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Autore: TheMask    28/08/2012    1 recensioni
Questa storia è nata per un'amica, e solo in un secondo momento ho pensato di pubblicarla. Spero sarà di vostro gradimento.
Lupa Nera
Estratto dai prossimi capitoli:
Perché legarsi alle persone, quando sai che presto o tardi, o ti tradiranno o moriranno, o se ne andranno? In questo luogo l’amicizia non esiste, è impossibile. Convivenza, tolleranza, rassegnazione in stile “se non c’è niente di meglio mi accontento”, questo lo capirei. Ma … amicizia… è una parola che qui non si una neanche più… scomparsa dal vocabolario. Qui non ci sono amici.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Mi svegliai nella luce timida dell’alba, e mi alzai. Andai subito in infermeria: durante il sonno la mia ferita sull’avambraccio si era riaperta, e dovevo cambiare la garza. Tornato in camera, attesi. Percepivo con un certo compiacimento quella rabbia protettiva che dal giorno prima non mi aveva abbandonato per un istante. Era piacevole, stare davanti alla finestra vedendo il sorgere di un giorno nuovo e nuovamente uguale, e sentire qualcosa di nuovo, di estraneo alla quotidianità in cui ero entrato come un automa in quegli anni.
Appena un’ora, dopo, quando già la luce assumeva un carattere più autoritario e illuminava la scarna stanza con prepotenza, andai in bagno, e come avevo ipotizzato, vi trovai Matt, appena arrivato, che estraeva il suo DS.
Lo osservai per un momento. Si capiva che era in imbarazzo, e che nonostante mi avesse notato, e nonostante fosse li per me, tentava in un infantile gesto, di affondare nel suo game boy, sperando di estraniarsi da quella situazione.
“Non demordi Matt?”
“No… ” rispose, lui, lanciandomi appena un’occhiata al disopra del suo gioco.
Mi avvicinai a lui, continuando a osservarlo diventare sempre più nervoso.
“Che hai Jeevas, ti faccio paura?” gli chiesi ironicamente, abbassando con la mano il suo gioco e guardandolo negli occhi attraverso le sue lenti arancioni.
“N-no BB… però se tu ti allontanassi un minimo ti sarei grato, sai?” rispose.
“Sai cosa sto pensando?”
“Che devo lasciare stare Eloin? Ma io l-”
“No. Che tu stia con lei non mi crea alcun problema, anzi, se è più felice e mi sta meno addosso in stile koala mi va solo bene- lo interruppi- No, sto pensando a un’altra cosa. Sto pensando che tu sei andato con tutte qua dentro, per non più di una settimana, o sbaglio?”
Quanto mi faceva ridere quell’espressione da cerbiatto impaurito.
“Si, ma con lei è-”
“Mi basta un si. Statisticamente parlando c’è un’elevata probabilità che tu la tradisca, no?”
“Non lo farei mai!”
“Ecco, quello che stavo pensando prima, è che se lo farai, la potresti far soffrire, giusto?”
“Ti ho detto che non lo farei mai, BB!” esclamò lui, spingendomi più lontano da se. Poi si rese conto di quello che aveva fatto, e ripensando a Mello che veniva preso a calci da me, si morse il labbro.
“S-scusa BB, ti prometto che le starò sempre vicino, ok? E ora ti lascio in pace e vado.”  Disse, tagliando per la porta.
Sbuffando annoiato, quando mi passò di fianco lo presi per la maglietta, e con un gesto veloce lo riportai indietro, con le spalle al muro.
“Ahia!”
“Scusa.” Dissi sovrappensiero .
“Senti Matt- dissi guardandolo negli occhi- se vieni meno alla promessa che da bravo ragazzo hai fatto di tua spontanea volontà… sappi che  ti distruggo.”
E fu allora, che constatai la precoce idiozia che avevo ipotizzato, moltiplicata per mille nella testa del rosso.
“Che c’è sei geloso?” mi chiese ridacchiando.
Alzai un sopracciglio.
“Di Eloin?” risposi, più a me steso che a lui. Non ci avevo mai pensato in quel senso.
“No, sarebbe troppo… no! È più una specie di sorella per me! Ma tornando a noi- dissi riprendendo a essere serio- ti è chiaro il concetto?”
“Certo! Io la lascio = tu mi uccidi! Chiaro come il sole a mezzodì!”
“Bene!” esclamai lasciandolo e tornando in camera.
“Hey BB! Oggi, dopo averla abbracciata, voglio che le dici che è bella!”
Mi girai a guardarlo peggio che potevo.
“Che c’è ora? Sei proprio una palla,sai?”
“Perché?”
“Oddio, siamo a questo punto… BB, sei un caso perso! Tu fallo e basta ok? Un giorno capirai perché…. ma dico io se un uomo fa queste domande… tsk!”
Alzai gli occhi al cielo, e mi misi a guardare fuori dalla finestra, aspettando le 9 e 30.
