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Autore: REAwhereverIgo    26/08/2012    5 recensioni
E se un ragazzino biondo di nome Roxas si ritrovasse per caso a casa del singolare scienziato Axel Flame?
Per scoprire che cosa succederà non vi resta che leggere!
La storia è OOC, quindi chiedo scusa per eventuali cambi di caratteristiche dei personaggi... Buon divertimento!
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Dagli errori si impara

Roxas si svegliò di soprassalto, sudato e spaventato, e si guardò intorno. Dov’era? Appoggiò una mano sulla fronte e scosse la testa, cercando di focalizzare gli ultimi eventi per ricordarsi qualcosa.

Basta alcool per me” decise, pensando a tutto il vino ingerito durante la cena. Suo fratello russò sonoramente e lo fece sobbalzare, così che riuscì a darsi una collocazione spazio-temporale e un po’ di lucidità si fece spazio nella sua testa. Aveva avuto un bell’incubo, comunque, se era riuscito a svegliarlo: di solito dormiva senza problemi fino a quando la sveglia non suonava, per cui doveva essere stato terribile.

Si alzò dal letto, cercando di evitare di svegliare Sora, e scese in cucina per prendersi un bicchiere d’acqua. Ne aveva decisamente bisogno.

Fece il più piano possibile, scansando come in una danza stramba tutte le persone addormentate a terra: nella penombra riconobbe Marluxia sdraiato sul divano, Xigbar e Xaldin abbracciati a terra e Vexen con ancora una bottiglia di vino bianco in mano. Non si era reso conto che la festa avesse preso quella piega, la sera precedente.

Ehi, buonasera Roxas” lo salutò Axel quando entrò in cucina. Lui arrossì.

Ciaoricambiò, un po’ nervoso. “Riprenditi!” si sgridò.

Come mai sveglio a quest’ora?” gli domandò, con in mano un bicchiere d’acqua.

Avevo sete e sono sceso. Mi dispiace averti disturbato” si scusò. Il rosso gli passò la propria tazza e se ne versò un’altra.

Nessun disturbo, piccolo Roxy” lo tranquillizzò.

Ehi, non sono così piccolo!” si ribellò il ragazzino, infiammandosi. L’altro rise e si avvicinò, toccandogli la testa.

Rispetto a me sì, vedi? Tu sei molto più basso, mi arrivi solo all’altezza del…” ma si fermò, con i battiti accelerati.

Del cuore” completo il biondo, percependo il corpo massiccio di Axel terribilmente vicino al suo.

Dopo un lungo istante di imbarazzo, il più vecchio si schiarì la voce.

Magari non ti va, e ti capirei, visto che sono le tre e mezzo del mattino, ma… hai voglia di venire in laboratorio con me? Ultimamente soffro d’insonnia e non ho altro modo per passare la notte che non sia lavorare” gli propose, sorridendo.

Perché no? Ormai sono sveglio” accettò lui, felice.

Era insensato, innaturale e anche piuttosto delirante che lo volesse così vicino dopo il poco tempo che si conoscevano, ma non ce la faceva, era più forte di lui: si sentiva protetto quando era con Axel. Forse era perché lo aveva salvato, o forse perché era terribilmente alto e attraente, ma ciò non cambiava il sentimento che stava nascendo nei suoi confronti. E Roxas ne era fottutamente spaventato.

Ecco qua! Ci sei già stato prima, quindi non ti farò fare un tour per mostrarti la disposizione delle cose” disse il rosso, infilandosi il camice nero e i guanti.

Posso averne uno anche io?” gli chiese lui, indicando la sua divisa.

Certo, ma non sono sicuro che ci siano della tua taglia” lo prese in giro divertito.

Ah-ha. Non sei simpaticoribatté, un po’ infastidito.

In effetti, non c’erano camici della sua stazza, o erano troppo lunghi o erano troppo larghi. Alla fine optò per un vestito un po’ più lungo ma che non gli impediva di usare le mani.

Bene, adesso mettiti anche i guanti. Non vorrei che ti bruciassi con l’acido” lo istruì, indicandogli un cassetto. Roxas ubbidì e poi tornò vicino a lui.

Ok, a questo punto… di preciso in cosa consiste il tuo lavoro?” s’informò. Axel si mise le mani sui fianchi e iniziò a indicare una serie di fiale e contenitori.

Unisco questi componenti e creo medicine. In realtà il processo è un po’ più complicato di così, ma non mi va di annoiarti con tante questioni superficiali sull’argomento” ammise, scompigliandosi i capelli in quello che il ragazzino considerò essere il gesto più sexy e eccitante a cui aveva assistito negli ultimi diciotto anni.

