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Autore: REAwhereverIgo    27/08/2012    6 recensioni
E se un ragazzino biondo di nome Roxas si ritrovasse per caso a casa del singolare scienziato Axel Flame?
Per scoprire che cosa succederà non vi resta che leggere!
La storia è OOC, quindi chiedo scusa per eventuali cambi di caratteristiche dei personaggi... Buon divertimento!
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Mi piaceva l'idea del tramonto, anche perché mi ha fatto venire i brividi nel gioco 358/2, per cui ho voluto metterci il dialogo tra loro due... penso sia una delle parti più belle (evitando di nominare la fine quando Xion sparisce... *piange*)... quindi voglio sottolineare che quella parte di storia non è mia ma dei creatori del gioco Kingdom Hearts 385/2! Tutto qui, buona lettura,    Rea

 

 

 

 

Un tramonto speciale

 

I due fratelli Key tornarono a casa prima di pranzo. La nonna li aveva chiamati per avvertire del suo arrivo e loro si fecero trovare fuori casa ad aspettarla come dei bravi bambini.

Non ho un aspetto troppo distrutto, vero?” chiese Sora, che continuava a stropicciarsi gli occhi. Quando si era alzato a mala pena si ricordava il suo nome da quanto aveva bevuto la sera precedente.

Questa è la quinta volta che me lo chiedi in sette minuti. Ti ho già detto che se la smetti di strofinarti la faccia non sembri uno che ieri sera ha preso una sbornia colossale” ripeté Roxas, scocciato.

Non ho preso una sbornia colossale” si ribellò il castano. Lui lo guardò male.

Ah, no?gli chiese sarcastico.

Beh, forse ero un po’ brillo, ma non ero ubriaco!” rispose.

Immagino. E dimmi, ti ricordi di quando hai provato a baciare Xion?” s’informò, con un sorriso malvagio. Sora arrossì.

I-io cosa?!” esclamò sorpreso. Il biondo trattenne a stento una risata mentre suo fratello correva in casa a chiedere alla ragazza se era vero. Axel, che stava aspettando con loro la nonna, lo guardò severo.

Non è mai successo” disse. L’altro rise forte.

Lo so, ma non ho resistito” ammise, guadagnandosi un cenno di dissenso.

In quel momento videro la macchina dei Key arrivare dal vialetto.

Immagino che dobbiamo salutarci” ragionò Roxas, un po’ contrariato. L’altro sorrise e lo fissò.

Per adesso, ma spero che ci rivedremo… presto” ammise. Il biondo strinse le labbra, poi si aprì in un bellissimo e radioso sorriso.

Me lo prometti?” chiese. Axel vacillò un attimo sotto quello sguardo bellissimo.

Facciamo così: domani pomeriggio, verso le cinque, verrò a prenderti a casa” propose.

Sul serio?” esclamò il ragazzino, felice.

Lo giuro. Tu fatti trovare pronto fuori dalla porta e sali in macchina senza chiedere niente. Memorizzato?” domandò, facendogli l’occhiolino.

Memorizzato” rispose.

 

 

Di preciso, mi spieghi di nuovo perché esci con un uomo?” domandò Sora per la dodicesima volta. Dopo essersi vendicato sul fratello facendogli il solletico fino a quando non riusciva più nemmeno a parlare per le lacrime, il castano aveva iniziato a ricordare qualche discorso della sera precedente e, in particolar modo, aveva focalizzato quanto Roxas e Axel fossero stati vicini e di quanto il gemello sembrasse stranamente attratto dall’uomo, così gli era venuto qualche dubbio. La verità era che il biondo non aveva ma confessato nemmeno a lui di essere gay, soprattutto perché se ne vergognava terribilmente.

E’ un amico. Tu esci con Riku, io esco con Axel” rispose nuovamente. Sora si avvicinò al suo volto e iniziò a muoverlo con le mani, fissandolo per bene.

Che diavolo fai?” esplose Roxas, dopo cinque minuti di quello stropicciamento.

Mmmmh… tu mi nascondi qualcosa” decise dopo un po’. Il biondo arrossì prepotentemente e si staccò.

Non è vero, lo sai che ti dico tutto

E allora dimmi la vera ragione per cui esci con quel tipo” ribatté il castano, incrociando le braccia. Era diventato fin troppo furbo negli ultimi tempi e questo metteva in difficoltà l’altro: dirlo o non dirlo?

Uff, e va bene. I-io

Ragazzi, è pronto il pranzo, venite a mangiare!” li chiamò la nonna dalla cucina. Roxas sorrise raggiante per essere stato inconsapevolmente salvato e corse fuori dalla stanza.

Ehi, fermati! Non puoi fuggire così!” si ribellò Sora, andandogli dietro. Arrivarono in sala da pranzo rincorrendosi e facendo baccano, e quasi si schiantarono contro il tavolo.

