteri..."

"Ecco, diciamo che questa sera tenterò di fare lo stesso con lui... però c’è bisogno anche di te. Non ho mai tentato un risveglio di questo tipo, ma sono sicuro che funzionerà."

"Cosa dovrei fare?"

"Devi concentrarti su di lui, evocare tutti i vostri ricordi, e desiderare con tutta te stessa che si salvi."

"Sì, ma non è che poi muoio?"

"No, non ti preoccupare."

"Bene, allora iniziamo. Pronta?"

"Lo spero..."

Ok, ok adesso stai calma, dico fra me e me, fai un bel respiro, chiudi gli occhi e pensa... pensa al vostro primo incontro, a come ti sei sentita quando lo hai visto salire sul treno... poi vai alla prima volta che hai sentito la sua voce, a quel primo contatto violento, al bacio, o meglio ai baci nella vasca dei Prefetti, al ballo di Halloween, a come ti sei sentita quando ti sei svegliata fra le sue braccia, pensa a tutti gli sguardi complici, a tutte le risate e adesso dimmi, cosa vuoi? Voglio continuare a fare ancora tutte queste cose con lui, voglio guardarlo negli occhi e dirgli quanto lo amo, che... che sarei anche pronta a passare dalla parte del male stando per sempre al suo fianco.

Spalanco gli occhi di botto, la stanza vuota e buia. Voldemort se ne è andato, siamo rimasti solo io e Draco, oltre ad Harry che ancora dorme vicino a noi, totalmente ignaro di quanto sia appena accaduto. Mi avvicino al letto, e finalmente vedo che ha riacquistato quell’aria tranquilla, non ci sono più tracce del dolore di prima. Finalmente felice ritorno a letto, e prima di chiudere gli occhi guardo il marchio nero sul mio polso, sicura che il Signore Oscuro sia in ascolto, e lo ringrazio, promettendogli che avrà schiere di eredi in futuro.

A svegliarmi è l’infermiera alle nove.

"Alice, indovina chi si è svegliato stanotte? Guarda, è venuto a trovarti in persona, salutalo... Alice... cosa ti è successo, i tuoi occhi..."

"Cosa hanno i miei occhi?"

"Hanno cambiato colore, adesso sono grigi... cosa ti è successo, che fine ha fatto quel bel verde bosco?"

"Probabilmente è stato lo stress... ma di me preoccupiamoci più tardi, ho un ospite da ricevere..."

Mi siedo di botto sul letto con un sorriso bellissimo e mi preparo ad accoglierlo, ma crollo giù di nuovo quando compare Harry seduto su una sedia a rotelle.

Non lo degno neanche di uno sguardo, e mi precipito alla 116. Lui è ancora lì fermo che dorme. Spalanco la porta e mi fermo davanti al suo letto.

"Draco, cosa aspetti a svegliarti? Su, dai, non farmi aspettare... mi manchi... come te lo devo dire che ti rivoglio indietro, eh? Mi spieghi che senso ha farmi stare qui in piedi a parlarti? Cos’è, ti diverti a vedermi ridotta così? Lo vuoi capire che non ce la faccio più senza di te? Svegliati, ti prego... Draco, dai è ora di ritornare nel mondo dei vivi..."

Mi fermo un minuto per riprendere fiato, e mi volto in direzione della porta, dando le spalle al letto di Draco.

Sospiro, ripensando al rito di ieri sera, assillata da mille dubbi; e se non avesse funzionato come volevamo? Forse non sono stata abbastanza motivata, o forse... no, non posso pensare che Lord Voldemort abbia sbagliato... no, questo non è possibile... . Sono talmente immersa nei miei pensieri che trasalisco quando sento una mano stringere la mia.

Mi giro verso di lui, e finalmente lo vedo di nuovo ad occhi aperti. Caccio un grido di gioia, e subito dopo mi ritrovo fra le sue braccia in lacrime, mentre lui mi parla.

"Sei viva... quando Potter ti ha colpita e ti ho visto cadere per terra ho pensato che avesse usato l’Avada... non mi importava più di quello che mi sarebbe successo, volevo solo fargliela pagare..."

"Davvero? Sai, ieri è venuto a trovarti tuo padre... l’ho conosciuto, e poi è venuto anche Voldemort... mi ha proposto di eseguire un risveglio... su di te... vedi , le tue condizioni erano gravissime, e lui ti ha risvegliato in cambio di..."

"Cosa, in cambio di cosa?"

"Voleva che... ha voluto a dire il vero... oh, insomma, ha voluto che accettassi di dargli un figlio."

"Come?"

"No, aspetta, non pensare male subito, il padre saresti sempre tu in ogni caso, è solo che ha trasferito una parte di sé dentro di te, non so se hai capito..."

"Quindi vuoi dire che sono diventato un Horcrux come te?"

"No, ti ha solo trasmesso una parte di lui."

"Ah... questo vuol dire che siamo vincolati per sempre e dalla parte del male?"

"Sì... un momento, non è che hai intenzione di tirarti indietro adesso?"

"Avevo una mezza idea in teoria..."

"Provaci e vedi... sai cosa mi è mancato più di tutto in questi giorni?"

"Aspetta, lasciami indovinare..."

Indovinato. Le nostre labbra si cercano, fino ad incontrarsi, e allora scoppia una dolce battaglia umida, nella quale gli unici combattenti siamo noi due.

"Aspetta, devo avvisare qualcuno..."

"Oh, dai, lascia stare, prima o poi se ne accorgeranno da soli..."

"No, dai, torno subito..."

"Alice?"

"Sì?"

"No... niente, vai, non..."

Mi avvicino a lui e gli sussurro in un orecchio "ti amo anch’io.", poi esco dalla stanza, felice come mai prima in tutta la mia vita.

Incontro un infermiere, che corre subito ad avvisare Lucius. A quanto pare è rimasto ad aspettare in sala d’attesa tutto questo tempo. Poco dopo lo vedo correre nella stanza di Draco e abbracciarlo.

Aspetto un paio di minuti prima di rientrare nella sua camera, in modo da lasciare tempo a padre e figlio di apprezzare quel tempo di nuovo insieme.

"Ed ecco qui la mia futura nuora... buongiorno Alice."

"Buongiorno Lucius."

"Draco... mi dispiace, ma io adesso devo andare, il mio permesso da Azkaban sta scadendo e devo ritornarvi in fretta... comunque ho subito una riduzione della pena, perciò adesso puoi anche scrivermi..."

"Davvero? Bene... e fra quanto uscirai papà?"

"Questo è ancora da decidere... vorrebbero che collaborassi con loro, ma non tradirei mai il mio Signore... si e fatto tardi, devo andare... arrivederci ragazzi..."

"Ciao papà..."

"Arrivederci Lucius."

Esce dalla stanza e scompare dietro l’angolo.

"Dai, non essere triste... sono sicura che lo rivedrai presto..."

"Sì, ma quanto presto? Se almeno la mamma fosse ancora..."

"Draco, Draco guardami, tuo padre mi ha fatto promettere che avrei avuto cura di te, perciò adesso cerca di alzare il sedere e di venire a fare un giro con me..."

"Sei fantastica... non so come farei senza di te..."

"Dai, adulatore, muoviti... riesci a stare in piedi?"

"Certo che sì! Dai, vieni, sicuramente la McGranitt si starà chiedendo dove sei finita... infatti, guarda che coda c’è davanti alla tua camera..."

Si girano tutti a guardarci, la McGranitt perplessa, Harry furioso e mia mamma... beh, è un pochino sconvolta.

"Buongiorno, Alice, come mai fuori dal letto così presto?"

"Buongiorno a lei professoressa. Ciao Harry... ciao mamma!"

"Alice, chi è lui?"

"Ah... sì, lui è Draco Malfoy, mamma."

