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Autore: Eliot Nightray    27/08/2012    1 recensioni
Cosa accadrebbe se un orgoglioso e burrascoso italiano come Romano dovesse fronteggiare un triangolo amoroso di cui sua sorella è il vertice? Scopritelo in questa avventura scritta a quattro mani piena di risate e lacrime. Caterina vargas scritta da Eliot Nightray e Romano Vargas scritto da The awesome tomato
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nekotalia, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Caterina Florentia Vargas

-          Povero Antonio, Romano perché sei così crudele..
-          Ehm, alleata..
-          Caterina..
-          Kate..
-          Caterina..
-          Ca…
-          Te..
-          Cate..
-          Rina
-          Italy non aiutare la plebe, non vedi che non sta svolgendo in modo corretto il suo lavoro ?
-          Già non lo vedi Center, se Cornovaglia facesse così a me
-          Oh fuck, ci risiamo… non incominciamo con le tue storie d’amore, anzi con la tua attuale storia d’amore. A nessuno interessano i tuoi giochini…
-          Secondo me Center potrebbe imparare qualcosa..
-          Non ci capisco niente che giochi?
-          Monopoli – aggiunse Prussia
-          Monopoli?
-          Si Monopoli però ci sono anche le came.. AHIO
-          Oh.. sorry bro..
-          Sono of a

Caterina non ci stava capendo più niente, però il povero Spagna si meritava un trattamento degno di una nazione si alzò per aiutarlo a riprendere l’ennesima forchetta che Arthur aveva fatto cadere accidentalmente, ma l’unica cosa che ottenne fu un sorriso languido ed un abbraccio interrotto bruscamente da Arthur. Sembravano essere cane e gatto. Da secoli non si sopportavano dopotutto Inghilterra aveva sbaragliato la Invincible Armada spagnola, per non parlare di tutte le colonie. La musica cambiò trasformandosi in un tango. Antonio sorrise con scherno ad Arthur che mugugnò qualcosa in inglese.

-          Balli con me?
-          Scusami CAMERIERE tu sei solo un CAMERIERE in più lei è la mia alleata, al massimo balla con me
-          Perché tu inglese sai ballare? – fece Spagna scoppiando a ridere.
-          Cameriere – questa volta a chiamare fu Scozia con tanto di schiocco delle dita. – qui noi vogliamo una bella pizza e loro due – fece indicando Inghilterra e Caterina – devono avere solo un piatto
-          Come prego?
-          Mi ha capito ed ora lavori LAVORI, al massimo balla con me dopo. Ed ora andate a danzare, così le schiacci i piedi, sa ballare soltanto il tip tap quel coso biondo

Caterina se ne tornò a sedere con Arthur accanto, Scozia fissò il fratello ridendo sguaiatamente mentre faceva gesti ambigui. Le pizze arrivarono e come voleva dimostrare Inghilterra e Caterina avevano un solo piatto. L’inglese non sapeva che fare, ma prima ancora che potesse chiamare Spagna Scozia parlò.

-          Tu.. dopo dolcino chiaramente
-          Vee si Germania
-          Chiaramente i nostri alleati vogliono uno di quei milkshake con una cannuccia, sai quelli tutti intrecciati a forma di cuore..
-          BROTHER..

Arthur arrossì violentemente e la sua temperatura aumentò visibilmente tanto che Caterina si preoccupò. Appoggiò la sua fronte a quella dell’inglese e subito ci fu un rumore di piatti rotti, doveva essere un cameriere sbadato. Inghilterra non poteva sopportare lo sguardo dell’italiana così passava lo sguardo dagli occhi di Caterina al tavolo cercando di evitare la scollatura. Alla fine Caterina si spostò sorridendo.

-          Non hai niente, per fortuna..
-          U..h..u…m…h grazie
-          Di cosa?
-          S..se…sei premurosa, ma a me non è che piaccia capito?
 Romano sembrava teso, triste come se gli mancasse qualcosa. Si alzò e gli prese la mano tirandoselo dietro fino a raggiungere l’uscita. Si nascosero dietro un muretto così da non essere disturbati e la sorella incominciò.
-          Che hai… sembri triste.. è per via di Scozia? Lui è così in più da quando ha Cornovaglia sembra impazzito.  Devi stare tranquillo.

Gli strette la mano passandogli un fazzoletto e lo strinse a se mentre i loro ciuffi si incurvano in due cuori.

