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Autore: ourevel    28/08/2012    0 recensioni
Incerta, la giovane ripassò mentalmente le istruzioni che le erano state insegnate da colui che le aveva donato l'amuleto.
Facendo un profondo respiro, stappò la boccetta e si strofinò le mani col contenuto, per poi prendere in mano l'amuleto e leggere dal blocchetto di fogli che aveva nell'altra mano.
Un ampio pentacolo rosso si formò velocemente sotto i suoi piedi, mentre un ampio manto nero comparso dal nulla l'avvolgeva dolcemente...

Nuove minacce e vecchie conoscenze riemergono dal passato di Negi, mentre questi ancora sta tentando di riabituarsi alla vita 'moderna' del Mahora.
Continuo della FF
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1 – Nuovi arrivi
 
“Accidenti! Un'altra cittadina è stata aggredita e massacrata da creature magiche nell'arco di una notte!” esclamò sorpreso Negi, osservando lo schermo del pc, mentre scorreva le colorate pagine web di Magic-net sorseggiando una calda tazza di tè.
“E' spaventoso!” continuò “Non sapevo ci fossero così tanti attacchi all'anno! E negli ultimi tempi sono aumentati esponenzialmente!”.
Il ragazzo smise di bere, allibito.
“Mhm... ricordo che anche il nonno se ne lamentava, qualche tempo fa.” disse pensierosa Konoka, impegnata a tirar fuori dall'armadio un gran numero di abiti.
“Ehm... professore... dovrebbe scendere a far le valigie pure lei! Tra poco dovremo partire...” Ako fece timidamente capolino sul soppalco, sbirciando cosa stesse facendo il ragazzo.
“Oh! Certo, Ako. Ora scendo.” con una capriola ed una leggera spinta delle braccia, il professore si proiettò oltre la piccola ringhiera affianco della scaletta dove era la ragazza e, sfiorando il soffitto, atterrò in piedi di fronte alla porta, dalla quale in quel momento stava entrando Asuna.
La giovane emise un gridolino di sorpresa, e come si riprese dallo spavento sferrò un duro colpo di nocche sulla nuca del coinquilino.
“Non azzardarti a rifarlo, intesi?! Mi hai fatto prendere un colpo!” esclamò.
“Scusa, scusa...” rispose divertito Negi, massaggiandosi la testa “Te Asuna, sei pronta?”.
“Certo!” gonfiò il petto la ragazza, mostrando una grossa borsa sul punto di scoppiare “Certo che è stata gentile la capoclasse ad invitarci nuovamente sulla sua isola!”.
Si stiracchiò “Però, onestamente, ci voleva un po' di relax! Voglio dire... tra il festival, viaggi nel tempo, vampiri, senza offesa, Ako...” specificò “Insomma! Finalmente si stacca la spina!” spiegò contando sulle dita gli inconvenienti e le fatiche di quelle ultime settimane.
“Mhm... effettivamente è vero.” riconobbe il mago “ Anche se devo dire che il mare di Bisanzio era veramente favoloso d'estate. Conoscevo un paio di posticini poi...” divagò il ragazzo, perso nei ricordi.
“Oh! La borsa!” si ricordò, tornando al presente ed affrettandosi a preparare la valigia.
“Quindi... questa volta verrà pure il Master?” chiese incuriosito, mentre tirava fuori da un cassetto alcuni costumi.
“A quanto pare. Da quando ha trovato una maniera per uscire dal campus, il suo umore e la sua sopportazione sono decisamente migliorati!” rispose Asuna.
In quel momento bussarono alla porta: era Setsuna, in divisa scolastica e con una piccola borsa in spalla.
“Secchan!” la riprese imbronciata Konoka “Non avrai intenzione di venire così?!”.
“C-così come?” chiese stupita la ragazza, guardandosi “Ho qualcosa che non va?”.
“Tutto!” esclamò la sua protetta “mica siamo più in periodo scolastico! Siamo in vacanza, capito? Va-can-za! Su, fila in camera, che te la faccio IO la valigia!” finì spingendola a forza verso il suo alloggio, tra le debole proteste della shinmei e le risatine degli altri occupanti della stanza.