Benedetti ragazzi, mi farete morire di infarto prima o poi” li sgridò la donna, sobbalzando quando li sentì arrivare.

Ahahahah, scusaci” dissero insieme, sedendosi.

Entrambi notarono subito che mancava un’apparecchiatura e si guardarono confusi.

Ma… e nonno? Non pranza con noi?” chiese il castano, mettendo in bocca un pezzo di carne senza nemmeno tagliarlo.

Ehm… no, oggi aveva da fare… delle consegne, sì” rispose la donna, tremando impercettibilmente.

Ma all’ora di pranzo? Di solito si ferma proprio per mangiare tutti insieme” considerò l’altro nipote, fissando schifato il fratello ingurgitare la bistecca.

Lo so, ma era una consegna speciale e doveva farla subito. Voi non vi preoccupate e divertitevi” li rassicurò, sorridendo e cercando di essere più tranquilla possibile. Roxas non le credette, ma decise di non chiedere altro e finì il suo pranzo in silenzio.

Quando lui e suo fratello uscirono di casa per andare ad allenarsi con lo skate, si mise a rimuginare sugli ultimi avvenimenti, cercando di capirci qualcosa: prima la nonna andava con il marito a consegnare i fiori, scomparendo per metà giornata, poi l’uomo non si presentava a casa all’ora di pranzo e lei sembrava terribilmente triste per qualcosa… che diavolo stava succedendo?

Attento!” gridò Sora, un attimo prima che lui si schiantasse contro un albero. Sentì un forte dolore alla testa e poi cadde a terra, con il viso rivolto verso l’alto.

Oddio!” esclamò il castano, correndogli accanto. Lo schiaffeggiò leggermente per farlo riprendere, poi, vedendo che non dava segni di vita, andò a prendere la borraccia con l’acqua dalla bora e gliela versò tutta addosso.

Aiuto!” urlò Roxas, mezzo affogato.

Dimmi che non sei morto!” lo implorò il gemello, scuotendolo.

Fe-fe-fermo!” lo implorò il biondo, sentendo la testa scoppiare.

Respiri! E parli! Quindi stai bene!” esultò l’altro, stringendoselo al petto.

Sora, sei tu a non stare bene!” commentò, cercando di divincolarsi. Quando fu riuscito a staccarselo di dosso, si toccò la fronte: c’era un bel taglio poco sopra le sopracciglia, messo in obliquo.

Bene, ci mancava anche questa. Io devo smettere di pensare quando vado sullo skate” commentò sconsolato.

Direi proprio di sì” confermò il gemello, aiutandolo ad alzarsi. Ebbe un po’ di difficoltà, soprattutto perché la botta era stata gigantesca, ma si rimise in piedi e cercò di stabilizzarsi.

Tutto ok?” gli domandò Sora, preoccupato. Lui annuì.

Forse se torniamo a casa è meglio” suggerì.

No, dobbiamo allenarci. Non voglio che Hayner vinca la gara” si rifiutò. Stava per salire di nuovo sullo skate, ma gli vennero le vertigini e sarebbe di nuovo caduto se il fratello non l’avesse sorretto.

Roxas, hai bisogno di stenderti” gli fece presente.

Allora io sto fermo, ma almeno tu continua!” propose disperato. Quella gara lo stava torturando, sul serio: si sognava la notte il risultato e non era mai positivo.

Si sedette su una roccia a fissare Sora fare lo slalom perfettamente e si sentì invidioso: sotto tantissimi aspetti era molto meglio di lui. Perché? Era più allegro, più spigliato, più divertente ed era sempre circondato da amici. Delle volte si domandava come facessero ad essere fratelli. I suoi occhi si rattristirono nel pensare che fosse mille volte meglio e promise a sé stesso che in quella gara avrebbe dato il massimo per far vedere che anche lui poteva farcela.

 

 

Ci vediamo dopo!” salutò Roxas, uscendo di casa e avviandosi sul vialetto.

Ehi, aspetta!” lo fermò Sora.

Che c’è?

Tu non mi hai ancora finito il discorso di ieri” gli ricordò, un po’ arrabbiato. Il biondo arrossì.

Non è niente, sul serio. Siamo amici e usciamo come amici” rispose.

Sei sicuro che sia tutto qui? Che non ci sia qualcosa di più… profondo?domandò, sinceramente interessato. Lui strinse i pugni, ma sorrise.

Fidati, se ci fosse te lo direi” gli assicurò.

Me lo giuri?

Te lo giuro” disse, sapendo di star mentendo alla persona a cui voleva più bene. Il castano sorrise felice.

Allora ok, non ti disturbo più. Divertiti” si raccomandò, rientrando in casa.

Roxas si sedette sul muretto di cemento bianco che chiudeva il giardino e attese. Dopo nemmeno cinque minuti, Axel arrivò con un pick up nero e si fermò davanti a lui.

Ehilà, piccolo Roxas!” lo salutò, sorridente.

