Era una
placida mattina nella scuola di Hogwarts.
Gli
usignoli cantavano allegri, i Dissennatori intonavano dei canti apocalittici,
Silente sonnecchiava nella sua bara e Piton si svegliava con un grandissimo mal
di testa.
Tutta
colpa della festa di ieri sera.
Se non
avesse bevuto la pinacolada, a quest'ora forse quel terribile mal di testa lo
avrebbe preso qualcun'altro.
Fece per
alzarsi dal letto.
Ma non ci
riuscì, non sentiva neanche più le gambe.
Fu allora
che prese una terribile decisione, una decisione che nessuno nella propria vita
dovrebbe mai prendere, una decisione che Piton avrebbe voluto evitare, ma...
Mi
prendo un giorno di riposo...
Anche
Harry Potter si svegliava.
Aveva
anche lui un grande mal di testa, ma per motivi più mistici.
Sentiva
la presenza di Voldemort, era vicino...
Si alzò
dal letto, e mise gli occhiali sul naso.
Notò che
il mondo era stranamente allegro; evidentemente stava per succedere qualcosa di
veramente bello.
Strano,
visto che proprio in quel giorno avrebbe dovuto sostenere il compito di
pozioni.
Mentre si
vestiva ripassava le regole, e più le ripassava meno se le ricordava.
Sospirò;
un'altra volta un brutto voto: anzi, un orrendo voto.
Sentiva
come sottofondo a quel silenzio la voce di Ron che intonava un I will
survive enormemente acuto.
"I will survive... I will survive... na na na na na na na na na
naaaaaaaa!!!"
Una
tortura per qualsiasi essere possedesse le orecchie.
Ma Harry
non ci badò, ed una volta che fu pronto scese in Sala Grande, dove attendeva
Hermione per preparare il Piano Speciale.
Così
probabilmente invece che un orrendo voto avrebbe preso un voto schifoso, il che
fa la differenza, soprattutto con una media pari all'immediabile (termine da
aggiungere a qualsiasi vocabolario ne sia sprovvisto).
La Sala
era piena di un vociare che Harry non aveva mai sentito in quei trenta giorni
in cui si trovava a scuola per il suo settimo anno.
Harry si
sedette vicino a Seamus, che pareva disperato.
"Cosa
succede Seamus?"
"La
cuoca... non ha cucinato..." disse disperato.
Harry parve confuso.
"E
gli elfi domestici?"
"Neppure
loro, non si sa che fine abbiano fatto..." gridò disperato Seamus.
Harry si
guardava in giro, nessuno, ma proprio nessuno, era allegro, perfino Draco
Malfoy, che pareva volersi impiccare con i capelli della sua fidanzata.
"Come
faremo ad affrontare la giornata? Mi sento già male..." affermava
piangendo Neville.
Finalmente
giunse Hermione.
"Harry,
allora, sei pronto per il compito?" chiese con il suo solito tono di voce
stridulo.
Il
ragazzo fece cenno di no.
La
ragazza rise.
Il
ragazzo la guardò con fare omicida.
La
ragazza continuò a ridere.
Il
ragazzo tirò una testata alla ragazza, che cadde a terra svenuta.
Quando
Hermione si risvegliò, era oramai in aula di Pozioni.
Chi
l'aveva condotta lì? E come?
Notò Harry a fianco a lei, e a fianco ad Harry Ron, e a fianco a Ron una
carriola.
Tutto era
chiaro.
Ron aveva
portato Harry sulla carriola ed Harry l'aveva strascicata mentre si beveva un
BloodyMary.
Tutto
coincideva.
Sorrise.
"Ciao
Hermione, allora, mi aiuterai?"
Lei,
sotto effetto di qualche emozione troppo forte (Sono un genio!!! N.d.Hermione)
rispose di si.
"Perfetto,
tutto quello che mi rimane da fare è attendere leggendo una buona
rivista..." e così dicendo il bambino sopravvissuto si sedette
sorseggiando una bevanda sicuramente alcolica.
Passarono
i minuti.
Nulla...
Passarono
altri minuti...
Nulla...
Harry
sorseggiava, e sorseggiava, e sorseggiava, finché non si ingozzò con la
cannuccia, e decise di smetterla di bere.
E fu
proprio quando la decisione di Harry venne annunciata alla classe che la porta
di legno marcio si aprì.
Entrò
dunque una donna, grassa, brutta, orrendamente pelata e con un grembiule rosa
tipico degli Orchi del Bosco Atro.
Hermione
dette un colpetto sui denti di Harry con il gomito.
"Harry,
è la cuoca...." sussurrò all'orecchio del ragazzo.
Tutta la
classe emise un "Oooooooooh" di stupore.
La donna
fece una camminata coreografica verso la cattedra, dopodiché si mise a parlare.
"Allora,
ragazzen, mi sun la coca..."
"Cuoca!!"
gridò Harry dal suo posto.
"Si..
si... coca, cos'ho detto? Comonche, mi sun qi per insenarvi como se cusina,
capì?"
I ragazzi
fecero tutti cenno di si.
Quindi la
cuoca batté le mani.
E nella
classe entrarono una decina di Elfi domestici.
"Luren
vi porterann lo sibo, quanden lo vorrete... comonche, cusinerete la creme du
pompelm cun un arrusto arrustito, capì?"
I ragazzi
fecero cenno di si.
E
magicamente comparirono sui tavoli le ricette.
"Perfett...
avete... tuta la giornat..."
