Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: Agatacourage09    27/08/2012    5 recensioni
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo beatamente dormendo accucciata sul mio letto quando un rumore assordante arrivò dritto alle mie orecchie svegliandomi. Aprì leggermente gli occhi, non poteva essere già ora. Afferrai il telefono che lampeggiava come un’ insegna di un locale e guardai il display che sembrava urlarmi ‘’Alzati Demi!’’ ma io feci una smorfia, posai il telefono sul comodino e mi ributtai sul letto con la faccia sul cuscino addormentandomi. ‘’Demiiiiiiiiiii’’ sentì l’urlo di mia madre provenire sicuramente dalla cucina, e adesso che c’era? Mi misi seduta sul letto mentre provavo a muovere le braccia indolenzite. Feci un ultimo sbadiglio e accesi il telefono. ‘’oh cazzo’’ urlai saltando giù dal letto quando mi resi conto che erano le 8 e tra dieci minuti sarei dovuta essere alla prima lezione del mio ultimo anno di liceo.
Odiavo la scuola non perché non fossi brava anzi, a dirla tutta era anche piuttosto brava ma c’era un problema a scuola: qualsiasi essere vivente mi ignorava, la gente mi evitava come se avessi la peste e anche i professori sembravano considerarmi una presenza inutile alle lezioni ma in fondo io stessa sapevo bene di non essere nessuno. Chi ero io? Demetria Devonne Lovato, una stupida ragazza come tante altre senza nemmeno un amico, senza nessuno che avesse mai capito chi io fossi e soprattutto una ragazza senza un sogno, vivevo la mia vita limitandomi a galleggiare piuttosto che puntare in alto.
 Sarei restata a casa molto volentieri ma potevo perdermi il primo giorno di scuola? ‘’Assolutamente NO!’’ Era stata la risposta di mia madre quando avevo cercato di convincerla a farmi restare a casa il primo giorno, due giorni prima e ora mi toccava correre per casa come una appena uscita dal manicomio mentre lo spazzolino strofinava velocemente sui miei denti. Afferrai una maglietta a caso ,dei jeans scoloriti e le mie ormai stravecchie converse blu vestendomi in circa 2 minuti. Mi sarei anche truccata ma ormai il tempo a mia disposizione era scaduto così legai i miei capelli nocciola in una coda alta e corsi verso la porta infilando la tracolla. ‘’Non fai colazione?’’ urlò mia madre dalla cucina come una pazza isterica.
Mia mamma era donna dolcissima, non mi aveva mai fatto mancare nulla nella mia vita ma quando si metteva ad urlare così sembrava una gallina alla quale stavano strappando le penne una ad una; risi al pensiero e andai verso la cucina col fiatone ‘’Mamma non vorrei deluderti ma tra.. ‘’ guardai il display del telefono ’’ cazzo tra 2 minuti devo essere a scuola! ‘’ corsi via aprendo la porta e iniziando a correre come forse non avevo mai fatto in tutta la mia vita perché a dir la verità tutto quello che riguardava sport e movimento non era adatto a me. Quando ormai, senza fiato, arrivai davanti la mia tanto amata scuola la campanella doveva essere suonata da almeno 10 minuti se non di più. Non sentivo più le gambe così mi trascinai lentamente dentro la scuola. La prossima volta mi sarei dovuta ricordare di non tornare a dormire quando la sveglia suona perché arrivare in ritardo significava gli sguardi di ogni singolo individuo della prima lezione di chimica addosso e soprattutto se arrivavi in ritardo il primi giorno. ‘’Brava Demi’’ mi dissi piano tra me e me parlando pianissimo. Feci un respiro profondo e bussai con decisione alla porta. ‘’Avanti’’ sentì sbraitare dietro la porta mentre io la aprivo lentamente, molto lentamente. Appena