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Autore: Eliot Nightray    27/08/2012    1 recensioni
Cosa accadrebbe se un orgoglioso e burrascoso italiano come Romano dovesse fronteggiare un triangolo amoroso di cui sua sorella è il vertice? Scopritelo in questa avventura scritta a quattro mani piena di risate e lacrime. Caterina vargas scritta da Eliot Nightray e Romano Vargas scritto da The awesome tomato
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nekotalia, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Caterina Florentia Vargas

Cos’è la paura si domandò mentalmente Caterina mentre Arthur continuava a strattonarla. Aveva provato una volta qualcosa di simile alla paura, ma probabilmente si trattava di angoscia. Il cuore pulsante , le gambe molli e quell’inspiegabile sensazione di apatia completa. Inghilterra sembrava completamente perso nei suoi pensieri. Non si era neppure accorta di essere arrivata a casa dell’inglese. A casa dell’inglese? Oddio lei era una signora non poteva entrare nella casa di un uomo non appartenente alla sua famiglia. Si bloccò davanti alla porta , ma l’altro la spinse dentro con forza. Il primo ad apparire fu Scozia con una grossa zuppiera in mano, sembrava essere nel bel mezzo di un dolce. Le venne incontro e le lanciò una pallina di pasta da dolci in faccia, cosa che la fece ridere fino alle lacrime. Arthur non sembrava della stessa idea. Irlanda comparve subito dopo, un tipetto tutto pepe come spesso Scozia lo aveva descritto ed i capelli color carota. Si chiamava Patrick , ma tutti lo chiamavano Pat. Le si avvicinò e sorrise, una cosa strana da vedere in un inglese a parer suo. Gli spuntò un cappellino verde, una bombetta verde! Le fece un breve inchino e saltellò sul pavimento, forse aveva visto un insetto. Le sorrise e scomparve stupendo Caterina, seguì Galles. Un ragazzo alto , assonnato, con un pupazzo a forma di drago in mano.  La salutò e poi si eclissò sul divano ronfiando con una voce tale da sembrare un drago.

-          Stiamo facendo i… Pat come si chiamano?
-          Cantucci Nat, cantucci
-          Taci volevo vedere se eri attento
-          O… grazie ma..
-          Ti piaceranno Cat, posso chiamarti vero Cat? Io mi chiamo Pat.  Sei carina, molto più bella di quanto Arthur mi avesse detto.
-          SHUT UP!!
-          Arty è geloso…
-          SCOTLAND! SHUT UP
-          Ma non urlare citrullo inglese…
-          Non siamo qui per divertirci… Caterina..
-          Si….
-          Lei….
-          TI SPOSA?
-          NO IDIOTA sto scomparendo.

La zuppiera cadde a terra frantumandosi  e Galles urlò davanti a tutto quello spreco. Patrick sembrava preoccupato, ma non per lei quanto per Inghilterra. Gli corse accanto , ma Arthur lo evitò trascinandosi dietro Caterina. Le aprì una porta e scesero una piccola scalinata. I fratelli Kirkland dietro di lei sembravano ammutoliti, tutti eccetto Galles che parlava con la sua lucertola.

-          Ragazzi..
-          Che c’è SCOZIA?
-          Pensavo no, dato che questi sono gli ultimi giorni di vita di Center non dovreste godervi l’attimo.. vorrei sottolineare il verbo godere.
-          Nat… you are an idiot

Rispose Irlanda con voce tremante prima che Arthur lo investisse di libri. A terra c’era un cerchio di luce o qualcosa di simile a dei cerchi alchemici. Inghilterra le indicò di mettersi al centro e lei lo seguì un po’ titubante. Non devi aver paura le sussurrò voglio solo aiutarti.

-          Voglio provare a fare una cosa..
-          Di che cosa si tratta?
-          È un tipo di legame magico, ci uniremo
-          EEEEEEEK!
-          TRANQUILLA NON CAPIRE A DOPPIO SENSO
-          Uh uh il nostro fratellino fa doppi sensi, si Center tu e lui uniti nell’A-M-O-R-E
-          Shut up
-          Dovrai prenderti le tue responsabilità fratello
-          PATRICK ANCHE TU ?
-          Uh? Dove siamo?
-          Galles torna a dormire che è meglio qui siamo nel bel mezzo di un porno
-          Vado a chiamare Irlanda del sud …
-          Torna a sognare i draghi coso…
-          Vogliamo tornare al discorso principale stupidi fratelli maggiori?
-          Scusaci Arty..
-          Arty?
-          Si non lo sapevi Pat? La nostra Caterina lo chiama così.
-          Insomma Caterina dammi la mano… se lo facciamo
-          SE LO FACCIAMO VORREI SOTTOLINEARE L’USO DELLE PAROLE
-          Se…se… riesco  a creare questo legame non sparirai.. però
-          Però ?
-          Però se tu sparissi sparirebbe anche Inghilterra- rispose Galles con voce rauca.
-          No
-          Cosa perché no?
-          Tu… sei diverso, dagli altri.. io non ho paura di sparire mi va bene significa che i miei fratelli staranno molto meglio. Però tu… - i fratelli kirkland sparirono lasciandoli soli, ci sapevano fare con la magia quei tre. – però tu hai qualcosa in più. sei una persona buona e dolce e.. non voglio che ti succeda..
-          Sta zitta! Tu sei quella buona, tu sei quella dolce, tu non devi sparire e ora dammi la mano, non ti permetterò più di aver paura, non sarai più sola.