"Malfoy? Ho capito bene Alice? Malfoy? Guarda caso mio padre è stato ucciso da un Malfoy!"

"Sì mamma, ma..."

"No! Taci Alice, prepara le tue cose e muoviti. Da domani ritorni a casa e ti ritiro all’istante da Hogwarts."

"Cosa?"

"Hai sentito benissimo."

"Non se ne parla."

"Alice, non farmelo ripetere di nuovo."

"Mamma, io non mi muovo da qui."

"Alice..."

"Mamma, lo vuoi capire che non voglio più stare con te? Io..." non finisco la frase, uno schiaffone mi centra la guancia sinistra. Appoggio il palmo sulla guancia; scotta.

"D’ora in poi dimenticati di avere una figlia, Grace Silente; io per te non esisto più."

"Alice, cosa diavolo dici!"

"Ha capito benissimo, professoressa. Nella vita ci si trova davanti a delle scelte nelle quali si perde qualcosa, in cambio di qualcosa di meglio... questa è una di quelle."

Sposto lo sguardo su mia madre, ora spogliata da qualsiasi sicurezza. L’unica cosa che gli rimane ora, è la consapevolezza che sua figlia ha realizzato i suoi sogni.

La guardo negli occhi, e vi leggo che lei ha sempre saputo tutto, era a conoscenza dell’esistenza del Marchio, sapeva che avrei intrapreso la strada del male, lo aveva capito prima di me, e adesso poteva solo farsi da parte, per farmi abbracciare il potere al quale bramo da sempre.

Distolgo lo sguardo, e mi rivolgo a Draco. Tento di decifrare qualcosa nel suo sguardo, ma rimane impassibile davanti al mio. Solo poco dopo, finalmente da soli, dopo che mia madre se ne è andata mi sussurra in un orecchio che è orgoglioso di me, e che non ho ragioni di dovermi pentire della mia scelta.

Il giorno dopo veniamo dimessi tutti e tre, e facciamo ritorno ad Hogwarts. Non posso fare a meno di cogliere disprezzo e disgusto sulle facce di tutti quelli che incontro.

Nello sguardo di ognuno leggo solo una frase: ti sei fatta plagiare.

Soffro inevitabilmente per quella situazione che non cambia con il passare dei giorni. Anzi, ormai non si fanno neanche più scrupolo di lasciarmi stare durante le lezioni; allora l’unica cosa che posso fare è impegnarmi al massimo, sperando di trarne un giovamento, inutilmente.

Sono la migliore della scuola, supero addirittura Hermione, ma non basta. Notte dopo notte mi domando se sia questo il prezzo da pagare per il potere. Mi chiedo se ne valga la pena, ma poi mi dico che tornare indietro sarebbe peggio, perché mi troverei vuota. Non posso nemmeno godere della compagnia di Draco, non più, perché sono sorvegliata da tutti i Grifondoro. Finalmente, una notte di dicembre ricevo un messaggio dal Signore Oscuro. Mi dice che è necessario soffrire per poter ambire al potere, in modo da godere ancora di più nel momento in cui lo so ottiene. Dice che per la prossima gita ad Hogsmeade, il 22 dicembre dobbiamo superare una prova: ci saranno dei mangiamorte pentiti quel giorno in visita ad Hogsmeade, il nostro compito è farli tacere per sempre.

Suggerisce l’ex camera dei segreti come luogo delle prove.

Quando gli dico che è stata fatta crollare accenna a dei collaboratori interni che hanno provveduto a rimetterla in sesto dopo quella notte di cinque anni fa. Gli dico che non ho possibilità di contattare Draco, e Lui mi risponde che provvederà personalmente ad avvisarlo. Finalmente felice salgo le scale e mi addormento senza neanche accorgermene. Il giorno dopo trovo un biglietto sotto il cuscino. Riconosco la calligrafia fine e affusolata di Draco, che mi comunica la data del primo incontro: domani alle tre.

Guardo il calendario appeso alla parete: è il tre di dicembre, questo vuol dire che abbiamo diciannove giorni prima di Hogsmeade. Scendo nella sala grande a fare colazione, poi mi avvio verso l’aula di Trasfigurazione. È sabato, perciò abbiamo solo mezza giornata di lezione. Approfittando del fatto che ormai stanno abbassando la guardia con me dico che vado a studiare in biblioteca e gli altri mi lasciano andare senza fare domande. Indosso il mantello di Draco, lo stesso che mi aveva prestato quella notte di settembre e attraverso il cortile già pieno di neve. Le persone che prima giocavano a palle di neve si fermano per un momento vedendomi passare, poi riprendono le loro attività come se niente fosse.

Raggiungo il bagno delle ragazze al secondo piano, saluto Mirtilla e aspetto Draco. Cinque minuti dopo arriva anche lui, e andiamo davanti al sifone con lo stemma di Serpeverde.

"Oh, non vorrete mica andare laggiù, vero?"

"Mirtilla, è necessario... ma non ti preoccupare..."

"Per favore, cercate di ritornare indietro vivi... siete gli unici che in tutti questi anni mi hanno tenuto un po’ di compagnia... io non voglio che ve ne andiate."

"Stai tranquilla, torneremo indietro."

Scivoliamo lungo il tunnel, atterrando su un vecchio mucchio di ossa. Percorriamo la galleria fino alla porta blindata. Non c’è modo di aprirla, almeno finchè non ci rendiamo conto che Draco può parlare il serpentese. Si apre, rivelando la vecchia tana del basilisco, del quale rimane solo uno scheletro colossale. Penso agli scheletri dei dinosauri dei musei, a quella vista.

"Allora, l’unica cosa che ti posso insegnare è l’utilizzo delle tre maledizioni: Cruciatus, Imperius e l’Avada Kedavra.

Quando quella notte hai usato l’Avada contro Ernie, non hai sbagliato mira, avevi mirato a lui, ma hai puntato la bacchetta in maniera sbagliata. Normalmente una persona che utilizza per la prima volta una di queste maledizioni mette in pericolo la sua stessa vita, mentre tu hai eseguito un incantesimo quasi perfetto. Non ci sarà molto da insegnarti..."

Si avvicina a me, da dietro, e mi afferra i polsi.

"Muovi il destro, così, come se stessi scagliando qualcosa lontano da te. Ecco, adesso ripeti con me: Avada..."

"...Kedavra!"

La parete davanti a noi si sgretola, e mi giro verso di lui, finendo fra le sue braccia.

"Finalmente..."

"Mi sei mancata, Alice."

"Tu di più."

Le parole lasciano posto in fretta a qualcosa di più intenso, qualcosa che ci mancava da troppo tempo.

Quando ci stacchiamo leggo nei suoi occhi il desiderio di qualcos’altro oltre ai nostri baci, qualcosa che però deve ancora aspettare da me.

"Ok, adesso che hai ricevuto il premio per l’esercizio," e si interrompe per sorridermi "passiamo alla cruciatus."

"Sì... ma su chi mi posso esercitare?"

"Oh, è presto fatto... Accio topi!" arrivano davanti a noi circa una cinquantina di esseri. Impiego un attimo di più per apprenderla, poi mi concentro sul più grosso e scaglio la maledizione. I suoi strilli echeggiano per la stanza da troppo tempo vuota. Smetto quasi subito, non riesco a sopportarlo. Dopo la cruciatus passiamo all’imperius, poi, una volta appresa anche quella mi porta davanti alla statua di Salazar Serpeverde. Mormora qualcosa che non capisco e la bocca della statua si apre.

"Ma scusa, perché..."

"Shhh, seguimi."

Percorriamo il corridoio al buio, poi l’inclinazione del percorso cambia e ci ritroviamo in salita. Alla fine ci troviamo davanti ad un vicolo cieco, faccio per dire qualcosa, ma lui apre una botola sul soffitto. Sbuchiamo in una radura in mezzo alla Foresta Proibita.

