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Autore: Eliot Nightray    26/08/2012    1 recensioni
Cosa accadrebbe se un orgoglioso e burrascoso italiano come Romano dovesse fronteggiare un triangolo amoroso di cui sua sorella è il vertice? Scopritelo in questa avventura scritta a quattro mani piena di risate e lacrime. Caterina vargas scritta da Eliot Nightray e Romano Vargas scritto da The awesome tomato
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nekotalia, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Caterina Florentia Vargas

Non ebbe il tempo di fermare Prussia che quello aveva già chiuso la conversazione, probabilmente era un masochista o una cosa simile. Quanto tempo avrebbe impiegato? Dieci minuti, cinque se si vestiva a caso. Ed eccolo infatti spuntare da dietro l’angolo con l’aria di uno che sta per commettere un massacro. Alzò leggermente una mano mentre Antonio continuava ad abbracciarla canticchiando quella sua canzoncina magica, come diceva lui.

-          Non sapevo che foste una massa di masochisti in pensione
-          Oui, a noi piace così.
-          Che culo, lo dici te a Spagna di mollarmi o deve pensarci Romano?
-          Uh? Ma sei così morbida.
-          Ok ci deve pensare Romano rispondo io per te Francis che è meglio.
-          Cosa c’è di male in un po’ di amore spagnolo donna?
-          Prussia stai zitto o ti caccio le chiavi della moto in gola.

Romano non sembrava intenzionato a calmarsi, cosa abbastanza ovvia.  Caterina lasciò stare lo spagnolo a cui si era aggiunto il francese, Prussia invece se ne stava da una parte in attesa di Romano. Una cosa decisamente strana. Lo fissò con tanta intensità da costringere Prussia a voltarsi spaventandolo. Si comportava in modo fin troppo socievole con suo fratello e la cosa non andava bene, affatto. Comunque la cosa più importante in quel momento era liberarsi dei due polpi appiccicosi ed utilizzare Romano in quel momento le sembrava la soluzione migliore. Sbatté un paio di volte gli occhi per renderli lucidi, spinse l’aria contro le guance in modo da renderle rosse e dondolò la testa trasformandosi in una sottospecie di fanciulla in pericolo.

-          Romano!!!
-          Eh?

Francia e Spagna la fissarono all’unisono con quelle strane espressioni che solo loro sapevano fare e Caterina si spaventò emettendo uno squittio degno di un topo alla presenza di un gatto. Non sembravano veramente intenzionati a mollare.

-          Ragazzi voi morirete lo sapete vero?
-          Meglio morire fra le braccia di una bella fanciulla
-          E ti pareva? Prussia te chiaramente non fare nulla..
-          Ovviamente la mia magnificenza sta già facendo qualcosa..
-          A davvero che cosa?
-          Sto facendo foto col cellulare da inviare al sopracciglio
-          EHHH!?!?

 
Romano Lovino Vargas
 
Dopo aver parcheggiato l’auto in un posto sicuro non molto distante da dov’erano gli altri, proseguì a passo spedito, svoltò un angolo e si ritrovò davanti la scena: sua sorella tra le braccia di Spagna e Francia mentre Prussia, da coglione quale era, scattava foto con il cellulare. Si avvicinò silenziosamente ai quattro, solo Caterina e Prussia l’avevano visto e quando sentì la voce di sua sorella, non ci vide più dalla rabbia e si scagliò contro i due.

-          Lasciatela immediatamente, brutti bastardi!
-          R-Roma? Sei già arriv-
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Romano l’aveva già colpito in piena faccia, continuò a colpirlo finché non sentì dolore alle mani ma ora toccava al pervertito francese, lui se le meritava almeno quanto Spagna.

-          Francia. – Gli lanciò lo sguardo più pauroso che potesse fare in quel momento, sembrava un pazzo omicida.
-          T-TI PREGO, NON FARMI DEL MALE! SONO TROPPO BELLO PER ESSERE PICCHIATOOOO!

Nulla riusciva a fermare la sua furia, in un giorno solo, aveva accumulato fin troppa rabbia, inutile dire che al francese andò peggio che a Spagna.