Ehi, ci sei?” lo richiamò l’uomo, agitandogli una mano davanti agli occhi. Lui sobbalzò.

Sì, scusami!” rispose, imbarazzato. “Datti un contegno, cavolo!

Comunque non… non mi annoi. A me piace, la chimica, è intrigante” gli assicurò, interessandosi ai liquidi colorati rinchiusi nelle fiale.

Questi sono composti, vero? , insomma, non sono elementi puri” domandò.

Esatto. Qualcuno di essi è già fatto perché conosco a memoria i procedimenti della formula, almeno fino a metà. È da lì che mi blocco e non so più come continuare e questo, fidati, è un enorme problema” spiegò.

Fammi vedere” disse Roxas. Era più una richiesta, che un ordine, e Axel fu felice che lui si interessasse al suo lavoro. Inspiegabilmente, si mise a sorridere mentre seguiva i vari passaggi fino al punto in cui si bloccava.

 

Ecco, ora che il composto fuma siamo al momento in cui non so più come continuare” annunciò un’ora dopo. Dalla piccola finestra aperta che c’era sulla parete si vedevano ancora le stelle, ma il cielo iniziava a tingersi di lillà.

Le hai provate tutte?” chiese il biondino, comprensivo.

Tutte, senza escluderne una. Ho memorizzato tutte le formule compatibili e non con il composto, ma non sono in grado di capire dove è che sbaglio” ammise frustrato.

Sai, la mia insegnante di chimica dice sempre che gli elementi, anche quando sembra che non si possano più fondere tra loro, creano un nuovo modo per sorprenderci, facendoci scoprire nuove, bellissime creazioni. È per questo che io amo questa materia, quella donna riesce a coinvolgerti anche se non vuoi” spiegò.

Cavolo, deve essere in gamba” commentò Axel sorpreso.

Lo è. Inoltre mi raccomanda sempre di non dare niente per scontato. Insomma, anche se sembra che la formula sia impossibile, un modo per proseguire c’è sempre” lo incoraggiò. Il rosso sorrise.

Sai, piccolo Roxas, sei una fonte infinita di sorprese” lo adulò. Il ragazzo arrossì.

Figurati” minimizzò alzando le spalle.

Sono serio, mi piace il tuo modo di pensare” confermò di nuovo. Gli dette una leggera spinta con la mano, ridendo, ma il biondo, che non se l’aspettava, scivolò all’indietro.

Nel vedere che lo stava facendo cadere, Axel si sporse sul tavolo per recuperarlo, ma spinse inavvertitamente un flacone pieno zeppo di carbonato di calcio contro il contenitore della formula, ed entrambi si ruppero, mescolandosi.

I due ragazzi rimasero immobili per un lunghissimo momento, incapaci di parlare dalla paura: nessuno dei due aveva la più pallida idea di che cosa sarebbe potuto succedere in quel momento.

Non… non esplode” notò Roxas.

E non si è annullato” commentò l’altro, stupito. Si avvicinarono al liquido sul tavolo e Axel ne prese un campione per studiarlo. Lo mise in un vetrino che poi bagnò con l’acqua e lo posizionò sotto al microscopio.

Che succede?” s’informò il biondo, nervoso. Axel rimase zitto per un po’, senza sapere che cosa rispondere.

Funziona” sussurrò.

Come?” chiese l’altro, non avendolo sentito.

Sta lavorando! Cioè, i due elementi non si scontrano ma lavorano insieme!” esclamò soddisfatto. Abbracciò stretto il ragazzino, scompigliandogli i capelli.

E… ehi! Mi fai male!” si lamentò lui, nonostante ridesse, contagiato dalla felicità dell’altro.

Dobbiamo rifare tutto quanto, e vedere cosa succede. Mi dai una mano?” gli chiese.

E me lo chiedi? Mettiamoci al lavoro!” decise Roxas, iniziando a passare gli strumenti all’uomo.

 

Alle sei del mattino, dopo praticamente tre ore ininterrotte di lavoro, i due si accasciarono a terra, appoggiandosi alla parete, sfiniti.

Non posso credere che la formula sia quella giusta” continuava a ripetere Axel, scuotendo la testa,

Giuro che se lo dici un’altra volta te la faccio ingoiare” disse il ragazzino.