“Eh sì! Mi mancava proprio questa vita!” sospirò Negi.
“Fermo fermo fermo!” lo fece sobbalzare la voce di Asuna “Non avrai mica intenzione di portarlo, quello?” chiese indicando il pugnale di Negi, saldamente appeso alla cinta del ragazzo.
Questi lo guardò stupito “Certo! E' il simbolo del mio ordine, non posso separarmene!” spiegò semplicemente.
“Oh, sì che puoi! E lo farai! Non esiste che tu ti porti un'arma in aereo! E non frignare! Per questa settimana niente stranezze!” disse seria, con sguardo minaccioso.
Si avvicinò rapidamente al ragazzo e fece per sfilargli l'arma, quando questa iniziò a brillare fortemente.
“Eh?” si fermò stupita Asuna “E questo cos'è? Una specie di antifurto?”.
“No...” sbiancò Negi, come si accorse del fenomeno “No! Perché ora?”.
Si volse verso la compagna “No... non è un antifurto. E' un incantesimo che sta venendo attivato, presto! Allontanati!”
sbalordita, la ragazza ubbidì.
Come si fu scostata dal mago, un grosso pentacolo cremisi si disegnò ai piedi di quest'ultimo, facendo crepitare l'aria lì attorno.
Piccole saette sferzarono l'appartamento, mentre con un rumore sordo uno strappo di notevoli dimensioni si apriva a mezz'aria anzi, nell'aria stessa sopra il cerchio magico.
Una sacca nera come la notte fuoriuscì lentamente dallo squarcio, depositandosi delicatamente a terra.
Con un piccolo lampo, la frattura nella realtà si chiuse, lasciando al suo posto solo un intenso odore di bruciato.
Pure il cerchio magico sbiadì fino a scomparire, così come il sacco, che rivelò il suo contenuto.
Asuna lo scrutò incuriosita e sconcertata.
Al centro della stanza giaceva una ragazzina di non più di quindici anni, piccola e minuta, tanto da essere di poco più grande alle gemelle Narutaki.
Aveva i tratti dolci e fini, la pelle sfumata da un'intensa abbronzatura dorata. Dai lati della testa, seminascoste da un'impressionante e voluminosa chioma ramata, spuntavano due graziose orecchie con forma leggermente appuntita.
Indossava una semplice veste bianca, o almeno così doveva essere in origine, dato che al momento era quasi completamente lacera nella sua parte destra e con grosse chiazze di sangue essiccato a macchiarla.
Anche le mani affusolate, come svariate delle rilucenti ciocche, erano tinti di quel rosso sporco.
Al collo, un piccolo e bizzarro amuleto emetteva un continuo e costante ticchettio, quasi fosse un orologio in miniatura.
“He-Helen?” Negi fece un passo idietro, pallido in viso “Perché...?”.
Ako, che aveva assistito a tutta la scena, lo fissò stupita “Helen?” le gettò un rapido sguardo “Quell'Helen?” chiese al professore.
“S-sì.” annuì il mago.
Gli occhi della giovane vampira erano incollati al corpo della ragazza a terra “E'... è coperta di s-s-sa...” non terminò la frase che prese a sudar freddo, mentre due lunghe ed affilate zanne le spuntavano dalla bocca aperta.
“N-no!” esclamò portandosi le mani al viso “Io... vado a chiamare il professor Takahata!” disse volando fuori dalla stanza.
Il mago si era nel frattempo ridato un contegno e, lentamente, si accostò alal ragazza, inginocchiandosi a controllare che stesse bene.
“Ne-Negi...?” chiese sbalordita Asuna, affiancandosi all'amico “La conosci?”.
Il ragazzo annuì, mentre finiva di assicurarsi della salute della giovane.
“Lei è... come posso spiegarlo?” disse rialzandosi “Ecco...” sembrava imbarazzato da quella situazione.
“Sarebbe... anzi, era... più di un'amica... quella... quella che potremo definire una fidanzata... anche se non in termini così ufficiali...” borbottò a bassa voce il ragazzo, rosso in volto “Ma neanche quello... insomma! Te l'avevo detto che era difficile da spiegare!” continuò con voce sempre più flebile.
