Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Raven_Phoenix    12/03/2007    2 recensioni
Ecco la ff che tutti stavate aspettando sui Teen Titans! è incentrata su Corvina, ma non é detto che non ci siano scene anche con gli altri quattro^^ Che cosa dovrà affronztare Corvina? Chi saranno i suoi aiuti? Che male si sta nascondendo sotto terra? Scopritelo leggendo e recensite!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CIAO RAGAZZIIIIIIIIIII!!!!! Sono tornata! Sigh! Che emozione, quante recensioni! Non me ne aspettavo così tante, anzi, non me ne aspettavo per niente! Ringrazio tutti ma proprio tutti tutti quanti^^. Ma ora credo che non vogliate stare qui a sentirmi fare un discorso sulla gratitudine di 40 pagine, perciò vi lascio leggere il nuovo capitolo^^



La mattina seguente Corvina si svegliò presto, si vestì e andò sul piccolo praticello sul tetto dell’ostello, decisa a fare un po’ di allenamento con la sua spada. Aveva impugnato spesso ad Azarath delle spade come quella che aveva adesso, ma da anni non ne usava una.
Iniziò a fendere l’aria, colpendo nemici immaginari, schivandone le possibili mosse. Concentrata non si accorse di una presenza, e quando meno se l’aspettò, un’altra spada cozzò contro alla sua. -Giorno. Che fai, ti alleni senza di me?- la salutò Thunder appoggiando la lama della sua spada contro a una spalla.
-Sai , non volevo svegliarti mentre eri intenta a dormire come un sasso russando beatamente.- rispose Corvina con un ghigno.
-Che è, mi stai sfidando a duello?-ribatté l’altra con un sorrisetto.
-En garde!- urlò Corvina mentre si avventava su di lei. L’altra schivò il fendente con abilità e sferrò un colpo laterale che Corvina riuscì a parare per miracolo, facendo incontrare le due lame che sprizzarono scintille.
Per una decina di minuti buoni solo in tintinnio delle spade e battute a più non posso riempiva la fredda aria mattutina.
Le due si concedettero un attimo di tregua.
-Non male, Thunder.- ammise Corvina.
-Eh…faccio scherma da otto anni.- rispose l’altra mentre tirava il fiato.
Si misero ad osservare la città dal bordo del tetto. Nonostante ci fosse come minimo un metro di neve l’atmosfera era calda e invitante, come quella natalizia.
Poi Corvina captò un movimento improvviso sotto di loro, meno di un fruscio. Abbassò lo sguardo e la vide mentre usciva da una panetteria, Angel.
Senza aspettare un secondo di più, scavalcò il muretto e si lanciò nel vuoto trasformandosi all’ultimo momento.
Appena toccato terra sentì un battito d’ali e poco dopo atterrò anche Thunder al suo fianco.
-Miseria! Quasi mi hai fatto prendere un colpo!- le urlò agitata.
-Angel!- si limitò a rispondere Corvina iniziando a correre nella direzione in cui l’aveva vista andare via, seguita a ruota dall’amica.
Proprio mentre temevano di averla persa di vista, la ritrovarono in una piazzetta, seduta su una panchina. Teneva di fianco a sé uno zainetto. Si accorse di Corvina e Thunder in avvicinamento.
-Oh, no! Di nuovo voi due, maledizione!-imprecò mentre si metteva lo zaino in spalla e iniziava a correre.
Corvina accelerò il passo, decisa a non perdere questa volta.
-Fermati, Angel!- le urlò una vola abbastanza vicina.
-Chi ti da il permesso di chiamarmi con un nome così ridicolo?- le rispose di rimando la ragazza aumentando la velocità.
Corvina pensò velocemente, stava perdendo terreno.
-Darsia!-urlò in un tentativo disperato.
La ragazza rallentò pericolosamente, in modo da consentire a Corvina di afferrarla per uno spallaccio dello zaino e tirandola. Si udì un sonoro “crack”, e lo zainetto si ruppe facendo cadere il suo contenuto a terra.
In mezzo alle due c’era una grossa e strana pietra rotonda, liscia e lucente. Era di un rosso cupo. -Oh, no!- urlò Angel chinandosi in fretta a raccoglierla, verificando che non ci fossero stati danni. Poi si alzò in tutta la sua altezza, parecchio più alta di Corvina, e si avvicinò a lei così tanto da poterla sfiorare.