 
Romano Lovino Vargas
 
Cercò di impedire alla sorella di trascinarlo dove le pareva ma non ne aveva nemmeno la voglia, smise quasi subito di fare resistenza, ora che la sua rabbia si era alleviata, c’era spazio a sufficienza per la tristezza e la preoccupazione. Lo portò fuori dal ristorante, si nascosero da qualche parte e lo abbracciò dopo aver borbottato qualcosa riguardo a Scozia.
-          Non preoccuparti sorella, sto bene, davvero! Sono solo un po’ stanco per via della giornata – in realtà avrebbe voluto soltanto tornarsene a casa e buttarsi sul suo letto, abbracciare il cuscino e piangere per tutta la notte, si sentiva uno schifo, non poteva credere di essere un fidanzato tanto deludente, cercò di allontanarla ma il corpo non rispondeva nemmeno al suo volere, si ritrovò a stringere forte a se la sorella, in effetti era meglio così altrimenti avrebbe visto la sua espressione, era sul punto di piangere.
Restarono lì cosi per qualche secondo, il tempo di permettere a Romano di riprendersi, alla fine si staccò da lei e fece un piccolo sorriso

-          Grazie Caterina, sei una sorella fantastica, davvero! Però sono molto stanco… tieni questa è la mia parte – le prese la mano e ci mise dentro i soldi per il cibo – salutami gli altri, ok? Ci vediamo, ciao!

Non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere, doveva andarsene il prima possibile, si incamminò verso la macchina, salì e sfrecciò verso casa.
Arrivato a destinazione, ormai con le lacrime che gli scendevano, corse in camera e si chiuse dentro, finalmente poteva lasciarsi andare, pianse così tanto che non riusciva nemmeno a respirare.

-          Cazzo, perché sono così?! Non posso essere più come Veneziano? Maledizione! Se Prussia vorrà lasciarmi dopo questa sera, avrà fottutamente ragione! Cazzo!

Continuò così per tutta la sera, solo la mattina tardi riuscì finalmente ad addormentarsi.

 
Caterina Florentia Vargas
 
-          ROMANO

Lui se ne andò e lei si sentì strana, c’era qualcosa che non andava , qualcosa che lo tormentava. Lo lasciò andare, conoscendo abbastanza bene Romano per sapere che avrebbe pianto da solo fino alla mattina.  Tornò nel locale e si scusò con tutti per l’assenza improvvisa di Romano. Prussia fu il primo ad agitarsi e a quel punto le scattò qualcosa nel cervello. Scribacchiò un ti devo parlare a Prussia e gli mandò il bigliettino. Quello si allontanò dal tavolo e poterono finalmente parlare.

-          Senti patata
-          Io non sono
-          TACI
-          Ok..
-          Senti si capisce che fra te e mio fratello c’è qualcosa e te giustamente ti appiccichi al pervertito scozzese. Conosci Romano? Pensi di si, beh a me non sembra. Guardalo se ne è andato e probabilmente si darà pure la colpa. Va a trovarlo, tornatene a casa cambiati dormi e vai da lui
-          Grazie… avrei
-          Sta zitto guarda, e corri.

Prussia si allontanò rapidamente e Caterina se ne tornò nel locale. Inghilterra sembrava preoccupato e di certo lei era stanca. Scozia si alzò trascinandosi dietro Inghilterra.

-          Che ne dici se ti riaccompagno a casa Center?
-          A… grazie.. sono un po’ stanca in effetti
-          Ti porti dietro anche il tuo Arty però
-          COSA?
-          Attualmente è senza casa… la sto occupando io, su siete alleati..
-          A….ok
-          Davvero? Italy sei sicura?
-          Si.. stai tranquillo… andiamo ora

Salutarono tutti lasciando così Veneziano e Germania da soli, almeno si sarebbero goduti la loro serata assieme al fantastico ed imbranato cameriere Spagna. Mai giudicare una macchina dalle dimensioni , MAI. La piccola cooper di Scozia volava quasi sulla strada e Caterina se ne stava attaccata al suo seggiolino. La macchina rallentò e finalmente scesero.  Inghilterra era teso mentre le cedeva il passo.

-          Ti va di guardare un film?
-          Di che genere?
-          Ehm.. un bel giallo?
-          Scherlock!

Una volta in casa gli ordinò di andare in salotto a sistemarsi mentre lei se ne andava in camera sua. Respirava piano, il cuore le pulsava quasi stesse per scoppiare. Si infilò qualcosa di comodo e tornò dal suo inglese. Suo? Perché aveva pensato che fosse il SUO inglese? Infilò il cd e si mise accanto ad Arthur. Sentiva l’odore di Arthur perdersi nella stanza , un odore di terra bagnata, polvere da sparo e carta di papiro, proprio come secoli prima. C’era stata una volta, una notte Inghilterra era giunto da lei sanguinante e lei se ne era presa cura. Alcune volte sembrava un ometto altre volte un leone. Sentiva il sonno appesantirle le ciglia, voleva dormire, ne aveva bisogno. Il film era già iniziato , ma sul piccolo divano sia Arthur che Caterina avevano solo voglia di riposarsi. Sentì le braccia di Inghilterra dietro la sua spalla, ma non fece resistenza. Lei appoggiò la testa all’incavo della sua spalla e socchiuse gli occhi. Arthur la strette più forte e si concluse così quella serata. Sognare, da quanto non lo faceva? Non più incubi, non più mostri solo quiete. Al mattinò si svegliò ancora fra le braccia di Arthur , sorpresa, spventata, ma soprattutto felice. Il telefono suonò.

