Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Eliot Nightray    28/08/2012    1 recensioni
Cosa accadrebbe se un orgoglioso e burrascoso italiano come Romano dovesse fronteggiare un triangolo amoroso di cui sua sorella è il vertice? Scopritelo in questa avventura scritta a quattro mani piena di risate e lacrime. Caterina vargas scritta da Eliot Nightray e Romano Vargas scritto da The awesome tomato
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nekotalia, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Caterina Florentia Vargas

Lo fissò dal basso e si sentì invadere da una sensazione di tristezza mischiata ad amarezza. Gli strinse le mani e poi lo spinse sul divano accanto a lei così da coccolarlo a suo piacimento.

-          Sei uno stupido stronzo con la testa bacata, ma non devi farmi preoccupare così! Lo sai quanto ci ha messo Arthur a rimettermi apposto l’occhio? E comunque.. non ci sono problemi, se sparisco significa soltanto che voi due siete più vicini e questo va bene no? Credo sia un po’ come morire, però mi fa un po’ paura la cosa…  ma non importa non ci devi pensare. Comunque sei un fratellone fantastico così fantastico che, beh non so descriverti. Non chiedermi come sei come amante ah ah però anche io faccio pensa, povero Arthur….

Arrossì violentemente mentre il ciuffetto si addolciva in un cuore intrecciandosi a quello di Romano. Di Arthur gli avrebbe parlato con calma poi, dopotutto era già scosso di suo. Il telefono suonò e Caterina rispose senza muoversi di un passo da Romano che se ne stava accucciato contro il suo petto.

-          Pronto..
-          Hello
-          Arthur che succede tutto ok?
-          Mm… più o meno..
-          Che succede…
-          i…. i…. miss you..
-          ENGLAND
-          SORRY
-          Che ti viene in mente…
-          Scusa ma dovevo dirtelo… perché stavo male e…
-          Mi manchi anche tu
-          DAVVERO?
-          Si , ma non sfondare un timpano
-          Uh… scusa.. io
-          Smettila di scusarti…
-          Digli che se ti fa male poi gli faccio male io..
-          Ok.. Arthur devo andare…
-          Uh.. Italy… I love you.
-          A…a….. ti… a….m…o CIAO

Riattaccò rapidamente tornando dal fratello. Lo tenne stretto cullandolo quasi fosse stato un bambino. Ora sarebbe stata costretta a raccontargli tutto altrimenti ci avrebbe pensato Scozia nel modo più terribile possibile. Gli scoccò un bacio sulla guancia e si distese accanto a lui, fra Romano e il divano in una piccola fossa fatta solo per lei. Si accucciò nel migliore dei modi e poi le venne in mente che Inghilterra l’avrebbe vista il giorno dopo, doveva sbrigarsi a trovare qualcosa di perfetto. Saltò su Romano dondolando le gambe come una bimba e gli scoccò un altro bacio.

-          Romano…. Mi faresti un favore? Mi aiuteresti a comprare un vestito per un appuntamento?
Saltò su dirigendosi in cucina, di sicuro avrebbe stupito suo fratello con uno dei migliori pasti mai fatti nella sua vita. Preparò pasta, antipasti e secondi e nel mentre che la pentola bolliva se tornò dal fratello per regalargli uno dei suoi migliori sorrisi. L’unica cosa che la terrorizzava era l’idea di restare sola assieme ad Emilio, perché era stato lui a picchiarla, lui ad odiarla, lui ad uccidere le sue speranze. Al solo pensiero le tremarono le mani ed il sorriso svanì, piegandosi in una smorfia di dolore. Ridacchiò istericamente prima di tornarsene in cucina, Romano doveva stare tranquillo, doveva essere se stesso e respirare senza temere più niente.
-          Romano..
La voce di Caterina era solo un sussurro e sapeva benissimo che lui non l’avrebbe sentita, però continuò a parlare perché ne aveva bisogno, aveva bisogno della sola idea di avere Romano accanto a lei ad ascoltarla.
-          Romano.. io.. ho paura.. di restare con lui.. per sempre… mi dispiace di essere così stupida e misera e timida , impacciata e codarda.. ma se esiste un demonio lui lo è stato con me… perdonami.. a muro mio buon vecchio muro continuiamo a parlare degli unicorni di Inghilterra che è molto meglio.