-Non osare mai più chiamarmi con quel nome, altrimenti sarà la volta buona che ti ritrovi un pugnale nel cuore!- la minacciò fissandola con i suoi occhi verdi come due smeraldi.
In quel momento un crepitio di rametti spezzati segnò l’arrivo di Thunder che sbucò dalle fronde di un boschetto. Si bloccò vedendo la scena, facendo guizzare i suoi occhi dorati da una parte all’altra, fino a farli posare sulla grossa pietra rossa che Angel teneva in mano.
-Ma cosa…io…io so che cos’è quella!- esclamò indicandola.
Angel si girò furibonda verso di lei.
-È…un uovo…un uovo di drago!-disse incredula.
Angel lanciò una imprecazione a denti stretti.
-Esatto, brutta ficcanaso! Un uovo che si schiuderà tra un anno- poi spostò lo sguardo sulle ali di Thunder.- bella fortuna hai avuto a nascere settima e a restarlo…- disse poi abbassando lo sguardo.
Nascose l’uovo sotto al mantello e fece per muovere il primo passo per andarsene.
-Perché…non vuoi sentirti chiamare con il tuo nome?- chiese improvvisamente Corvina.
La ragazza sospirò.
-Scommetto che siete così preparate anche sul mio passato, vero?- disse sicura di riceversi un sì, come risposta, quello che accadde.
-Il perché?... Queste.-disse poi facendo apparire le due piccole ali bianche sulla sua schiena.
-I miei genitori mi diedero quel nome quando videro queste.-
-E… perché te l’hanno dato le persone che ti hanno abbandonata lo odi, giusto?- provò a indovinare Thunder.
Angel rise amaramente.
-Se fosse stato soltanto quello…Darsia- pronunciò il nome con voce tesa e carica di collera- ha un significato nella vecchia lingua della dimensione- fece una pausa.
-…Significa…ali tarpate…- disse con tono basso, quasi impercettibile.
Le grosse ali di Thunder tremarono. Corvina si sentì invasa da un senso di orrore.
-Ti hanno dato questo nome?- chiese ripugnata.
-Esatto.- rispose secca Angel – quello che sono veramente.-
Si volse verso Thunder.
-Sai…le tue ali mi sono apparse in sogno tante di quelle volte, e mai sono riuscita a impedire che volassero via da me. Ritieniti altamente fortunata. Pur di volare, io ho speso anni alla ricerca di un drago con la quale poter volare in cielo. Ho trovato quest’uovo che si schiuderà tra un anno circa. Capite fin dove sono arrivata per poter riuscire a staccarmi da terra? Avete idea di cosa comporti avere soltanto la malsana idea di cercarsi un drago e ad allevarlo?- Ci fu un lungo silenzio.
-Mi dispiace che tu abbia avuto una sorte così brutta…- disse Corvina tenendo lo sguardo basso- e mi dispiace di averti chiamata con quel nome, ma vedi…stiamo cercando di trovare tutti i nostri compagni…e tu sei una di loro.-
Angel voltò appena la testa, un po’ come sorpresa dalla frase appena sentita.
-E a me dispiace per voi, perché io non voglio esserlo. Vi ringrazio per questa frase, vi ringrazio per averci messo impegno nel trovarmi, vi ringrazio anche per avermi dato un altro nome, che però non posso accettare. Mi sono fatta convincere a farmi consegnare questa strana uniforme e questo ciondolo che dicono contenga delle schegge. Nulla di più. E poi…cosa ve ne fareste di una bisbetica e scontrosa come me?-
-Cosa ce ne faremmo? Non so se l’hai capita la tua identità. Tu sei una dei sei guardiani che devono riunirsi per salvare la dimensione dalla Fortezza Artica. Se ne mancherà anche solo uno non potrà mai funzionare!- insistette Thunder fissandola con i suoi occhi elettrici.
Ci fu ancora un attimo di silenzio.
-Angel?- provò a chiamarla Corvina.
-Dimenticatevi di questo nome…e di me…-
In silenzio, si allontanò, accompagnata dal tintinnare del suo campanellino.
