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Autore: evelin90    11/03/2007    3 recensioni
Istinto o Ragione?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sei sempre la solita Evans

TUTTO ISTINTO

 

 

 

“Sei sempre la solita Evans!”

 

E tu anche, quindi anche io mi comporto nel solito modo!”

 

Ma perché una punizione? Non potevi solamente togliermi dei punti?!?!”

 

“Una punizione Potter! Non cambio la mia decisione!”

 

Ma perché sei sempre così acida?”

 

Perché tu sei sempre così strafottente?”

 

“Perché sei così legata alla tua stupida spilla di Caposcuola?”

 

E perché invece tu non lo sei?”

 

Monotonia.

La classica routine a cui ogni studente della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era stramaledettamente abituato.

Alzarsi presto la mattina, prepararsi per la giornata, fare colazione, la mattina impegnata nelle lezioni, il pranzo, le lezioni pomeridiane, poche ore di relax occupate perlopiù per lo svolgimento della montagna di compiti assegnati e cena.

Ah! Dimenticavo!

Ci sarebbero da aggiungere la litigata Evans-Potter in Sala Grande durante la colazione, i battibecchi Potter-Evans nei corridoi tra una lezione e l’altra, le urla Lily-James a pranzo, lo scontro del pomeriggio principalmente in riva al lago o in biblioteca, le grida durante la cena e le maledizioni reciproche prima di andare a dormire.

Quest’ultimo aspetto era riservato solo ai “fortunatissimi” studenti Grifondoro, ovviamente.

 

Perché mi odi così tanto?”

 

“Oh…sono stufa Potter, vai a cenare in Sala Grande e poi ci vediamo alle 20:30 davanti all’ufficio della McGrannitt!”

 

E detto ciò il Caposcuola più temibile di tutta la scuola se ne andò facendo svolazzare i suoi capelli rossi.

Il Caposcuola Potter invece osservava la sua schiena maledicendola.

 

 

**Davanti all’ufficio della McGrannit**

 

Ma perché quel deficiente è sempre in ritardo? Se faccio aspettare troppo la professoressa McGrannit saranno guai seri. Potter! Dove diavolo sei?”

 

Ringhiando queste parole Lily Evans si torturava le unghie sperando di fare quello, una volta, anche con James Potter: MANGIARLO VIVO!

Dopo pochi minuti, con passo lento e cadenzato, arrivò Potter, incurante della furia della ragazza.

 

“Wow! Sei nervosa perché quello che abbiamo adesso è molto simile ad un appuntamento, eh Evans?”

 

“Vai al diavolo Potter! Sei in ritardo! Vieni!”

 

E lo trascinò dentro l’ufficio della professoressa di Trasfigurazioni tirandolo per la cravatta.

 

“Ahia Evans! Mi stai strozzand…”

 

“Buonasera Evans, Potter…vi aspettavo alcuni minuti fa. A cosa devo questa riunione?”

 

La McGrannit alzò un sopracciglio esaminando la faccia del suo studente tutta rossa per il precedente tentativo di soffocamento.

 

“Ehm, mi scusi professoressa, ma Potter è arrivato in ritardo, comunque il motivo per cui le ho chiesto questo colloquio è per l’assegnazione di una punizione al qui presente James Potter, infatti…”

 

“Signorina Evans, ma lei si ricorda che incarico ricopre il signor Potter?”

 

“Il Caposcuola, professoressa,” rispose tentennando “ma…”

 

“Non esistono nessun Ma, ai Caposcuola non si possono assegnare punizioni! Mi meraviglio che lei se lo sia dimenticato, signorina! Comunque ora non voglio più vedere qui. Ho ben altri compiti da svolgere, perciò se avete finito andatevene!”

 

Il viso di James si allargò in un sorriso, mentre quello di Lily diventava paonazzo. Tutti e due avevano dimenticato, nella foga del battibecco, questo piccolissimo particolare.

 

Ma…”

 

“Sì abbiamo finito professoressa!” interruppe Potter e questa volta lui trascinò lei fuori dall’ufficio spingendola.

 

“Abbiamo assistito al primo fallimento del Caposcuola Evans! Ehehe…non la si fa sempre al sottoscritto…” cominciò a canzonarla il ragazzo.

 

“Stupido che non sei altro! Anche tu te ne eri dimenticato!” reagì la ragazza come se si fosse appena svegliata da un profondo shock.

 

“Ah! Questo non è assolutamente vero! L’ho fatto apposta a…”

 

Ma non sparare cagate Potter! Eri muto come un pesce nell’ufficio! Se l’avessi saputo l’avresti detto tu, non la McGrannitt!!!

 

Pian piano si stava creando l’ennesimo scontro.

Entrambi si guardavano negli occhi con aria di sfida: Lily con le mani sui fianchi e James con le braccia incrociate sul petto appoggiato svogliatamente al muro del corridoio.

Ma, inaspettatamente, una di queste due persona era stufa per quel giorno…

 

“Senti Lily, ora sono stanco, me ne vado in Dormitorio e non ne riparliamo più!”

 

“Ah no! Se credi di potertela cavare così facilmente ti sbagli di grosso!”

 

“Ascolta! Non ho voglia di litigare per l’ennesima volta” esclamò leggermente irritato il ragazzo afferrandole il braccio con forza.

 

Ma io non litigo!” e prendendo con la mano libera il braccio di Potter disse “ Ti accompagno dove hai creato il casino questo pomeriggio per mettere apposto! Non penserai mica che lo faccia io per te?!?

 

E così Lily trascinò nuovamente Potter per la cravatta fino al corridoio Sud del terzo piano.

 

“Asciuga tutto il pavimento dall’acqua!”

 

Il Caposcuola, nonché Capitano della squadra di Quidditch, la guardò di sbieco.

