Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Eliot Nightray    26/08/2012    1 recensioni
Cosa accadrebbe se un orgoglioso e burrascoso italiano come Romano dovesse fronteggiare un triangolo amoroso di cui sua sorella è il vertice? Scopritelo in questa avventura scritta a quattro mani piena di risate e lacrime. Caterina vargas scritta da Eliot Nightray e Romano Vargas scritto da The awesome tomato
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nekotalia, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Caterina Florentia Vargas 

Si domandò se Prussia avesse ricevuto il messaggio ed avesse perdonato Romano. Scese dalla moto, sciolse i capelli e si infilò nel primo bar che intravide. Ancora non aveva letto i tre messaggi rimanenti, ma non è che la cosa la incuriosisse tanto. Francis aveva di certo fatto qualche commento sul suo corpo meraviglioso deturpato dal fratello e Spagna, in realtà era strano per lui scrivere due messaggi. Accese il telefono mentre chiedeva al barman di versarle un bicchiere di Brunello e iniziò ad armeggiare con i tasti. Come da lei previsto Francis aveva scritto: il mio corpo, il mio meraviglioso corpo oh oh. Assieme ad una serie infinita di faccine animate nell’atto di piangere. Drammatico, anzi, eccessivamente drammatico come suo solito.  I successivi messaggi erano in spagnolo e la cosa le impedì di capirci qualcosa, decise quindi di rinviarli a Romano in attesa di traduzioni adeguate. Il cellulare emise un sibilo indicando il successo dell’operazione e lei se ne poté tornare a rantolare nel locale come una disperata.

-          Fuck you now ok? I’m right you are wrong ah ah

Caterina si voltò nella direzione delle urla ed intravide America assieme ad Arthur. Il secondo sembrava completamente ubriaco mentre il primo solo un po’ alticcio. Alfred cercava di sostenerlo mentre Inghilterra se ne stava disteso sul tavolo piagnucolante. Non che ne avesse una gran voglia , però decise comunque di andare da lui. Starnazzava qualcosa sul suo ulteriore fallimento e di quanto avesse sbagliato. Questa volta fu lei a pizzicarlo sulla spalla, ma quello appena la vide sbottò in una risata colossale. L’americano la fissò scusandosi quasi con lo sguardo e le consigliò di andarsene, cosa che avrebbe fatto se Inghilterra non l’avesse spinta verso di se. Si sentiva rossa nel pieno del ciclone di sguardi del bar. Alfred accanto a lei si mosse immediatamente per riprenderla e alla fine si ritrovò per terra col sedere dolente. Arthur davanti a lei rideva ad alta voce indicando America.

-          Ah ah vedi è ostinata io te l’avevo detto ah ah
-          Perdonalo Italia non è così di solito
-          America ti prego lo conosco da quando era piccolo, so com’è fatto non credi? Avanti Arthur vieni che ti riporto a casa.

Arthur la evitò agilmente tornando sul bicchiere, ma a quel punto Caterina glielo strappò di mano con tanta violenza da graffiarlo con le unghie. Inghilterra emise un gemito di dolore mentre si fissava la mano leggermente insanguinata e poi puntò gli occhi in quelli di Caterina che ricambiò con un’occhiataccia degna di un gufo bagnato. Fu un secondo, forse un nanosecondo , ma Arthur si alzò la spinse con la mano sulla schiena e lei si ritrovò a baciarlo e non accidentalmente. Si sentiva pietrificata sotto le sue labbra con le mani strette in quella libera dell’inglese. Alfred davanti a lei arrossì di botto e si coprì gli occhi mentre Canada squittì come un topo. Non voleva farsi vedere così, non voleva che il suo secondo bacio fosse con un ubriaco per giunta amico suo, dopotutto le avevano già preso il primo con la forza, perché doveva succedere ancora? Due braccia calde la strinsero e Caterina si ritrovò attaccata ad Antonio con un inglese fumante davanti. America e Canada lo immobilizzarono mentre quello continuava ad urlare e Caterina se ne scappò via assieme allo spagnolo. Un punto a favore di Antonio decisamente.si sfiorò appena le labbra e non percepì disgusto nel farlo anzi provava un senso di vuoto e amarezza, come se avesse voluto ancora essere lì. Antonio accanto a lei sembrava agitato, di certo imbarazzato considerato il rossore.

-          Ti accompagno a casa?
-          Ho la moto..
-          Non sei un po’.. scossa?
-          No.. torno a casa.. – Spagna accennò ad andarsene e a quel Caterina trovò la forza di parlare.
-          Grazie per prima.

Si tuffò nel casco prima che potesse vederla e se ne tornò a casa a tutta palla. Appena scesa chiamò Veneziano per discutere della cosa.

