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Autore: Eliot Nightray    28/08/2012    1 recensioni
Cosa accadrebbe se un orgoglioso e burrascoso italiano come Romano dovesse fronteggiare un triangolo amoroso di cui sua sorella è il vertice? Scopritelo in questa avventura scritta a quattro mani piena di risate e lacrime. Caterina vargas scritta da Eliot Nightray e Romano Vargas scritto da The awesome tomato
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nekotalia, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Caterina Florentia Vargas

-          È qui nella zuppiera ,ma prima ci sono dei crostini !!

Quando Romano sorrise Caterina lasciò subito la zuppiera stracolma di pasta sul tavolo e si lanciò sul fratello solo per stringerlo con forza. Adorava davvero quei suoi rari sorrisi avevano un che di casa e le venne da pensare che Prussia dovesse essere un uomo davvero molto fortunato. Gli scompigliò i capelli, ma prima che se ne potesse tornare al posto il telefonò di casa suonò. Lo lasciarono stare così partì la segreteria telefonica. Dopo un pianto disperato seguì un bisbiglio soffuso e Caterina riconobbe la voce di Francia.

-          Tu donna come ti sei permessa di distruggere il cuore del mio amico, non posso continuare. Francis torna qui tu sei quello abile con queste cose. Ragazzi dove sono i fazzoletti? A quelli sono sul tavolino, diamine Antonio è casa tua…
-          Pronto..
-          EEEK!
-          Spagna?
-          No sono… il postino
-          Da quando i postini in Italia sono spagnoli e hanno amici francesi di nome Francis e ti chiamano a casa per giunta
La linea cadde e Caterina sbuffò mentre tornava al tavolo, sistemò la piccola Lammy sul tavolo accanto a lei e sorseggiò un po’ di vino. Si sentiva in debito con Romano e voleva raccontargli tutto. Lui non le aveva detto niente di Prussia, ma adesso voleva sapere veramente tutto, dal primo bacio al primo regalo. Mordicchiò un crostino toscano ed arrossì prima di cominciare. Il ciuffetto a forma si addolcì in un cuore e dondolò seguendo i suoi movimenti incerti.

-          Senti.. so che stai con Prussia.. insomma vi stavate baciando quindi è logico che state insieme, però non mi hai raccontato com’è stato la prima volta e che cosa è successo. Non fraintendere voglio sapere del primo bacio, chiaramente io ti descriverò il mio. – fece un gran sospiro e il rossore aumentò di intensità mentre teneva lo sguardo fisso su quello di Romano – sai in realtà è stato Inghilterra a baciarmi per primo, no aspetta un bacio sul dito non è un vero primo bacio ok ricomincio. Ero contro un muro NON FRAINTENDERE lui si è avvicinato e mi ha baciato ed è stato bellissimo sai? Non pensavo potesse essere così bello anche se Scozia ci ha interrotti. Comunque ecco tutto, prova a fartelo piacere, avanti Arty è carino e dolce e simpatico anche se un po’ lunatico lo so.

Giocherellò con l’anello che portava sull’indice mentre ingoiava l’ultimo antipasto a quel punto si alzò e cambiò le portate in tavola. Passò un piatto di pasta a Romano e si sedette tranquillamente davanti al piatto di pasta fumante. Addentò una forchettata di spaghetti ed osservò il piccolo leoncino sorriderle nella sua assoluta immobilità. Il leone era da secoli un simbolo del Regno Unito e forse era per quello che le aveva fatto un regalo simile. Punzecchiò la guancia dell’animaletto e nel farlo ricominciò a parlare.

-          Sai non posso amare Spagna, dopotutto lui ti ha portato via da me no? Non posso fare a meno di odiarli tutti, Francia, Germania persino il tuo Prussia, li odio tutti con tutta me stessa. Certo tu mi potresti dire che siamo liberi ormai ed uniti, ma se non ci fossero stati loro avrei potuto avere una famiglia. Quindi anche se gli sorrido e faccio finta di essere tranquilla ed amichevole dentro di me conservo un odio che mi porto appresso da secoli. Per te è stato diverso , tu forse hai sentito con minore forza la necessità di riunirsi, dopotutto avevi un capo, io invece con tutte le guerre che ho avuto e le nazioni che ho visto sparire temevo sempre che anche voi avreste fatto la stessa fine.
Ecco perché stare con Inghilterra per me è semplice come bere un bicchiere d’acqua, ecco perché è l’unica persona che posso amare.

Si scompigliò i capelli ed abbandonò subito quell’aria tetra di cui si era dipinta la faccia. Gli sorrise in modo energico e gli lanciò una mollica di pane, tanto per  rallegrarlo un po’.