"Ecco, dovrebbe essere qui... Specialis Revelio!"

Rimango senza parole: davanti a noi è comparsa una villa grandissima, sorta così dal nulla.

"Ma..."

"Sorpresa, vero? È antichissima, la sua esistenza viene rivelata solo ai purosangue, è una variante magica dei bunker babbani... solo che questa è meglio... mio padre lo usava per incontrarsi con mia madre prima che si fidanzassero... per un po’ è stata in disuso, noi siamo i primi in trent’anni a mettervi piede. Adesso ti starai chiedendo perché ti sto mostrando tutto questo...."

"In effetti..."

"Se mi dovesse accadere qualcosa, tipo una chiamata che riguarda solo me da parte del Signore Oscuro, voglio che tu venga qui e che ci rimanga. Sarai al sicuro, non ti preoccupare."

"Ma... questo non succederà mai, vero? Stiamo solo ipotizzando che..."

"No, è molto probabile che succeda invece."

Rimaniamo per un po’ in silenzio, poi Draco propone di entrare a fare un giro, e io lo seguo. L’interno è splendido, ma adesso che so perché vi entrerò la prossima volta, non riesco ad apprezzarlo al meglio. Probabilmente Draco deve aver percepito il mio stato d’animo, perché mi abbraccia in silenzio, senza andare oltre, si limita solo a tenermi stretta a lui.

"Cosa stiamo facendo Draco? Ne vale veramente la pena?"

"Non lo so, ma ormai ci siamo impegnati, e dobbiamo tenere fede alle nostre promesse."

"Sì, non sto dicendo che voglio lasciar perdere tutto, ma siamo davvero sicuri che otterremo quello per cui ci stiamo battendo?"

"Non ti fidi più di Lord Voldemort?"

"Non lo so..."

"E di me?"

"C’è anche da chiederlo?"

"E allora fidati di me. Ti prometto che insieme riusciremo ad ottenere tutto quello che vogliamo; non avremo padroni, saremo autonomi..."

"Frena, frena, mi basta sapere che saremo sempre io e te..."

"In effetti non dispiace neanche a me..."

"Sul serio? Draco, quante ce ne sono state prima di me?"

"Un po’, ma nessuna così importante... Alice, io ti amo, ricordatelo sempre."

"Basta, altrimenti piango... quando ci rivediamo?"

"Beh, gli elementi di base li hai acquisiti... direi che un altro incontro dovrebbe bastare."

"Ok, ma tieniti libero per il ventuno."

"Perché?"

"Sorpresa... alle otto qui davanti, ok?"

Ritorniamo al castello, e quando risaliamo dal tunnel troviamo Mirtilla lì ad aspettarci. Parliamo per un po’, poi io ritorno ai dormitori di Grifondoro.

Il quindici dicembre teniamo il secondo incontro, questa volta di notte. Imparo ad evocare il Patronus, (nel mio caso si tratta di un gatto) insieme ad altri incantesimi di difesa. Mi insegna anche come scagliare l’incanto Sectumsempra, poi dichiara il mio addestramento concluso. Mi bacia davanti alla porta, poi si dilegua nel buio del corridoio.

Il ventuno dicembre, il giorno del mio diciassettesimo compleanno trovo davanti al letto una pila di regali. Il primo è da parte di mia madre, con allegata una lettera, nella quale scrive quanto le manco e quanto vorrebbe che tutto ritornasse come prima. La butto nel camino senza aprire il regalo.

Altri regali sono da parte delle mie amiche e dei parenti vari, oltre al regalo di Ron ed Hermione e a quello di Harry. Scendo a fare colazione, e trovo un gufo in piedi davanti al mio posto. Mi tende la zampa appena mi avvicino, e appena slegato il pacchetto se ne vola via. Apro la scatola nera, e rimango a bocca aperta per un paio di minuti. Le ragazze intorno a me si ammassano per vedere quell’anello meraviglioso, tempestandomi di domande riguardo al mittente del regalo. Invento la scusa del cimelio di famiglia, e solo quando tutte se ne sono andate apro il biglietto che avevo nascosto. Una sola parola scritta con quell’ormai inconfondibile calligrafia: Sorpresa!

Corro su per le scale, fino a quella porta nera, e inizio a bussare.

Apre la porta, e io gli salto in braccio, baciandolo con passione.

"Grazie..."

"Beh, non si compiono diciassette anni mica tutti i giorni, giusto?"

"Sì... senti, l’invito per stasera è ancora valido..."

"Non ti preoccupare, ci sarò."

Scendo nell’aula di pozioni per la lezione del mattino, seguita da incantesimi e difesa contro le arti oscure.

Nel pomeriggio ho trasfigurazione, e ricevo gli auguri da parte della McGranitt, seguiti dalla richiesta di un breve colloquio dopo la lezione. Aspetto che tutti gli altri escano prima di avvicinarmi alla cattedra. La professoressa inizia a parlare del fatto che ormai ho raggiunto la maggior età, e che da quel momento corro molti più rischi, nel senso che sono più esposta ai pericoli. Mi consegna una lettera, e riconosco la calligrafia del nonno.

Dopo essermi congedata dalla McGranitt strappo la busta e leggo i fogli. In breve è un invito da parte del nonno a resistere alle tentazioni e a portare sempre alto il nome della famiglia. In fondo alla busta trovo anche una collana. Quello sì che è un cimelio di famiglia, finemente lavorato e con i brillanti perfettamente cesellati.

Ritorno al dormitorio e mi preparo per la serata che mi aspetta.

Alle sei sono alla villa, e inizio a preparare la sala da pranzo e la camera da letto. Alle sette e mezza controllo che il tavolo sia a posto, poi prima di uscire controllo i capelli e il trucco. Aspetto in mezzo alla neve solo cinque minuti, perché arriva in anticipo. Fa il gentiluomo per un po’, mi porge un mazzo di fiori, e spalanco gli occhi; dopotutto non si vedono mica tutti i giorni i tulipani in pieno inverno! Entriamo e prendiamo posto davanti al camino. I due calici di vino sono già pieni, e brindiamo a noi due. Noto che è piuttosto controllato nei movimenti, come se si stesse frenando. È così per tutta la cena, cerco di resistere, ma poi sbotto e gli chiedo cosa diavolo abbia questa sera. Mi risponde che ha paura di perdere il controllo.

"E perché dovresti?"

"Insomma, davvero non lo capisci?"

"Ehm... no..."

"Alice, la vuoi capire che non mi basta più limitarmi a baciarti? Io... io ti voglio!"

"... beh...io non so cosa dire, cioè..."

"Ecco, vedi? È di questo che ho paura, non voglio farti del male, ma credimi, non riesco più a resisterti."

"So che non sembra, ma... oh Signore, non riesco a dirtelo."

"Cosa?"

Mi avvicino e gli dico che è lo stesso anche per me. È velocissimo, in un secondo mi carica sulle spalle e mi porta in camera da letto. Fingo di opporgli resistenza, e per un po’ facciamo la lotta, ma sono costretta ad arrendermi quando mi piomba addosso, sbattendomi sul letto. Lo fisso per un po’, chiedendomi se sono davvero pronta. Certo che lo sei, mi dico, dì la verità, da quanto aspettavi questo momento?

"Aspetta un secondo, devo andare a controllare una cosa..."

"Ti serve una mano?"

"No, tranquillo."

"Alice..."

Troppo tardi, sono già uscita. Prendo la borsa dalla poltrona e tiro fuori il suo contenuto, sparpagliandolo sul tappeto. Opto per il nero, e dopo essermi cambiata ritorno di sopra.

Busso alla porta, prima di calarmi il cappuccio sul viso.

