Calliope
Chiuse trionfante libri e appunti in enorme baule, che avrebbe preso polvere nella soffitta per anni e anni, anzi, secondo le sue previsioni, per sempre! Ma la soddisfazione più grande fu quella di vedere la sua vecchia divisa fluttuare in un armadio che non avrebbe mai riaperto di sua spontanea volontà.
Hogwarts era finita, basta, non ci avrebbe mai più rimesso
piede. Al diavolo lei, Sfregiato, il Preside, la Vecchia (intendeva la
McGrannitt! NdV) e tutto il resto!! Al diavolo i Mezzosangue e tutte quelle
lezioni inutili.
A settembre se ne sarebbe andato in un College di Magia
degno i quel nome, dove le Arti Oscure avrebbero avuto tutta l’importanza che
meritavano. Forse avrebbe fatto meglio ad andare a Durmstrang, ma sua madre
l’aveva voluto più vicino a casa… (ebbene, sul treno al quarto anno non stava
contando balle, una volta tanto!) Non che i suoi rientri fossero stati poi così
eccezionalmente degni di nota… Ma così non avrebbe assaporato tutta quella
gioia nel rinchiudere per sempre il suo materiale.
Scese la scala a pioli che lo riportò nella sua stanza.
Mentre mormorava qualcosa toccando la scala per farla risalire e chiudere la
botola, una voce allegra e femminile lo chiamava con gran entusiasmo.
- Draco! Draco!! – e sulla porta comparve una ragazzina di
poco più di dieci anni, sorridente di rivederlo a casa.
- Calliope!! Ciao! – rispose lui ugualmente felice di
rivederla.
Sorrise e allargò le braccia. Qualcosa che nessuno l’aveva
mai visto fare, tranne Calliope.
La piccola gli corse incontro, abbracciandolo di slancio
facendolo barcollare.
- Bentornato!
Lui le passò una mano sottile sui capelli biondi: la sua
testa le arrivava poco sotto il torace. Draco si era alzato di diversi
centimetri rispetto all’estate scorsa, l’ultima volta che si erano visti, ma
lei era rimasta mingherlina come sempre. Forse un pizzico più alta.
I capelli invece erano sempre più lunghi. Per prenderla in
giro, glieli raccolse alla base della nuca fra l’indice e il medio: fingendo di
tagliarglieli esclamò uno ‘Zack’.
- Nooo!!! – si lagnò lei. Poi con un sorriso radioso lo
prese per mano e lo portò verso il corridoio, giù per le grandi scale e poi in
giardino.
Lo fece sedere sul prato in discesa dietro la casa, dove
si vedeva il laghetto.
- Adesso devi raccontarmi tutto! Cos’hai fatto durante
quest’anno, come sono stati gli esami… Com’è andato il Quidditch… - fece una
pausa e sorrise maliziosa – Se ti sei innamorato…
Lui arrossì e allungò di scattò un braccio per afferrala,
ma lei fu più veloce e scappò lontano dal suo raggio di presa. Gli sorrideva
canzonatoria, movendosi di qua e di là senza riuscire a stare ferma un momento.
Alla fine scattò in piedi anche Draco, lei scappò, ma lui fu più veloce, la
prese e la sollevò da terra, strapazzandola e facendole il solletico.
Ridendo come una pazza, Calliope riuscì a dire:
- Ok… Ok… Ho capito, ho capito…
Draco la fece ridiscendere a terra, e lei si posizionò di
fronte a lui, ansimando per riprendere l’ossigeno che aveva perso ridendo a
quel modo.
I capelli spettinati, la gonna stropicciata e le guance
arrossate per la corsa, colore che contrastava con la pelle diafana.
Appena il respiro si fu calmato un attimo riuscì a
mormorare:
- Allora, vuol dire che è vero che ti sei innamorato…
Il ragazzo riprese subito a rincorrerla, e lei a scappare,
fintanto non cadde ruzzolando.
Continuando a ridere si sedette e si sollevò la gonna fino
alle ginocchia per vedere in che stato erano. Draco arrivò subito e si mise in
ginocchio di fronte a lei, mormorando:
- Complimenti!
Difatti sul ginocchio destro della ragazzina era presente
una bella sbucciatura che faceva colare un rivoletto di sangue giù per il
polpaccio.
- Ti fa male? – le chiese mentre tirava fuori un fazzoletto.
Aveva lasciato la bacchetta magica in camera e non sapeva curare le ferite in
nessun altro modo.
