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Autore: kairesque    28/08/2012    9 recensioni
«Sai il significato che si cela dietro ai fiori di pesco, Louis?»
«No, non lo so, Harry. Cosa significano?»
«Amore eterno».
[ WARNING: Harry&Louis; slash; death ] [ 1.902 words ]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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     Hello!    

Eccomi tornata dopo poco tempo, con una nuova OS.
Ultimamente avevo voglia di scrivere qualcosa di drammatico, in qualche giorno ci sono riuscita, e questo è il risultato!
Fatemi sapere cosa ne pensate fskfksbs, adoro quando recensite, e a questo proposito ringrazio tutte le persone che l'hanno fatto sulla mia OS precedente.
I LOVE YOU!
( Se volete leggerla, è qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1221714&i=1 )
E se volete chiedermi o dirmi qualcosa, questo è il mio account twitter: 
https://twitter.com/yaoislove
E ringrazio anche Ess, Eyes, Miki e Bab, che come al solito mi sopportano. c':
P.S vengono citati spesso i fiori di pesco, che sono un simbolo che ho scelto per la storia.
Il loro significato che poi scoprirete leggendo, è vero e mi ha colpito molto.

P.P.S questa cosa è ESTRAMEMENTE triste, non odiatemi. 
D.

Enjoy!



Eternal Love. 




Il sole splende oggi.
E’ alto nel cielo, imponente e luminoso, difronte a noi.
Riscalda tutti con il suo calore e la gente di passaggio posa una mano sulla fronte per coprirsi gli occhi.
Riscalda tutti, tranne me.
Illumina la Terra intera, tranne me.
Sai perché?
Perché eri tu, la persona che illuminava il mio, di mondo, Harry.
Proprio tu, quel ragazzo, anzi no, quel giovane uomo, dai capelli meravigliosamente ricci e gli occhi color smeraldo.
Quel giovane uomo da cui dipendeva la mia felicità, e a quanto pare, anche la mia esistenza.
E’ bastato un tuo sorriso per prendere il mio cuore e farlo tuo senza problemi, è bastato un incidente per spezzarlo.
Sono disteso sul letto, sul nostro letto.
Se chiudo gli occhi, posso ancora sentirti cantare.
Agli angeli piace la tua voce, Harry?
Con le palpebre serrate e la mente impregnata di te non mi sento poi così tanto solo.
Poi allungo il braccio, un gesto tanto familiare quanto doloroso, sul mio lato sinistro facendolo scivolare cautamente sul tessuto.
L'unica cosa che sento, è il vuoto.
Tu non ci sei.
Scende una lacrima, e io non me ne accorgo neanche.


Ho visto tua madre.
Non abbiamo parlato molto, ma lei è l’unica che mi capisce.
Non mi chiede come sto, lei già lo sa.
Rimaniamo in silenzio, perché la presenza dell’altro ci ricorda troppo un paio d’occhi verdi.
E’ venuta a prendere alcune delle tue cose dal nostro appartamento.
Vorrei dirle di non farlo, vorrei prendere quella scatola che ha in mano che  ora saprà di te e dirle di non portarla via.
Vorrei dirle di lasciarla lì e di rimetterla nei cassetti, perché dopo quando tornerai non saprai più cosa mettere.
Tornerai vero, Harry?
Scorgo al lato del letto il cappellino di lana che mettevi talmente tante volte che ormai si stava consumando.
Quello da cui spuntavano ricci ribelli che io amavo così tanto stringere tra le dita attorcigliandoteli.
Lo porto al naso, sento il suo profumo, il tuo profumo.
L’odore di te è droga a cui io non riesco a resistere, inspiro un’altra volta e quasi ti vedo davanti a me a sorridere.
Tua madre sembra aver capito, mi bacia sulla fronte prima di allontanarsi e chiudere la porta alle sue spalle,
lasciandomi annegare nel grande baratro di tristezza che porta il tuo nome.