"Chi è?" è furbo, sta al gioco.

"Servizio in camera!"

Spalanca la porta e sgrana gli occhi.

"Cosa c’è, sei un po’ a disagio?" gli dico aprendo un lembo del mantello e rivelando il baby doll che indosso.

"Oh, in questo momento ho in mente tutt’altro che il disagio, Alice."

Mi sa proprio che ha ragione, penso prima di finire fra le sue braccia. Mi apre il mantello e lo lascia cadere, io sono più veloce a togliergli il maglione e la cintura.

"E meno male che facevi anche la difficile stasera!"

"Non hai ancora visto niente..."

"Alice, con quanti ragazzi sei già stata?"

"Sei il primo."

Si irrigidisce di colpo, e si siede sul letto.

"Guarda che non..."

"Alice, sei sicura?"

Mi piazzo davanti a lui, le mani sui fianchi, e gli dico con chiarezza che non è affatto un problema; inoltre anche se ci fossero stati altri ragazzi prima di lui ormai non conterebbero più niente, almeno per me. Faccio per aggiungere qualcos’altro, ma mi tappa la bocca con un bacio. Mi sdraia sul letto e mi sfila la canottiera, poi mi bacia dappertutto: sulla pancia, sul collo, sulle labbra. Inizia ad armeggiare con il gancino del reggiseno, che non è proprio deciso a cedere. Dopo un breve lotta vince lui e il reggiseno sconfitto vola sul tappeto. Sento le sue mani su di me e rabbrividisco quando le sue labbra iniziano a scendere giù per il collo, sulla pelle del decolleté. Si ferma un secondo a guardarmi, allora faccio la finta timida e mi copro il seno con le mani.

"Alice... io non voglio farti del male..."

"Tu non puoi farmi del male, lo vuoi capire?"

"Se garantisci tu..." è bellissimo quando ride. Finalmente si libera anche dei pantaloni, e rimane solo una sottile barriera di stoffa fra me e lui, che non impiega molto a sparire. Mi guarda, come se aspettasse un mio segnale, un cenno, qualcosa. Gli sorrido, poi chiudo gli occhi mentre entra in me, e mi abbandono completamente a lui.

Circa mezz’ora dopo, stretta fra le sue braccia mi addormento pensando che quello sia stato il giorno più bello della mia vita.

Mi sveglio il mattino dopo all’alba. Sposto il suo braccio dal fianco, stando attenta a non svegliarlo e mi faccio la doccia prima di rivestirmi. Scendo a preparare la colazione e trasalisco quando mi abbraccia da dietro per baciarmi sul collo.

"Pensavo che dormissi ancora..."

"Mi hai svegliato quando ti sei alzata."

"Scusa, pensavo di aver fatto piano."

"No, sono io che ho il sonno leggero... grazie."

"Per cosa?"

"Per tutto, per ieri notte, per stamattina... per esistere... certe volte mi chiedo come avrei vissuto senza di te quest’anno, e non ci riesco... mi sei entrata dentro Alice."

"Veramente... beh, se non ricordo male sei tu che mi sei entrato dentro questa notte..."

"Vieni qui!"

Mi rincorre per tutta la cucina prima di riuscire a prendermi.

"Lasciami, si sta bruciando tutto!"

"Basta un reparo..."

"No! Col cavolo, è un’ora che cucino, non se ne parla nemmeno!"

Scappo via e riesco a salvare le uova dalla crematura. Alle sei e mezzo, finita la colazione ritorniamo al castello furtivi, mentre è ancora buio. Ci salutiamo davanti alla mia porta, poi ci lasciamo, raggiungendo io il dormitorio e lui la torre. Mi infilo a letto e faccio finta di dormire. Alle sette sento Hermione che inizia a svegliarsi, così mi tiro su a sedere.

"Ciao Alice! Scusa, ma quando sei salita stanotte? Sono andata a letto alle dieci, ma non ti ho vista..."

"Oh, ero in giro... non mi sono resa conto del tempo che passava, e quando ho guardato l’orologio era mezzanotte passata."

"Ah... beh, cosa ne dici, scendiamo a fare colazione?"

"Oh, no, grazie... ho un po’ di mal di stomaco e non vorrei stare male per la gita ad Hogsmeade."

"Va bene... però almeno mi accompagni? Ti devo parlare, ho bisogno di un consiglio..."

"Sì, dimmi tutto."

"No, preferirei dirtelo in privato... sai che sei strana oggi?"

"Eh?"

"Hai una luce diversa negli occhi, era tanto che non ti vedevo così felice."

"Grazie."

Scendiamo le scale ed entriamo nella sala grande. Mentre le passo la caraffa del succo lei non si trattiene più e mi urla: "Ron mi ha chiesto di metterci assieme, gli ho detto di sì e adesso siamo assieme!"

"Che bello! Sono contenta per voi."

"Anch’io!"

Ridiamo insieme, complici come amiche, fin quando nell’allungare il braccio scopro il Marchio Nero sul polso. Scatta indietro urlando, e così facendo attira su di noi l’attenzione di tutto il tavolo. Proprio in quel momento vedo Draco scendere le scale. Lo fisso impietrita, e capisce che c’è qualcosa che non va, così fa esplodere tutte le caraffe sul nostro tavolo. Ne approfitto per scagliare l’oblivon su Hermione, cancellando gli ultimi cinque minuti dalla sua memoria. Mi fingo stupita come gli altri per quanto accaduto alle brocche, e quando mi giro in cerca di Draco noto che lui è sparito. Rinnovo ad Hermione i miei auguri per lei e Ron, mentre lei mi manda un occhiata stupita; poi salgo le scale nella direzione da cui era venuto Draco. Lo trovo dietro ad una tenda.

"Grazie... non so come mai ma è venuto fuori da solo..."

"é un Suo segnale per ricordarci di quello che dobbiamo fare quest’oggi... sei pronta?"

"Spero... cavolo, è tardissimo! Dobbiamo muoverci, altrimenti quelli ci lasciano qui.

Un’ora dopo siamo ad Hogsmeade marcati stretti dalla McGranitt in persona. Ha detto che vuole evitare un incidente come quello dell’ultima volta, perciò ci scorta per gran parte della giornata. Verso le tre ci concede un po’ di tempo di libera uscita. Appena si allontana iniziamo a cercare disperatamente le nostre vittime. Le troviamo poco dopo, presentandoci come spie di Lord Voldemort. Si rendono conto delle nostre intenzioni solo all’ultimo minuto. Ne uccido due sul colpo, Draco ne falcia altri tre. Ne rimane solo uno, che mi si scaglia addosso prima che io possa reagire. Dalla sua bacchetta parte un lampo che mi colpisce la mandibola. Mi rialzo, e quando tolgo la mano dal punto dove mi ha colpita non mi stupisco di vederla piena di sangue. Draco non ci vede più, lo tortura per un’infinità con la Crucio, poi lascia che lo finisca io.

Ci allontaniamo da quel vicolo dopo aver cancellato tutte le tracce e dopo aver guarito la mia ferita. Non dice niente, si limita a stringermi a lui, prima di incamminarci verso Mielandia.

Solo dopo che siamo usciti carichi di dolci mi rivolge la parola di nuovo:

"Come ti senti?"

"Bene... pensavo peggio."

"Dai, dillo."

"Ok, lo ammetto, mi è piaciuto. È strano come ci si sente, vero?"

"Già. Senti, mi dispiace se ti ho scossa con l’ultimo che abbiamo ucciso, ma avevo paura che andasse a finire come l’altra volta, e non lo avrei tollerato di nuovo."

"Anche perché probabilmente non avresti perso solo me..."

"Cosa?"

