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Autore: Kotomy    28/08/2012    4 recensioni
Cosa fare quando la persona a cui tieni di più ti dice Ti amo in una piazza della scuola?
Beh, è quello che mi sto chiedendo anche io, Mikan Sakura, alunna dell’Alice Academy.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Cap 13

 

Sono le 19.15 prendo il telefono, compongo il numero di Natsume e lo chiamo.

“Pronto?”. “Scusi, stocercando Natsume Hyuuga”. “Si, glielo passo subito”. Una voce femminile in sottofondo chiama Nat. “Pronto Mikan?”. “Ciao Nat”. “Aspetta un attimo principessa”. Sento Natsume mandare via qualcuno, credo proprio che stia mandando a quel paese quella ragazza. “Eccomi. Allora come va? Ti sei calmata un po' da stamattina” mi dice. “Si, oggi Jinno mi ha cacciato fuori dalla classe insieme a Nathaniel”. “Perchè?”. “Beh, mi sno distratta messaggiando con te e quando mi ha chiesto di che cosa stavamo parlando io non gli ho saputo rispondere”. “Hahahaha. E quell'inglese perchè è stato cacciato fuori?” mi chiede innervosendosi. “Beh, perchè visto che ero arrabbiata con te, picchiettavo troppo forte e lui si è distratto e quando Jinno gli ha fatto la stessa domanda che ha fatto a me, neanche lui ha saputo rispondere”. “Gli sta bene. Se stata capace di farlo buttar fuori dalla classe dopo neanche un giorno di lezione”. Sento la sua risata e mi viene da ridere anche a me. All'improvviso sento un rumore. Qualcuno sta bussando alla porta. “Ehi Nat, aspetta”. “Ok”. Vado all'entrata e appena apro la porta mi ritrovo Nathaniel davanti. “Nathaniel!”. Sento Natsume iniziare a sparare parolacce a Nathaniel. Mi scappa una risata. “Dimmi pure Nathaniel, di cosa hai bisogno?”. “Mikan, avrei bisogno di chiederti un favore”. “Dimmi pure”. “Ho bisogno che tu finga di essere la mia ragazza”. Ok adesso è davvero strano. Natsume ha sentito quello che ha detto e ha iniziato a urlare e ad imprecare verso Nathaniel. “Che? Perchè?” chiedo confusa. “Beh, domani arriverà all'Alice Academy la mia ex e non si è ancora arresa al fatto che l'ho lasciata e fa sempre di tutto per riconquistarmi e non capisce che così mi rovina le giornate. Ti prego, solo per fargli capire che non ha più speranze con me”. “Beh... In questo caso...”. Non ho il tempo di rispondere che Natsume inizia ad urlare dicendomi di non accettare. “Ehi Nathaniel, aspetta un attimo”. “Ok...”. “Rimani qui” dico sorridendogli.

Vado in camera e inizio a parlare con Natsume. “Ehi Nat...”. “Tu prova ad accettare a guai a te e a lui”mi dice. “Nat calmati, ho intenzione di aiutarlo perchè come ho aiutato tutti e anche te all'accademia, aiuterò anche lui che tu lo voglia o no” dico chiudendo il discorso. “Peggio per te Mikan, quando ci rivedremo fra due settimane...” “Tre”. “Perchè tre? La missione dura solo due settimane”. “E invece la mia vacanza una. Quindi se non faccio i conti male due più uno fanno tre”. “VACANZA?! Quale vacanza?” mi chiede innervosendosi. “Ho chiesto ai professori di andare a trovare il nonno e mi hanno permesso una settimana di tempo”. “Capisco... Beh ritornando al nostro discorso.... Dopo le tre settimane sarà difficile che io parlerò con te se tu aiuti Nathaniel...” dice. “Beh, allora farò a meno della tua parola. Adesso ti saluto Natsume, ho un amico che mi aspetta e non voglio lasciarlo troppo tempo sulla porta”. “Mika...”. Non riesco a finire di sentire quello che mi sta dicendo Natsume che gli stacco in faccia.