Liam e Niall continuano a chiamarmi.
A volte vorrei essere bravo a nascondere il dolore come loro, ma proprio non ci riesco.
Louis Tomlinson, il ragazzo con il sorriso sempre presente della band dei One Direction.
Nessuno ha mai pensato per un momento che la causa della mia felicità eri tu, Harry?
Dio, lo eri. E come se lo eri.
Eri l’unica candela accesa nel buio pesto dei miei incubi peggiori.
Ora che non ci sei, non so più chi mi abbraccerà, anche dopo che io l’abbia svegliato nel bel mezzo della notte, per assicurarmi che tutto vada bene.
Io sorridevo solo per te. 
Loro dicono che dovrei uscire, prendere un po’ d’aria fresca.
Ma io esco, vengo a trovarti tutti i giorni, con il tuo cappellino in capo a riscaldarmi.
Percorro quelle strade familiari, con la testa chinata.
La gente in strada mi vede, mi riconosce, ma non osa nemmeno fermarmi.
Loro sanno.
Una volta arrivato, scorgo la lapide familiare in lontananza e mi ci avvicino.
Sai, anche se ora non ci sei più, hai trovato il modo più bello per distinguerti comunque.
La tomba non è seppellita vicino alle altre, ma è situata in un grande spazio fiorito, all’ombra di un albero.  
Un albero pieno di fiori di pesco.
Ne eravamo circondati, quando le nostre labbra si unirono per la prima volta.
Lo ricordo come se fosse ieri e le immagini incominciano a prendere possesso della mia mente.
 
 
La primavera era arrivata, proprio come la consapevolezza di amarti.
Un altro tour stava per iniziare, e tu mi chiedesti di accompagnarti dalla tua famiglia per salutarli.
Alla sera, prima di ritornare a Londra, eravamo a fare una passeggiata in uno dei parchi che frequentavi quando eri bambino.
Incominciasti a raccontarmi tantissime cose, con il sorriso stampato in viso e gli occhi luminosi.
Tutti i tuoi ricordi più belli, mi dicevi. E io quasi vedevo una figura minuta e riccioluta di cinque anni correre sull’erba ridendo.
Camminavamo l’uno di fianco all’altro, e quando le nostre mani si sfioravano il mio cuore sussultava.
Un viale di ciottoli si estendeva di fronte a noi, nell’aria alleggiava un dolce profumo e quando cercai di capire da dove provenisse,
tu ti fermasti, e con due delle tue lunghe dita pallide mi alzasti il mento, e mi scontrai  con una visuale meravigliosa.
Erano alberi di pesco, allineati ai lati lungo tutto il viale, con i fiori sbocciati illuminati dal chiarore della luna.

“E’ bellissimo.” Sussurrai.
“Si, lo è.” Rispondesti tu, guardandomi.
Rimasi inghiottito completamente dai tuoi occhi, talmente belli e luminosi da oscurare perfino la luna che albergava sopra di noi.
Non so quanto tempo passò, ma l’unica cosa che riuscì a svegliarmi da quello stato di trance in cui ero caduto,
furono un paio di soffici labbra poggiate delicatamente sulle mie.

Mi baciasti. Lì, per la prima volta.
Un contatto leggero, quasi immaginato.
A cui io risposi, con il cuore a mille che tuonava nelle mie orecchie.
Intrecciasti le tue mani tra le mie, e tutto prese ad essere così giusto e perfetto.
Doveva succedere.
Quando ci staccammo avevamo le fronti unite.
“Sai il significato che si cela dietro ai fiori di pesco, Louis?”
Mi chiedesti con gli occhi incollati ai miei.
“No, non lo so, Harry. Cosa significano?”
 “Amore eterno.”
E d’un tratto, tutto il caos che era la mia vita, ebbe finalmente senso.


D’allora, quei fiori erano diventati il nostro simbolo, ogni volta che li vedevamo ripensavamo con un sorriso a quel giorno.
Ma adesso, tu non sei accanto a me, e il mio sorriso è spezzato.
Vengo a salutarti, siedo accanto a te e incomincio a raccontarti le mie giornate, proprio come facevo quando eri qui,
quando spesso ci ritrovavamo accoccolati sul divano senza fare niente di preciso, godendo solo della compagnia dell’altro. 
E’ come se ti sentissi ancora, sai?
A volte ti vedo lì difronte a me, oppure sento il tuo profumo.
Spesso dicono che quando qualcuno muore, capita che dopo lo scorrere del tempo si arrivi a un punto in cui non si ricordi nemmeno più la sua voce.
Ma non nel mio caso.
Ascolto e rivedo i vecchi video, quel suono stupendo che pende dalle tue labbra m’invade cuore e anima, alla sera mi culla,
e al mattino spero ancora di svegliarmi con il suo eco proveniente dalla cucina quando cantavi “Isn’t he lovely” col titolo cambiato appositamente per me.
Mi sento così vuoto, ti sei portato via tutto me stesso.