ebbi la visuale completa sarei voluta sprofondare: tutti mi fissavano come se fossi un clown e alcuni stavano semplicemente cercando di capire chi fossi visto che nonostante mi conoscevano da 4 anni per molti di loro ero invisibile. Il professore mi guardò in malo modo ‘’In ritardo il primo giorno? Si comincia bene signorina Lovato’’ disse con quel suo tono odioso mentre io iniziavo a giocare con i miei boccoli in preda all’imbarazzo più totale. ‘’Scusi’’ balbettai piano abbassando lo sguardo. ‘’Si vada a sedere e veda di arrivare puntuale domani’’ disse sicuro di sé. Alzai lo sguardo guardando i banchi in cerca di uno libero quando vidi un ragazzo che mi guardava incuriosito sorridendo e mi indicava il posto accanto al suo che era anche l’unico libero. Abbozzai un sorriso sul mio volto e andai verso quel ragazzo. Era piuttosto carino, capelli scuri e occhi castani ma ero sicura di non averlo mai visto a scuola prima d’ora. Appena lo raggiunsi poggiai la tracolla per terra e mi sedetti imbarazzata visto che lui continuava a fissarmi e a sorridermi. Mi morsi il labbro, forse era l’occasione di farmi un amico, no? Lui non mi conosceva e avrei potuto almeno provare ad aprimi  un pochetto con lui. ‘’Provaci!’’ mi dissi tra me e me mentre prendevo un quaderno a caso dalla tracolla. ‘’Ehy io sono Dream piacere di conoscerti.’’ disse sorridente il ragazzo mentre allungava la mano verso di me. ‘’Ehm..uhm.. io sono Demetria.’’ Dissi con un filo di voce e arrossendo sulle guance intimidita dalla sua figura. Strinsi poi la sua mano per qualche secondo e poi la lasciai immediatamente sentendo che per l’imbarazzo mi stava sudando.
Demetria? Da quando io mi facevo chiamare Demetria? Che idiota! Lo guardai con la coda dell’occhio mentre si mordicchiava il labbro che strano avevamo lo stesso vizio. ‘’Uhm posso chiamarti Demi?’’ mi chiese con un tono di voce così gentile sembrava così diverso dagli altri e sembrava aver capito già chi fossi con un solo sguardo per la prima volta in vita mia mi sentivo nuda davanti a lui e sentivo di potermi fidare di lui anche se non lo conoscevo affatto. ‘’oh si certo mi chiamano tutti così’’ sorrisi e feci spallucce. Mi bloccai un attimo incredula. Era stato così facile rispondergli?! Non era da me. Io mi facevo problemi a dare anche una piccola risposta invece era stato facile con lui. ‘’Che lezioni hai oggi?’’ mi guardava curioso come se stesse cercando di capire chi fossi. ‘’Uhm.. ‘’ mi abbassai , presi un fogliettino dal diario e glielo porsi sorridendo come una cogliona. ‘’Uuh’’ fece un urletto e tutti lo guardarono mentre io abbassai lo sguardo per non ridere. ‘’ops’’ disse ridacchiando mentre gli altri tornavano a guardare il prof. ‘’Abbiamo le stesse lezioni tutta la settimana quindi… vuoi essere la mia compagna di banco ufficiale? ‘’ mi chiese ridendo. Quella risata era contagiosa e ti faceva venir voglia di sorridere. ‘’Aaaah’’ mi bloccò prima che potessi rispondere ‘’Sono gay, spero non sia un problema per te’’ si mordicchiò il labbro nello stesso momento in cui lo feci io e ci guardammo sorridendo. ‘’Ne sarei onorata Dream’’ gli risposi. ‘’Perfetto allora’’ esultò leggermente mentre mi dava un bacio sonoro sulla guancia e io diventavo dello stesso colore della mia tracolla che per chi non lo sapesse era di un bel rosso acceso. ‘’Lovato! Evans! Se vi piace così tanto parlare e disturbare la lezione non vi dispiacerà fare una bella chiacchierata dal preside adesso!’’ urlò il professore mentre diventava rosso forse più di quanto lo fossi io. Guardai Dream che mi sorrisi e si alzo porgendomi la mano. ‘’Andiamo tesoro?’’ mi chiese come se fosse una cosa normale essere mandati dal preside. Cioè, per alcuni forse lo era ma per me no visto che ero così silenziosa che non ci ero mai neanche passata vicino alla sala del preside. ‘’Si’’ dissi dopo averlo guardato per qualche secondo. Afferrai la sua mano che lui strinse attorno alla mia con dolcezza e mi trascinò fuori dall’aula. ‘’Wow qui ti mandano fuori per qualche chiacchera? Nella mia vecchia scuola facevano anche di peggio con me e mai nessuno ha detto o fatto nulla’’ mi disse mentre camminavamo ancora tenendoci per mano verso la stanza del preside ‘’Cosa facevano?’’ chiesi quasi senza pensare che forse ero stata troppo indiscreta e avrei dovuto piuttosto farmi i cavoli miei ma parlare era stato istintivo. Lo guardai cercando di capire che cosa avesse passato alla sua vecchia scuola ma vidi il suo sorriso spegnersi e insieme al suo sguardo. ‘’Mi dispiace non volevo..’’ inizia a dire ma mi bloccò. ‘’Non preoccuparti un giorno te ne parlerò Demi’’mi disse piano tornando a sorridere come prima anche se nel suo sguardo vedevo qualcosa che non rispecchiava il suo sorriso ma tristezza.’’Un giorno? Pensi di parlarmi ancora?’’ dissi con un sorriso triste. Si fermò proprio davanti alla porta del preside. ‘’Non hai amici vero?’’ mi chiese scrutandomi ma io non risposi facendo così capire la risposta quale fosse. ‘’Ci sono io da adesso, non mi importa se sei più timida delle altre se mi vorrai sarò tuo amico o chissà magari diventerò pure il tuo migliore amico ’’ sorrise dubbioso aspettando che io dicessi qualcosa ma non trovavo le parole forse perché era la prima volta che qualcuno si prendeva la briga di parlare con me per più di due minuti o cinque. ‘’Ehm.. sarebbe bellissimo.. ‘’abbassai lo sguardo ma mi sentì all’improvviso sollevare leggermente mentre mi stringeva forte a sé. ‘’Ehi’’ esclamai col mio timbro basso. ‘’Oggi vieni a casa mia e non accetto un no come risposta e non voglio come scusa il fatto che non mi conosci’’rise al mio orecchio mentre mi metteva giù. ‘’Va bene signor Evans’’ dissi sorridendo mentre la porta del preside si apriva facendo saltare in aria entrambi. Il preside ci guardò ‘’Che ci fate voi due qua?’’ ci chiese il professore piuttosto stranito di vederci. ‘’Il prof dice che parlavamo troppo signor preside’’ disse Dream trattenendo una risata. Il preside sorrise mentre la campanella suonava assordante. ‘’Per questa volta siete perdonati Evans e.. ?’’ mi guardò aspettando una mia risposta. Ma che bello nemmeno il preside sapeva il mio cognome non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa visto che il cognome di Dream, che era un nuovo arrivato, lo sapeva bene a quanto pareva.  ‘’Lovato’’ disse Dream vedendo che io non rispondevo. ‘’Arrivederci ragazzi’’ fece un cenno della testa e tornò dentro la sua stanza sedendosi probabilmente nel suo trono di pelle. ‘’E’ andata bene’’ dissi grattandomi la nuca. ‘’Benissimo direi’’ lo sentì ridacchiare mentre  io guardavo i corridoi riempirsi di ragazzi di tutte le etnie. ‘’Andiamo?’’ gli chiesi un po’ dubbiosa e soprattutto quasi come un sussurro. Forse nemmeno mi aveva sentita. ‘’Certo tesoro’’ prese la mia mano ed iniziò a camminare per i corridoi affollati.
Non potevo desiderare di meglio come prima ora del mio ultimo anno. Un amico vero che non sia solo frutto della mia immaginazione ed una bella cacciata dalla classe. Buon nuovo anno scolastico a ME!
  
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