- Ormai ci sono abituata… - rispose senza perdere il
sorriso.
Tamponando la spellatura, le disse:
- Meno male che a settembre te ne vai a Hogwarts, così
magari impari qualcosina che ti curi subito le sbucciate…
- Mi deve arrivare la lettera verde, vero?? – chiese
chinandosi in avanti, con tono confidenziale.
- Certo! – rispose – indirizzata esclusivamente a te!!
- E intorno a quando arriva??
- Agosto!
Sospirando si lasciò andare all’indietro, ma rimanendo su
perché si sosteneva con le braccia.
- Manca ancora tanto… - si lagnò.
- Dai, che in estate il tempo vola!
- Signor Draco, signorina Calliope! I signori Malfoy
stanno tornando! – li interruppe la voce della governante dalla cima della
discesa erbosa.
Lei e il maggiordomo erano gli unici domestici umani: gli
altri erano tutti Elfi. Tuttavia, vivendo e mangiando lì, nessuno dei due aveva
uno stipendio. L’unico motivo per cui i Malfoy avevano voluto un mago e una
strega era perché i due si dovevano presentare anche agli ospiti, e di
conseguenza con un aspetto curato: cosa infattibile con un Elfo, che veniva
liberato proprio dandogli un vestito.
- Arriviamo!! – esclamò Calliope. Alla risposta
affermativa, la governante tornò in casa.
Draco si alzò e tese una mano alla ragazza per aiutarla ad
alzarsi.
- D’estete torni, anche se vai al College, vero?? – chiese
la ragazzina con una nota di preoccupazione nella voce.
- Ovvio!! Non ti assicuro nulla per le vacanze di Natale e
di Pasqua, ma d’estate ci sarò di sicuro!
- Bhè, tanto, per un motivo o per l’altro non riusciamo
mai a vederci durante l’anno…
Anche quell’anno, infatti, non si erano visti: a Natale
lei era stata così male da non riuscire ad alzarsi dal letto, e a Pasqua lui
aveva voluto fermarsi a scuola per sfruttare la biblioteca deserta in vista
degli esami.
- Ti giuro che il mio regalo di natale arriverà comunque!!
– la prese in giro, con tono solenne.
- Scemo! – rispose lei andandogli contro per farlo barcollare.
- Muoviti a scegliere sto vestito!! – le disse senza mezzi
termini, in camera della ragazzina.
Se ne stava seduto in poltrona a guardarsi in giro
nell’attesa che Calliope si spicciasse a scegliere un vestito. Durante un anno
quella camera era cambiata un macello… Stava diventando la camera di una
signorina, e, sotto sotto, Draco non poteva che rammaricarsene.
Ampia come tutte le stanze del castello, quella camera
aveva visto Calliope crescere durante quei sette anni di sporadica presenza di
Draco. E per quanto potesse sembrare sciocco, Draco invidiava quella camera.
Avrebbe preferito essere una di quelle spazzole sul comodino, pur di vederla
farsi una donna giorno dopo giorno.
- Trovato!! – esultò trionfante.
In un nanosecondo si tolse quello che aveva addosso con
l’intento di mettersi la veste turchese a collo alto con le maniche a campana.
Appena si levò il vestito color pesca con le
mezze-maniche, Draco si voltò dall’altra parte dicendo:
- Calliope, ti prego… Non sei più una bambina…
- Bhè… - controbatté lei – se ti se innamorato e hai
visto la tua ragazza non dovresti avere problemi… - calcò
molto sulla parola “visto” lasciando intendere che non si riferiva a un
semplice sguardo.
“Ora la uccido…” pensò chiaramente Draco. Ma i suoi
pensieri di vendetta furono troncati dalla fugace immagine di una certa
ragazza, ormai una donna…
Se si era innamorato? Bhè, sicuramente non era il termine
adatto, anche se qualcosa di concreto era innegabile che fosse successo…
Ma prima di far cadere l’immagine fugace in una volgare
fantasia maschile, preferì tornare al presente.
- Fatto! – esclamò Calliope.
Draco si girò: la ragazzina si stava lisciando il vestito,
anche se i capelli erano ancora del tutto spettinati.
Il ragazzo si alzò e prese una spazzola. Con un cenno
della testa le disse:
- Dai, mettiti di fronte allo specchio che ci sistemiamo
in definitiva!
Lei si fiondò sullo sgabello di fronte all’enorme specchio
e lui iniziò a pettinarla, attento a non tirarle troppo i capelli.