Eppure non posso smettere di ripetermelo ad alta voce per convincermene! Tu non puoi sapere quanto tempo sono stato dietro allo studio di quest’affare, senza che funzionasse, e ora mi capiti tu all’improvviso e mi dai la soluzione come se nulla fosse!” esclamò.

Io non ti ho dato un bel niente, sei tu cheti sei schiantato contro la fiala di carbonato, e poi non ti sono capitato all’improvviso” s’impermalì Roxas.

Sei svenuto davanti casa mia, all’improvviso. Come lo chiami tu?

Coincidenza

Allora sei stato una magnifica coincidenza. Devo aver fatto del bene in un’altra vita se, incontrandoti, ho risolto il problema che da più di un mese non mi faceva dormire” commentò. L’altro arrossì e si tirò un ginocchio al petto.

Ehi, me la togli una curiosità?” gli domandò.

Dimmi pure

Come mai il camice che usi tu è nero?chiese curioso. Axel rise forte.

Perché il bianco è troppo normale. Sì, insomma, io ti sembro un chimico dentro gli schemi? A me piacciono la particolarità e il coraggio di uscire fuori dalle righe, e ho pensato che scegliere questo colore invece di quello standard perché è più speciale

Speciale?

. È diverso e quindi speciale. Essendo solo mio dato che tutti indossano camici bianchi, lo rende una cosa unica e insostituibile” spiegò.

Diverso per te significa… speciale?” si stupì Roxas.

Certo. Per te no?” gli chiese.

Non saprei, non ci ho mai pensato” rispose.

E poi, essendo io diverso dagli altri miei colleghi, ho decisamente bisogno di qualcosa che mi differenzi

Perché saresti diverso?

I miei capelli e il trucco non ti hanno fatto capire niente?” il biondo arrossì.

Ah, diverso in quel senso” capì. Iniziò a girarsi nervosamente le mani e si morse un labbro.

Ti crea dei problemi?” si preoccupò Axel.

No, no, figurati!” si affrettò a tranquillizzarlo.

Sicuro? Mi sembri nervoso” notò.

N-no, è… niente, non importa” balbettò, appoggiandosi al muro e chiudendo gli occhi.

Ehi, Roxas?” lo chiamò l’uomo, girandogli la faccia verso di sé. Oddio, quegli occhi verde smeraldo! Poteva morire ora, sul serio.

S-sì?” rispose. Si avvicinò con le labbra alle sue e vi posò un dolce e casto bacio.

Grazie” sussurrò, allontanandosi. Il ragazzo rimase con gli occhi spalancati per la sorpresa e il cuore a mille. Non riusciva nemmeno a respirare.

Axel si alzò e gli tese una mano.

Sono le sei e mezzo, sono stanco e affaticato. Ti va una bella tazza di caffè con un paio di brioche? Offro io” gli propose. Lui sorrise.

Perché no? Andiamo al bar a prenderli?

 

Festeggiamo qualcosa?” domandò Larxene, quando entrò in cucina e vide la tavola apparecchiata per tredici persone con tazze, croissant e caffè per tutti.

Sì, il fatto che, da oggi, tu ed io siamo ufficialmente in vacanza” esclamò Axel, sorridente. Lui e Roxas avevano già mangiato e il ragazzo era al piano di sopra, intento a svegliare Sora e Xion.

Eh? Mi prendi in giro?” chiese lei scettica.

No. Stanotte sono riuscito, finalmente, a completare la formula e ho già chiamato la casa farmaceutica. Domani porto il tutto in laboratorio da loro e poi ci pagheranno un bonus per il tempo risparmiato” spiegò.

Come diavolo hai fatto?

Ho avuto una… spinta” rispose criptico, ridendo.

Non credo di aver capito” ammise l’amica.

Fa’ niente, anzi meglio così” commentò lui.

Praticamente in contemporanea, tutti gli ospiti di casa Flame entrarono in cucina e borbottarono un assonnato “buongiorno” mettendosi a tavola.

Ci volle poco perché la villa si rianimasse di mille voci, ma stavolta Axel non ne era infastidito, anzi gli faceva piacere che tutta quella gente rallegrasse un po’ la sua vita. Soprattutto Roxas.

Come evocato dai suoi pensieri, il ragazzino entrò in cucina, seguito dal fratello e dall’amica, entrambi sbadiglianti, e gli sorrise. Lui gli fece posto nella sedia accanto alla sua, ma il biondo scosse la testa e si sedette vicino a Sora. In risposta al suo sguardo confuso, gli strizzò l’occhio e si mise un dito sulla bocca.

Il rosso capì: per il momento era più divertente tenere la cosa segreta.

 

  
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