"Beh, vedi... quando ho giurato a Voldemort che gli avrei dato un erede... non ha specificato quando... ed è probabile che dopo ieri sera..."

"Stai scherzando?"

"No!"

"Alice... vieni qui, veloce."

"Perché?"

"Ti devo dire una cosa..."

Mi solleva da terra e mi fa girare, poi quando mi rimette giù lo afferro per il collo del mantello e lo bacio.

"Ragazzi! Malfoy e Silente, non siamo in un’alcova. Staccatevi, è un ordine!"

Oh cazzo, è la McGranitt. Che figura... ritorniamo al castello ridendo come due dementi, sempre sotto lo sguardo della professoressa.

Intanto arriva Natale.

Festeggiamo noi due da soli, perché tutti gli altri sono andati dalle loro famiglie.

Io in teoria sarei dovuta andare a casa, ma poi ho saputo che Draco rimaneva ad Hogwarts, perciò... la sera di Natale festeggiamo da soli nella sua camera, in quelle lenzuola nere come la notte fuori dalla finestra. Dopo, sfiniti, ci arrampichiamo sulla torre a guardare le stelle e ci addormentiamo lì fuori, per poi risvegliarci mezzi congelati.

Circa venti giorni dopo verso l’alba, vengo svegliata da dei crampi fortissimi allo stomaco. Riesco a raggiungere il bagno, prima di vomitare l’anima. Sto male per tutto il giorno e anche per quello seguente, poi quando tre giorni dopo faccio per scendere dal letto cado a terra svenuta.

Quando mi risveglio sono in infermeria, accerchiata dalle mie compagne di stanza, tutte pallide.

"Alice, ma cos’hai?"

"Vorrei proprio saperlo... dai, adesso andate a lezione, sennò la Sprite vi interra tutte quante!"

"Va bene, ma poi facci sapere."

Il mio sorriso svanisce quando vedo la faccia di Madama Chips. Non credo che nessuno l’abbia mai vista così arrabbiata.

"Signorina Silente, credo che lei sappia benissimo il motivo per il quale lei si trova qui oggi."

"Sì... se non sbaglio sono svenuta...?"

"Non fare la spiritosa... va bene, te lo dico io, piccola incosciente: sei incinta!"

Me l’aspettavo che sarebbe successo, ma sentirselo dire così da un’infermiera infuriata è tutta un’altra cosa. Sono un po’ terrorizzata adesso, ma la cosa peggiora quando entra anche la McGranitt. Improvvisamente sento l’impulso di nascondermi sotto le coperte. Non riesco a sostenere il suo sguardo. Mi fissa gelida, sento freddo solo a guardarla.

Mi dice che è profondamente delusa da me, che non credeva che la nipote di Silente potesse comportarsi in questo modo, che potesse diffamare in quel modo il nome di un uomo così importante e saggio.

Ad un certo punto non riesco più a tenere a freno la lingua e scoppio contro la McGranitt.

"Eh no, adesso davvero basta! La volete capire che dovete smetterla di paragonarmi a mio nonno? È morto, non c’è più, e io sono stanca di dover vivere in funzione di come avrebbe agito lui, ok? Mi dispiace se in questo modo le manco di rispetto professoressa, ma veramente, io così non riesco più ad andare avanti; e tanto per rispondere a Madama Chips, ci tengo a dire che ho intenzione di tenere il bambino, anche se questo dovesse comportare la mia espulsione da Hogwarts."

"No, non verrai espulsa, ma devi dirmi il nome del padre, anche se ho già un vago sospetto riguardo la sua identità."

"Draco Malfoy."

"Silente e Malfoy? No, non è possibile, io pensavo che la signorina uscisse con Potter, non con quel..."

"Madama Chips..." le ringhio dal mio letto "mi scusi professoressa, quindi tutta la faccenda si risolve così?"

"E certo, cosa potremmo fare d’altronde? Mi sembra chiaro che tu vuoi tenere il bambino, non posso certo costringerti a rinunciarvi... ormai il danno è fatto. Però devo parlare a te e a quell’altro incosciente. Domani sera, entrambi nel mio ufficio, chiaro?"

"Certo. Grazie professoressa."

Mi saluta, poi se ne va. Nel pomeriggio mi viene a trovare Draco, e insieme decidiamo di contattare Lord Voldemort quella sera stessa, appena vengo dimessa; poi scriviamo ad entrambi i nostri genitori per informarli della mia gravidanza.

Più tardi infatti, sdraiati nel suo letto parliamo con il nostro Signore della mia gravidanza, poi ci addormentiamo. Quando mi risveglio mi trovo nel dormitorio di Grifondoro, non più nella sua camera, ma non ci penso e vado alle lezioni normalmente. Solo al pomeriggio, preoccupata vado a chiedere ai professori se sanno qualcosa di lui. Mi rispondono che oggi non era a lezione con nessuno di loro. Sbianco di colpo e inizio a tremare quando poco dopo davanti alla porta della sua camera non apre nessuno.

Uso l’Alohomora e la spalanco di colpo, trattenendo un grido quando la scopro vuota. Trovo solo un biglietto sul tavolo. Dice solo Sai dove andare. Non so fra quanto potrò tornare di nuovo, ma era necessario per salvarti. Ti amo, ti amerò per sempre, Draco.

Se vuoi contattarmi usa il gufo nero che troverai alla villa. A presto.

Corro fino al mio dormitorio e caccio due o tre cose a caso nella borsa, poi corro nel bagno delle ragazze.

"Mirtilla! Dove sei, è urgente!"

"Oh, ciao Alice, come mai qui? Non dirmelo, sei venuta a... ma perché piangi? Dai, non fare così..."

"Oh, Mirtilla... Draco se ne è andato, è andato in missione per Voldemort, capisci? Mi ha abbandonata!"

"No, non dire così. Lo sai meglio di me quello che provate l’uno nei confronti dell’altra."

"Sì, hai ragione... comunque, ho bisogno che tu mi copra. Inscena un rapimento o qualcosa del genere, ma fai in modo che mi cerchino fuori. Io sarò alla villa."

"Ma certo, non ti preoccupare... sai, vorrei tanto avere avuto una migliore amica come te ad Hogwarts..."

"Anch’io. Scusa, ma devo scappare."

"Ok... ah, guarda che tu non sai il Serpentese, ma la terza testa del serpente a sinistra apre lo stesso la porta..."

"Grazie mille... ci vediamo più avanti, e grazie ancora."

"Figurati."

Scendo dal tunnel, stando attenta a non farmi male, poi entro nella grotta e arrivo nella radura. Entro nella villa poco dopo, e scrivo subito una lettera a Draco.

Ciao... sai, volevo dirti un paio di cose... TI ODIO, DAVVERO, IN QUESTO MOMENTO VORREI CHE TU NON FOSSI MAI ESISTITO.

Ti rendi conto di cosa significhi per me rimanere senza di te per un tempo indeterminato? Spero con tutto il cuore che la missione sia di vitale importanza, perché altrimenti scatenerò un casino che neanche vi immaginate.

Comunque, sappi che sono arrivata alla villa senza problemi, e ho già preso accordi con Mirtilla per inscenare una mia scomparsa. Vorrei che la prossima lettera me la portassi tu... ma so che se hai deciso di andare è perché era necessario.

Cos’altro dire... ti aspetto, e vedi di fare anche in fretta...

Ti amo troppo per rinunciare a te, sappilo.

Vedi di tornare in fretta Alice.

Affido la missiva al gufo, guardandolo allontanarsi sempre di più, fino a scomparire del tutto.

Passo il resto della giornata rinchiusa nella piccola biblioteca a deprimermi leggendo Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta ed altre tragedie del genere.