-          Ora tocca a te, bastardo – Romano si girò verso Prussia
-          Veramente non ho fatto niente, solo un paio di foto!
-          Appunto, preparati a raggiungere i tuoi amici all’inferno! – caricò un pugno ma l’altro lo fermò
-          Calmati Sud, in fondo si stavano soltanto divertendo un po’, no?
-          Con MIA sorella!
-          Tu credi che se fosse stata davvero in pericolo, mi sarei messo a fare le foto?
-          Si, sei un coglione!
Lo lasciò andare e caricandosi in spalle i suoi due amici, si girò per andarsene.
-          Ci si vede.
-          A-aspetta Pru- si bloccò, non poteva permettere che sua sorella scoprisse la loro storia, lei odiava profondamente Prussia quindi, non sarebbe successo nulla di buono
-          Il fantastico me come vedi, ha da fare, ci vediamo alla prossima riunione, ciao!

Stette li a guardare che se ne andava, probabilmente si era offeso da ciò che aveva detto, chi non lo farebbe se il proprio compagno non credesse in te? Si domandò intanto che tornava dalla sorella, quella giornata era stata una schifezza totale e non vedeva l’ora di andarsene a letto.



Caterina Florentia Vargas
 
Non aveva mai pensato a Romano come ad una persona eccessivamente cattiva, anzi le era sempre sembrato un tipo mansueto. Adesso però che lo vedeva a prendere a calci e pugni  nazioni grandi e forti come quelle si sentiva orgogliosa, anche se l’espressione di Romano tradiva un certo risentimento. Non era tanto il fatto che avesse picchiato Francis a renderlo così triste quanto piuttosto il saluto di Prussia, probabilmente erano diventati molto amici. Annuì con forza schiacciando il pugno contro il palmo della mano aperta prima di prendere il telefono…. Che aveva lasciato a casa. In presa alla disperazione sbatté i piedi istericamente pronta a far a brandelli chiunque le fosse capitato a tiro. Qualcuno le punzecchiò la spalla e nel voltarsi Caterina trovò Arthur, ma era ovunque quel tizio. Sembrava arrabbiato anche lui, quella doveva essere la giornata della gente incazzata quasi sicuramente. Sbuffò un paio di volte con le mani incrociate davanti al petto e le sopracciglia piegate sulla fronte.

-          Non potevi urlare? – fece l’inglese con tono acido
-          C’era mio fratello…
-          AH
-          E questo “AH” cosa mi dovrebbe significare?
-          Niente lascia perdere.. ho lasciato la camicia da te
-          Lo so… vieni a riprendertela.. anzi te la darò io domani, stai tranquillo
-          Si certo ovvio e come devo stare?Al massimo domani mattina ti rapiscono quei tre idioti..
-          Pensi che non sappia difendermi
-          Penso solo che tu sia una donna

Gli sfilò il telefono dalla tasca, il tempo sufficiente per scrivere un messaggio di scuse per Prussia da parte di Romano motivando il nuovo numero con un “ho rubato il telefono ad eyebrows”  e glielo tirò contro. Donna aveva sibilato a bassa voce, è così che mi definisci bene allora vattene a fare nel culo tu quella massa brulicante di individui che pensano che essere donna sia da deboli. A quel punto lo aveva schiaffeggiato con così tanta forza che la mano le doleva al tal punto da costringerla a stringerla nell’altra. Aveva così tanta rabbia in corpo che anche la cosa più banale la avrebbe potuta far scattare. Si voltò mostrando uno sguardo feroce , ma allo stesso tempo velato di tristezza al fratello e gli ringhiò contro.

-          Perché devi sempre trattare male i tuoi amici? Prussia sembrava scocciato era l’unico imbecille che non stava facendo niente. Tu devi essere sempre così testardo maledizione Romano..

