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Autore: Bab1974    28/08/2012    2 recensioni
Ron e Harry si concedono una vacanza a Roma, prima che la vita e le responsabilità prendano il soppravvento.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Vacanze romane Vacanze romane


"Allora, ti piace Roma?" chiese Harry a Ron. Ron si guardava attorno stupito. E non era perché si trovavano nella Roma Babbana, ormai Harry dopo Hogwarts gli aveva insegnato un bel po' di cose della vita dei nati senza magia.
"Wow, è tutto così... così... luminoso" disse infine Ron. Era quello che stupiva più il ragazzo. La luce. Era abituato alla Londra nebbiosa e piovosa, tanto che i Babbani erano costretti a portarsi dietro l'ombrello, non avendo poteri per asciugarsi rapidamente come facevano i maghi.
Invece lì tutto era radioso. D'accordo era piena estate, ma la differenza si notava lo stesso.
Harry e Ron, che avevano deciso di prendersi una vacanza dopo il corso di due anni di Auror, erano soli. Le ragazze avevano deciso di andare in Francia a trovare Fleur, che era in attesa del secondo figlio e li aveva invitati a trascorrere del tempo nella casa dei suoi genitori. Loro avevano detto 'No, grazie', tanto sapevano che Hermione avrebbe fatto incetta di libri, mentre Ginny si sarebbe messa a guardare vetrine di vestiti con l'aquolina in bocca. Harry, visto che mancavano pochi mesi al giorno delle nozze, le aveva dato la carta di credito e un bel po' di galeoni, ma sapeva che la ragazza sarebbe stata orgogliosa e non li avrebbe usati.
Era una specie di prima e ultima vacanza per entrambi, prima che lavoro e famiglia arrivassero a soffocare le loro esigenze.
Harry aveva scelto anche l'abbigliamento di Ron, cercando di farlo il più Babbano possibile. Gli aveva comprato di tutto. In quel momento portavano entrambi un paio di bermuda, Harry beige, Ron blu notte. Poi Harry in quel momento indossava una maglietta gialla, mentre Ron indossava una canottiera bianca. Ai piedi infradito. Il rosso si sentiva davvero strano vestito così, anche se doveva ammettere che stava comodo.
Ogni monumento attirò la loro attenzione. Avevano due settimane da passare nel Bel Paese e lo usarono in maniera molto culturale. In ogni luogo comprarono ricordini per qualcuno. Però sempre libri per Hermione e oggettini per Ginny. Harry pensò che la ragazza lo avrebbe rimproverato di aver speso troppo. Che ci poteva fare se ogni bell'oggetto che vedeva gli ricordavano la rossa.
La fermata alla bocca della verità fu quella che più piacque ad Harry. Ebbe l'occasione di fare uno scherzo a Ron.
Harry spiegò a Ron che chi mentiva aveva la mano schiacciata. Poi infilò la mano, tranquillamente.
"Io ho ucciso Voldemort." disse Harry, per far vedere al ragazzo che era fasullo e che dopo  non gli sarebbe successo nulla.  Poi cacciò un urlo tremendo, mentre cercava di far uscire la mano dalla bocca e non ci riusciva.
"Merlino, Harry, ti aiuto io." Prese a tirare Harry per il corpo e, sotto l'effetto del panico più totale, non si era accorto che Harry si stava tenendo con l'altra mano e teneva nascosto il viso, per non fargli capire che stava per scoppiare a ridere.
Poi all'improvviso lo mollò e Ron si mise le mani nei capelli rossi.
"Ma... ma... questo significa che... Merlino, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è ancora vivo. Harry, potrebbe tornare a terrorizzare il Mondo Magico, a torturare e uccidere Babbani e Mezzosangue, a..."
A quel punto Harry capì che non era il caso di continuare nello scherzo. Forse nominare Voldemort era stato esagerato, ma ogni tanto gli piaceva farlo, anche in un discorso qualsiasi, per vedere lo sconcerto negli occhi dei presenti. Dopo quasi quattro anni dalla sua dipartita tutti temevano ancora di chiamarlo per nome.
"Ron, ti prego smettila," disse Harry, non riuscendo a trattenere le risa "ti stavo solo prendendo in giro."
Sfilò lentamente la mano dalla bocca e gliela mostrò illesa. Ron rimase a bocca aperta. Attorno a loro gli altri turisti, risero e cominciarono ad applaudire per lo scherzo. Ron, sconcertato per essere stato preso in giro, e vergognandosi per la crisi di nervi, lo trascinò via. In mezzo alla folla sentirono alcuni dire il nome di Harry Potter con vari accenti. Di sicuro c'era qualche mago che aveva riconosciuto il Golden Boy.
Portato Harry abbastanza lontano, Ron lo strigliò a dovere.
"Ma sei pazzo, mi vuoi far morire di un infarto. Come ti è saltato in mente di nominare il Signore Oscuro?" chiese Ron, con il cuore che batteva all'impazzata.
"E' la prima cosa che mi è venuto in mente. Dovevi vedere la tua faccia. I Babbani che capiscono l'inglese avranno pensato che sei pazzo." Harry continuava a ridere a discapito del povero Ron, che era sempre più offeso. Accidenti, era meglio se la smetteva. Rischiava che Ron non gli rivolgesse più la parola.
"Scusami, è stato più forte di me." cercò di dire per tranquillizzare il rosso.
"Ti perdono, ti perdono. Ma da quando hai ucciso 'quello', sei diventato un buffone" disse Ron.
"Sono stato in tensione per tutto il periodo della scuola, mi devo sfogare. forse è l'animo da Malandrino di mio padre che spunta fuori." disse Harry, cercando ancora di soffocare le risa.
Ron scosse la testa e continuarono la passeggiata turistica. Doveva stare attento a che l'anima malandrina del suo amico non prendesse troppo spazio, o rischiava davvero un colpo.
  
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