Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Chiara Black    28/08/2012    3 recensioni
Sono Peeta Mellark, del Distretto 12. I settantaquattresimi Hunger Games si stanno avvicinando, e l'unica cosa che voglio è non essere scelto.
{una recensione non è sgradita :D}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Percorro quei metri da casa Everdeen alla mia in tutta tranquillità. Le persone hanno ricominciato a girare per le strade e quello strano silenzio che c’era stamattina adesso è solo un ricordo sbiadito. Tutto sembra essere tornato alla normalità nel Distretto 12. Ma non per me. Dovrò finire di curarli, i miei genitori, dovrò trovare un modo per procurarmi le medicine e le creme per le ustioni. Dobbiamo anche mettere in conto che non riusciranno più a lavorare come prima, nei prossimi giorni. Perciò toccherà a me fare tutto il lavoro al negozio. Preparare il pane come fossi tre persone. Ogni giorno fare il lavoro mio, di mia madre e di mio padre. Sarà dura. Ognuno ha tanto da fare qua nel Distretto, e dover moltiplicarlo per tre è difficile anche solo da immaginare. Chissà che orari farò. Molto tempo fa c’era un detto… “Chi fa da sé fa per tre”…

Vorrei solo fosse vero. Che facendo io tutto il lavoro che c’è da fare, è come lo facessimo in tre.

Ma so che non è così. Lavorerò a ritmi spaventosi. Sveglia prima dell’alba, tornare tardi, e a casa curare i miei. Beh.. mi sa che mi dovranno accettare nel club del “lavorare al posto della famiglia per procurarsi da vivere” di Katniss e Gale.

Arrivato a casa, prendo qualche coperta e un po’ di cibo che avevamo lasciato da parte ieri sera. Ne prendo un po’ di più, da lasciare a casa Everdeen per ringraziare per l’ospitalità e le cure.

Torno velocemente a casa perché si sta facendo buio, e nei Distretti non si deve girare col buio. C’è il coprifuoco. Come con le tv.. a una cert’ora le spengono. Staccano le televisioni dei distretti. Chiudono i programmi che Capitol City vuole che vediamo.

Arrivo a casa di Katniss silenziosamente, perché mi accordo che sulla porta ci sono due persone che non dovrebbero essere là. Due Pacificatori stanno parlando sulla soglia di casa con la signora Everdeen. Mi nascondo rapidamente dietro la casa, aspettando che se ne vadano.

“Ci faccia entrare” sento dire da uno dei Pacificatori.

“No la prego… ci sono due persone molto malate, in punto di morte, che stanno cercando di riposare. Lascerebbero tre figli piccoli senza genitori!” dice la madre di Katniss.

“Vabbè.. mi fido… lasciamoli riposare.. Capitol City non vuole che la gente soffra, nei Distretti.. ho ragione?” chiede il Pacificatore. La donna annuisce debolmente, e i Pacificatori se ne vanno, forse colti da un’ondata di pietà o commossi semplicemente dalle lacrime di quella signora.

“Che volevano?” è la prima cosa che chiedo appena entro in casa.

“Perquisire. Al Palazzo di Giustizia a quanto sembra è sparito qualcosa… non mi hanno voluto dire cosa.. presumo però sia stata una scusa per entrare dentro casa e vedere se c’erano i tuoi genitori. Mi sa che si rifaranno vivi domani mattina.” risponde lei.

“Oh Peeta non dovevi!” aggiunge poi ricevendo il mio regalo.. Due pagnotte portate per loro.

“E’ un piacere” rispondo io sorridente.

Sul tavolo della cucina sono già preparati i piatti per la cena. Qualche pezzo di coniglio e una radice commestibile a testa. Più il mio pane. Un vero banchetto.

“Vieni a tavola, Prim! E anche tu Katniss…” dice la madre rivolgendosi alle figlie. “Guardate che bel pezzo di pane ci ha portato il nostro Peeta!” Nemmeno il tempo di dirlo che la piccola Prim è corsa ad addentare la sua fetta con gusto. “Prim, è per cena!” ribadisce la madre.

Mi aspetto una reazione da Katniss.. anche un semplice grazie. Ma non arriva, anzi. Un’occhiataccia, mentre mangia il pane che ho portato, mi fulmina, costringendomi ad abbassare gli occhi.

Chissà perché è così scontrosa. Pensa davvero che lei sia in debito con me per la faccenda del pane di anni fa? E adesso pensa di esserlo nuovamente perché ho regalato del pane a lei e alla sua famiglia per ringraziarli?

In effetti avevo sentito che questo era uno dei “marchi” distintivi di Katniss. Odiava essere in debito. Con chiunque.

Anche se il mio gesto, in entrambi i casi, era semplicemente un regalo.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Chiara Black