Le strinse la mano che si strinse in un pugno contro quello di Inghilterra e poi sentì una sensazione di caldo pervaderla. Si risvegliò intontita e confusa con la testa di Inghilterra , addormentato, contro il petto. Sorrise come un ebete mentre gli accarezzava una guancia, ma si colorò subito di rosso fuoco alla vista di Scozia. Quello se ne stava sulla poltrona davanti a loro con un  sorrisetto malizioso.

-          Esco?
-          Ma…a….
-          Eh lo so le sopracciglia fanno tanto sesso
-          ZITTO!
-          Italy…no…

Due volte , per solo due volte aveva avuto un incubo. La prima dopo la scomparsa di sua madre ed ora con Caterina. Lei se ne stava lì sorrideva impugnando la vecchia spada di suo nonno senza smettere di fissarlo. Lui la aveva baciata e poi lei si era frantumata fra le sue braccia. Quando riaprì gli occhi la vide confusa ed assonnata, viva. La strinse con tanta forza da lasciarla senza fiato e Caterina rispose con un pizzicotto che lo fece saltare su.

-          Incubo.. scusa.. eh eh
-          Per me ha fatto un bel sogno a luci rosse
-          SHUT UP


Romano Lovino Vargas
 
Quella mattina, si svegliò tardi e tra le braccia di Prussia, si sentiva uno straccio ma almeno, non aveva fatto sogni strani, l’altro a quanto pare, era già sveglio da un po’

-          Guten morgenniedlich.
-          Buongiorno bastardo…
-          Come stai? Tutto bene?
-          S-si, non preoccuparti
-          Sicuro?
-          Ne sono fottutamente sicuro, non rompere!
-          Va bene Sud, come vuoi.
Si alzarono entrambi ed andarono in cucina per la colazione, il prussiano fu mandato alla macchina del caffè così da non fargli provocare danni mentre Romano, si mise a cucinare, era molto pensieroso
-          Starà bene, non devi pensarci
-          Facile dirlo, non è tuo fratello quello che rischia di sparire da un momento all’altro
-          Hai ragione, LUI non ha questi problemi – a quel punto, Romano capì le cazzate che stava dicendo, anche Prussia sarebbe potuto sparire un giorno, non essendo più una nazione, nessuno riusciva a capire perché fosse ancora in giro a rompere le palle a tutti
-          S-scusa… non
-          Lascia perdere, te l’ho già detto tempo fa: non ci penso io, non devi pensarci tu

Calò il silenzio e continuò per tutto il tempo della colazione, ad un certo punto, squillò il cellulare di Prussia, entrambi fecero un salto sulla sedia, la chiamata veniva da Germania.

-          Scusa, è mio fratello – disse prima di uscire dal retro
-          Che cazzo vuole adesso quello, non può starsene tranquillo una buona volta? Deve sempre rompere la minchia tutte le sante volte?! – borbottò intanto che aspettava il ritorno dell’altro
-          Eccomi, ti sono mancato? Hahaha!
-          Che voleva il patata-macho?
-          Niente di importante
-          Devi tornare a casa?
-          Non prendo ordini da nessuno io, tantomeno dal mio fratellino! Io sto qui con te
-          Vuoi andartene?!
-          No! Se non mi volessi va bene ma se mi dici di andare solo perché me lo chiede mio fratello, allora resto – erano entrambi molto testardi, si guardarono negli occhi per qualche secondo poi Romano si alzò
-          Oggi passerò tutto il giorno nell’orto, non sarò di molta compagnia, poi la patata muscolosa solitamente non ti chiede di tornare, se non ci fossero problemi… io sto bene, puoi andare – in effetti, stava molto meglio oggi, era ancora preoccupato ma la strana sensazione che aveva sentito quando sua sorella era diventata trasparente, era svanita del tutto, fece un piccolo sorriso cercando di convincerlo e ci riuscì
-          Va bene Sud – si alzò nuovamente e si avviò verso la porta di casa seguito dall’italiano – allora ci sentiamo
-          Certo – arrossì – f-fammi… sapere q-quando sei arrivato…
-          Come sempre – lo prese per i fianchi e se lo avvicinò per potergli dare un bacio – tschüs


Se ne andò e Romano, dopo averlo visto sparire con la sua auto, si cambiò e si diresse nel suo amato orto con tanto di cellulare a portata di mano.