Asuna rimase di sasso. Un silenzio tombale scese nella camera.
Dopo un lungo minuto, nel quale Negi si adoperò per sistemare la nuova arrivata sul divanetto con una coperta sopra e tirar fuori da un cassetto un piccolo set da alchimista, la spadaccina riprovò “E... come... come vi siete conosciuti?”.
Il mago cominciò a tramestare con vari ingredienti ed il piccolo calderone “Presente quando vi ho raccontato da dove provenisse la mia cicatrice? Bhe... è stata lei a curarmi prima che morissi dissanguato. È un membro dell'ordine, anche se non combattente. È la nostra guaritrice, tipo Konoka, anche se molto meno potente. In compenso è decisamente più abile. Nel passato, padroneggiare l'arte dell'erboristeria e la magia della vita, cioè gli incantesimi curativi, con tale abilità è una dote estremamente rara e preziosa.”.
Aveva nel frattempo finito di preparare un infuso molto simile a quello con cui Eva li aveva fatti rinvenire dal viaggio temporale, almeno così suppose la ragazza coi codini, ricordandone il colore.
“Ecco... Asuna? Mi daresti una mano?” le chiese, avvicinandosi al divano.
La giovane aiutò Negi a far bere alla ragazza addormentata la pozione, per poi tornare a sdraiarla.
“Tra qualche minuto si riprenderà. Comunque cosa stavo dicendo? Ah sì! Come ti ho detto le persone come lei erano decisamente importanti per la società magica dell'epoca, figurati per un ordine militante come il nostro. Allo stesso tempo, essendoci dimostrati io e Kotaro molto capaci, rimanevamo comunque reclute. Fummo dunque assegnati alla sua protezione.” disse indicandola “Già la conoscevamo, da quando Marcus ce la presentò al nostro arrivo a Bisanzio, e questo rese decisamente più piacevole il nostro compito, forse anche troppo. Era... è una ragazza così vivace, intelligente, curiosa... era un piacere starle accanto e anche lei non sembrava disprezzare la nostra. Soprattutto la mia. Spesso mi accompagnava nelle ricerche per la formula, nonostante non le abbia mai detto la verità sulle mie origini. Comunque sia, finimmo per trovarci spesso soli, e di certo non mancavano mai gli argomenti di discussione o cose da fare, e diciamo che questo non ci dispiaceva affatto. Non guardarmi così! Non ho mai fatto nulla di ciò che pensi! Mai e poi mai mi sarei permesso! E poi dovevo tornare al mio tempo, non potevo permettermi relazioni così profonde con gente che non avrei mai più rivisto... o almeno così credevo. Evidentemente ho sbagliato in entrambe le cose...” disse amareggiato fissando Helen.
Asuna aveva uno sguardo ferreo “Ah! Ora capisco! Mentre noi ci facevamo massacrare da un maledettissimo vampiro nelle catacombe di Istanbul per recuperare i TUOI indizi e riportarTI a casa, tu hai avuto pure tutto il tempo per fare il cascamorto con una ragazzina di un altro tempo, che per tua ammissione non avresti dovuto rivedere mai più?” gli sbraitò contro irata, per poi buttarsi su una sedia lì vicina.
“Chi avrebbe fatto cosa?” fece capolino Konoka, di ritorno dalla camera dell'amica, con una grossa valigia al seguito.
“No! Signorina, la prego! Tolga quel costume!” la raggiunse Setsuna, rossa in viso.
“Uh?” esclamò però come notò la nuova presenza nella camera.
“Scusa, Asuna... ma chi è la ragazza sul divano? È una tua amica?” entrò la principessa di Kyoto, ignorando la protesta della compagna.
“No!” rispose scontrosa lei “Ma pare conoscerla bene Negi!”.
“Dai Asuna... non fare così...” disse Negi esasperato “Stai esagerando ora... è vero che ho sbagliato, ma ora ho al possibilità di rip...”.
“Che succede ragazzi?”.
Sulla porta era comparso trafelato Takamichi, seguito a ruota da Ako.
Il ragazzo rinunciò a far ragionare la coinquilina scuotendo la testa, proprio non riusciva a capire cosa pensasse.