-          Ah! Dove andiamo dopo?? Voglio saperlo subito, Scozia mi ha chiamato prima per … darmi.. consigli… quando ho distrutto il telefono dico

 
Romano Lovino Vargas
 
Non si aspettava l’attacco improvviso della sorella ma non la allontanò anzi, stava per stringerla a se quando suonò il telefono di casa, stette fermo a fissarlo come se potesse farlo esplodere poi, partì la segreteria, era Spagna… a quanto pare aveva esagerato prima al telefono ma non gli importava molto, voleva soltanto che lasciasse in pace sua sorella e lui. La linea cadde o meglio, Spagna riagganciò e Caterina, tornò al suo posto e si mise di fianco quel suo pupazzetto che era apparso da chissà dove, poi iniziò a parlare di lui e Prussia “Aspetta, ma come cazzo fa a saperlo?!” Impallidì tutto d’un botto ed iniziò a tremare “C-ci ha visti? Quando? N-non può essere fottutamente possibile!” era nel panico ma poi si mise a parlare del SUO primo bacio “Cazzo, perché me ne deve parlare?! Io non sono un tipo da robette simili! Perché non chiama Veneziano piuttosto? Lui è molto meglio di me su queste cose!” arrossì furiosamente e cercò di sembrare calmo guardando altrove.

-          Quel damerino bastardo simpatico? Ma stiamo scherzando?!

 Borbottò ma a quanto pare, o fu ignorato o non lo sentì perché si mise a rigirarsi l’anello ed accarezzare il leoncino immersa in chissà quali pensieri poi riprese a parlare come una macchinetta, elencava i motivi per cui odiava o amava le altre nazioni, si rattristò al pensiero che lei se l’era passata peggio di lui e Veneziano, non se lo meritava affatto, avrebbe voluto esserci lui al suo posto ma non andò così, non ci poteva fare niente, solo pensare con rabbia al passato. Caterina gli lanciò del pane e lui fece un piccolo salto sulla sedia, era troppo concentrato sui suoi pensieri.

-          Volevo portarti in un negozio davvero carino, non è molto lontano da qui ed è uno dei miei preferiti, sono sicuro che ti piacerà, ci sono così tanti capi! – fece un piccolo sorriso, non avrebbe permesso a nessuno di rovinargli la giornata – troveremo tanti vestiti fantastici, vedrai! – prese una forchettata di pasta e se la mangiò – è buonissima sorella, davvero… - continuò a mangiare poi aggiunse – ah si, c’è anche un negozio di scarpe ed accessori vari un po’ più distante, non è grandissimo ma dovrebbe esserci tutto il necessario per avere un aspetto italiano – ridacchiò – ci divertiremo oggi!

A metà del loro pranzo, arrivò un messaggio da parte di Prussia che diceva “Cavolo Sud, sei stato cattivo con lo spagnolo, potevi andarci giù meno pesante non credi? Ti ricordo che è mio amico!” sbuffò e rispose velocemente “Non me ne fotte un cazzo se è tuo amico, rompeva ed ho fatto in modo che la smettesse!” non fece nemmeno in tempo a mettere il cellulare in tasca che ne arrivò un altro “Ci sono modi meno violenti, quel poveretto ama davvero tua sorella, almeno questo potresti concederlo!”

-          Quanto cazzo rompe questo! – bisbigliò cercando di non farsi sentire dalla sorella

“La smetti di fare l’amicone e mi lasci mangiare in pace?! Hai rotto il cazzo!” quello rispondeva alla velocità della luce “No perché io sono un amico magnifico! Comunque ho ancora una cosa da dirti”

-          Ma allora è deficiente! – questa volta si dimenticò di abbassare la voce

“Potevi benissimo scriverlo nell’altro messaggio, coglione! Che cazzo vuoi ancora? Spero che sia importante!” la risposta arrivo quasi subito “Domani, al solito orario, il fantastico me verrà a prenderti per andare nel ristorante CRUCCO che ti avevo detto, non accetto rifiuti, se non vuoi soccombere alla mia magnificenza, ti consiglio di non inventarti scuse! A domani niedlich! Kesesese!” dopo questo messaggio, sbatté il cellulare sul tavolo, arrossì leggermente ed il suo ciuffo, si piegò leggermente in una forma a cuore, non era ben definita ma pur sempre visibile, a volte sapeva essere così cretino quel bastardo! Tornò al suo piatto, ad immaginare la bellissima giornata che avrebbe avuto con la sorella e non poteva fare a meno di sorridere all’idea.


Caterina Florentia Vargas
 
Caterina sorrise davanti all’imbarazzo enorme del fratello , le divertiva vederlo così. Dopotutto lui era il suo sciocco , timido fratellone. Ripulì il piatto e si alzò per raccogliere anche quello del fratello. La proposta di Romano le sembrava meravigliosa, almeno avrebbero passato un pomeriggio in famiglia.

-          Era Prussia?

