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Autore: REAwhereverIgo    27/08/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Un sabato sera interessante

Rea stava a testa bassa e cercava di non farsi notare dai passanti. Fabio le aveva detto che l’avrebbe aspettata dove si erano incontrati la prima volta (“Dici dove mi hai praticamente investita?” aveva chiesto lei), quindi ora stava dirigendosi là.

Anche se cercava disperatamente di mantenere la calma, tutta quella situazione le faceva tremare le mani, la rendeva terribilmente nervosa. Perché lui voleva passare il sabato sera con lei? Non era abbastanza ricattarla? Forse voleva far ingelosire una delle tre del gruppetto delle oche. O forse, voleva solo prendersi gioco di lei. Quel pensiero la colpì come un coltello, facendola fermare. Se fosse stato tutto un trucco per umiliarla? Non sarebbe stata la prima volta, Rea se ne ricordava fin troppo bene.

Effettivamente, l’unico motivo per cui lui poteva volere un appuntamento era quello di umiliarla, e allora lei promise a sé stessa che, qualsiasi cosa fosse successa, avrebbe mantenuto un profilo freddo e distaccato. Era l’unico modo che aveva perché le persone non la ferissero.

Vide Fabio appoggiato alla sua moto che giocava col portachiavi e rimase senza fiato notando la sua incontestabile bellezza: gel nei capelli per tirarli indietro; giacca di pelle attillata; pantaloni di jeans strettissimi; guanti da motociclista; stivali neri con qualche borchia. Temette di svenire sul colpo e si stupì di come il suo corpo si stesse praticamente muovendo da solo, andando svelto verso di lui. Si impose di rallentare il passo e si avvicinò con calma.

Buonasera, lentiggine” la salutò il ragazzo, aprendosi in uno smagliante sorriso.

Non iniziare subito con questo soprannome idiota” lo sgridò, incrociando le braccia. Lui si alzò in tutto il suo metro e ottanta e la sovrastò.

Come desidera, principessa” rispose. Rea arrossì e sbuffò.

Invece di fare il broncio, mettiti questo. Ho visto passare Emma e Laura dieci minuti fa, forse è meglio se ci muoviamo” la istruì, passandole un casco.

Aspetta… andiamo in moto?!” gli chiese, sorpresa.

Certo, mica l’ho portata giusto per lasciarla qui a riposare

Ma tu hai un polso che non funziona!” si ribellò lei, indicando il suo braccio.

E allora? Posso tranquillamente guidare. E poi casa mia non è lontana, ci metteremo solo un paio di minuti” minimizzò.

Quindi potevi anche venire a piedi

Certo, ma non volevo togliermi il divertimento di vederti arrabbiata” la prese in giro, fermandole il mento tra l’indice e il pollice.

Ah-ha, simpatico” ribatté lei, scansandosi.

Un po’ contrariato, Fabio salì sulla moto e l’accese.

Forza, sali. Non abbiamo tutta la notte… o quasi” le ordinò. Lei ubbidì docilmente, poi lo guardò male.

Cosa vorresti insinuare con quel quaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!!!!” non le aveva fatto finire la frase ed era partito dando gas fino in fondo.

Ora muoio, ora muoio, ora muoio!” ripeteva Rea, stringendosi con forza al suo petto.

Se stai zitta rallento” le gridò Fabio da davanti.

Non aprirò più bocca finché non entriamo in casa, ma vai piano!” promise. Lui rallentò, ridendo forte, fino quasi a fermarsi.

 

Una volta che furono arrivati, la ragazza scese barcollando.

Volevi amm…” lui le mise un dito sulle labbra e sorrise.

Hai promesso, ricordi? Fino a che non saremo dentro non potrai parlare” le fece presente. Provò a ribellarsi, ma la sua mano rimase ferma finché lei non si calmò e incrociò le braccia al petto.

Brava bambina” si congratulò, dandole una leggera patta sulla testa.

Si mise ad armeggiare con le chiavi, aprendo la porta e cercando di nascondere il sorriso ebete che aveva sulla faccia al pensiero che lei sarebbe stata tutta sua per una sera.

Fatto” annunciò, spalancando la porta. Quando vide che Rea si era avviata verso l’entrata, si mise in mezzo per bloccarla.

Non puoi entrare” la fermò.

Che cosa? Perc…” la zittì di nuovo, avvicinando il proprio viso al suo.

Devi pagare pegno per farmi spostare” le disse. La ragazza sbuffò, scocciata.

Rimasero in silenzio per un po’, poi lei si spazientì e gli fece segno con la mano che il tempo stava passando e non ce la faceva più ad aspettare.

Voglio un bacio” decise infine. Rea spalancò gli occhi e aprì la bocca per controbattere, ma Fabio fu più veloce e le prese la faccia con le mani, costringendola a guardarlo negli occhi.

Se non me lo dai tu me lo prenderò io” l’avvertì sussurrando, ma la ragazza era immobile, paralizzata dalla situazione. Lo fissava terrorizzata, aveva paura sul serio che la baciasse, e lui ebbe un attimo di esitazione.