Le giornate si susseguirono in tal modo per una settimana, durante la quale Eloin e Matt superarono l’imbarazzo, facendone però venire a me. Cioè. Immaginatevi la scena. Loro due seduti dallo stesso lato del tavolo intenti a lanciarsi occhiate tenere e baci, cosa che già faccio fatica a sopportare (insomma, se proprio vi dovete slinguare, fatelo in privato, risparmiatecelo!), e dall’altro io e Mello che lanciamo occhiate di mal celato disgusto alla coppia e ci dedichiamo all’arte della contemplazione del nostro piatto, io vergognandomi per loro (ripeto: effusioni in privato!!!! Insomma, ti vedono tutti!), e il biondino che si annoia e sbuffa come un toro.
Poi di solito ci guardiamo, ci lanciamo uno sguardo disperato, e ritorniamo a guardare i piatti.
Ma d’altra parte, Eloin ha smesso di trattarmi come un peluche.
E questo è un gran bene. 
In quel momento, Eloin era appena tornata da camera di MattemMello, e aveva bussato alla mia porta. Mi alzai dalla scrivania, e andai ad aprire un po’ svogliato.
“Ciao BB!” esclamò con un gran sorriso sul viso.
“Hey, come va?”
“Tutto a posto, tu?” rispose, entrando e chiudendo la porta pur senza essere invitata.
“Ok. Cosa c’è?”
“Niente, è che ci vediamo di rado per…- arrossì- per Matt…. E quindi pensavo di stare un po’ con te!”
“Mh, ok” accennai, risedendomi alla scrivania. Non era il momento adatto per una visita. Non che non le volessi come sempre bene, non fraintendiamoci, ma in quel momento non avevo voglia di vederla perché… ero occupato.
Così la ignorai, sperando che sparisse in tal modo, e provai per quella che doveva essere la millesima volta durante il pomeriggio a chiudere gli occhi e a vincere contro la Cosa che sentivo. Imparavo sempre di più su di essa. Avevo capito che non potevo scacciarla, perché faceva parte di me. Ma potevo vincerla e quindi controllarla. Dunque in ogni momento in cui chiudevo gli occhi, duellavamo fino allo strenuo delle forze, concludendo la partita con la mia, è dura ammetterlo, sconfitta.
Il sole serale scaldava la stanza, e illuminava di una luce arancio-gialla i nostri volti.
Lei probabilmente stava cercando di capire cosa facessi.
Come al solito, sentii qualcosa scorrermi dappertutto, una presenza che mi sussurrava all’orecchio zizzania, e che mirava a prendere il controllo delle mie mani, per uccidere chiunque si trovasse a tiro.
Ma Eloin non era d’accordo nel sentirsi esclusa, e posandomi una mano sulla spalla chiese cosa stessi facendo. Sospirai.
“Niente” dichiarai poi, per girarmi verso di lei aspettando che parlasse, che intavolasse una conversazione.
“No, sul serio, che stavi facendo?”
“Niente ti ho detto.”
“Daiiiiiiii”
Perché, perché, perché Eloin era così cocciuta? E perspicace, pure!
“Nien-te. Piuttosto- e da qui improvvisai- come sta Matt?”
“Bene bene, come mai me lo chiedi? Non è da te! E non sviare l’argomento!”
“Riposavo gli occhi”
“Si, certo. O me lo dici o racconto qualcosa a Mello”
“Cioè?” chiesi sarcastico.
“Che gli vuoi bene!”
“Eh?????” esclamai balzando in piedi. “Non puoi!”
“E perché no?”chiese lei con aria di sfida, fissandomi negli occhi.
“Lasciami in pace!”
“Allora, o mi dici questo, oppure… oppure mi dici qual è il tuo sogno recondito!”
“Eloin, piantala. Non sei divertente. Non puoi costringere le persone a parlare di cose di cui non vogliono parlare!”
“Stando con te, ho imparato che spesso non vuoi parlare di cose importanti, o che reputi importanti perché hai paura, ma visto che siamo fra amici non dovresti averne, quindi ogni tanto ho bisogno che tu ceda e mi dica qualcosa, altrimenti come faccio a sapere che per te non sono solo una rompiballe?” rispose lei sorridendo con una logica inattaccabile.
“Io non ho paura!”
“Allora forza, cosa stavi facendo?”
“Non sono affari tuoi! Se vuoi parlare di qualcosa è un conto, se vuoi solo sapere tutto di me per passare il tempo è un altro, chiaro?”
 
THINKS OF ELOIN EDUD
Incredibile. Allora l’aveva capito subito che il mio primo scopo era quello.
Rimasi spiazzata, a guardarlo, mentre lui incrociava le braccia e mi fissava senza lasciare trasparire niente, ma dalla frustrante rabbia che avevo colto poco prima nella sua voce, intuii cosa aveva pensato. Pensava di essere un giocattolo per me? Ma come? Dopo tutto quello che avevamo passato, dopo Roger!
Poi, evidentemente pensando ciò che avevo pensato io, il suo sguardo si ammorbidì.