La sua voce si era fatta acuta tanto era diventata isterica e la cosa non andava bene. Respirò rapidamente cercando di calmarsi , ma l’unica che le riuscì bene fu di spingere la testa nel casco per nascondere il pianto. Non era colpa di suo fratello, era colpa di Inghilterra di lui e dello stupido cervello che si ritrovava nella testa. Probabilmente c’era solo un criceto con una ruota che giocava o un banda di vermi stonati. Non le piaceva , ma allo stesso tempo non lo odiava. Voleva essere rispettata da lui, voleva che la guardasse dal basso come tutti avrebbero dovuto fare, voleva questo e che le sorridesse ogni tanto invece di aggredirla sempre. Sbatté una mano contro il casco prima di fare dietrofront e tornarsene dal fratello. Lo osservò per alcuni sitanti e poi lo abbracciò con forza cercando di fargli capire di non essere arrabbiata con lui. Aveva tentato in passato di pronunciare quelle tanto agognate parole “ti amo “ a Romano, ma quasi sempre si era ritrovata col fiato spezzato. Si voltò ancora una volta e alla vista di Arthur che strusciava freneticamente la mano sulla guancia arrossita sorrise schernendolo di gusto. Se l’era cercata no? Altro che impero inglese, quello era solo un piccolo, umile e debole ometto.  Montò sulla moto dette gas con tanta forza da farsi male alla pianta del piede e solo allora sentì un soffuso “i…i’m..sorry”.,per lei la frase si interrompeva lì tanto era assordante il rumore della marmitta accesa. Partì con forza diretta verso un pub vicino, almeno avrebbe passato la serata in compagnia di altri derelitti. Accostò dopo un po’ cacciando la mano nella tasca del giacchetto per trovare il cercapersone. Scusa Romano, davvero non volevo combinare tutto questo casino. Mi spiace tanto, perdonami. Lo so che non vale se lo scrivi comunque ricordati che ti amo. Ora tornatene dal tuo piatto di pasta e cambia quell’orribile camicia. Ciao. A quel punto si sgranchì le braccia sicura di aver fatto la cosa giusta e ripartì per fare una capatina a casa e recuperare il cellulare. Entrò dentro di corsa per non farsi notare dai vicini e riprese il telefono. 5 messaggi. Il primo era di Francia, il secondo e terzo di Spagna, il quarto di Prussia e il quinto di Inghilterra. Aprì il quarto e sorrise alla vista di un messaggio tranquillizzante. Romano era preoccupato? Kesese riesco a fare bene il mio lavoro scusa per prima. L’altro era di Arthur e le mani le tremarono aprendolo. Non volevo essere acido, perdonami davvero in effetti sei più un uomo che una donna considerata la forza che hai nelle mani. Storse il naso prima di scoppiare a ridere gli rispose con un semplice fottiti ci vediamo domani stessa ora e se ne tornò sulla moto. I rimanenti messaggi sarebbero stati letti placidamente sul divano, ma solo a sera. In realtà anche se il messaggio di Inghilterra la aveva fatto ridere si sentiva ancora un po’ ferita, quindi preferì tornare al suo giardino e farsi un bel giro sulle altalene. Perché non si è mai vecchi per quelle.

 
Romano Lovino Vargas 

Come sua sorella se ne andò, decise di fare lo stesso ignorando completamente l’inglese che era con loro, salì in macchina e sfrecciò a casa passando prima dalla pizzeria che stava a pochi chilometri da dove si trovava in quel momento, la pasta ormai era rovinata e non ci poteva più fare niente. Si mise a tavola e mangiò la sua pizza in santa pace, si gustò il suo buon vino e decise di guardarsi un po’ la televisione, giusto per far passare l’orario e distrarsi dai suoi pensieri che quella sera erano tutt’altro che buoni. Si rese conto di essersi addormentato solo grazie al suono del campanello, si alzò di malavoglia ed andò a vedere chi fosse.

-          Guten abend Sud! Kesesese!
-          Prussia? Che cazzo ci fai qui a quest’ora?
-          Che domande, sono venuto a trovare il mio fantastico ragazzo, no?
-          Ma pensavo fossi… arrabbiato
-          Non preoccuparti, è tutto passato – scrollò le spalle – mi fai entrare?
-          S-si… - prima di chiudere la porta però, Romano si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno.
-          Che facevi di bello senza di me?
-          Guardavo un po’ la televisione, niente di che
-          Meno male che è arrivato il tuo magnifico fidanzato! Hahaha!
-          Tsk!
-          Andiamo, non fare quella faccia e vieni qui!

Non ebbe nemmeno il tempo di replicare che si ritrovò sul divano stretto tra la braccia del prussiano, arrossì di botto e quel suo stupidissimo ciuffo gli prese quell’umiliante forma a cuore che appariva sempre quando Prussia lo toccava, era frustrante ma l’altro diceva che era adorabile.

-          Lasciami, b-brutto mangia patate!
-          No, non voglio – fece un sorrisetto
-          Maledizione… p-perché sei venuto?
-          Tua sorella mi ha mandato un messaggio, diceva che eri dispiaciuto per come ci eravamo lasciati.
-          Che cazzo hai detto?! – se possibile, arrossì ancora di più e guardò il prussiano dritto negli occhi
-          Che carino che sei, eri preoccupato che non venissi eh?
-          Z-zitto maledetto bastardo!
-          Ok, vorrà dire che userò la bocca per altre cose… hehehe…

Detto questo, Prussia iniziò a baciare il suo amante che ricambiò solo dopo un paio di tentativi di resistenza. Sembrava proprio che la giornata orribile di Romano, stesse per finire in modo completamente diverso da quello che l’italiano si era aspettato.
  
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