Draco era tornato la sera precedente, ma in stazione aveva
trovato solo il maggiordomo ad aspettarlo. Non che si fosse realmente aspettato
di vedersi di fronte i suoi, ma la realtà era stata più cruda del previsto.
I suoi erano via per affari, o meglio: dovevano sistemare
tutte le conseguenze degli “affari” precedenti di suo padre.
Al suo arrivo Calliope era già a letto, ed aveva preferito
non svegliarla. Senza contare il fatto che praticamente vivevano in due alee
opposte del castello!
Cenato da solo, si era buttato sul letto senza la minima
voglia di sistemare quel dannatissimo baule… ci avrebbe pensato l’indomani…
dopo aver passato un po’ di tempo con Calliope…
E si era addormentato.
Erano già passate due settimane dal ritorno del ragazzo, i
signori Malfoy erano sempre più fuori casa e Draco ne approfittava sempre di
più per mostrare a Calliope posti nuovi o piccoli incantesimi.
Sia nell’uno che nell’altro caso i pomeriggi volavano, a
volte nelle loro piccole gite, a volte chiusi in casa nel tentativo di
insegnare qualche formula.
Calliope sembrava particolarmente lenta ad apprendere
incantesimi; del resto non aveva ancora frequentato nessun tipo di Scuola
Magica e non aveva nemmeno una bacchetta sua: in fondo era lo strumento che
sceglie il suo proprietario, era ovvio che con bacchette altrui l’impresa si
facesse ardua. In compenso, se negli incantesimi si era dimostrata una frana
senza precedenti, con le pozioni se la cavava benissimo. Aveva un occhio
naturale per quantificare sostanze e una gran fortuna nel combinarle.
In una delle loro uscite, Draco l’aveva portata a Diagon
Alley. Le aveva fatto vedere il negozio di Madama McClan, Il Ghirigoro, e
diversi negozi di animali. Mentre Calliope era concentrata di fronte a una
gabbietta di cavie (sono i topi bianchi… ndV), il ragazzo pensò seriamente di
passare dalla Gringott a svaligiare un po’ il conto dei suoi… Del resto, già
che era nei paraggi… Ma poi cambiò idea ragionando che dei liquidi per i fatti
suoi glieli avrebbero fatti pervenire sicuramente, ora che sarebbe andato al
College… O almeno così sperava!
A metà pomeriggio Calliope gli si aggrappò al braccio,
caricandoci tutto il peso possibile.
- Ehi!
- Che c’è?
- Non mi compri niente?
Draco si fermò a fissarla.
Lei fece di proposito un faccino contrito, ingrandendo il
più possibile quegli occhi azzurro chiaro. I capelli erano perfettamente
pettinati indietro e ricadevano morbidi sulla schiena; la maglia bianca, così
scollata da lasciar fuori le spalle, faceva illudere di un seno che in realtà
non c’era; la gonna lunga fino ai piedi, sfumata di vedi chiari e scuri, che
risaliva sul tronco in un corpetto che sottolineava quel tentativo di sembrare
una donna.
(per chi non avesse capito: alla fine della frase mi
riferisco ancora al seno… ndV)
(si capisce il vestito, vero?? Bhè, è tipo Esmeralda della
Disney, solo sfumato in verde!! NdV)
(chiariamo: qui Draco NON ha nessun pensiero osceno: l’ho
descritta solo perché mi diverto ad inventarmi vestiti che non siano la tunica
da mago… l’avranno il concetto di moda, no?? ndV)
Il ragazzo inspirò profondamente, facendo scivolare lo
sguardo lontano da quegli occhi.
- Giura che se qualcuno in futuro ti dovesse dare della
viziata, tu gli darai ragione!!
- Giuro!! Cosa mi prendi? – aggiunse subito dopo la
promessa.
- Cosa vuoi? – chiese con un mezzo sorriso, arrendendosi
definitivamente.
- Vieni!! – e, preso per mano, lo portò in mezzo alla
folla verso l’attuale oggetto dei suoi desideri.
Insistendo e insistendo, era riuscita a farsi prendere una
di quelle cavie.
Draco le aveva fatto notare che da lì a poche settimane
avrebbero dovuto comunque comprare un animale, come richiedeva Hogwarts, e che
tanto valeva prendere una civetta o un bel gatto quando avrebbero preso i
libri.
