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Autore: Alastor Bowen    11/03/2007    2 recensioni
Cosa succederebbe se il prof XXXXX si prendesse un giorno di ferie per una sbronza troooopppo forte? Scopritelo subito addentrandovi della psiche assurdamente assurda dell'autore!
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cuoco1

Era una placida mattina nella scuola di Hogwarts.

Gli usignoli cantavano allegri, i Dissennatori intonavano dei canti apocalittici, Silente sonnecchiava nella sua bara e Piton si svegliava con un grandissimo mal di testa.

Tutta colpa della festa di ieri sera.

Se non avesse bevuto la pinacolada, a quest'ora forse quel terribile mal di testa lo avrebbe preso qualcun'altro.

Fece per alzarsi dal letto.

Ma non ci riuscì, non sentiva neanche più le gambe.

Fu allora che prese una terribile decisione, una decisione che nessuno nella propria vita dovrebbe mai prendere, una decisione che Piton avrebbe voluto evitare, ma...

Mi prendo un giorno di riposo...

 

Anche Harry Potter si svegliava.

Aveva anche lui un grande mal di testa, ma per motivi più mistici.

Sentiva la presenza di Voldemort, era vicino...

Si alzò dal letto, e mise gli occhiali sul naso.

Notò che il mondo era stranamente allegro; evidentemente stava per succedere qualcosa di veramente bello.

Strano, visto che proprio in quel giorno avrebbe dovuto sostenere il compito di pozioni.

Mentre si vestiva ripassava le regole, e più le ripassava meno se le ricordava.

Sospirò; un'altra volta un brutto voto: anzi, un orrendo voto.

Sentiva come sottofondo a quel silenzio la voce di Ron che intonava un I will survive enormemente acuto.

"I will survive... I will survive... na na na na na na na na na naaaaaaaa!!!"

Una tortura per qualsiasi essere possedesse le orecchie.

Ma Harry non ci badò, ed una volta che fu pronto scese in Sala Grande, dove attendeva Hermione per preparare il Piano Speciale.

Così probabilmente invece che un orrendo voto avrebbe preso un voto schifoso, il che fa la differenza, soprattutto con una media pari all'immediabile (termine da aggiungere a qualsiasi vocabolario ne sia sprovvisto).

La Sala era piena di un vociare che Harry non aveva mai sentito in quei trenta giorni in cui si trovava a scuola per il suo settimo anno.

Harry si sedette vicino a Seamus, che pareva disperato.

"Cosa succede Seamus?"

"La cuoca... non ha cucinato..." disse disperato.

Harry parve confuso.

"E gli elfi domestici?"

"Neppure loro, non si sa che fine abbiano fatto..." gridò disperato Seamus.

Harry si guardava in giro, nessuno, ma proprio nessuno, era allegro, perfino Draco Malfoy, che pareva volersi impiccare con i capelli della sua fidanzata.

"Come faremo ad affrontare la giornata? Mi sento già male..." affermava piangendo Neville.

Finalmente giunse Hermione.

"Harry, allora, sei pronto per il compito?" chiese con il suo solito tono di voce stridulo.

Il ragazzo fece cenno di no.

La ragazza rise.

Il ragazzo la guardò con fare omicida.

La ragazza continuò a ridere.

Il ragazzo tirò una testata alla ragazza, che cadde a terra svenuta.

 

Quando Hermione si risvegliò, era oramai in aula di Pozioni.

Chi l'aveva condotta lì? E come?
Notò Harry a fianco a lei, e a fianco ad Harry Ron, e a fianco a Ron una carriola.

Tutto era chiaro.

Ron aveva portato Harry sulla carriola ed Harry l'aveva strascicata mentre si beveva un BloodyMary.

Tutto coincideva.

Sorrise.

"Ciao Hermione, allora, mi aiuterai?"

Lei, sotto effetto di qualche emozione troppo forte (Sono un genio!!! N.d.Hermione) rispose di si.

"Perfetto, tutto quello che mi rimane da fare è attendere leggendo una buona rivista..." e così dicendo il bambino sopravvissuto si sedette sorseggiando una bevanda sicuramente alcolica.

Passarono i minuti.

Nulla...

Passarono altri minuti...

Nulla...

Harry sorseggiava, e sorseggiava, e sorseggiava, finché non si ingozzò con la cannuccia, e decise di smetterla di bere.

E fu proprio quando la decisione di Harry venne annunciata alla classe che la porta di legno marcio si aprì.

Entrò dunque una donna, grassa, brutta, orrendamente pelata e con un grembiule rosa tipico degli Orchi del Bosco Atro.

Hermione dette un colpetto sui denti di Harry con il gomito.

"Harry, è la cuoca...." sussurrò all'orecchio del ragazzo.

Tutta la classe emise un "Oooooooooh" di stupore.

La donna fece una camminata coreografica verso la cattedra, dopodiché si mise a parlare.

"Allora, ragazzen, mi sun la coca..."

"Cuoca!!" gridò Harry dal suo posto.

"Si.. si... coca, cos'ho detto? Comonche, mi sun qi per insenarvi como se cusina, capì?"

I ragazzi fecero tutti cenno di si.

Quindi la cuoca batté le mani.

E nella classe entrarono una decina di Elfi domestici.

"Luren vi porterann lo sibo, quanden lo vorrete... comonche, cusinerete la creme du pompelm cun un arrusto arrustito, capì?"

I ragazzi fecero cenno di si.

E magicamente comparirono sui tavoli le ricette.

