II capitolo:
Il wee-kend lei lo odiava, non sapeva con chi passarlo.Scese giù dal letto ed andò a cena.
<< Piccola come stai?>> le chiese la madre.
<< Bene.>>
Odiava perfino i suoi, non c'erano mai e lei era -come- cresciuta da sola.
Si sedette a tavola, per cena c'era un brodino caldo della nonna, blhè.
Lo fisso per qualche istante.
<< Non mangi?>> gli domandò il padre. << No.>> rispose lei.
<< Oceano, ma come mai sei strana?>>
<< Non sono strana, questo è il mio carattere.. ah è vero, voi non lo conoscete il mio carattere, voi non mi conoscete.>>
<< Perchè dici così?>>
<< Dico così perchè non ci siete mai, solo lavoro e lavoro per voi.>>
<< Non parlare così>> disse il padre.
<< Non ho fame. vado sù.>>
<< Tu non vai da nessuna parte>> disse il padre alzandosi e bloccandola per un braccio.
<< Lasciami, mi fai male.>>
La mano del padre si posò con violenza sul volto della figlia, al distacco gli occhi di lei diventarono dei ghiacciai.
Il padre lasciò il suo braccio e lei si precipitò in camera a piangere fra le lenzuola bianche. Sommersa dalle lacrime si addormentò.
Il risvegliò fù una botta al cuore, andò verso lo specchio, sulla sua guancia era inciso un tondo rosso gonfio. Lo accarezzò.
Scese giù i suoi non c'erano -meglio così- si preparò la colazione, cereali e latte.
Fece i compiti di italiano e si precipitò in spiaggia.
Il Sabato era nuvoloso, ma un bel giro in spiaggia non glie lo toglieva nessuno. Prese l'asciugamano, e andò verso la riva. Sistemò l'asciugamano ed entrò in acqua.
Si buttò e cominciò a nuotare, tra pesciolini di varie dimensioni..
Davanti a lei c'era l'oceano quello vero, quello immenso che portava -non si sà dove- forse verso l'infinito. Ma qual'era l'infinito dell'oceano? Esisteva?
L'acqua scivolava sulla sua pella, la 'ferita' sul suo volto faceva male, ma stando dentro l'acqua gli passava tutto.
Uno scoglio, era vicino a lei.. il sale aveva lasciato una riga a metà scoglio, che segnava dove arrivava l'acqua. Quel giorno l'acqua superò la linea, la marea si stava alzando, ci sarebbe stato un mare mosso.. doveva sbrigarsi ad uscire. Si aggrappò allo scoglio, con la tentazione di salirci. Così fece, era curiosa.. era in piedi su di esso, il vento accarezzava i suoi capelli, l'acqua cominciava ad alzarsi. Oceano alzò gli occhi, verso la scuola, verso la finestra della sua classe.. gli veniva spontaneo.
Fu un lampo. Un volto sulla finestra della sua classe, un'ombra si vedeva in lontananza. Non capiva chi era. Si stroppicciò gli occhi e li riaprì, l'ombra non c'era più. Scese e corse verso casa, aveva paura.
Cominciò a piovere, il mare cominciò ad essere mosso e superava lo scoglio. Si fece una doccia e si mise in tuta sul divano, abbracciandosi un cuscino. Guardò la tv. Mentre fuori c'era la tempesta,
lei era dentro che tremava, non per via di quella pioggia che batteva sulle finestra, ma tremava per quell'ombra vista nella sua classe. Si tormentava, pensando che era solo frutto della sua immaginazione, ma lei quel volto lo conosceva, forse..
Si rannicchiò su sè stessa, mentre le immagini scorrevano su quella tv nera enorme.
Non sapendo che fare chiuse gli occhi.. Si addormentò.
Dopo una mezz'oretta qualcosa le fece aprire gli occhi.
Un rumore proveniva dalla porta d'ingresso, qualcuno la stava graffiando, come un gatto, ma non poteva essere un gatto, perchè il rumore proveniva dall'alto della porta.
Si alzò, era impaurita.. quel qualcuno stava lottando per aprire la porta, la spingeva su e poi giù. Si sentì un << tic>> che valeva a dire che.. la porta si stava aprendo.