Caterina Florentia Vargas
 
-          Vedi se non fosse che piaci al cretino io
-          WHAT THE FUCK
-          Oh.. si è svegliato.. ciao fratello stupido hai dormito sulle tette di Italia
-          COSA? Mi dispiace te lo giuro
-          Gli dispiace, ma erano comode devi capirlo
-          SHUT UP

Italia li osservò bisticciarsi e si ricordò improvvisamente di suo fratello, il suo Romano. Si sfiorò l’occhio e si accorse di avere una piccola benda, Nathan gli spiegò che era stato Arthur la sera prima a farlo.  Saltò in piedi decisa a tornare dal fratello per scusarsi, tuttavia sapeva che lui era con Prussia e c’era quindi un grosso problema. Dondolò verso la cucina indossando un grembiule , tanto per non sporcarsi mentre Arthur la fissava sconvolto.  Patrick sembrava preso da qualche ricetta strana mentre Galles se ne stava a spiegare il libro di cucina ad un’iguana, ma quante bestie aveva quello? Scozia subito dietro Inghilterra lo spinse con forza facendolo finire contro Caterina. L’altra storse il naso dolorante e subito Inghilterra scappò ad indossare un cappello da cuoco, ma un inglese non può essere un cuoco se non all’inferno.  Caterina impasto un paio di ingredienti nel tentativo di cucinare qualche biscotto e Arthur le dava una mano anche se a modo suo. Quando infornarono i biscotti ottennero una metà carbonizzata e l’atra cotta in modo impeccabile.

-          Ti servirebbe solo un po’ di esercizio..
-          Beh mi puoi insegnare tu.. CIOE’ non fraintendere a me non importa tsk voi italiani non
-          Ok. Però zitto.

Gli portò un dito sulla bocca per zittirlo e quello per tutta risposta si incatenò al suo sguardo e le baciò l’indice rendendola un pomodoro.  Caterina fece un passo indietro e si ritrovò contro la parete, Arthur davanti a lei eliminò la poca distanza tra di loro curvando la testa verso il basso. Quando sentì il respiro leggero di Inghilterra sulle labbra Caterina socchiuse gli occhi avanzando inconsciamente.  Le prese delicatamente la testa curvandola di poco e la baciò, un bacio a cui non si oppose , ma intrecciò semplicemente le dite attorno ad i capelli dell’inglese gustandosi ogni secondo di quel momento. Lo seguì semplicemente in ogni suo gesto senza opporsi mai neppure quando socchiuse di poco le labbra. Italia si staccò mal volentieri, ma doveva farlo perché era una signora ed Inghilterra la fissò amareggiato, ma allo stesso tempo felice. Si illuminò con uno di quei suoi rari sorrisi mentre il ciuffo di Caterina si intrecciava in un cuore, la strinse a se e lei non poté fare a meno di inspirare a pieni polmoni l’odore dell’altro.

-          Non voglio che tu sparisca, non potrei vivere senza di te. Dovresti aver capito perché..
-          Credo che valga anche per me no? È per questo che non voglio che tu faccia niente di stupido… tipo sparire insieme a me.. se scomparirò andrà bene
-          NO CHE VA BENE secondo te ti lascio morire così??
-          Ragazzi se dovete farlo nella mia cucina almeno chiudete la porta e lasciatemi godere dei vostri urli
-          SCOZIA
-          Fratello… potresti almeno bussare.. no?
-          Volevo cogliervi sul fatto quindi faccio una foto.
-          NO LE FOTO NO TI PREGO BASTA
-          Cos’ha la tua italiana?
-          Fratello metti giù quel telefono..
-          Ok faccio una chiamata.. pronto ciao Sud.. Arthur è con tua sorella contro un muro
-          ROMANO NON E’ VERO!