Solo dopo le dieci mi ricordo che saremmo dovuti andare al colloquio con la McGranitt circa due ore fa. Vado a dormire, e subito alla vista della camera sento un groppo in gola, vengo assalita dai ricordi della mia, anzi della nostra prima volta. Mi siedo a gambe incrociate in mezzo al letto, e mi esercito con la bacchetta ad evocare il mio Patronus. Dopo un po’ mi raggiunge anche Eris, che si mette vicina a me, in cerca di coccole. Mi addormento poco dopo, con la gatta che fa le fusa di fianco.

Una mano mi tappa la bocca prima che io possa urlare. Tento di divincolarmi, ma il mio aggressore scaglia un Petrificus Totalis, così sono costretta a rimanere immobile.

Spalanco gli occhi nel trovarmi davanti cinque uomini vestiti di nero, con delle maschere d’argento in faccia.

"Siamo sicuri che è quella giusta?"

"C’è solo lei qui, secondo te?"

"Su, veloci allora!"

Vengo trasportata giù dalle scale, poi Smaterializzata assieme a uno di loro.

Riappariamo davanti ad una casa in rovina, mezza fatiscente, e finalmente mi liberano dall’incantesimo. Cammino insieme a loro fino all’ingresso. Lì aspettiamo che la porta si apra, poi vengo portata al suo interno. C’è una poltrona occupata da qualcuno davanti al fuoco, e il mio pensiero corre subito a Lord Voldemort,ma quando si gira mi trovo davanti un uomo sui quarant’anni, con capelli neri e unti e un lungo naso aquilino.

"Miss Silente, che piacere!"

"Piton, giusto?"

"Enchantée, mademoiselle."

"Cosa ci faccio qui?"

"Lo saprai presto. Credo che ci sia qualcuno a cui tieni questa sera..."

"Dov’è Draco?"

"Ma come siamo intelligenti!"

"E Lord Voldemort?"

Lo schiaffo mi centra in pieno viso, facendomi indietreggiare di un passo.

La porta a sinistra esplode, liberando Draco. Caccio un urlo vedendo com’è ridotto, poi mi appiattisco contro il muro per non essere travolta dalla sua furia.

"Brutto bastardo, avevi promesso che non l’avresti sfiorata! Ho accettato la prigionia in cambio della sua incolumità, ma adesso i piani cambiano."

"Sapessi che paura..."

"Crucio!" ho urlato senza pensarci, e provo un piacere inatteso nel vedere quell’uomo contorcersi ai miei piedi. Questo da il tempo a Draco di eliminare i Mangiamorte traditori presenti nella stanza.

"Alice, non finirlo, lascialo in vita, dobbiamo lasciare l’onore a Voldemort."

"Oh, uffa, perché la parte più divertente se la prendono sempre gli altri?"

"Dai, pensa alla ricompensa."

"Draco, mi sei mancato troppo..."

"Lo so, ma pensavo che avessero coinvolto solo me."

Dopo averlo legato ed immobilizzato ci Smaterializziamo al Maniero dei Malfoy, residenza attuale di Lord Voldemort.

"Draco, Alice, a cosa devo la vostra visita?"

"Mio signore... ho trovato il Traditore."

"Draco, ne sei sicuro?"

"Verificate Voi stesso.", e con un calcio nella schiena spinge Piton ai Suoi piedi.

"Complimenti; ma Alice, non era il caso che venissi anche tu, nelle tue condizioni..."

"Si da il caso che io sia stata costretta a venire, alcuni Mangiamorte mi hanno rapita dalla villa."

"Oh... beh, ormai per questa sera rimarrete al castello, venite, vi mostro la vostra camera."

Lo seguiamo su per le scale, arrivando di fronte ad una porta scolpita.

"Bene, per questa notte dovrebbe andare... buonanotte, vi lascio soli adesso."

Entriamo insieme nella camera, poi mi vado a cambiare. Quando ritorno noto subito qualcosa di strano in Draco, è più rude nei modi di fare, sembra più vecchio. Mi spinge contro il muro con forza, facendomi male ad un braccio, poi vedo i suoi capelli cambiare colore e crescere in lunghezza, fino a ritornare neri e unti.

"Cosa... Piton!"

"In persona, mia cara... sai, è stato fin troppo facile mettere sotto Imperius il tuo bel Malfoy e costringerlo ad assumere la Polisucco. Quello che hai così barbaramente torturato altri non era che il tuo amato Draco."

"Brutto schifoso, lurido..."

"Calma, adesso vedi di fare un po’ la carina con me, non vorrei farti accidentalmente perdere il figlio a cui tieni così tanto..."

"Prova anche solo a sfiorarmi e vedrai..." mentre parlo mi avvicino alla porta, e tempo un secondo esco fuori e inizio a correre. Raggiungo le segrete prima che lui mi fermi. Vedo solo un prigioniero lì sotto, l’unica persona che in questo momento dovrebbe essere al mio fianco in questo momento è incatenato al muro.

"Draco! Sono io, mi senti?"

"Alice..."

"Mi dispiace, io...Ah!"

Qualcosa mi colpisce alla schiena, facendomi cadere a terra. In un secondo è sopra di me, e sento che inizia ad armeggiare con la cerniera dei pantaloni.

A nulla servono le urla di Draco unite alle mie, e Piton mi violenta davanti a lui, impotente legato al muro.

Dopo un tempo parso interminabile si rialza e se ne va.

Rimango ferma a calmare il tremito del mio corpo, che rifiuta in ogni sua fibra la violenza appena subita.

Non so dove trovo la forza necessaria per far esplodere la serratura della cella e per strisciare di fianco a lui. Libero anche mani e piedi, poi scoppio in singhiozzi.

Quando alzo la testa vedo che anche lui è in lacrime e mi aggrappo alle sue spalle. Ricambia la stretta con altrettanta forza, poi tenta di calmarmi invano. Uso un incantesimo d’appello per recuperare la sua bacchetta, poi inizio a scusarmi per quello che involontariamente gli ho inferto questa notte con la crucio. Mi addormento poco dopo stretta fra le sue braccia e un paio d’ore dopo, perfettamente svegli, strisciamo furtivi lungo i muri, appena in tempo per vedere altri Mangiamorte corrotti sorvegliare ogni porta. Strisciamo dietro di loro e li uccidiamo spietati, senza riflettere. Uno dopo l’altro cadono morti, sotto le nostre bacchette affilate dalla magia. Arriviamo alla biblioteca e troviamo Piton addormentato sul divano.

Draco lo sveglia con un pugno in faccia che gli rompe il naso.

Scagliamo insieme la Crucio, e solo dopo essere stati sicuri che abbia sofferto abbastanza scagliamo anche l’Avada Kedavra.

Il suo corpo esanime ricade sul divano, macchiandolo di sangue. Ci guardiamo negli occhi, immobili, prima di ricordare che abbiamo il dovere di proteggere il nostro Signore. Perlustriamo ogni angolo del castello invano, poi guidati da un lamento troviamo un mangiamorte superstite. Impedisco a Draco di finirlo e tento di interrogarlo.

"Parla e la tua fine sarà meno dolorosa."

"No..."

"Avanti. Dicci dov’e il nostro Signore."

"Io... non... ad... Hog..."

"Cosa c’è ad Hogwarts?"

"Lui... ha detto che... distruggere..."

"Chi!"

"Piton..."

Indietreggio di colpo, inorridita da quello che ho appena sentito. Guardo Draco, anche lui bianco come un lenzuolo.

"Vi ha ingannati di nuovo... avete appena ucciso... il grande Voldemort... ucciso da due mocciosi come voi... peccato... peccato solo di non poterlo raccontare..."

"Ma gli Horcrux..."

"Sono stati distrutti, tutti."

"Tu non sai cosa dici! Io stessa sono un suo Horcrux!"