Non mi chiamare piccolo!” lo sgridò, salendo sul fuoristrada.

Ma lo sei!” lo prese in giro il rosso, mettendo in moto e partendo.

Lo so, ma tu non sottolinearlo ogni volta!” gli chiese, imbronciato.

Come vuoi. Però è un soprannome carino” lo assecondò l’altro. Lui sbuffò e incrociò le braccia.

Allora? Che hai fatto in questi due giorni?” gli chiese l’uomo, girando ad un incrocio ed immettendosi nella strada provinciale.

Il solito: sveglia, cibo, skate, cibo, skate, lotta con Sora, cibo, letto. Tu?

Ho portato all’azienda farmacologica la formula che abbiamo creato e poi ho fatto un giro in città con Larxene” rispose con un’alzata di spalle.

Capito

Roxas non si sentiva così emozionato da quando aveva avuto come regalo di compleanno la sua prima tavola da skate, a sei anni. Il cuore gli rimbombava nelle orecchie, battendo forte alle costole e facendogli quasi male.

Dove andiamo?” chiese per smorzare la tensione.

No, no, no, no, no, non ci siamo. Ti ricordi cosa ti avevo detto l’altro giorno? Sali in macchina e non fare domande” rispose Axel, soddisfatto.

Ma…

Niente ma, è una sorpresa” lo interruppe.

Nemmeno un piccolissimo indizio?

Nemmeno quello” annuì il rosso.

Il ragazzino incrociò le braccia e aprì il finestrino per sentire il vento sulla pelle e fare in modo di calmarsi un po’.

Comunque, se può farti stare meglio, siamo quasi arrivati” assicurò, svoltando a sinistra. In quel momento un profumato odore di salsedine arrivò al naso di Roxas, che si guardò intorno per vedere dov’erano.

Ehi, ma quello è l’oceano!” esclamò, indicando una gigantesca distesa di acqua brillante. Axel rise e annuì, poi entrò in una stradina sterrata in salita.

Ma come, non andiamo in spiaggia?

No, molto meglio” rispose, cambiando marcia.

Continuarono a salire per altri cinque minuti, poi si fermarono in uno spiazzo ricoperto d’erba da cui si vedeva la baia.

Va bene, ora siamo arrivati” annunciò l’uomo, scendendo dal pick up. Roxas lo seguì.

Qui?” domandò un po’ confuso.

Esatto” annuì l’altro.

Ma qui non c’è niente

Ehi, fidati di me, memorizzato?” lo tranquillizzò Axel, salendo sulla parte posteriore della macchina e sedendosi sul tettuccio. Il biondo lo emulò, mettendosi vicino a lui: da lì avevano una stupenda visione del golfo e i raggi del sole riflettevano l’acqua creando un gioco di luce fantastico.

Caspita!” esclamò il ragazzino, spalancando la bocca. L’altro sorrise.

E non hai ancora visto il meglio” gli assicurò. Tirò fuori dalla borsa che aveva con sé due ghiaccioli.

Vuoi?” gli offrì.

Sì, grazie” annuì Roxas, prendendone uno. Si misero a mangiarlo in silenzio, beandosi di quella visuale, fin quando il sole non iniziò a colorare di rosso e arancio tutto il paesaggio. Fu in quel momento che avvenne: l’acqua cristallina del golfo si accese come una fiamma, assorbendo il rosso fuoco del tramonto e riflettendolo tutto intorno a sé. I raggi del sole furono spediti in ogni direzione, battendo contro la sabbia e le rocce bianche.

Wow!” esclamò il biondo, spalancando gli occhi e sporgendosi verso quello spettacolo.

Te l’avevo detto, no?” gli ricordò Axel, felice che gli piacesse.

E’… è… wow!” disse, incapace di trovare delle parole adatte. L’uomo rise.

Ehi, Roxas, scommetto che non sai perché il tramonto è rosso” suppose. Il ragazzino lo fissò.

Sai, la luce è formata da molti colori  e il rosso è quello in grado di arrivare più lontano” spiegò. L’altro gli tirò una piccola spinta e rise.

E chi te l’ha chiesto? Sapientone!” lo prese in giro. Entrambi si misero a ridere senza un vero motivo, solamente felici di essere lì insieme.

Sai, forse è ora che rientriamo. Non vorrei che i tuoi nonni si preoccupassero” propose Axel, scendendo dal tettuccio.

Penso di sì” annuì Roxas, un po’ contrariato. In realtà non voleva andarsene, gli piaceva stare con lui. Lo metteva di buonumore.

L’uomo si rese conto che lo aveva rattristato, così si avvicinò a lui e lo baciò teneramente.

Ehi, non fare facce tristi, chiaro?” lo sgridò affettuosamente, tenendo la sua faccia con le mani. Il biondo sorrise e si sporse per appoggiargli le labbra sulle sue.

Se fare facce tristi mi ripaga così, direi che ne vale la pena” rispose ridendo.

 

  
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