 
Romano lovino Vargas
 
Si lasciò trascinare dalla sorella, aveva bisogno di sentire il suo calore ed il suo profumo, come si sedette sul divano, la strinse forte a se ed affondò la testa nel suo collo, i singhiozzi diminuirono e Romano ascoltava silenziosamente tutto quello che diceva sua sorella, non aveva né la forza né la voglia di ribattere, voleva solo stringerla e sentire la sua voce, non fece storie nemmeno quando rispose alla chiamata del bastardo inglese o gli disse di amarlo… “Un momento… LA AMA?! Che cazzo è questa storia?” il suo istinto di protezione nei confronti della sorella si riaccese, d’un colpo mise da parte tutto il disprezzo per se stesso e si concentrò su quello che aveva per l’inglese, ad un tratto però fu riportato nel presente a causa della sorella che gli era saltata sopra “Ma che cazzo fa questa?!” se il suo scatto lo sorprese, la frase che ne seguì fu ancora più efficace “Un appuntamento? Non sarà mica con… no, non può essere, non con quel sopracciglione!” non fece nemmeno in tempo a parlare che Caterina era già sparita in cucina.

-          Che cazzo avrà quello stramaledetto damerino beone… non capisco proprio. La sua cucina è orribile, non parliamo della moda! Poi ha un caratteraccio, va bene che non dovrei essere io a parlare di carattere ma comunque è insopportabile! Si continua a vantare delle sue invenzioni e parla con degli amici immaginari! È tutto fumato quello! – borbottò mettendosi seduto composto sul divano – perché proprio lui? – pensò per qualche secondo – sotto certi punti di vista però mi ricorda qualcuno… - arrossì furiosamente al pensiero del prussiano – c-comunque non la capisco p-proprio!

Non gli andava giù la relazione tra i due ma era comunque felice che la sorella fosse lì, la vide riapparire dalla cucina e fare uno dei suoi bellissimi sorrisi che ovviamente, ricambiò come meglio poteva “Se penso che quel sorriso lo rivolge anche a QUELLO” non andava affatto bene, la sua stupida gelosia stava prendendo il sopravvento, non doveva pensarci. Il sorriso della sorella si trasformò in una smorfia e fece una risata strana prima di tornarsene in cucina, questo lo fece preoccupare, aspettò qualche secondo e la raggiunse cercando di non fare rumore, la sentì parlare a bassa voce, faceva quasi fatica a sentire ma non perse nemmeno una parola, prima che potesse accorgersene, aveva già avvolto le sue braccia intorno ai fianchi della ragazza e dato un piccolo bacio sul collo.

-          Non sei affatto stupida, sei solo un po’ spaventata per quello che è successo – arrossì leggermente mentre cercava di farsi uscire le parole di bocca, non era affatto facile ma Caterina aveva bisogno di sentirla, questo lo sapeva benissimo e sua sorella, veniva prima del suo stupido orgoglio - n-non devi avere paura sorella, io… sono qui, non ti l-lascerò mai più, non permetterò c-che ti accada qualcosa di brutto, te lo giuro… - appoggiò la testa sulla spalla dell’altra, era rosso come un pomodoro e continuava a stringerla forte a se – s-sai che darei la vita per te… i-io… io ti a-a… - sospirò - ti voglio bene, n-non immagini nemmeno quanto…
Si zittì e rimase lì a stringerla per qualche secondo ma poi, non resistendo più, scattò verso l’uscita della cucina, era troppo imbarazzato per restare lì, continuò a camminare per la casa finche non decise di rifugiarsi in camera sua, si buttò sul letto e si nascose sotto le coperte, si sentiva un bambino e non riusciva a smettere di arrossire, come se non bastasse, il suo ciuffo era piegato in un piccolo cuore

-          Ti odio profondamente, fottutissimo ciuffo del cazzo!

Disse fissandosi il ricciolino, a causa sua tutti potevano capire cosa provava, era imbarazzante, specialmente per uno come lui, era anche molto sensibile e quando si annodava con quello di uno dei suoi fratelli, faceva talmente male che scoppiavano entrambi in lacrime cercando di districarli.

-          Maledetto…

Sussurrò prima di zittirsi e cercare di calmarsi, sperava dal profondo del suo essere che la sorella avesse il buon cuore di lasciarlo solo nella sua vergogna ma non ci credeva molto, in fondo era anche un po’ simile a Veneziano, in poche parole, non poteva fare altro che sperare.