"No, altrimenti saresti morta... a meno che...", dice mentre leva la sua bacchetta verso di me

Non finisce la frase, Draco gli infilza la sua stessa bacchetta in gola, e l’ultimo superstite spira subito dopo.

Usiamo la magia per seppellire Lord Voldemort e per creare un mausoleo tutt’intorno. Passiamo il resto del giorno a studiare un piano d’azione.

Il giorno dopo ci mettiamo in viaggio verso Hogwarts all’alba.

"Secondo te perché non sapevano che anch’io sono un Horcrux?"

"Probabilmente Piton non lo sapeva."

"E... perché Lord Voldemort non lo ha detto per salvarsi la vita?"

"Alice... aspetti suo figlio..."

"Ma..."

"Il padre sono io, ma ricorda che quando mi ha risvegliato mi ha trasferito parte dei suoi poteri... e anche parte di sé stesso..."

"Come l’inseminazione artificiale..."

"Cosa?"

"Niente, tecnologia babbana..."

"Ah..."

"Aspetta, fermati, devo prendere una cosa." Attraverso la strada e compro una copia della Gazzetta del Profeta in edicola.

"Io non ho mai visto nessuno di così curioso... ma è mai possibile che devi sempre sapere cosa ti succede intorno?"

"Sinceramente non me ne è mai importato niente, ma volevo vedere se era successo qualcosa a scuola."

"Giusto... ehi, dammi il giornale."

"No... non serve a niente, non c’è scritto niente di..."

"Fallo decidere a me, Alice."

"No, Draco."

"Alice, ma perché stai piangendo? Cosa diavolo hai letto?"

"Non leggere... ti prego..."

"Dammi il giornale... ok, l’hai voluta tu... Accio giornale!"

"NO!"

Lo fisso immobile sfogliare le pagine, fino ad arrivare alla terza pagina, a quell’articolo intitolato Lucius Malfoy assassinato nella sua cella ad Azkaban. Movente e mandante ignoti. Lo vedo distruggere in mille pezzi quella pagina, come se volesse distruggere ogni traccia di quella terribile notizia.

Faccio per avvicinarmi ad abbracciarlo, ma lui alza un braccio per allontanarmi. Non faccio in tempo a voltarmi indietro che lui mi raggiunge e mi abbraccia, scoppiando in lacrime.

"No, ti prego, resta... non abbandonarmi anche tu..."

"Lo sai che non lo farei mai."

"In questo momento non so più niente, a parte il fatto che mi sei rimasta solo tu, e che non permetterò che ti succeda niente. Prima che ti possano sfiorare dovranno uccidermi, e anche da morto ti giuro che ti proteggerò ad ogni costo."

"Non dire così... sai che non ti possono fare niente in mia presenza."

"Alice... sposiamoci subito, almeno anche ad Hogwarts non potranno dire più niente..."

"E da chi andremmo?"

"Lascia fare a me."

Quella sera, illuminati dalla luna piena evochiamo uno spirito che sancisce la nostra unione. Alla fine della cerimonia appaiono ai nostri anulari due sottili fedi di un metallo sconosciuto, che riflette la luce in maniera strana, assumendo una colorazione nerastra.

Subito dopo facciamo ritorno al castello.

Tentiamo di entrare di nascosto ma veniamo bloccati da Gazza. Meno di un minuto dopo siamo davanti alla McGranitt, più infuriata che mai.

"Bentornati ragazzi."

"Buonasera profe..."

"COSA DIAVOLO AVETE IN MENTE VOI DUE? SI PUò SAPERE DOVE ERAVATE FINITI?"

"Noi..."

"Due giorni, siete scomparsi per due giorni!"

"Siamo..."

"Lo sapete che in questo momento..."

"CERTO CHE SE PRETENDE SPIEGAZIONI SENZA LASCIARCI PARLARE!"

"Allora avanti, signorina Silente."

"A dire il vero adesso sono Lady Malfoy, ma questo viene dopo... comunque, sappiamo dov’è Piton; siamo stati sequestrati da lui... e... il Signore Oscuro, Lord Voldemort... è caduto l’altra notte... e prima di venire qui ci siamo sposati."

"Cosa? Mi state dicendo che avete assisto alla caduta di Colui-che-non-deve-essere-nominato?"

"Sì."

"E allora? Cosa sono quelle facce tristi? Bisogna festeggiare!" fulmino Gazza con lo sguardo, poi riprendo a parlare

"C’è ancora una cosa... Piton ha intenzione di attaccare Hogwarts."

"Quando?"

"Non lo sappiamo esattamente, ma penso che dopo Azkaban verrà qui."

"Oh, sì, ho sentito... Draco, mi dispiace moltissimo per la perdita che hai subito."

"Grazie, professoressa."

"Su, entrate in fretta... non siete in punizione, ma da adesso dovete rigare dritto. Ho provveduto a fare spostare tutti i tuoi effetti personali nell’appartamento di Draco, Alice, avete l’ordine di non muovervi se non scortati da qualcuno, chiaro? Penso che dopo tuo padre, Draco e dopo tuo nonno, Alice il prossimo obiettivo di Piton siate voi due. Adesso Gazza vi accompagnerà alla Torre di Astronomia. Non muovetevi da lì, chiaro?"

"Sì professoressa."

Entriamo in silenzio nella nostra camera, poi finalmente mi decido a parlare di nuovo.

"E adesso?"

"Non lo so, Alice."

"Uffa, ma... ti rendi conto che abbiamo solo diciassette anni?"

"Sì... l’unica è finire la scuola, almeno fino a giugno siamo protetti, ma dopo... non so cosa fare."

"E se chiedessi scusa a mia madre? Potremmo andare a stare da lei."

"Sì, potrebbe essere una buona idea."

"Il problema è riuscire a convincerla..."

"Ce la possiamo fare... e poi alla vista del nipotino, magari..."

"Hm, buona idea... dai vieni qui..."

"Perché?"

"Obbedisci."

Si sdraia vicino a me, e appena capisce le mie intenzioni è sopra di me.

Passano i giorni, e un po’ perché sono inteneriti dalla mia gravidanza e un po’ perché se si mettono contro di noi due rischiano seriamente la vita, tutti i nostri compagni di classe incominciano a parlare con noi e a trattarci come amici.

La McGranitt ci ha concesso tre giorni per andare al funerale di Lucius.

Finita la funzione ci rechiamo al cimitero dietro il maniero dei Malfoy e assistiamo alla sepoltura nella monumentale tomba di famiglia.

Adesso finalmente Lucius e Narcissa sono di nuovo insieme, questa volta per sempre.

Ci rimane ancora un giorno, e decidiamo di andare da mia madre.

Ci smaterializziamo assieme, arrivando davanti a casa mia. Busso, senza ricevere una risposta, allora tiro fuori le chiavi di casa e tento di aprire la porta.

"Ma cosa diavolo... oh mio Dio, quella..."

"Alice, cosa è successo?"

"Mia mamma... ha cambiato la serratura di casa!"

"Usiamo le nostre maniere?"

"Certamente: Alohomora!"

La porta si schianta al suolo, entro in casa e la trovo seduta al tavolo.

"Cosa ci fai qui, Alice?"

"Se hai letto la lettera dovresti saperlo."

"Credo di averla buttata."

"Dai Alice, è inutile, andiamo via."

"Oh, certo, portamela via di nuovo, Malfoy."

"Lui non ti sta portando via niente, lo vuoi capire? Ero venuta per parlarne, ma visto che tu non hai la minima intenzione di ascoltarmi... comunque sappi che sei in pericolo anche tu."

"Ma Voldemort è morto!"

"Sì, ma adesso c’è Piton."

"Oh..."

"Se vuoi possiamo fare in modo di proteggerti, ti interniamo ad Hogwarts, un modo lo troviamo, ma qui non sei più sicura... e poi il bambino ha già perso un nonno..."