Ma Calliope aveva ribattuto che non voleva spettare così
tanto, che comunque non avrebbe scelto una cavia per Hogwarts e che erano così
carine…
Il ragazzo tentò di tenerle testa per un po’, ma alla fine
si dovete arrendere, quando la ragazzina gli fece notare:
- Guarda che l’hai detto tu che sono viziata… e poi non
avevi specificato cosa potessi scegliere…
Pensando “Tanto avrei ceduto comunque…”, annuì esaurito,
ricordando quelle volte che aveva acconsentito a farla fare qualcosa pur di non
sentila più insistere.
- Mi prendi per sfinimento, lo sai?
- Lo so… Ma sei tu che mi hai viziato così spudoratamente!
– gli rispose di nuovo abbassata a fissare la gabbietta di cavie.
“Ho creato un mostro…” pensò entrando nel negozio, in
attesa che lei scegliesse il topolino.
Notando che la commessa sembrava cordiale, pensò non fosse
il caso sottolineare che era un Malfoy; per controparte le magagne degli ultimi
tempi avevano fatto perdere un po’ del timore che quel nome poteva incutere.
Decisamente gli conveniva tacere.
Poco male: almeno ci sarebbero state meno persone a
guardare Calliope come se fosse una scomoda razza rara.
- Ho scelto Draco!! – urlò la ragazzina da fuori.
- Sìì… - rispose lui, poi si rivolse alla sorridente
commessa – Scusi, ci interesserebbero i topolini bianchi di fuori…
- Le cavie? – chiese conferma con un sorriso.
- Sì, grazie – rispose accennando a una curvatura della
bocca, in una vago principio di sorriso.
“Ovvio che intendo le cavie!! L’hai mai vista una
pantegana bianca tu??” ma il ricordo di quando LUI era diventato un furetto
bianco grazie a Moody gli fece passare la voglia di contestare mentalmente la
commessa.
Attraverso la vetrina la vide chinarsi accanto a Calliope
che le indicava quale topolino avesse catturato le sue attenzioni. La ragazza
del negozio si sollevò la manica giallo ocra della divisa del negozio e aprì la
gabbietta dallo sportello, che stava sul lato superiore. Pochi istanti dopo ne
tirò fuori un microscopico topolino bianco, saldamente attaccato al suo dito
per i dentini, e sembrava non voler mollare la presa.
La commessa rientrò nel negozio seguita da Calliope. Da
dietro il bancone si preparava a dare tutte le istruzioni del caso, ma la cavia
sembrava non volersi togliere dal suo dito.
- Di solito non sono aggressive… E’ che questa piccolina
sembra decisamente testarda!! – disse mentre riusciva a toglierla dal suo dito
e la metteva in una piccola gabbietta da trasporto.
Draco notò che estraeva un piccolo cerotto da una tasca
della tunica e che se lo applicava proprio sul punto del piccolo morso. Ma
prima di coprirlo disse a Calliope:
- Non ti preoccupare: non fanno niente anche se ti
morsicano un po’… Ora di sta sera se ne
sarà già andato!
- Non c’è problema, non l’avrei cambiata comunque…
Mentre la ragazza faceva aderire per bene il cerottino al
dito, Draco considerò che non doveva venire da una famiglia di maghi…
(“E fu così che Viky scoprì che anche i maghi usano i
cerotti!!”…
Non me ne frega niente! Poteva usare anche del mercuro
cromo! Quello che mi interessa è Draco!! Cmq resto dell’idea che per me i maghi
nn usano i cerotti… o almeno non i nostri!! NdV)
Accidenti, l’aveva notato ancora!! I Mezzosangue non gli
avevano mai fatto repulsione, solo gli era stato insegnato che erano di serie
B, e di conseguenza si comportava. Ma dopo quello che era successo durante le
ultime vacanze di Pasqua aveva deciso di imporsi di non fare più considerazioni
a riguardo, né in positivo né in negativo. Tuttavia era più forte di lui:
continuava comunque a notarlo…
La ragazza diede le ultime raccomandazioni, fece il conto
monetario, e con un sorriso li salutò mentre uscivano dal negozio.
Camminando per la strada affollata, Calliope si portò di
fronte al viso la gabbietta da viaggio per guardare con attenzione la
piccolina.
- Non ti lamentare… Non ti sono costata nemmeno tanto…
Venti zellini per lei, la sua gabbietta e il minimo per accudirla all’inizio…
Mica ti lamenterai?? – disse saccente.