"Perfett... avete... tuta la giornat..."

Hermione si passò le mani tra i capelli, disperata.

E il compito?

Come avrebbe potuto aumentare la media oltre la media se non poteva fare un compito per migliorare la media?

Pareva proprio che il mondo avesse voltato su un altro destino, dove lei avrebbe fatto la troia per pochi soldi... tutto perché il prof Piton non era potuto venire a fare un dannatissimo compito!!!

"Hermione.. stai bene?" chiese Harry, che notava la ragazza con il volto totalmente rosso.

Hermione si calmò, e riprese la sua tonalità color prugna.

"Allora... ha detto di cucinare un... bene, affettare il pompelmo con delicatezza... Harry!!!"

"Che c'è?" chiese Harry.

"Quello non è il pompelmo, è la testa di Ron!!"

Harry abbassò lo sguardo, e notò l'amico che implorava pietà con il coltello a poca distanza dal naso.

"Oh... scusa Ron, è che sai.. più o meno avete lo stesso colore, la stessa consistenza... solo che il pompelmo ha la testa meno pelosa... scusa scusa..." e così dicendo lasciò andare l'amico, che riprese allegramente a cantare I will survive.

Or dunque il sole s'alzò, e nel corso placido del suo cammin, la luna ammazzò.

Tornando alla storia, il pompelmo era stato affettato senza morti, solamente pochi feriti.

Ora bisognava trovare l'arrosto.

Un'altra volta Harry rischiò di farcire ed infornare la testa di Ron.

Ma grazie all'aiuto dell'amica il pericolo fu scampato.

La cuoca intanto continuava con il suo girare vorticosamente per la classe, assaggiando succo e carote, pomodori e carne, alcool e finocchi...

Il suo grembiule era divenuto verde, come quello di Tappo del Bosco Atro.

Dopo venticinque ore di cucina, tutti quanti sfornarono i loro manicaretti.

Al momento solamente cinque alunni erano morti.

Assaggiando ciò che avevano cucinato, ne morirono altri quindici.

Ad essere sopravvissuti erano solamente Harry, Ron e Hermione.

"Ragassi, compliment, e ur fat'mi assasiar ciù che gh'avet cusinat..."

Ma prima di narrare ciò che accadde dopo l'assaggio, bisogna premettere alcune cose.

Harry in estate non era mai stato troppo attento alla cucina di zia Petunia.

Anzi, era proprio rinnegato fuori dalla cucina.

Le uniche volte che aveva mangiato qualcosa si trovava in camera sua, ed era un topolino che la maestosa Edvige aveva catturato nel mentre della notte per lei.

I fornelli quindi per lui erano come... come... il latino (famoso detto di Harry: omnes dies caprum finaes trata).

 

Ron in estate non mangiava, mai.

Anche perché doveva sfamare i venti nipoti sfornati da Bill e sua cognata, Fleur, che era nuovamente incinta.

E non cucinava, perché... perché... non c'è un vero e proprio motivo.

Si limitava a mangiare le piume che cadevano dal manto di Leopollo, il suo nuovo gufo.

Ogni tanto guardava la tv babbana, e si leccava i baffi nel vedere certi manicaretti preparati da un certo chef del canale ***** (sul manoscritto in cui ho trovato narrata codesta leggenda non vi era scritto il canale, a causa di un autore stordito che mi aveva preceduto).

 

Hermione in estate mangiava, e anche tanto.

Ma non cucinava mai, anche perché non avevano una cucina, loro.

Avevano invece un computer super tecnologico che faceva tutto, ma proprio tutto tutto (anche ciò che state voi pochi lettori immaginando...).

Si ingozzava di tutto ciò avesse almeno 5.000.000 di calorie (poverina, stressata dallo studio).

 

Premesso ciò, avrete capito che l'unico motivo per cui erano sopravvissuti era perché il cibo (furbamente) non lo avevano assaggiato.

La cuoca intanto masticava la carne.

E la sua espressione cambiò in pochi secondi da placida a stupita, da stupita a schifata, da schifata a... pallida, da pallida a... morta.

I ragazzi si guardarono.

"Abbiamo ammazzato la cuoca..." disse Harry.

Passaron or dunque pochi secondi, ed il raggio raggiante sole, morente, venne piazzato dalla lucente luna, nova et pulchra.

Fuggirono.

Era notte nel castello, e tutti erano nei propri dormitori.

Harry, Ron ed Hermione dovevano trovare un modo per fuggire dal castello.

E sorpassare la protezione dei dissennatori.

 

Nello stesso momento, poco distante, un uomo magro ed albino camminava.

A fianco a lui, un uomo basso e schifosamente schifoso.

"Padrone, uccideremo Harry Potter!!!" diceva il basso Codaliscia saltellando allegro.

"Si, Codaliscia... Uah Uah Uah Uah Uah!" e così dicendo anche Voldemort si mise a saltellare.

E saltellando allegri, si diressero verso l'interno di Hogwarts, pronti ad uccidere Harry Potter, il bambino sfigatamente sopravvissuto per compiere una vita di merda.

 

 

 

                                    COMING SOON

 

Come faranno a sopravvivere a tutta quella botta di sfiga Harry, Ron e Hermione?

E come si concluderanno le speranze saltellanti di Voldemort e Codaliscia?

Lo scoprirete, nella prossima puntata...

Per il momento vi porgo i saluti come farebbe Harry.

 

Finaes Trata

 

 

 

 

  
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