Hermione
si passò le mani tra i capelli, disperata.
E il
compito?
Come
avrebbe potuto aumentare la media oltre la media se non poteva fare un compito
per migliorare la media?
Pareva
proprio che il mondo avesse voltato su un altro destino, dove lei avrebbe fatto
la troia per pochi soldi... tutto perché il prof Piton non era potuto venire a
fare un dannatissimo compito!!!
"Hermione..
stai bene?" chiese Harry, che notava la ragazza con il volto totalmente
rosso.
Hermione
si calmò, e riprese la sua tonalità color prugna.
"Allora...
ha detto di cucinare un... bene, affettare il pompelmo con delicatezza...
Harry!!!"
"Che
c'è?" chiese Harry.
"Quello
non è il pompelmo, è la testa di Ron!!"
Harry
abbassò lo sguardo, e notò l'amico che implorava pietà con il coltello a poca
distanza dal naso.
"Oh...
scusa Ron, è che sai.. più o meno avete lo stesso colore, la stessa
consistenza... solo che il pompelmo ha la testa meno pelosa... scusa
scusa..." e così dicendo lasciò andare l'amico, che riprese allegramente a
cantare I will survive.
Or dunque
il sole s'alzò, e nel corso placido del suo cammin, la luna ammazzò.
Tornando
alla storia, il pompelmo era stato affettato senza morti, solamente pochi
feriti.
Ora
bisognava trovare l'arrosto.
Un'altra
volta Harry rischiò di farcire ed infornare la testa di Ron.
Ma grazie
all'aiuto dell'amica il pericolo fu scampato.
La cuoca
intanto continuava con il suo girare vorticosamente per la classe, assaggiando
succo e carote, pomodori e carne, alcool e finocchi...
Il suo
grembiule era divenuto verde, come quello di Tappo del Bosco Atro.
Dopo
venticinque ore di cucina, tutti quanti sfornarono i loro manicaretti.
Al
momento solamente cinque alunni erano morti.
Assaggiando
ciò che avevano cucinato, ne morirono altri quindici.
Ad essere
sopravvissuti erano solamente Harry, Ron e Hermione.
"Ragassi,
compliment, e ur fat'mi assasiar ciù che gh'avet cusinat..."
Ma prima
di narrare ciò che accadde dopo l'assaggio, bisogna premettere alcune cose.
Harry in
estate non era mai stato troppo attento alla cucina di zia Petunia.
Anzi, era
proprio rinnegato fuori dalla cucina.
Le uniche
volte che aveva mangiato qualcosa si trovava in camera sua, ed era un topolino
che la maestosa Edvige aveva catturato nel mentre della notte per lei.
I
fornelli quindi per lui erano come... come... il latino (famoso detto di Harry:
omnes dies caprum finaes trata).
Ron in
estate non mangiava, mai.
Anche
perché doveva sfamare i venti nipoti sfornati da Bill e sua cognata, Fleur, che
era nuovamente incinta.
E non
cucinava, perché... perché... non c'è un vero e proprio motivo.
Si
limitava a mangiare le piume che cadevano dal manto di Leopollo, il suo nuovo
gufo.
Ogni
tanto guardava la tv babbana, e si leccava i baffi nel vedere certi manicaretti
preparati da un certo chef del canale ***** (sul manoscritto in cui ho trovato
narrata codesta leggenda non vi era scritto il canale, a causa di un autore
stordito che mi aveva preceduto).
Hermione
in estate mangiava, e anche tanto.
Ma non
cucinava mai, anche perché non avevano una cucina, loro.
Avevano
invece un computer super tecnologico che faceva tutto, ma proprio tutto tutto
(anche ciò che state voi pochi lettori immaginando...).
Si
ingozzava di tutto ciò avesse almeno 5.000.000 di calorie (poverina, stressata
dallo studio).
Premesso
ciò, avrete capito che l'unico motivo per cui erano sopravvissuti era perché il
cibo (furbamente) non lo avevano assaggiato.
La cuoca
intanto masticava la carne.
E la sua
espressione cambiò in pochi secondi da placida a stupita, da stupita a
schifata, da schifata a... pallida, da pallida a... morta.
I ragazzi
si guardarono.
"Abbiamo
ammazzato la cuoca..." disse Harry.
Passaron
or dunque pochi secondi, ed il raggio raggiante sole, morente, venne piazzato
dalla lucente luna, nova et pulchra.
Fuggirono.
Era notte
nel castello, e tutti erano nei propri dormitori.
Harry,
Ron ed Hermione dovevano trovare un modo per fuggire dal castello.
E
sorpassare la protezione dei dissennatori.
Nello
stesso momento, poco distante, un uomo magro ed albino camminava.
A fianco
a lui, un uomo basso e schifosamente schifoso.
"Padrone,
uccideremo Harry Potter!!!" diceva il basso Codaliscia saltellando
allegro.
"Si,
Codaliscia... Uah Uah Uah Uah Uah!" e così dicendo anche Voldemort si mise
a saltellare.
E
saltellando allegri, si diressero verso l'interno di Hogwarts, pronti ad
uccidere Harry Potter, il bambino sfigatamente sopravvissuto per compiere una
vita di merda.
COMING SOON
Come faranno a sopravvivere a tutta quella botta di sfiga
Harry, Ron e Hermione?
E come si concluderanno le speranze saltellanti di Voldemort
e Codaliscia?
Lo scoprirete, nella prossima puntata...
Per il
momento vi porgo i saluti come farebbe Harry.
Finaes
Trata