Appena ritorno all'ingresso vedo Nathaniel giocare con una fiamma azzurro ghiaccio. Credo che quello sia il suo Alice. “Eccomi, scusa per averti fatto aspettare”. “Tranquilla. Comunque mi farai questo piacere?” mi chiede con un tono disperato. “Si” dico sorridendo. “Grazie Mikan, lo sapevo che potevo contare su di te”. “Ma c'è una condizione” aggiungo. “Dimmi tutto”. “Rispondi ad alcune domande”. “Come vuoi....” dice sorridendo. “Di che classe fai parte?”. “Della 4B come te” dice accennando ad un sorriso. “Questo lo so, ma sto dicendo del dopo”. “Ah, abilità pericolose”. “Anche tu, quindi sei in classe con Nat” dico. “Si” dice facendo una smorfia.

 

Parliamo per un po' e poi Nathaniel va di nuovo in camera sua. Io vado in bagno e mi immergo nella vasca riempita poco tempo fa. Ci rimango per una buona mezz'ora o forse anche più, quando esco mi butto sul letto con l'asciugamano avvolta attorno.

 

Sono le 23.45 e il telefono inizia a squillare.

“Pronto?”. “Mikan...”. “Oh ma guarda chi chiama. Non avevi detto che non ci parlavi con me?” chiedo sarcastica. “E' vero... Ma ho pensato seriamente a quello che ti ho detto e trovo che forse ho esagerato e in fondo dovrei essere abituato al tuo carattere” mi dice. Inizio a ridere tra me e me senza farmi accorgere da Natsume. “Bravo il mio Nat, hai capito ormai che non mi puoi più fermare” dico ridendo. “Non scherzare....”.

 

Dopo aver parlato molto con Nat, stacchiamo e vado a dormire. Mi giro e mi rigiro nel letto, ho un presentimento negativo che continua a tormentarmi da giorni.

 

Sono le 08.30 e mentre mi alzo inciampo nella mia ciabatta. Ahia! Il bernoccolo è assicurato stavolta.

Non ho il tempo di rialzarmi che qualcuno bussa alla porta. Non posso aprire in queste condizioni. Addosso ho solo una camicia quasi trasparente da notte. Corro vicino all'armadio, prendo una gonna e un top azzurro, infilo il tutto molto velocemente e poi vado ad aprire la porta.

“Mikan Apri!”. Questa è la voce di Nathaniel. “Eccomi!” urlo aprendo la porta. “Grazie al cielo. Muoviti dobbiamo andare, Ariel è qui!” mi urla prendendomi per un braccio e trascinandomi via. “ASPETTA! Non ho neanche le scarpe e ho addosso dei vestiti indecenti!!” urlo fermandomi. “Oh... Vai in camera a cambiarti, mettiti le scarpe e poi viene davanti all'edificio superiore”. “Ok!”.

Corro in camera mia, prendo dall'armadio un vestitino rosso e ai capelli mi faccio una bella treccia tutta ordinata. Ai piedi prendo delle ballerine nere e esco subito fuori dalla stanza. Mentre corro verso l'istituto superiore mi metto anche la matita nera agli occhi.

Appena arrivo vedo Nathaniel parlare con una ragazza, ha i capelli rossi, i lineamenti perfetti e anche le forme. Corro verso di loro e appena Nathaniel mi vede mi mette un braccio attorno alla spalle. “Ariel ti presento la famosa Mikan”. “Oh, quella che mi ha soffiato il ragazzo” dice sorridendo. Non mi sembra uno di quei sorrisi che sembrano sfotterti.Ricambio il sorriso e tendo la mano a Ariel. Lei la stringe molto volentieri e poi iniziamo a camminare per l'accademia.

 

Sono le 18.45 e io e Nathaniel salutiamo Ariel e andiamo in camera mia.