 
Caterina Florentia Vargas
 
Sentì il contatto col fratello e subito si bloccò. Aveva ragione, non doveva aver paura, o almeno non doveva averne in presenza dei suoi famigliari , loro non dovevano sapere niente. Cercò di fermarlo , ma l’altro era già scappato via. Era così rosso che Antonio avrebbe potuto scambiarlo per un pomodoro, probabilmente si era rintanato in camera sua sotto le coperte o nell’armadio, come suo solito. Sbuffò infastidita mentre spengeva la pasta e la condiva. Ancora una volta sentì quella strana sensazione, come ci fosse stata una presenza accanto a lei.

-          Eccoci qui, ancora io e te
-          Tu non mi lasci mai Emilio…
-          No, in effetti ho osservato le tue mosse da questa mattina
-          È sempre un piacere sapere di avere un fantasma come stalker..
-          Che significa?
-          Niente , sei il solito scassapalle…
-          Non dovresti parlarmi così sai..
-          Perché non vai a fanculo e la smetti di pedinarmi?

La strana sensazione sparì così anche il fantasma di Pisa o almeno sperava. Aveva preferito rimanere con lo sguardo fisso sul pomodoro piuttosto che scorgere quello diabolico dell’altro. Si stiracchiò con calma mentre tornava alla borsa. Il telefono suonò ancora una volta , ma non si sorprese nel leggere il numero di Arthur, doveva essere molto preoccupato.

-          Arthur vuoi tranquillizzarti per l’amor del cielo ..
-          Veramente non era per disperazione che ti ho chiamato..
-          A… che c’è?
-          Dai un occhio nella borsa..
-          Che diavolo.. – infilò una mano nella borsa e dopo poco ne estrasse un pupazzo a forma di leoncino. Non poté fare a meno di squittire alla vista della bestiolina per poi tornare imbarazzata al telefono. – si lo vedo..
-          Era un urlo di gioia quello che ho sentito?
-          No… ho schiacciato il dito… della mano.. sotto.. un sasso..
-          Ma se sei in casa! Ah hai uno strano modo di ridere, così femminile.. – l’inglese scoppiò in una risata e Caterina imbarazzata grugnì svariate volte finché l’altro non si placò.
-          Tsk non ero felice…
-          Allora posso riaverlo..
-          NO
-          AH! Allora ti piace..
-          No.. però.. gli darò un nome.. ma tu non lo saprai.. ciao..

Appoggiò il telefono sul divano caricandosi il pupazzetto sulla testa, lo avrebbe chiamato Lammy perché era morbido e spumoso. Salì le scale e quando arrivò alla porta della stanza di Romano la socchiuse trovandolo sotto il letto. Si accomodò sulla sponda di quest’ultimo senza scoprirlo e si distese con la testa sul cuscino.

-          Sai ieri quando ti ho visto lì in mezzo a quella gente ho temuto di averti perduto , per sempre. Non riuscivo nemmeno ad immaginare ad una vita senza di te ed ho avuto paura. Non avevo mai provato una sensazione così forte e lacerante. Lo so che tu mi vuoi proteggere, però non farti del male nel tentativo. Sei il mio eroe da quando eravamo piccoli e non importa che tu ti sacrifichi per me, non te lo perdonerei. Beh vado ad apparecchiare, scendi appena hai finito.

Scivolò dal letto passeggiando nel corridoio. Sapeva che da qualche parte c’era la sua stanza, una vecchia cameretta in cui aveva abitato per un periodo molto breve durante l’Unità. Sorrise al ricordo e poi se ne tornò in cucina per terminare i preparativi. Imbandì la tavola ed attese che il fratello scendesse. Non avrebbe preso bene la sua relazione con Arthur, ma non poteva farci niente il problema di quei due era che si assomigliavano TROPPO: iperprotettivi, gelosi, testardi. Un po’ come due caproni nello stesso recinto. Certo Inghilterra era più vecchio di loro, vedeva fatine e carbonizzava qualsiasi cosa avvicinasse alla cucina, ma rimaneva sempre un adorabile farabutto. Romano invece era  testardo, timido e restio dal rivelare i propri sentimenti, ma rimaneva sempre il migliore fratello che qualsiasi persona avrebbe mai potuto desiderare. Il cellulare di Caterina suonò un’ennesima volta, numero sconosciuto.