A giudicare dall’imbarazzo doveva esserlo. Il telefonò suonò di nuovo, era il suo cellulare. Era un messaggio, ma lo avrebbe controllato dopo. Lasciò il telefono sul tavolo e si dedicò alle faccende. Pulire i piatti era sempre stato per lei un divertimento, soprattutto per via delle bolle. Il bagno per lei era sempre stato un momento di rilassamento ed infilare le mani in acqua la immergeva nuovamente nei ricordi. Memorie di acqua bollente e di latte tiepido versato in grosse vasche dove adagiarsi con calma. Una volta aveva persino fatto il bagno nel vino, anche se la cosa non era stata poi così intelligente perché era finita a macchie e leggermente alticcia. Lasciò i piatti in un armadietto e si asciugò le mani mentre saltellava qua e là per la cucina. Tornò in salotto ed abbracciò Romano, prese il telefono e controllò il messaggio. “ Mi sono dimenticato di dirti che gli piacciono le cose strane, vedi bacio sul muro eh eh”

-          CRISTO SANTO NON NE POSSO PIU’! Scozia mi sta dando il tormento lui e le sue ossessioni sessuali che palle, avanti andiamo, sei pronto no?

Infilò il telefono nella borsa e saltò sul posto elettrizzata, era la prima volta che lei e suo fratello uscissero assieme per una cosa del genere, era anche la prima volta che lei aveva un ragazzo. Uscirono insieme dalla casa e Caterina si infilò di corsa sulla moto . Aspettò che il fratello  salisse e mise in moto. Lasciò che lui le indicasse la strada. Il negozio era ben illuminato, di media grandezza e con una meravigliosa vetrina colorata.

-          Arthur è simpatico, devi capire che lui…. Lui.. è rimasto solo per tanto tempo esattamente come me in più suo fratello è un pazzo pervertito discepolo di Francia. I suoi fratelli sono dei tipi strani che ballano sul posto o dormono  emettendo suoni degni di un drago in calore, però sono carini. Ti ricordi la prima volta che lo abbiamo incontrato? Era così piccolo, pretendeva sempre di aver ragione – si mise a ridere a bassa voce mentre il tintinnio della porta accompagnava la loro camminata. – quando lo vidi per la prima volta pensai che fosse un folletto con tutta quella tinta blu in faccia. Mi ha persino tirato una freccia e poi abbiamo iniziato a parlare, anche se lui se ne stava nascosto in una siepe per timidezza. Quando ce ne siamo andati è rimasto a fissare il mare in attesa, chiaramente me lo ha raccontato Sebastian questo, lui è troppo orgoglioso. Poi i secoli sono passati e siamo diventati grandi, però penso che ci amassimo fin dall’inizio, credo almeno e che ti odiasse fin dall’inizio anche.

Prese per mano Romano e lo tirò con se alla ricerca di qualche vestito. Amava gli anni trenta quindi probabilmente si sarebbe buttato su uno di quelli. Afferrò un paio di vestiti e si infilò nel camerino prova trascinandosi dietro il povero Romano. Il primo era un abito increspato blu, ma non aveva fatto i conti con l’altezza a giudicare dalla faccia del commesso poco più in là. Lo fulminò  con lo sguardo e si accostò a Romano.

-          Secondo te evitando la lunghezza come mi sta?
-          Vee..
-          Oddio no.. dimmi che non è lui…
-          Vee
-          Sembra la musica dello Squalo, da da da però in versione vee
-          Sorellina- Veneziano le si lanciò addosso facendola planare a terra con un gran botto. Germania dietro di lui sbatté la mano con forza sulla fronte in attesa che l’alleato si riprendesse. – ma lo sai che stai benissimo con questo vestito? Perché siete qui? Perché non mi avete chiamato? – finse un pianto disperato mentre Ludwig si accomodava contro il muro – ve a giudicare dall’abito direi che devi andare ad un appuntamento..
-          O, congratulazioni Caterina
-          Tu – Caterina si alzò di scattò per punzecchiare il tedesco – crucco per te sono solo la signora Vargas oppure Italia del Centro ed ora togli il tuo culo crucco dalla mia vista, mi appesti l’aria..
-          Possibile che siate sempre così aggressivi?
-          Se fossi aggressiva ti avrei picchiato
-          Bene… Veneziano possiamo andare prima che venga preso a cazzotti dalla pulce?
-          PULCE?
-          Ve…  - Veneziano fu trascinato di forza via mentre strepitava e scalciava ammiccando alle ragazze del negozio.
-          Meglio se vado a cambiarmi.

Rientrò nel camerino uscendo poi con un altro vestito. Si accomodò accanto a Romano e gli scoccò un bacio sulla guancia mentre di sottofondo risuonava la loro canzone, almeno lei la definiva così. Una canzone antica che avevano sentito insieme per la prima volta a teatro, non ricordava perché loro due la considerassero come il loro tema, un po’ come in un film, però era sempre stato così. Appoggiò la testa sulla spalla di Romano ed attese che terminasse la musica prima di alzarsi.