-          Chi diavolo è adesso?
-          Mm…italy…
-          Shh..


Romano lovino Vargas
 
Si svegliò quasi subito, oltre alla notte insonne per il pianto, adesso aveva anche fatto un incubo in cui tutti quelli a cui voleva bene, iniziavano ad odiarlo a causa del suo fottutissimo carattere.

-          Sono un vero coglione… - pensò mentre si alzava stancamente dal letto, non voleva starsene lì a non far niente, l’orto non aveva bisogno di cure perché ieri gli aveva dedicato fin troppo tempo, decise quindi di fare una passeggiata.

Camminare lo aiutava sempre, non come curare le sue amate piante ma gli piaceva godersi il paesaggio della sua bella città, ed assaporare l’odore del mare. Le persone che incrociava, si spaventavano alla vista, non era il ragazzo sorridente ed allegro che erano abituati a vedere, questo era sciupato, aveva un’aria molto triste e non si accorgeva nemmeno che lo salutavi. Quando passò per la spiaggia, tre ragazze con cui flirtava ogni tanto lo fermarono.

-          Cosa ti è successo? Hai un muso lungo!
-          Ciao mie belle – fece un piccolo e triste sorriso – scusate ma non sono molto in vena di chiacchierare.
-          Andiamo, ti tiriamo su di morale noi! – lo prese per un braccio
-          Si, vieni a fare un bel bagno!
-          Davvero, non mi va adesso, voglio stare da solo… ci vediamo un’altra volta tesori, ok? – si tolse gentilmente dal tocco della ragazza
-          Certo bello!
-          Quando vuoi siamo qui!

Le vide tornarsene in acqua e se ne andò, non riusciva proprio a fermarsi ed alla fine, si ritrovò nel suo posto preferito, non andava mai nessuno li e poteva godersi la brezza marina in tutta pace e tranquillità.
Prussia non era quasi riuscito a chiudere occhio quella sera, se ne era tornato a casa solo per cambiarsi e prendere qualcosa da portare al suo italiano ma il fratello, lo aveva obbligato a tornarsene in camera e stare lì tutta notte.

-          Come può impedirmi di andare dove cazzo mi pare?! West sta iniziando a rompermi letteralmente le palle… mi vendicherò più tardi, ora ho da fare.
Uscì di casa facendo il più rumore possibile, così da dare un po’ di azione al fratello subito di prima mattina e si diresse dritto a casa di Romano. A metà strada però, si accorse di aver lasciato a casa il suo regalo.
-          Stupido West, è tutta colpa tua! Vorrà dire che si dovrà accontentare della mia magnificenza – ridacchiò – direi che è più che sufficiente per ora, tu che ne dici Gilbird? Sei d’accordo con me? Hahaha! – d’un tratto, tornò serio –
spero che Sud non si sia fatto delle stupide storielle su me e Scozia, se è così giuro che gliela faccio vedere io la storiella!

Arrivato a destinazione, parcheggiò la macchina a fianco a quella di Romano che stranamente, non era in garage. “Brutto segno” pensò subito e si diresse velocemente alla porta, suonò un paio di volte il campanello ma non ottenne alcuna risposta, decise quindi di fregarsene dei poveri vicini.

-          Hey Sud! Sono io, il magnifico Prussia! – nessuna risposta – andiamo, non sarai mica arrabbiato con me? Fammi entrare che ne parliamo! – nemmeno il suono dei passi o qualche imprecazione – Sud?
Bussò molto forte ma nessuno lo insultava… tranne qualche vicino… prese in mano il cellulare e chiamò Romano sperando che rispondesse ma non fu così, la cosa che lo colpì fu che la suoneria del cellulare si sentiva benissimo e proveniva da dentro la casa, riagganciò immediatamente e riprese a bussare.
-          Sud apri! So che ci sei, ho sentito il telefono! – niente nemmeno questa volta – Non fare il testardo, per una volta ascoltami ed apri questa fottuta porta! – adesso era estremamente preoccupato, non nel panico, lui non lo era
mai, troppo fantastico per esserlo, era solo un po’ preoccupato – riprese il cellulare e cercò il numero di una persona che, ne era sicuro, l’avrebbe aiutato a trovarlo conoscendo perfettamente il posto.

Il telefono squillò un paio di volte ma poi finalmente rispose, non le lasciò nemmeno il tempo di chiedergli cosa volesse che Prussia l’aveva interrotta.

-          Sud è sparito e non so dove sia, a casa c’è solo il cellulare nient’altro, vado a cercarlo nei posti che conosco ma non sono molti, ci incontriamo tra un’ora qui, ciao!

Come riattaccò, corse alla ricerca del suo amante, entrava in ogni genere di negozi e bar, si avvicinava il più possibile se vedeva un gruppo di ragazze attraenti e fermò un paio di moretti ma niente, non lo trovava da nessuna pare, nemmeno il suo piccolo animaletto sembrava avere individuato l’italiano.

-          Ok, sono nel panico…

  
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