-          Pronto..
-          Hello..
-          Scozia?
-          Yep..
-          O Dio … che c’è??
-          No .. volevo darti qualche consiglio per domani..
-          Faccio da sola
-          Allora prima di tutto l’abito deve essere sobrio ed elegante allo stesso tempo, niente gonne troppo corte altrimenti sviene e poi devo riprendermelo io. Sconsigliati i tacchi, perché Arthur è un tipo che impiega secoli a scegliere un locale e cammina, tanto. Terzo per quanto riguarda gli affari veramente importanti if you know what i mean, io andrei su una giarrettiera
-          COSA STAI DICENDO ??
-          Ti sto consigliando
-          TACI NON HO BISOGNO DI UNO CHE MI DICA COME VESTIRMI
-          O meglio… cosa avere sotto i vestiti
-          ZITTO NON ROMPERE LE PALLE ME LO SCELGO IO IL COMPLETO
-          Uh uh quindi arriverete
-          FOTTITI.

Sbatté il telefono contro il muro ancora fumante di rabbia e se ne tornò al tavolo col viso rosso per l’imbarazzo, quel tizio riusciva sempre a sconvolgerla, era impossibile salvarsi.


Romano Lovino Vargas
 
Le parole della sorella, lo avevano calmato un po’ ma non avevano di certo aiutato con il problema dei suoi capelli

-          Stupido ciuffo

Aspettò ancora qualche minuto, giusto per dargli il tempo di tornare normale, si alzò dal letto e lentamente, si diresse al piano terra, verso la sala da pranzo, il profumo che proveniva dalla cucina era fantastico e più gradini scendeva, più la fame aumentava, inoltre non vedeva l’ora di passare la giornata con sua sorella.

-          Se proprio deve uscire con quel damerino bastardo, deve essere fottutamente sexy così capirà l’enorme differenza tra di loro – borbottò e fece un piccolo sorriso – ho già in mente dove portarla.

Arrivato in sala, sentì uno strano rumore, sua sorella aveva appena gettato il cellulare contro il muro, la guardò un po’ confuso ma giudicando l’espressione della ragazza, decise di lasciare perdere, sospirò facendo rotare gli occhi, si sedette semplicemente al suo posto ad aspettare che si calmasse. Questa volta, fu il suo telefono a suonare, non si aspettava nessuno quindi fu colto di sorpresa, guardò chi fosse e scattò subito in piedi.

-          Scusami, devo rispondere – se ne andò nel retro assicurandosi che la sorella non lo seguisse, non voleva che sapesse con chi parlava e quello che si sarebbero potuti dire, si sedette sulla sua panchina di pietra e rispose – che c’è?
-          Hola Roma! Come va?
-          Che cazzo vuoi?
-          Awww Roma, sei sempre così freddo! Se solo fossi un po’ più com-
-          Vuoi arrivare al punto fottuto idiota?! – ci fu una specie di gridolino dall’altra parte del telefono
-          Volevo sapere come stava Caty
-          Sta bene – cercava di moderare la voce per non farsi sentire, non voleva certo far preoccupare la sorella o cose simili
-          Allora, ti ha detto qualcosa? – chiese con un po’ di incertezza
-          Riguardo a cosa? – Romano cercava di trattenere la sua rabbia, faceva molta fatica
-          Alla mia dichiarazione, ne avete parlato? – alzò leggermente la voce ma comunque, rimase moderata e all’apparenza, tranquilla
-          Non c’è niente di cui parlare, non ti vuole, l’argomento è chiuso.
-          Senti Roma, so che sei arrabbiato con me perché non ti ricambio ma io amo tua sorella, non ci posso fare niente! – questo lo fece esplodere
-          CHI CAZZO TI HA MAI DETTO UNA COSA DEL GENERE?! NON ME NE PUO’ FOTTERE UNA MINCHIA DI TE! IO AMO UN ALTRO ED ANCHE CATERINA OK?! QUINDI NON ROMPERCI LE PALLE E VAFFANCULO!

Riattaccò subito senza dargli il tempo di rispondere e se ne tornò dalla sorella, si sedette nuovamente al suo posto, incrociò le braccia sulla tavola, guardò Caterina negli occhi e le fece un grande sorriso, uno di quelli rari che faceva solo quando era davvero felice di qualcosa.

-          Allora sorella, dov’è la pasta?
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Eliot Nightray