Il te che stava bevendo le va di traverso, e adesso ho la certezza che non abbia letto la lettera.

"Cosa? Tu incinta?"

"Beh, sì, io..."

"Fuori da casa mia."

"Cosa?"

"FUORI!"

Ce ne andiamo, e io spero con tutto il cuore che Piton la risparmi, in modo da continuare a vedermi vivere senza di lei.

"Beh, mi sa che forse era meglio telefonare..."

"Draco, per favore, non adesso..."

"Scusa... dai, vieni qui, ritorniamo ad Hogwarts."

Riappariamo nel cortile, e facciamo ritorno alla nostra camera.

Nei giorni seguenti ogni giornale parla della caduta di Lord Voldemort. Vengono giornalisti da ogni parte per parlare con la McGranitt, che tralascia il dettaglio che gli assassini del Signore Oscuro siamo noi due.

Oggi iniziamo le simulazioni del M.A.G.O.; mancano solo due mesi alla fine della scuola, e anche se i rapporti con gli altri sono notevolmente migliorati preferiamo starcene da soli in camera nostra a parlare. Di piton nemmeno l’ombra, ovviamente, ma la tradizione vuole che le cose brutte avvengano nell’ultimo mese di scuola, perciò.... .

Apro gli occhi, socchiudendoli subito per la forte luce del sole che filtra dalla finestra.

"Draco! Sveglia, è il giorno degli esami! Dai, pigrone, fila fuori dal letto!"

Scendo dal letto, facendo attenzione ad alzarmi piano.

"Ma che bel pancione che abbiamo oggi!"

"è un pancione da Oltre ogni previsione in tutte le materie."

"Questo è ancora da vedere. Dai, andiamo a fare colazione."

Scendiamo insieme, salutando durante il tragitto Ron ed Hermione, più innamorati che mai. Saluto anche Harry, seduto al tavolo dei Grifondoro, e mi fermo ogni due passi per far ammirare il mio pancione da sesto mese.

Alle nove in punto suona una campana; è il segnale dell’inizio degli esami. I tavoli scompaiono, lasciando il posto a dei banchi. Ognuno prende posto; ovviamente io e Draco siamo vicini, poi i professori entrano e si siedono davanti a tutti gli alunni.

Appaiono tre pergamene su ogni banco; su ognuna di esse sono riportate le domande di teoria delle materie Trasfigurazione, Pozioni e Difesa contro le Arti Oscure. Due ore dopo le pergamene scompaiono e abbiamo due ore di pausa, prima di affrontare gli esami pratici.

Il mio Veritaserum viene giudicato il migliore di tutti, con l’inconveniente che viene scambiato per acqua da Hagrid, che viene trascinato via dall’aula prima che inizi a fare il resoconto della serata trascorsa con Madame Maxime, Draco stupisce tutti trasformando le statue di pietra che raffigurano i blasoni delle quattro case in animali veri, ma nessuno dei due riesce a battere Harry in Difesa contro le Arti Oscure.

Alla fine della giornata ritorniamo in camera distrutti, e per la prima volta dopo tanto tempo ritorniamo a parlare di cosa faremo adesso che la scuola finisce. Ritentare da mia madre sarebbe inutile, l’unica resta andare a vivere a Castel Malfoy, ma come ce la caveremo da soli?

"Una cosa è certa, vivremo dell’eredità dei miei, non dovremo andare a lavorare."

"No, mi dispiace ma io ho già fatto domanda per un posto al Ministero della Magia. A dire il vero me lo hanno offerto loro; mi hanno chiesto di lavorare come interprete durante le conferenze internazionali del Wizengamot."

"E con il bambino?"

"Gli Elfi Domestici esistono."

"Senti, ne discuteremo quando sarà il momento, per adesso pensiamo a come... lo sai cosa intendo..."

"Se Piton dovesse attaccare Hogwarts, dici?"

"Sì, promettimi che non scenderai in campo."

"E perché?"

"Guardati la pancia e poi dimmi."

"Va bene, farò la moglie che aspetta trepidante il marito di ritorno dalla crociata."

"A proposito di matrimonio, se non sbaglio oggi è un giorno speciale..."

"Ma che bravo, ci siamo ricordati del nostro anniversario..."

"E indovina come si festeggia?"

Finalmente siamo arrivati all’ultima settimana di scuola. Ormai il ricordo di Piton è quasi svanito dai ricordi di tutti; a parte dai miei, e da quelli di Draco e dei membri dell’ex Esercito di Silente.

Quella notte veniamo svegliati da un tonfo proveniente dal piano di sopra.

Ci guardiamo spaventati; sappiamo entrambi benissimo che il piano intermedio è disabitato. Insieme agli altri ragazzi di grifondoro saliamo le scale, il più silenziosamente possibile.

Si sentono quindici voci che sussurrano l’incantesimo Lumos, poi l’urlo di tutte le ragazze nello scoprire il cadavere della Professoressa Cooman, la gola tagliata da un pezzo di vetro.

Purtroppo quello non è l’unico messaggio che ci lascia Piton.

Il quinto giorno avviene lo scontro diretto.

Io assisto dalla finestra al primo round. Luna Lovegood e Neville vengono feriti, ma non muoiono.

L’unica cosa che mi impedisce di scendere ad ammazzare quell’animale è il fatto che Draco mi ha sigillato con un incantesimo in camera nostra.

Quando però lo vedo vacillare sotto i colpi di Piton, e contemporaneamente sento il bambino muoversi per la prima volta capisco di essere arrivata al limite.

In un minuto sono di fianco a lui, che non può fare a meno di sorridere, nonostante il dolore. Vedo vicino a me la McGranitt e Vitious, Hagrid, Ginny, Ron ed Hermione, Harry, i Tassorosso e i corvonero, Pansy Parkinson e i serpeverde, e capisco che possiamo batterlo.

Proprio mentre stiamo per sferrare un attacco di massa sento la terra mancarmi sotto ai piedi.

Ci ritroviamo in un cimitero in sette: io e Draco, Harry, Ginny, Ron ed Hermione, e poi Piton.

Harry dice che riconosce il cimitero dove tre anni prima Voldemort è risorto. Piton risponde che anche lui era presente alla scena, e poi commenta qualcosa riguardo ai suoi genitori. Poi schiva l’Avada Kedavra di colpo, rispondendo all’attacco.

Andiamo avanti così per un tempo interminabile, e alla fine riesce ad allontanare tutti da me. Mi ritrovo accerchiata dalle lapidi, e capisco troppo tardi di essere in trappola, in balia di quel mostro.

"Eccoci qui, di nuovo."

"Sì, ma questa volta tu morirai sul serio."

"Ne siamo proprio sicuri?"

"Sì!"

Non credo ai miei occhi; Piton giace morto ai miei piedi, questa volta per davvero.

Non so come sia successo, so solo che, come mi spiegano il giorno dopo ad ucciderlo è stato un attacco non-verbale sferrato da uno sconosciuto.

Il mistero del benefattore misterioso si sparge a macchia d’olio per la scuola, ma nessuno sa dare una soluzione plausibile.

La scuola finisce e noi ci stabiliamo a vivere a Castel Malfoy.

La soluzione al mistero ci giunge un paio di settimane più tardi. È sera, e stiamo passeggiando in giardino.

Sentiamo uno scricchiolio sinistro sopra di noi, poi un ramo si stacca dall’albero, precipitando nella nostra direzione.

Solo che non ci sfiora. Rimane sospeso sopra di noi, e io e Draco capiamo nello stesso momento che è il bambino a proteggerci.

Dopotutto è figlio legittimo di Lord voldemort, mi dico mentre cammino abbracciata a Draco verso casa, verso la nostra nuova vita insieme.

 

CONTINUA...

  
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