“Ah! Takamichi! Grazie per essere venuto. Bhe... per rispondere alla tua domanda, possiamo dire che la storia di Istanbul non si sia affatto conclusa.”.
“In che senso, scusa?” chiese perplesso l'uomo, avicinandosi.
“Nel senso che lei è Helen Keresi di Bisanzio, guaritrice dell'Ordine della Lama Celeste.” disse indicando la ragazza, che aveva iniziato a sbattere gli occhi assonnata. Due grandi occhi di un verde intenso ed allo stesso tempo cangiante, con infinite sfumature e riflessi.
“Oh! Si sta svegliando!” osservò Konoka, affiancandosi al divanetto.
Helen si tirò su di scatto, osservandosi impaurita attorno.
“Do-dove sono?” chiese con voce flebile. Nonostante l'evidente timore, aveva una voce dolce e musicale, notò stizzita Asuna.
Non riusciva a capirne il motivo, ma la presenza di quella giovane le procurava un inspiegabile senso di irritazione e fastidio.
“Calma!” le disse avvicinandosi il giovane mago “Sei tra amici!”.
La ragazza lo fissò per qualche istante spaesata poi, con grosse lacrime agli occhi si gettò al collo del professore, stringendolo con forza.
“Negi!” pianse “Ha funzionato davvero! Sono da te!” stava tremando “Sono salva...” sussurrò.
“S-s'...” annaspò il professore, cercando di allontanarla “Sei... qui, sì. Però ora lasciami... non respiro!”.
Gentilmente, Negi si staccò Helen di dosso e la poggiò sul divano, avvolgendola con la coperta.
“Anch'io sono estremamente felice di vederti.” continuò “Ma come mai sei qui? Voglio dire... non c'è bisogno di te all'Ordine?”.
La ragazza sembrava sul punto di rispondere, ma subito chiuse la bocca come notò le altre facce nella stanza.
“Sì... scusa, Negi. Solo una domanda... ma dove siamo? È così... strano, qui! E chi sono queste persone? No, aspetta! Alcune le riconosco! Voi siete la signorina Izumi e la signorina Sakurazaki! Non siete cambiate per nulla da quando siete partite!” disse mentre si asciugava gli occhi.
Sembrava essersi ripresa abbastanza.
“Giusto! Giusto! Perdonami se non ci ho pensato! Partiamo dalle presentazioni: l'uomo dietro di me è il professor Takahata, la ragazza che ti sta sorridendo alla tua destra è Konoe Konoka, mentre quella seduta col broncio è Kagurazaka Asuna.” sorrise il giovane.
“Piacere di conoscerti!” la salutò allegramente Konoka, mentre Asuna si limitava ad uno sbuffo.
“Riguardo al luogo... bhe... è meglio se te ne parlo con più calma quando ti sarai riposata e ripresa. Sembra siano successe parecchie cose dalla mia partenza, e hai un'aria a dir poco traumatizzata.” continuò serio Negi.
“Ma...” Helen non sapeva cosa rispondere. Era evidentemente spaesata in quell'ambiente evidentemente così diverso da quelli a lei familiari, circondata da volti nuovi o che a malapena conosceva.
“Vieni Helen, ti chiami così, giusto?” la invitò Konoka porgendole una mano “Sei tutta sporca... ti accompagno ai bagni, così ti rinfreschi e ti rilassi, ok?”.
La ragazza lanciò un'occhiata dubbiosa a Negi, che rispose con un cenno d'assenso.
“Di loro ti puoi fidare, stai tranquilla. Come tornate, prometto che ti spiegherò tutto.” le disse.
Con aria stanca e passo incerto la giovane seguì allora la nipote del preside fuori dalla camera, lanciandosi un ultimo sguardo alle spalle.
“Ako...” chiamò Negi, facendo sobbalzare la ragazza “Posso chiederti gentilmente di chiedere alla capoclasse da parte mia se si può posticipare la partenza a domattina? E magari avviseresti pure le altre ragazze che erano a Istanbul di venire qui? Qualcosa mi dice che la presenza di Helen qui non porti buone nuove.”.
  
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