Sto scherzando” disse poi, allontanandosi. La sentì respirare forte, come se per tutto quel tempo fosse rimasta col fiato sospeso, e la vide rilassarsi notevolmente. Cavolo, lo doveva odiare proprio tanto!

Vieni, la cena si fredderà” la invitò ad entrare, precedendola.

Quando furono in casa, Rea gli dette un fortissimo pugno sulla spalla e lo fissò infuriata.

Tu non sei normale!” urlò, puntandogli un dito contro.

Ehi, che ho fatto ora?” le chiese, massaggiandosi il punto dove lo aveva colpito.

Non si baciano le ragazze senza che lo vogliano!” lo sgridò, dandogli un’altra botta.

Ti ho già detto che stavo scherzando, mi pare” le ricordò, scansando un ulteriore colpo in partenza.

E stai fermo mentre ti picchio!” gli ordinò, facendolo ridere.

Nemmeno morto!” rispose lui. La ragazza si tranquillizzò solo quando sentì nell’aria il profumo di cibo e il suo stomaco brontolò.

Invece di sprecare le tue forza per inutili capricci come quello di menarmi, potresti apparecchiare mentre io finisco di cucinare” le suggerì Fabio, andando in cucina.

Tu mi hai invitata e io devo apparecchiare?!” chiese stupita.

Sei qui come ospite, ma sei ancora sotto il mio controllo, quindi devi decisamente apparecchiare” rispose il ragazzo.

Grazie, sei proprio un galantuomo” ribatté lei, iniziando a cercare tovaglia e stoviglie per preparare la tavola.

 

 

Nel frattempo, Laura  e Emma erano in pizzeria con un radioso Johan, che non aveva fatto altro che sorridere da quando si erano incontrati.

Hai parlato con Rea?” gli chiese la mora, addentando un pezzo di pizza. Lui perse un po’ del suo sorriso, ripensando al discorso fatto quel pomeriggio.

N-no, non ne ho avuto l’occasione” rispose, un po’ incerto. La ragazza sbuffò.

Sono curiosissima! Come mai non ci dice nulla su tutta questa storia? Eppure lei ci ha sempre raccontato tutto!” si lamentò, appoggiando la testa su una mano.

Magari ce lo dirà quando si sentirà in grado di farlo” suggerì sua sorella, timidamente.

Esatto!” le dette manforte Johan, illuminandosi. Lei arrossì e fissò il piatto.

Sì, però non è mica giusto! Siamo le sue sorelle, non si dovrebbe vergognare!” continuò a dire l’altra.

Dai, Emma, lasciala respirare: se e quando vorrà, ci troverà pronte ad ascoltarla” cercò di tranquillizzarla Laura. In quel momento il campanello della porta tintinnò e si girarono tutti e tre verso l’ingresso.

Oddio, ma quello è…

Ehi, prof!” gridò Johan, sbracciandosi. Jason alzò gli occhi dal cartello del menù e lo salutò con un grosso sorriso.

Buonasera, ragazzi! Cosa fate di bello?” li salutò, avvicinandosi a loro. La mora si stampò in faccia il miglior sorriso che sapeva fare e lo fissò con occhi da pesce lesso, risultando piuttosto ridicola.

Niente, ceniamo e poi andiamo in discoteca” rispose Laura.

Emma, c’è qualcosa che non va?” si preoccupò lui, notando la sua espressione. La ragazza, incantata, non rispose.

Emma?” la richiamò. Sua sorella le dette una gomitata nello stomaco per farla riprendere e lei sobbalzò, stringendosi le costole.

Ahia!” si lamentò.

Lei, invece, cosa fa qui?” chiese Johan, per tirare fuori da quella situazione imbarazzante l’amica.

Fuori da scuola dammi pure del tu” rise l’altro.

Ok, mi sc… cioè, scusami

Comunque sono venuto a prendere la pizza, vado a mangiarla a casa e poi preparerò i vostri compiti per lunedì” spiegò con un’alzata di spalle.

Perché non si mette qui con noi? Non c’è molta gente, se ordina subito riuscirà ad essere servito prima che noi finiamo la nostra cena” lo invitò il ragazzo. Jason lo fissò con un finto cipiglio severo.

Ti ho detto di darmi del tu” lo sgridò bonariamente, per poi ridere di gusto.

A voi va bene, ragazze, se mi siedo con voi?” domandò a Emma e Laura.

La mora rimase ferma immobile, incredula di avere tanta fortuna, mentre l’altra si trattenne dal ridere.

Certamente, sarà divertente” rispose per entrambe.

 

 

Wow, certo che sei proprio bravo a cucinare, da te non me lo sarei mai aspettato” commentò Rea a fine pasto. Con lo stomaco pieno e un po’ di alcool nelle vene, era più rilassata e non si sentiva più a disagio come quando era uscita di casa.