(Contate che venti zellini non sino molto… credo… cioè, la
Granger faceva pagare le spallette CREPA 2 zellini… e non credo debba essere
molto… ndV)
Draco cadde dalle nuvole e la guardò un attimo spaesato;
anche lei lo fissò. Realizzò che si riferiva al topo.
- Perché?
- Sei silenzioso…
- Oh… Scusa, è che avevo la testa per aria… Non farci
caso! - In effetti era ancora immerso nelle sue considerazioni sui Mezzosangue
che si sforzava di non fare. Ma preferì non specificarglielo.
- Allora… - riprese lei concentrata sulla piccola cavia -
… Come ti chiamiamo?? Come la chiamiamo, Draco?? – aggiunse subito dopo
voltandosi verso il ragazzo.
- Bho…
- Grazie, il tuo sostegno è commovente… Dai! Dammi
un’idea…
La ragazzina sembrò ponderare per un po’, poi se ne saltò
fuori con tutt’altra domanda:
- Cosa vuol dire il mio nome?
- Bel canto… Bel poema… Non so dirti di preciso… Non ho
fatto greco… Bhè, insomma Calliope era la musa della trage…
- MUSA!! – lo interruppe lei.
- Musa?
- Sì. Musa! Non ti piace?
(Allora… Tralasciando il fatto che in TEORIA i
protagonisti sono inglesi, e che quindi non sentono il gioco di parole… ma GUAI
a chi mi dice che sembra il femminile di “muso” ç_ç….. ndV)
- Sì, è carino…
- Non sei convinto!
- Ohhh… Che bel nome… Wow… Vorrei che fosse venuto in
mente e me… Che invidia… Voglio chiamarmi io così… - disse di proposito con
tono piatto per prenderla in giro.
- Scemo! – protestò lei, ridendo.
- Scherzi a parte, è bello “Musa”… Richiama comunque
l’idea di qualcosa di bello…
- Tipo una ragazza?? – gli chiese maliziosa.
- Anche… - rispose senza alludere ad altro.
- Lo sapevo! Di chi sei innamorato? Quanti anni ha? Come
si chiama? Me la presenti? Ce l’ha un fratellino per me??
- Ehi! Piantala con questa storia!!!
- Che dici, Musa? – chiese alla topolina – Ce l’ha la
donna, vero??
- Ma come ti esprimi? – gli chiese lui col viso
tinteggiato di un bel roso vivo.
E un volto gli balenò nella mente. Certo che non era la
sua donna… Ci mancherebbe altro! Ma nemmeno la sua ragazza!! Non era nessuno
per lui… Vero?
(All’infuori di un discorso di età, se la “donna” è più
matura della “ragazza”, allora anche quando dici “la mia donna” alludi a una
storia più profonda che non dire “la mia ragazza”… certo, il discorso è
limitato a una fascia d’età fra i venti e i trent’anni massimo… Cioè, ve lo
vedete uno di prima media che dice “Ciao mamma! Esco con la mia donna??” e uno
di quaranta con “la ragazza”?? idem per il discorso al maschile… ndV)
Calliope fece qualche passo più rapido ridendo scherzosa
per l’imbarazzo di Draco. Si voltò per guardarlo, sempre sorridendo.
- Beviamo qualcosa?
Il rosso vivo stava già sfumando in un tono più chiaro.
- Sì… Dove vuoi andare? – chiese con voce bassa nel
tentativo di reprimere l’istinto di prenderla a badilate!
- Al Paiolo Magico? – propose.
Draco si arrestò un attimo. Il Paiolo Magico. Il contatto
col mondo Babbano. Era sufficiente varcare la porta di fronte al bancone per
ritrovarsi in piena Londra.
- Guarda che non è un granché…
Ci era stato due volte a dir tanto, ma anche chi gliene
aveva parlato l’aveva descritto come un posto abbastanza anonimo.
- Dai… Ne ho sentito parlare un sacco… - provò a lagnarsi
lei.
Come previsto, Draco accettò.
- E va bene… Ma renditi conto che non puoi far così con
tutti!
- Ma certo! Lo faccio solo con te! – disse prendendoselo a
braccetto.
Forse perché era estate, e Il Paiolo Magico era sempre e
comunque freddo in ogni stagione, lo trovarono stranamente affollato. Erano
entrati dal retro, ovvio, dove c’era il collegamento con Diagon Alley.
- Tavolo o bancone?
- Bancone! – esclamò lei.
Seduti, videro il barman avvicinarsi a loro.