-          Vee
-          TACI MANGIA POLENTA. Se uno ti manca, arrossisci se lo vedi nudo , non lo odi e provi nostalgia di un bacio benché ottenuto con la forza.. cosa significa?
-          Beh è ovvio lo ami no?
-          TACI STRONZO

 
Romano Lovino Vargas 

I due avevano deciso di trasferirsi sulla panchina in pietra che dava sull’orto di Romano, si trovava sul retro della casa e siccome quella sera c’era un venticello fresco, era il posto ideale per una serata estiva.
Se ne stavano lì abbracciati a coccolarsi nell’oscurità quando il cellulare di Romano suonò

-          Chi cazzo è a quest’ora?!
-          Non rispondi?
-          Chi se ne fotte, non voglio rompi palle!
-          Magari è importante…
-          Tsk! – tirò fuori il cellulare dalla tasca e lesse il messaggio di sua sorella che le chiedeva di tradurre dei messaggi che Spagna le aveva inviato.
-          Che è questa roba? – Prussia aveva cercato di sbirciare ma non capiva un cazzo di quello che c’era scritto
-          È spagnolo, ora guardo che dice… Mi dispiace se ti ho fatta arrabbiare, devi sapere che in realtà io sono innamorato di te MA CHE CAZZO?!
-          Vai avanti, sono curioso! – andò avanti a leggere aggiungendo qualche suo commentino ogni tanto
-          Volevo dirtelo da molto tempo ma non ne ho mai avuto il coraggio… Che bastardo… anche perché credo che Roma non la prenderebbe molto bene, penso che provi qualcosa per il Boss-
-          CHE DIAVOLO STA DICENDO QUEL MALEDETTO SPAGNOLO?! – ignorò il prussiano e proseguì
-          Te lo scrivo nella mia lingua così non lo capirai, preferisco dirlo prima a Roma e Ita… Ti ammazzo, fottuto bastardo… ah un’ultima cosa… questo però lo poteva capire
-          Si vede che non si è presa la briga di guardare il messaggio per intero – ipotizzò
-          Probabilmente hai ragione, dice di non inviarmi assolutamente il messaggio… che coglione!
-          Non è affatto una fantastica figura, che c’è scritto nell’altro?
-          Vediamo… Domani andrò da Roma a dirgli quanto ti amo e chiedergli il permesso di corteggiar- COL CAZZO CHE TI DO IL PERMESSO, MALEDETTO PERVERTITO CHE NON SEI ALTRO!
-          Domani… che hai intenzione di fare?
-          Affilare il mio bel pugnale!
-          Hahaha! Magnifico – per cercare di calmare l’italiano, Prussia rincominciò a baciarlo, poi si interruppe di colpo
-          P-perché ti sei fermato?
-          Tu… non provi niente per lui, vero?
-          Ma sei deficiente?! Perché cazzo starei qui con te se volessi lui?- lo guardò negli occhi, per quanto la luce lo premettesse
-          Si, hai ragione e poi, chi non preferirebbe il fantastico me a lui? HAHAHA!
-          Coglione…
Romano si calmò un po’ e la serata proseguì senza più interruzioni, il prussiano sapeva benissimo come far calmare l’italiano acido, perennemente incazzato e ci riuscì anche questa sera.

 
Caterina Florentia Vargas
 
Caterina aprì la porta , ma fu subito investita da Scozia con tanto di Arthur sulle spalle. Ammiccò qualcosa come un : tu l’hai ridotto così, sono cazzi tuoi, tienitelo in casa addio. Lo scozzese sparì e Caterina si ritrovò così con un inglese fradicio di alcool da testa a piedi. Se lo caricò sulle spalle e quello si svegliò spaventandola, temeva che avrebbe provato a baciarla di nuovo. Arthur le sorrise con quel suo fare da perfetto ebete e tuffò la testa nei capelli dell’italiana che saltò facendolo cadere a terra. L’inglese gemette rotolandosi sul pavimento pulito e Caterina lo punzecchiò prima di tirarlo su. Lo distese sul divano ed Arthur la afferrò per il braccio.

-          È stato bello..
-          Eh?
-          Prima Italy, è stato bello.. mi piace baciarti..
-          Oddio dormi Arthur che è meglio
-          No Italy.. non andartene- la tirò a se e la porta suono, fortunatamente doveva essere qualcuno venuto a prendere Inghilterra, doveva essere qualcuno venuto a salvarla.  – ferma.. ti prego… Italy I…love you

Nel dirlo Arthur sorrise e tentò di nuovo di baciarla, ma Caterina fu abbastanza svelta da riuscire a scappare via. Corse alla porta con il fiatone e davanti si ritrovò Antonio rosso dalla testa ai piedi. In quel momento avrebbe preferito sotterrarsi con le sue stesse mani. Cercò di spiegargli la situazione, ma lo spagnolo non sembrava essere molto .. calmo. Si infilò in casa senza chiedere il permesso si caricò l’inglese come un sacco di patate e si avviò verso l’uscita.