-          Ti ringrazio, per tutto questo dico.. so che per te è un po’ uno sforzo però… questo lo devi sapere, sei un fratello meraviglioso.


Romano Lovino Vargas
 
Alla domanda della sorella su chi fosse al telefono, divenne bordeaux e si mise a fissare un punto indefinito della parete, non si era affatto abituato all’idea che qualcuno sapesse della sua relazione con il prussiano ma non poteva farci niente, erano stati scoperti e non era nemmeno colpa di Prussia, inoltre il modo in cui l’aveva scoperto, era la parte più imbarazzante di tutta la storia

-          E-ecco… emm… e-ecco…

Quando squillò il telefono della sorella, benedì quella persona ma a sentire il commento di Caterina, cambiò completamente idea e desiderava soltanto ammazzare lo scozzese pervertito “Quel maledetto bastardo, prima se la prende con me perché esco con Prussia, adesso vuole rendere la vita impossibile anche a mia sorella?! Io lo riempio di piombo questa volta, davvero!” si alzò ed andò di corsa a cambiarsi, non sarebbe di certo uscito con degli abiti del genere! Cercò di metterci il meno tempo possibile e raggiunse di nuovo la sorella per uscire. Un po’ riluttante, salì sulla moto borbottando un

-          Sarebbe meglio andare in macchina

Ma fu rigorosamente ignorato, si misero in viaggio, mentre dava indicazioni, si stringeva alla sorella e continuava a sorridere al pensiero che, dopo tanti anni, finalmente erano di nuovo insieme a fare quello che gli pareva senza nessuno che dava loro ordini.
Scesi dalla moto, si mise a parlare del suo damerino sopracciglione, della prima volta che lo incontrammo “Perché dobbiamo parlare di queste cose? Sembra quasi Veneziano, non fa altro che parlare di lui!” sospirò e guardò altrove “Io non parlo mai del bastardo perché so che lo odia, potrebbe fare lo stesso anche lei no? Che cazzo, come se mi importasse se mi ha odiato fin da subito o no, comunque la cosa è reciproca e non ho la minima intenzione di cambiare le cose!”.
Una volta nel negozio, fece solo in tempo a salutare qualche commessa che la sorella l’aveva già trascinato a prendere qualche vestito e nei camerini, come uscì con il suo primo abito, si illuminò alla vista della sorella, era bellissima se non fosse per la lunghezza dell’abito, si accorse dello sguardo del commesso e gli lanciò uno sguardo omicida, si accorse poi che sua sorella aveva fatto lo stesso e si mise a ridacchiare, quel poveretto impallidì e si allontanò immediatamente.

-          Sei bellis- venne interrotto da uno strano verso… Veneziano…

Sospirò e si girò verso il fratello che si era portato dietro quel suo cagnolino gigante, non prese nemmeno in considerazione l’idea di dire qualcosa, ci stava già pensando sua sorella, se ne stava semplicemente lì a godersi la scena. I due rompi palle se ne andarono e Caterina tornò ai suoi vestiti, uscì con un abito ancora più bello di quello che aveva provato prima, si sedette accanto a lui e rimasero entrambi ad ascoltare quella nostalgica canzone, lo riportò indietro di un po’ di anni, la musica terminò e Caterina si alzò, alle sue parole, arrossì leggermente e guardò verso il basso

-          N-non preoccuparti, non è affatto uno sforzo… sai che m-mi piace comprare vestiti - si alzò di scatto – a-aspetta qui, ho visto un abito perfetto per te!
Scappò subito via senza aspettare la risposta e tornò con in mano un abito lungo, uno dei più belli che avesse mai visto, era sicuro che le sarebbe stato bene ed in fatto di moda, non sbagliava mai!
-          S-secondo me, ti starebbe benissimo… se non ti piace lo vado a rimettere giù, non ci sono problemi… n-non voglio certo c-costringerti… - era completamente rosso e non riusciva nemmeno a guardarla in faccia, poi gli venne in mente dell’appuntamento con Prussia – o-ora che ci penso… devo comprare anche io un completo… non è importantissimo ma n-ne ho visto uno c-che vorrei provare… - ancora più rosso – non ho nessun motivo in particolare, davvero! Però i miei c-completi stanno d-diventando fuori moda, quindi…

Non resistette oltre, buttò il vestito tra le braccia della sorella e si rifugiò nel reparto uomo per calmarsi un po’ e cercare un vestito adatto all’appuntamento
-          Ristorante crucco…


Bisbigliò con una smorfia di disgusto, non ne era affatto entusiasta ma ormai era deciso, ora doveva solo cercare un bel completo di classe.
  
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