27/08/2012
2 recensioni
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutte! Allora questa è la mia prima ff....sono particolarmente emozionata all'idea:D Spero vi piaccia;) commentate, un bacio
Giu<3
Prologo
Mi alzai presto quella mattina, dovevo accompagnare Lucia, la mia inseparabile migliore amica, all’aeroporto. Stava per partire per la Francia, in una romantica vacanza con Josh, il suo storico fidanzato.Erano le cinque del mattino e il termometro della farmacia davanti a casa segnava già 25°, cosa non troppo sconcertante visto che eravamo quasi a metà luglio. Mi lavai e vestii, la colazione l’avrei fatta più tardi, probabilmente al bar, sperando che lì abbiano la Nutella, il mio peccato mattutino a cui non sapevo rinunciare. Poco dopo eravamo già in aeroporto. Adoravo gli aeroporti, erano luoghi in cui potevi sentire l’eccitazione nell’aria. Persone che partono, persone che arrivano, turisti, abitanti locali, nuovi incontri, gente che aspetta, gente che si annoia, bambini che corrono e mamme che si disperano. Meraviglioso. Stemmo lì qualche minuto e, a guardare la faccia di Lucia, si capiva benissimo che non aveva dormito, era eccitata come una bambina in un negozio di caramelle. O come me con davanti un vasetto di Nutella. In pochi minuti erano già sull’aereo. -Diamine, mi mancherà quella ragazza- pensai. Erano le sei precise, quando ritornai a casa, me lo ricordo perché ero rimasta stupita della rapidità con cui si era svolto il viaggio; stavo per entrare nel portone, ma qualcosa me lo impediva: quell’aria frizzantina e quel venticello leggero erano irresistibili. Così decisi di andare nel mio luogo segreto: una piccola rientranza di spiaggia dove cresceva un praticello di margherite, quel luogo non lo conosceva nessuno, nemmeno Lucia: era solo mio. Andavo sempre lì quando volevo pensare e gli scrosci del lago a pochi centimetri di distanza mi tranquillizzavano all’istante. Mi sedetti in bilico su una roccia sul lago e immersi i piedi nell’acqua trasparente.
Era gelata, ma non avevo la minima intenzione di toglierli, lo facevo sempre, anche d’inverno, e questo causava, e causa ancora, grandi raffreddori. Ma poco importa. Presi delle margherite e iniziai a privarle dei petali, ad occhi chiusi, così mi potevo concentrare sui rumori circostanti. Era una mattina tranquilla, si sentivano solo i cinguettii degli uccellini, quando ad un tratto….
“Wow! È meraviglioso qui!” disse una voce alle mie spalle, mi spaventai immensamente e, nel girarmi di scatto, caddi nell’acqua gelata, era abbastanza profonda.
L’acqua mi pizzicava la pelle e una miriade di bollicine mi girava intorno.
Riemersi subito, mi mancava il respiro e avevo la tachicardia, un disastro quindi. Ad un tratto sentii un altro tuffo in acqua e delle braccia mi circondarono la vita, trascinandomi a riva.
Mai fatta figura peggiore, ma a quanto pare doveva peggiorare, perché quando alzai lo sguardo e incontrai quello del mio salvatore, arrossii visibilmente perché mai, mai in tutta la mia vita mi ero ritrovata al cospetto di quegli inconfondibili occhi verdi.