-          Caterina..
-          Oh.. di solito non mi chiami per nome
-          Nemmeno te.. prova a chiamarmi Antonio ogni tanto
-          Tu? Ah ah seriamente? Mi hai portato via mio fratello..
-          Senti il passato è passato, forse dovremmo pensare al futuro..
-          Che futuro?
-          Domani vedrai, senti passerò da Romano forse a pranzo ora vedrò vieni anche tu per favore.. ti chiamerò io..
-          Teoricamente devo parlare con l’ubriaco di lavoro, ma vedrò di trovare un posto. Notte Spa.. Antonio , notte Inghilterra
-          You are my only love
-          Che ha detto?
-          Niente , niente lascia stare ah ah
-          Bye bye my sunshine

Arthur si allungò verso di lei ma il colpò diretto sulla nuca datogli da Spagna lo mise completamente KO. Non poté trattenersi dal ridere a crepapelle cosa che lasciò sbalordito lo spagnolo, in effetti non la aveva mai vista ridere. Lo salutò un’ennesima volta e poi se ne tornò in camera sua dove trovò una lettera minatoria di Scozia. Solo io posso ammazzarlo psicologicamente e picchiarlo. Si cambiò, si lanciò sul letto e poi accennò un sorriso al grande ritratto famigliare appeso al muro accanto al letto. Sognò suo padre come spesso accadeva il 10 agosto e poi sognò qualcosa di sconvolgente. Lei , Spagna ed Inghilterra che facevano gare truccate di stelle cadenti con tanto di Romano come arbitro e Prussia con Francia come ragazze pon pon. Si alzò madida di sudore, era già tardi erano le nove doveva andare a prepararsi, c’era una sorpresa da scoprire no?  
 

 
Romano Lovino Vargas
 
La mattina arrivò fin troppo presto, voleva starsene lì tra le braccia del suo amante ancora un po’ ma sfortunatamente, il dovere chiamava, non sapendo a che ora quell’asino di Spagna voleva essere giustiziato, doveva portarsi avanti con il lavoro nell’orto.

-          Ti chiamo quando è pronta la colazione, ok?
-          Non avvicinarti alla mia cucina! Vuoi incendiarmi la casa?!
-          Andiamo, ho imparato qualcosa, sai? Potresti fidarti un po’ di più di me!
-          O-ok, ma se combini qualche disastro, ne subirai le conseguenze, chiaro?
-          Kesesese! Perfetto!

Detto questo, Prussia si mise ai fornelli con il suo solito sorrisetto trionfante mentre Romano, se ne andò sospirando nel suo amato orto, lì riusciva a dimenticarsi di tutte le preoccupazioni, anche delle più gravi.
La mattinata passò senza visite né sorprese… a parte il fatto che Prussia fece una colazione degna di quel nome.

-          Ammettilo che è la colazione migliore che tu abbia mai mangiato!
-          In effetti, non è male… bravo.
-          Hehehe!
-          Senti, per Spagna, io-
-          Non preoccuparti, una volta finita la colazione me ne vado, la mia magnificenza è richiesta altrove.
-          Va bene, però smettila di fare il cretino! – il prussiano si stava gongolando troppo
-          … fine del periodo di pace – sospirò guardando il suo ragazzo
-          Che cazzo vorresti dire con questo?
-          Solo che sei tornato il Sud di sempre, Incazzato col mondo intero e sempre imbronciato.
-          Tsk!

Finirono di fare colazione e si salutarono, appena rimase solo, Romano andò a farsi una doccia veloce e cercare qualcosa di decente da mettersi, non aveva affatto voglia di vedere lo spagnolo ed ancor meno, sentirlo parlare dei suoi sentimenti verso Caterina, non gli avrebbe mai dato il permesso di stare con lei, non perché era protettivo nei suoi confronti o la volesse tutta per se, non sarebbe mai stato così egoista ma perché era sicuro che lei l’avrebbe visto come un tradimento nei suoi confronti se lo avesse fatto

-          Poi lui è un asino bastardo, sempre fin troppo allegro e maledettamente povero!

Anche se poteva suonare cattivo era vero, lui era quasi sempre in crisi, non avrebbe sopportato l’idea di vedere sua sorella in difficoltà… non più.

Ad un certo punto, verso mezzo giorno, il campanello suonò.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Eliot Nightray