Sono un ragazzo pieno di sorprese” rispose Fabio, sorridendo soddisfatto. Le versò un altro po’ di acqua nel bicchiere, poi si alzò a prendere il dolce.

Gelato o fragole?” le domandò. Si fissarono per un secondo.

Entrambi” decisero insieme ridendo.

Tirò fuori la frutta e la vaschetta al cioccolato e li mise in tavola, tornando, poi, a prendere le coppette e i cucchiaini.

Io voglio tante fragole” esclamò Rea, guardando con occhi deliziati quelle piccole cosine rosse. Sembrava una bambina davanti l’albero di natale.

A me piace di più il gelato, in verità” commentò Fabio. Lei sorrise raggiante.

Perfetto, no?” gli chiese. Quello era, probabilmente, il primo vero sorriso che lei gli faceva da quando si erano conosciuti e questo lo fece vacillare un pochino.

Sì, è… è perfetto” annuì, balbettando.

Qualche problema?” s’informò la ragazza, vedendolo incerto.

No, è solo che mi ci vuole un po’ di concentrazione per far scongelare il gelato. Sembra di marmo” rispose lui, ritrovando la sua sicurezza. Rea lo fissò incuriosita.

Se lo dici tu

Passarono l’ora successiva parlando un po’ di tutto, dalla scuola ai propri hobby, ma la ragazza cercò con tutta sé stessa di evitare l’argomento “scrittura”.

Fu solo quando ebbero finito di riporre le stoviglie che lui la fissò intensamente.

Perché scrivi se poi non vuoi che la gente lo sappia?” le domandò. “Eccoci” pensò lei, incupendosi subito.

Non è un argomento di cui mi piace parlare, in realtà” ammise in una muta richiesta.

Se non ne parli non ti libererai mai da questo peso, però” le fece presente.

Aveva ragione, se continuava a nascondere ciò che era sarebbe esplosa di lì a poco.  E lui era lì ad ascoltarla: forse si poteva confidare.

Io…” voleva iniziare, lo voleva con tutta sé stessa, ma si bloccò, colpita da un improvviso ricordo lontano nel tempo. “Hai promesso: non cederai” si ricordò.

Io devo andare, mi dispiace” si scusò, andando a prendere il giacchetto e dirigendosi verso la porta.

Cosa? No!” si ribellò lui, seguendola.

Davvero, non posso dire niente, non posso proprio” continuava a ripetere.

Rea?” la chiamò il ragazzo, sperando che si fermasse. Lei aprì la porta, pronta ad andarsene, ma lui la fermò, abbracciandola da dietro.

Non voglio che tu te ne vada in queste condizioni” le sussurrò all’orecchio. Il cuore della ragazza si mise a battere velocemente, stordendola per un attimo.

Mi dispiace, ma non posso rimanere. Fai cosa vuoi del mio quaderno, io non sono brava a fingere e mentire” gli disse, cercando di divincolarsi. Se possibile, lui se la strinse ancora di più al petto, bloccandole ogni possibile mobilità.

Non mi lasciare arrabbiata” la supplicò.

F-Fabio…” balbettò lei, incapace di dire altro. Il ragazzo le posò un delicato bacio sul collo, facendola rabbrividire.

Giura che non ce l’hai con me e ti lascio andare” promise. La voltò verso di sé, guardandola negli occhi.

Fidati, non sono arrabbiata con te” gli assicurò. “Ce l’ho con me” aggiunse mentalmente.

Ma è meglio se torno a casa, adesso” terminò. Fabio fece scorrere le braccia sulle sua, arrivando a prenderle le mani.

Se non te la senti, domani non venire a studiare qui. Sei liberata dall’accordo” le disse, un po’ triste.

Rea, che aveva creduto fin dall’inizio che a sentire quelle parole si sarebbe sentita libera, percepì un senso di colpa ingiustificato pervaderla e quasi si pentì di essere stata tanto ingiusta nei suoi confronti.

Grazie” rispose, lasciando un bacio sulla sua guancia. Corse verso casa col cuore in tumulto e il giacchetto tra le mani, mettendosi a piangere senza un motivo serio.

 

 

Una volta che fu rientrata in casa, si mise in pigiama e si coricò. Verso l’una le sue sorelle bussarono alla sua porta, ma un cerchio gigantesco si era formato intorno alla sua testa, quasi impedendole di muoversi.

Rea? Ci sei?” la chiamarono, eccitate. Lei le fece entrare barcollando, per poi stendersi di nuovo sul letto.

Hai un aspetto terribile” considerò Emma, mettendole una mano sulla fronte.

Cavolo, ma tu scotti!” esclamò. Laura, prontamente, andò a prenderle il termometro e una borsa col ghiaccio, per poi posargliela sulla testa.

C-com’è… com’è andata?” domandò, sorridendo flebilmente.

La mora, nonostante le sue condizioni, le fece un raggiante sorriso.

Indovina un po’ con chi abbiamo cenato?

 

  
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