Faceva veramente paura quando impartiva degli ordini, ma c’era qualcosa che gli impediva di togliere lo sguardo da lei.

Non capiva cosa. I capelli infuocati? Gli occhi smeraldini? La sua bocca severamente tirata? Il suo corpo minuto coperto dalla pesantissima divisa invernale?

Nulla di tutto questo.

C’era dell’altro. Ne era sicuro, non poteva essere solo per questi stupidi motivi.

 

“Ehi ma non devo farlo tutto io! Mica puoi punirmi!” le ricordò con un sorriso malandrino sul volto.

 

Uff! Vorrà dire che ti aiuterò, ma la maggior parte del lavoro la farai tu,perché TU hai combinato tutto ciò!”

 

Si sua Perfidia!” e insieme asciugarono l’acqua sul pavimento con degli stracci.

 

Chissà perché quando quei due erano assieme si dimenticavano delle soluzioni più semplici, come quella di asciugare l’acqua con un unico incantesimo.

Ma James la osservava di nascosto cercando di trovare risposta alle sue precedenti domande.

Improvvisamente Lily si voltò e lo trovò in piedi intento a fissarla.

 

MA SEI IMPAZZITO? IO non farò tutto da sola! Torna dal mondo dei sogni Potter!” scoppiò la ragazza.

 

“Un attimo!” le rispose James risvegliato dal suo “dolcissimo” urlo “Ma come sei acida!”

 

E tu sei un fanfarone!” ribatté Lily

 

“Tu sei arcigna!” continuò James

 

“Pallone gonfiato!”

 

“Stressante!”

 

“Egocentrico!”

 

“Sei la persona più pesante di questo mondo!”

 

“Toh! Ha parlato il Rompiscatole per antonomasia! E anche se lo fossi perché mi fissavi prima?”

 

“Perché?!?! E anche vietato osservare le persone?”

 

“Osservare è diverso dal fissare!”

 

“Ti dava fastidio per caso?” domandò con una punta di acidità James

 

“Certo!”

 

“E a me di più va bene!?!” ribatté il ragazzo

 

Ma come? Sei TU che mi guardavi!”

 

“SI MA NON CAPISCO IL PERCHE’ OGNI VOLTA MI BLOCCO AMMIRANDOTI PUR SAPENDO CHE SEI SOLO UNA STUPIDA RAGAZZINA PETULANTE CHE E’ BRAVA SOLO A PARLARE!” le urlò in faccia James.

 

Nel vicendevole scambio di insulti non si erano neanche accorti che si avvicinavano pian piano.

Dopo quest’ultimi sfogo James le inviò un profondo sguardo d’odio aspettandosi un’altra offesa che però non venne.

Il Capitano della squadra di Quidditch riuscì solo a vedere gli occhi luccicanti della ragazza per pochi secondi, prima di guardare la sua folta chioma che se ne andava chissà dove.

 

“Lily!...Al diavolo tutto!” e diede un calcio al secchio d’acqua.

 

Ora era veramente arrabbiato.

Perché doveva piangere? Le aveva detto di peggio in passato!

Certo…magari con meno cattiveria, ma ha sempre conosciuto una Lily forte come una roccia. Una Lily che non si piegava neanche sotto gli insulti e agli scherzi dei Serpeverde.

E perché adesso era invaso da un immenso senso di colpa?

 

Con questi pensieri James si affrettò a raggiungere la Caposcuola sulla Torre di Astronomia.

Si nascondeva sempre lì lei.

Infatti, come volevasi dimostrare, era  rannicchiata sul cornicione ed era scossa da alcuni tremori che però diminuivano.

 

Cosa vuoi? Perché non te ne vai in Dormitorio?!?!”

 

Ed ecco la solita Lily: scontrosa, dura e irremovibile, almeno con lui.

 

“Mi scusi se mi sono preoccupato per lei, signorina Evans!” le rispose con asprezza “Perché sei scappata piangendo?”

 

“Non sono affari tuoi!”

 

Se permetti quando sei scoppiata in lacrime c’ero anche io, perciò sono fatti miei!”

 

Invece no!” e per la prima volta alzò lo sguardo verso il suo.

 

James rimase imbambolato davanti quegli occhi verdissimi segnati dal pianto.

 

Perché sei così testarda?” chiese James con voce più dolce avvicinandosi.

 

“Io non sono testarda. Sei tu l’egocentrico che pensa che tutto sia per colpa o merito suo!”

 

Perché, non è così?”

 

Il Caposcuola di Grifondoro ormai era accucciato su di lei osservandola a 20 cm di distanza.

E per una volta fu la ferrea Lily a perdersi nei suoi occhi castani, ma soprattutto a perdendosi nella dolcezza della sua voce.

 

E James non pensò; agì solamente.

Avvicinò viso a quello di Lily e poggiò le  labbra dolcemente sulle sue.

Anche la ragazza non pensò e rispose al bacio.

Anni di battibecchi dimenticati solo per un attimo; quell’attimo che serve per un bacio degno di questo nome. E se il lettore me lo permette, fu molto più di un attimo.

 

Dopo questo episodio non fu tutto rose e fiori, anzi, proprio per niente.

Ma qui fu l’inizio del loro avvicinamento.

E tutto, non grazie alla mente, ma al cuore.

Ogni tanto bisogna lasciarsi guidare dall’istinto.

In molti casi ha le risposte alle domande che tormentano la nostra ragione.

 

FINE

 

 

 

 

 

Sono tornata!

Bè, ditemi come trovate questa fanfic.

Recensite mi raccomando! E’ l’unico modo con cui posso migliorare il modo di scrivere.

Bacioni a tutti quanti.

Evelin90

  
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