- Cosa vi port… Oh, il signor Malfoy… - la frase era stata
posta un po’ come una domanda, come se pregasse di essersi ingannato.
- Sì. – rispose Draco asciutto – Comunque prendo un Nobu
alla Rolova.
- Anch’i… - iniziò a dire Calliope.
- Per lei qualsiasi cosa, purché sia analcolica…
Con un piccolo cenno del capo il barman andò a prendere
ciò che era stato ordinato.
- Ma uffa!!! – protestò la ragazzina.
- Berrai alcolici quando avrai finito le scuole…
- Non è giusto… - bonficchiò girandosi dall’altra parte.
Dopo pochi secondi di silenzio, Draco le chiese:
- Hai le spalle nude… hai freddo?
- No…
- Sicura? Non vuoi qualcosa per coprirti?
- E’ inutile che cerchi di recuperare, tanto ora sono
offesa… - rispose senza girarsi verso di lui, ma continuando a giocare con Musa
dentro la gabbietta che aveva appoggiato sul bancone all’arrivo.
Con un sospiro che stava a significare “Lo so che non
dovrei, ma è più forte di me dargliele tutte vinte…” si alzò e raggiunse Tom,
il barman. Calliope lo vide confabulare qualcosa, mentre Tom manteneva una
buona dose di timore riverenziale, e poi tornare sorridente verso di lei.
- Non mi comprerai così facilmente – gli disse.
- Vedremo! – disse lui con un sorriso.
Pochi istanti dopo arrivarono la Nobu e la coppa più
grande che esistesse, o almeno così sembrava a Calliope, con dentro tutto ciò
di estivo e commestibile che piaceva alla ragazzina.
Guardò Draco.
- Grazie!! – urlò abbracciandolo di slancio.
- Scusa, ma… Eri quella non in vendita? – la prese in
giro.
Calliope iniziò a mangiare tutta contenta, dopo aver
passato a Musa un po’ della frutta essiccata che aveva nella coppa.
- Sicura che la può mangiare?
- Certo! Perché IO ho ascolto la commessa… Non mi stavo
certo perdendo in fantasie con la mia anima gemella, IO…
Piuttosto che contestare con le parole, Draco preferì
passare ai fatti: le mollò una gomitata.
Lei gli rispose ironica, senza smettere di mangiare:
- Troppo affetto, grazie! Sono commossa…
Il ragazzo non fece in tempo a concentrarsi un attimo
sulla sua bibita, che quando si voltò di nuovo quella aveva già fagocitato metà
coppa! Ma lo sguardo volò anche poco più in là: una faccia sdoppiata molto
famigliare stava ridendo e scherzando.
- Porc… - mormorò il ragazzo. I gemelli Weasly stavano
facendo il filo alla cameriera. Draco pensò bene di guardare dall’atra parte.
Non è che si odiassero, è solo che tutte le sere pregavano per la morte gli uni
dell’altro e viceversa! (sn ironica.. ndV) Si era finalmente liberato di
Hogwarts, e non aveva proprio voglia di incappare in qualcuno di cui si era già
liberato due anni prima!
Mentre sperava che la cameriera assorbisse la totalità
dell’attenzione di entrambi, mostrava uno straordinario interesse per
l’architettura del locale. Quello di cui, quindi, non poteva accorgersi era che
Calliope stava mostrando uno straordinario interesse per la porta d’ingresso
del pub.
Finita la coppa si era messa a dare un occhio in giro, e
la porta d’ingresso, che loro non avevano usato, aveva attirato la sua
curiosità. Tirò una manica di Draco.
- Che cos’è quella?
Draco si voltò e senza farci molto caso le disse:
- La porta d’ingresso!
- Ah… E perché non l’abbiamo usata?
- Perché di lì c’è Londra… - rispose mentre tornava a
interessarsi delle travi sul soffitto.
- Cos’è Londra?
Malfoy la fissò e si accorse che mentre gli poneva quelle
domande non aveva tolto lo sguardo dalla porta.
- Bhè… E’ dove vive chi non è una mago o una strega… Lo
sai vero, che non tutti sanno praticare la magia…
Lai annuì mentre scendeva dall’alto sgabello e lentamente
di avvicinava all’uscita, come ipnotizzata.
Draco stette attento a non perderla di vista, guardandola
con la coda dell’occhio.
Calliope era arrivata alla fatidica porta. Una comune
porta di vetro, divisa poco sotto la metà da una barra nera dove c’era la
maniglia. La ragazzina appoggiò le mani sul vetro e si mise a fissare fuori.