Appena apriamo la porta Nathaniel si butta sul divano. “Vuoi un caffè?” chiedo gentilmente. “No grazie e scusami se mi sono buttato sul divano senza il tuo permesso, volevo ringraziarti per il favore che mi ha fatto, se ti serve qualcosa dimmelo dovrò in un modo o nell'altro ripagare il favore” mi dice alzandosi e aprendo la porta. “Vai di già?” chiedo. “Si, domani devo svegliarmi presto”. “Come mai?”. “Problemi personali” mi dice chiudendo la porta e andandosene. Che strano ragazzo....

 

Da quel finto appuntamento passano due settimane ed è arrivata per me l'ora di partire e per Natsume l'ora di ritornare....

 

Finisco di mettere le ultime cose nella valigia e poi esco dalla camera con un cappotto. Adesso che ci penso appena torno sarà il compleanno di Natsume.

Appena esco fuori dall'edificio vedo una macchina nera fuori, apro la portiera e vedo che al volante c'è un tizio in giacca e cravatta. Tutto vestito di nero. Ma un po' di allegria gli fa male?

Il signore alla guida mette in moto la macchina e ci dirigiamo verso l'uscita dell'Accademia. Appena i cancelli si aprono noto che una macchina sta entrando cerco di intravedere chi c'è dentro e rimango a bocca aperta. E' Nat. Cerco di salutarlo ma senza nessun risultato.

“E' inutile salutarlo, questa macchina ha i vetri scuri, quindi è impossibile vedere chi c'è dentro” mi dice il tizio in giacca e cravatta. “Oh, capisco....”.

Appena usciamo dall'Accademia percorriamo la stessa strada che un po' di anni fa avevo percorso io per trovare questa accademia.

Passano un bel po' di ore e quando mi risveglio dal mio sonno “eterno” mi ritrovo nel mio paesino. Apro velocemente la portiera, saluto l'autista e vado correndo verso casa del nonno.

 

Appena apro la porta, la polvere mi entra nelle narici. Starnutisco un po' di volte e appena poso le valigie, prendo scopa e paletta e inizio a spazzare per terra, in modo da rendere la casa pulita prima della mia partenza.

 

Una spazzata di qua e una spazzata di la. Appena finisco di spazzare tutta la casa inizio a togliere la polvere da tutte le mensole e da tutti i mobili. Mentre pulisco la mensola della sala noto una foto, siamo io e il nonno quando ero piccolina. Avrò avuto due o tre anni. Squilla il telefono. “Pronto?” chiedo. “Mi scusi sono un'amica di Mikan, lei è in casa?”. Questa è Hotaru. “Sono io Hotaru!” dico ridendo. “Ah... Mikan come ti sei permessa di partire senza neanche avvertirmi?!”. “Scusa è che non volevo farti stare in pensiero” dico mortificata. “Va bene... Adesso ti lascio devo andare con Ruka a Central Town”. “Ok ciao..”. “Aspetta un attimo... Sai cosa piace a Natsume? Fra poco sarà il suo compleanno e dobbiamo comprare il regalo”. “Oh... Sinceramente non so neanche io cosa comprargli, stiamo da poco insieme”. “Come da poco?!?! State insieme da tre mesi!” mi urla Hotaru. “Scusa, ma sai è il primo compleanno con Nat e credo che lo vorrà passare semplicemente, quindi fategli dei regali piccoli ma che non costino molto. Di quello che so a Nat non piacciono le cose troppo grandi”. “Ok, ciao Mikan. Ti saluto!”. “Ciao e salutami anche Ruka”.

 

Sono le 19.20 e ho finito di pulire tutta la casa. Adesso risplende come uno specchio. Prendo le chiavi di casa e mi reco in città per andare al cimitero.

Appena oltrepasso il cancello mi viene una fitta allo stomaco. Mi fa una cosa strana pensare che il nonno è sepolto insieme a tutti questi morti....

Mi reco vicino alla tomba del nonno e gli porgo i fiori che avevo comprato a Central Town.

Sono delle viole, erano i suoi fiori preferiti.

 

Rimango al cimitero per un'ora e poi dopo aver salutato il nonno mi reco in città a fare la spesa per la cena.

Dopo di questa mi butto sul mio adorato lettino e mi addormento come un pesce lesso.  

   
 
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