Sono andato a trovare la mia famiglia, ne avevo bisogno.
Mia madre non si aspettava una visita, ma quando mi ha visto alla soglia della porta mi ha abbracciato in lacrime.
Passo un intera settimana con loro, la maggior parte del tempo lo passo con le mie sorelle.
Cercano sempre di distrarmi, di non farmi mai sentire solo, mi riempiono di attenzioni e per un po’ sorrido.
Prima di ritornare a casa, le stringo forte e trasmetto loro tutto l’amore possibile.
Ho incominciato anche a sentire i ragazzi più spesso, ma senza di te si ci sente così strani.
Semplicemente non siamo più i One Direction.
Abbiamo deciso di staccare, con le interviste e i concerti, e fortunatamente le fans hanno capito.
La situazione continua così per un po’, ma non riesco ancora a trovare la forza di mangiare qualcosa, o di uscire.
So che cosa sta succedendo, so che è inevitabile.
Prima però, decido di visitare un posto che contiene un bel pezzo della nostra storia.
La casa del tuo patrigno, Harry.
Te la ricordi?
Quel bungalow di legno in mezzo al nulla, dove ci portasti subito dopo esserci conosciuti ad X-Factor.
Ci sono troppi ricordi, specialmente quando ci ritornammo, solo io e te però.
Quel profumo tanto familiare c’è ancora nell’aria e sorrido.
Giro per le stanze, fino ad arrivare alla camera da letto.
Apro la porta, e scorgo una maglia, la tua.
Quella azzurra con quel cuore rosso, ‘lover’ c’era scritto. 
E’ ancora messa all’incontrario sulla poltrona.
La prendo e la stringo forte.
Con l’altra mano percorro strade immaginarie sul tessuto fresco del letto.
Dove abbiamo fatto per la prima volta l’amore.
Ricordo che eravamo fidanzati da un po’, ma non riuscivamo mai a trovare un momento per stare soli, e alla prima occasione, siamo scappati qui.
Era come un rifugio, il nostro posto dove nessuno poteva trovarci.
Quel posto dove il lavoro veniva all’ultimo posto, e lasciava spazio all’amore e alla passione.
E in men che non si dica, c’eravamo solo io, te, e il camino acceso.
Senza nessuno, senza management, senza le persone che continuavano a dirci che era sbagliato.
Io e te uniti, mente e corpo, in una sola cosa.
Due amanti che tra un ti amo e l’altro sospiravano felici e appagati.
E credimi, non c’era niente di sbagliato in noi.
Niente.
Mi manca stringerti, Dio se mi manca.
Mi addormento su quel letto, senza ascoltare la tua voce come sempre, so che presto la risentirò, fa parte di me.


Avrei voluto essere forte, lottare, andare avanti, ma come?
Non posso senza di te, Harry.
Era già scritto, appena mi hanno detto che te n’eri andato.
Lo sapevi.
Io non posso vivere senza di te.
Hai portato via la parte migliore di me, lasciando un corpo vuoto.
Amore eterno, ricordi?
La morte non potrà separare o far sparire questo sentimento tra di noi.
Da quando ho incrociato i tuoi occhi, la mia vita ha preso una svolta irreversibile.
Chi l’avrebbe mai detto che Louis Tomlinson avesse trovato l’amore?
Sono sempre stato il ragazzo che amava divertirsi, che correva il rischio.
Ho corso il rischio per X-factor, e ti ho incontrato.
E nonostante tutto, quello è un rischio che commetterei di nuovo.
Non me ne pento, mi ha portato a vivere una vita stupenda facendo la cosa che amo.
Mi ha portato a te.
La cosa più bella che sia mai stata mia.
La mia anima gemella.
Perché tu lo sei, Harry.
Sei la persona che mi conosce, che mi accetta, e che ha creduto in me prima di chiunque altro.
Siedo sull’erba fresca di un nuovo giorno, con la schiena poggiata al tronco dell’albero accanto a dove giaci tu.
Faccio quello che devo fare, senza paura, con il cuore pieno d’amore.
Mi sto spegnendo.
Le forze mancano, nuovi formicolii s’impossessano del mio corpo.
La mente mi si annebbia, l’unica cosa che vi rimane è il tuo nome.
Che dici, Harry? Agli angeli piacerà la nostra voce?
Perché io voglio cantare, all’infinito, con te.
Sorrido al pensiero,  e nell’oscurità dei miei occhi chiusi vedo una luce, e non mi sento più solo.
Ci sei.
 

E quando Anne scopre il corpo senza vita di Louis con l’ombra di un sorriso in viso, non piange, non rimane sconvolta.
Sorride.
Harry è sempre stato felice da quando l’ha conosciuto, e non c’era qualcosa di più bello, di sapere che sarebbe stato così anche dopo la vita.
Quello è stato, e sarà sempre un amore eterno.

 

Fine.

 
 
 
  
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