Lo scozzese riattaccò e li lasciò soli, la mano di Arthur si avvolse lentamente attorno alla sua e Caterina arrossì se possibile con maggior intensità. Gli disse di voler tornare dal fratello e Arthur non sembrò molto contento della proposta, dopotutto era solo a causa sua se Caterina stava svanendo. Alla fine accettò e la riaccompagnò indietro. Appena scesa Arthur la seguì per assicurarsi che trovasse Romano. Caterina suonò un paio di volte e quando sentì un movimento dentro la casa si alzò rapidamente sulle punte per poter baciare l’inglese sulle labbra. Arthur cercò di trattenerla , ma quando vide la porta aprirsi la lasciò andare fissando Sud in modo aggressivo. Se Caterina fosse scomparsa lui avrebbe fatto sparire Romano per sempre. L’italiana gli sorrise e lui salutò dopo aver ricontrollato il bendaggio.

-          Caterina..
-          Eh?
-          Dopodomani alle cinque.. dobbiamo ancora avere quella celebre discussione fra alleati ..
-          Sarebbe fantastico..
-          Allora… ciao.. se..
-          Ti chiamerò..
-          Uhm.. grazie..
Richiuse la porta e fece un gran respiro prima di fermarsi su Romano. Gli controllò rapidamente le ferite e poi gli saltò al collo.
-          Mi dispiace di essere una così brutta sorella davvero non voglio che ti capiti niente ecco perché mi sono comportata così ieri.. davvero.. mi spiace io non ti odio lo sai ti amo però.. quando fai così… e poi.. senza di te.. ho paura… però non piangere se sparisco promettimelo.


Romano lovino Vargas
 
Dopo un’ora dalla partenza, ricevette una telefonata da Prussia

-          La mia magnificenza è arrivata sana e salva, puoi lavorare tranquillo! Kesesese!
-          Ok, comunque non ero affatto preoccupato!
-          Certo, come no!
-          NON LO ERO!
-          Ok calmati, non ti sto mica accusando di qualcosa! Hehehe.
-          Tsk!
-          Ti lascio continuare, devo anche aggiornare il mio blog
-          Che cosa fottutamente inutile!
-          Ti andrebbe di uscire insieme nel fine settimana? Hanno aperto un bel ristorante e volevo provarlo.
-          Tedesco?
-          Ja
-          No, grazie
-          Suuuuud! – sospirò profondamente prima di rispondere
-          E-e va bene, non ti aspettare che riesca a mangiare quella roba però!
-          Kesesese! Fantastico, adesso ti devo davvero lasciare, ci metteremo d’accordo un altro giorno, ciao!
-          Ciao.

Riattaccò e riprese il suo lavoro, il corpo gli doleva ma decise di ignorarlo, voleva rilassarsi e prendersi cura delle sue amate piante.
Suonò il campanello, fu un caso perché essendo sul retro, non lo sentiva affatto però fortunatamente per chi stava alla porta, era dovuto entrare in casa per un momento. Appoggiò la cassa che stava portando e corse alla porta, si ritrovò davanti Inghilterra e sua sorella, lui lo guardava con un’espressione “fottutamente spaventosa” e ricambiò lo sguardo meglio che poteva, sua sorella invece, dopo aver salutato il damerino, lo spinse dentro casa e chiuse la porta, sospirò e gli saltò addosso chiedendogli scusa, Romano si sbilanciò e caddero sul pavimento.

-          Ahi, cazzo!
Si rialzarono subito ed invitò Caterina ad accomodarsi in soggiorno, in fondo aveva da scusarsi anche lui. Passarono un paio di minuti prima che riuscisse a parlare, era arrossito furiosamente e si sentiva a disagio, non gli piaceva affatto chiedere scusa.
-          N-non è affatto colpa tua – guardò altrove con un’espressione triste – sono io il coglione, non avrei dovuto comportarmi in quel modo… ti ho fatta solamente preoccupare, poi… - la guardò in faccia – ti ho quasi fatta sparire… io – distolse ancora lo sguardo - sono un fallimento totale come fratello, come amante e come nazione… - si sentì le lacrime rigargli il viso, odiava farsi vedere così ma questa volta, le avrebbe detto tutto, non si sarebbe fermato a causa della sua debolezza – m-mi dispiace davvero… questo è l’unico modo che conosco per fare le cose, lo sai… tu sei la mia preziosa sorella, t-ti amo così tanto…

Il pianto ormai gli impediva di parlare, se ne stava lì in piedi davanti a lei, tutto rosso e tremante, con le mani che sfregavano furiosamente contro gli occhi ed i singhiozzi che non accennavano a rallentare, il ricciolo si era raggrinzito e tutto questo lo imbarazzava da morire ma non sarebbe scappato, doveva calmarsi e continuare il discorso, aveva ancora così tante cose da dirle.
  
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