“Scusami”disse voltandosi verso la finestra.
“Dobbiamo piantarla di litigare sempre. ”
Non ottenni risposta, così mi avvicinai a lui.
“Il punto è che mi chiedi troppo. Io non… non so come dirti certe cose. Praticamente nessuno sa tutto di me e tu chiedi di saperlo. Dopo che  per anni ho fatto in modo di disperdere le tracce, di non pensare al mio passato. Capisci?”
“Certo, capisco. Però non puoi fermarti qui, sarebbe come una sconfitta.”
“Per me… o per te?”
Rimasi ferita da quella diffidenza, da quella freddezza. Insomma, cosa dovevo fare per guadagnare la sua fiducia? Sospirai scoraggiata.
“Se proprio non sei disposto a perdonarmi, ti posso capire… ”
Si girò con una punta di esasperazione negli occhi.
“Io non riesco a capirti Eloin. Ti dico quello che mi passa per la testa perché dici che così è un’amicizia, ma se lo faccio ti offendi!”
Mi venne da ridere.
“Sei proprio scemo!” esclamai, notando lo stupore nei suoi occhi.
“Che cosa ho fatto adesso?”
“Sei buffo! E ti voglio bene!” dissi abbracciandolo a tradimento.
Ultimamente avevo notato che Matt lo stava costringendo a fare cose insolite tipo dirmi che avevo dei begl’occhi, abbracciarmi e simili. Ma di certo ancora non capiva il motivo di tali effusioni.
Mi guardava con serietà ora, come sempre.
“Tu perché mi conoscevi?”
“Eh? Io? ma se non ti avevo mai visto prima di capitare qui!”
“Si, ma sapevi che ero un serial killer quando ti ho detto il mio nome. Insomma, conoscevi il caso BB. Perché?”
“C’era su tutti i giornali. E poi me ne ero interessata, per curiosità personale. Ma perché l’hai fatto?”
“”Perché, perché… devi sempre fare domande tu? Non hai un briciolo di spirito investigativo?” mi chiese scherzosamente.
“Hey! Guarda che se avessi una connessione internet potrei scoprire quando finirà il mondo, data, ora e secondo! Non insultare- e qui mimai Matt, facendo ridere BB- l’haker che c’è in me! Hahaha!”
“Tu stai troppo con Matt… ”
“Si forse è vero… emm… comunque! Sai che stiamo conversando? Da quant’è che non-”
“Mai.”
“Già… BB posso farti una domanda?” gli chiesi
Sospirò, tornando a guardare la finestra.
“Vuoi chiedermi se conoscevo L?”
“Ma come cavolo hai fatto???”
“Me lo vuoi chiedere da tempo Eloin.”
“Non ti posso nascondere niente eh?”
“L’ho conosciuto, si. In un orfanotrofio.”
“E…. com’è?”
Non rispose.
“Ok, cambiamo argomento. Sai che ore sono?”
“Le 7.30”
“Di già?”
“Come mai, devi fare qualcosa?” mi chiese con un’impercettibile nota di ironia.
“In questo posto? Non direi… ho sentito che fra un paio di giorni arriva uno nuovo. Ne sai qualcosa?”
“No, non lo sapevo, tu?”
“So solo che lo stanno trasferendo da un altro posto, non è un novellino. Roger l’ha richiesto personalmente.”
“Chi te l’ha detto?” mi chiese, andando a sedersi sul letto, seguito da me.
“Mello, l’altro giorno. BB ho saputo che l’hanno condannato a morte dopo qualcosa che ha fatto nell’altro carcere, ma Roger lo ha… preso sotto la sua ala protettrice” dissi, calcando con disprezzo le ultime parole.
“Beh- constatò lui- gli do due settimane e scommetto che dirà che avrebbe preferito la morte.”
“Io sono curiosa. Secondo te che ha fatto per la condanna a morte?”
“Ucciso?”
“Mah… ”
“Beh, tu stacci lontano.”
“Ei che fai ti preoccupi per me?”
“No, solo che potresti cacciarti nei guai e… insomma vedi tu!” esclamò lui.
“Comunque io non capisco perché gli assassini uccidono, cavolo, ma non possono pensare prima che stroncano di netto una vita umana? È una cosa bastardissima!” dissi senza pensare da brava idiota, e lui mi guardò, senza che io riuscissi a cogliere niente dal suo sguardo, ma mi mise lo stesso in soggezione.
Mi guardava e basta, negli occhi.
“Non puoi generalizzare” dichiarò infine. Dentro di me feci un profondo respiro.
A quel punto sentimmo dei passi pesanti risalire il corridoio, e pochi secondi dopo, un uomo spalancò la porta con un solo gesto, e BB assunse un atteggiamento difensivo, alzandosi e lanciandogli uno sguardo in cagnesco. Poi però, si avvicinò e gli porse i polsi continuando a guardarlo.
“Ciao Eloin.” Mi disse poi, per scomparire lasciando dietro di se una porta che sbatteva e dei passi che si allontanavano.
  
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