Un concentrato assurdo di colori e fumo le sfrecciava di
fronte. La gente era vestita in una maniera assurda e la strada era dominata da
carrozze senza cavalli velocissime e sottili.
Qualcuno da fuori entrò nel Paiolo Magico, e Calliope fu
costretta a spostarsi. Mentre la porta si apriva un rumore assordante di rombi,
trombette, voci si fece sentire. Sempre rapita da questa “Londra”, Calliope
bloccò automaticamente con una mano la porta per impedirle di chiudersi.
Stava lì, fra lo stipite e la porta semi aperta, con una
mano sull’una l’altra sulla parete.
Ciò che aveva davanti era assurdo, sembrava uno di quei
quadri moderni che nessuno capiva.
Volle vedere se quanto aveva davanti fosse vero. Si sporse
un poco, facendo un piccolo passo. Poi un altro…
Un mano si posò sulla sua spalla, rompendo l’incantesimo,
e una voce famigliare le disse:
- E’ pericoloso…
Draco l’aveva raggiunta appena si era accorto che stava
per uscire. Ora la tratteneva dolcemente, mentre ricurvo su di lei le aveva
bisbigliato quelle parole.
- Cosa sono quelle cose colorate? – chiese con lo stesso
tono basso.
- Automobili.
Lei sorrise impercettibilmente.
- Sono bellissime…
Era bastata una lieve pressione della mano per ricondurre
la ragazzina verso il bancone. In silenzio aveva preso Musa e altre sue cose,
Draco aveva pagato, ed ora stavano camminando sotto il sole caldo di Diagon
Alley alla fine di giugno.
Appena all’aria aperta Calliope aveva respirato a fondo
stiracchiandosi, e saltellando precedeva Draco tra la folla. Lui la seguiva
pensieroso e preoccupato: tutto quell’interesse, anzi quel rapimento, per il
mondo Babbano a casa sua era molto pericoloso.
Con un paio di passi decisi la raggiunse e posandole una
mano sul capo la costrinse a buttarlo indietro per guardarlo.
- Non dire a nessuno quello che è successo al Paiolo
Magico…
Lei lo guardò senza capire: per quanto le piacesse avere
dei segreti con lui, non capiva come mai dovesse tacerne. Ma lo sguardo
preoccupato che Draco non era riuscito a nascondere la convinse a non fare
domande.
Gli sorrise affermativa.
- Ok! Sarà un segreto fra noi due!
Il viso di Draco si rilassò.
- Va bene!
Calliope scivolò via da quella posizione scomoda e gli si
mise di fianco; afferratogli la manica, con uno strattone deciso lo fece
abbassare.
- Un giorno mi racconterai tutto? – mormorò.
- Un giorno ti racconterò tutto – confermò appoggiando la
fronte su quella della ragazzina.
Con l’ennesimo movimento fulmineo si mise pochi passi di
fronte al ragazzo. Allargò le braccia piene dei sacchetti delle sue compere e
della gabbia di Musa, e mentre sembrava che i raggi del sole accarezzassero
solo lei, con il sorriso più luminoso del mondo, esclamò:
- E ora dove si va?!
A Draco si accartocciò lo stomaco. Era così piccola,
ingenua, felice… Si pentì di averle detto che un giorno le avrebbe raccontato
tutto…
Nel buio della sua stanza, Draco fissava la botola che si
intravedeva dal suo baldacchino. Là dietro erano rinchiusi sette anni della sua
vita. Sette anni. Non poteva dire li rimpiangesse, e oggettivamente non
immaginava come sarebbero potuti andare diversamente. Ma gli facevano comunque
un certo effetto. A settembre Calliope avrebbe iniziato il suo stesso viaggio…
Chissà cosa ne penserà lei tra sette anni?
Con un sorriso pensò in quale casa sarebbe finita, a quali
professori potessero andarle a genio…
Una vocina interruppe il filo dei suoi pensieri.
- Draco! – mormorò – Se sveglio?
Lui si mise a sede sul letto.
- Si Calliope!
- Posso venire nel tuo letto?
Un fruscio le fece capire che lui aveva spostato le
coperte.
Con attenzione si mosse in quella stanza che ormai
conosceva a memoria.
Si infilò nel letto e si rannicchiò in una piazza.
- Ho attraversato tutto il castello per venirti a trovare…
Dall’altra metà del letto Draco le chiese:
- Incubo?
- No… Sono preoccupata… La lettera di Hogwarts non è
ancora arrivata…
- Stai tranquilla, loro non sbagliano mai!
- Dici che sarò all’altezza?
- Certo, perché?
- Perché non so fare nemmeno mezzo incantesimo… - rispose
sconsolata.
- Guarda che si va a scuola per imparare… Nemmeno io
sapevo fare molto quando sono arrivato… - fece una pausa – E comunque, sappi
che in questi pochi giorni hai imparato praticamente tutto il programma di
Pozioni del primo anno!
Lei accennò ad una risata, felice delle attenzioni che le
rivolgeva tentando di tirarle su il morale. Quello che non poteva sapere era
che Draco stava parlando sul serio!
Calliope si accoccolò di più vero il ragazzo, cercando un
po’ più di calore.
- Grazie per oggi… Buona Notte Draco… - mormorò.
Lui, sdraiato su un fianco, le accarezzo il viso.
- Di niente… Buona Notte Calliope…
Una nuvola si spostò e la tenue luce della luna, entrando
dalla finestra, illuminò la ragazzina.
Aveva un volto stupendo, così pallido da sembrare
evanescente, di un altro fantastico mondo.
Non si doveva preoccupare, non avrebbe avuto nessun problema
a Hogwarts.
Lei, così allegra e spensierata, così bella e
intelligente, così speciale…
Lei, la sua sorellina…
@@@@
BHA! BUBBOLE!!!!
Chi aveva capito che era sua sorella??? Su la mano!! (come
a scuola ^_^)
Oltre un anno fa questa fanfic vedeva la luce su manga.it…
Wow…!!
Il Piccolo Grazie di routine a Fanci-chan, Chibymiky
& Senseirika, che commentarono allora questo primo capitolo!!
Questa è l’altra fic (oltre a Lontana da te amore
mio…) a cui tengo un sacco… Oltre una delle due più lunge… (L’altra è
ancora quella su Sora_Digimon…)
Mi decido a pubblicare oggi, perché proprio in questo
giorno cade il 19^ compleanno della mia Cotta Gigante, che dura da qualcosa
tipo… 11 anni?? Bhè, ormai più che altro sono affezionata all’idea che lui mi
piaccia… Forse non ne sono innamorata, ma sicuramente continua a piacermi! Sono
un caso disperato?? Tra l’altro poco fa ha risposto al mex di auguri che gli ho
mandato a mezzanotte… Tempismo zero… Senza contare che sta mattina l’ho pure
visto… Vabbè, ciò mi ha messo cmq di buon umore!!
Ma torniamo alla fic… ^^”
Riporto qui le NOTE che pubblicai, tanto x chiarire due
cosucce, o ridere per delle sciocchezze ^_^
- Anagrammate “Nobu” “Rolova”… probabilmente vi verrà
fuori “Buon Lavoro”!!! Ero disperata perché non sapevo che fargli bere, così mi
è caduto l’occhio su questo augurio che ho scritto a indelebile sulla cornice
del monitor del computer (sì, sono anche un arista). Cmq è tipo il Bacardi… Perché
i maghi non bevono il Bacardi, vero??
Non ho messo qsta nota fra parentesi cm le altre xkè mi sn
accorta che avevo già spezzato troppo il racconto con i miei interventi
stupidi.
- Non ho specificato ce c’è nella coppa di Calliope perché
non so il surrogato del gelato per i maghi… perché in teoria non lo mangiano:
nel primo libro la McGrannitt (ahaha.. la vecchia… ahhaha…) nn sa cos’è un
sorbetto!
- All’inizio, Draco fa risalire la scala con solo una
formula… consideratela magia nera perché se nn sbaglio (e io nn sbaglio MAI!!)
serve sempre la bachetta x gli incantesimi…
MA SOPRATTUTTO: all’epoca metà del 4^ libro, e il film lo
dovevo ancora vedere, così sono rimasta vaga sulle sorti del signor Lucius
Malfoy del quale sapevo solo mezze voci… Comunque per forze di causa maggio,
questa ff forse ignorerà i fatti del 5^, e sicuramente
quelli del 6^… ^^”
Ebbene, che ne dite?
Aspettative, congetture, considerazioni?
GrAzIe MiLLe a tutti coloro che hanno voluto dedicare del
tempo a questo primo cap ^_^ Spero vi sia piaciuta…
Al prossimo capitolo ^_^!!!