Corvina e Thunder rimasero immobili, osservando Angel scomparire dietro a una curva del sentierino.
Le due passarono gran parte della giornata in giro per la città, a caccia di informazioni, anche se nessuna aveva altro in mente che Angel.
Solo quando una fitta neve iniziò a cadere nel tardo pomeriggio si decisero a tornare alla locanda. Una volta davanti alla porta notarono subito qualcosa di strano. Tutte le luci del piccolo ostello erano spente, e da dentro non proveniva nessun rumore.
-Non so tu, ma io ho come una brutta sensazione.- disse Thunder mentre appoggiava la mano sulla maniglia.
Trovarono la saletta centrale devastata completamente, con i mobili rovesciati, le poltrone imbottite squarciate, i quadri caduti a terra come strappati via dai chiodi. Sul muro dietro al bancone c’erano schizzi di sangue. Corvina non volle andare a vedere i cadaveri che giacevano dietro, perciò si limitò a dirigersi verso le scale, sull’attenti, fortunatamente già trasformata.
I gradini di legno scricchiolavano sotto ai passi di lei e Thunder, e più si avvicinavano al piano superiore più si potevano percepire degli inquietanti rumori, i colpevoli di tutto quello dovevano essere ancora li.
Individuarono la camera da dove venivano i rantoli. Sembrava che stessero cercando qualcosa dagli spostamenti continui che si potevano sentire.
Le due si misero una a ogni lato della porta, le spade sguainate. Aspettarono qualche secondo per poi farsi un cenno con la testa, e insieme sfondarono la porta con un calcio.
Quelli che si presentarono davanti a loro erano le creature più strane e inquietanti che avessero mai visto. Erano fatte interamente di ghiaccio, magrissimi, simili a tronchi di giovani alberelli, le braccia e le game lunghe terminavano in tre artigli ciascuno, affilati come rasoi. Correvano per la stanza con una velocità fuori dal normale. Si fermarono di botto, i loro buchi al posto degli occhi fissavano le due guardiane che avevano appena fatto irruzione. Fu uno di loro a lanciare un acutissimo grido.
-Prrrrendetele! Ssssssono lorrrrrrro!-strillò dando l’ordine.
In meno di un secondo tutte le creature si erano avventate su Corvina e Thunder che cerarono di contrattaccare, nonostante fossero in netto svantaggio.
-Devono essere soldati della Fortezza Artica!- esclamò Thunder mentre con un potente colpo di ali ne sbatteva a terra tre.
-Non ne ho il minimo dubbio, ma se continuano così non ce la faremo!- ribatté Corvina proprio mentre sentiva uno degli artigli raggiungere la sua gamba e affondarle nella carne.
Con un ringhio sferrò un fendente verso la creatura che l’aveva ferita tranciandogli di netto la testa, giusto in tempo da evitare un altro attacco. Ma bastò poco perché un altro le era arrivato alle spalle e l’aveva colpita a una spalla. Incurante del sangue che le sgorgava dalle ferite continuò a battersi. Tra uno scontro e l’altro vide Thunder che continuava a sparare fulmini nella speranza di allontanare quelle cose, anche lei aveva parecchi tagli.
Indietreggiarono l’una verso l’altra fino a ritrovarsi spalla a spalla.
-E adesso che si fa?- chiese Thunder mentre vedeva i mostriciattoli stringersi in cerchio attorno a loro.
-Un bell’aiutino non farebbe male in questo momento!- commentò Corvina ansimante mentre si toglieva del sangue che da un taglio sulla fronte le aveva raggiunto l’occhio.
Quando vide le creature pronte a scagliarsi addosso a loro per infilzarle definitivamente chiuse gli occhi, ascoltando i rumori che la circondavano, mentre pensava alla fine. Sentiva gli artigli dei soldati di ghiaccio stridere uno contro l’altro, il suo cuore battere forte, il respiro affannoso di Thunder, fuori dalla finestra l’assoluto silenzio ovattato della neve che cadeva, e…infine, anche se lievissimo, un tintinnio che si faceva sempre più vicino, il tintinnio di un campanellino.
-Angel?- disse aprendo di scatto gli occhi.
In quel momento un pugnale volò per la stanza, andandosi a conficcare proprio in mezzo agli occhi di uno dei mostri, che cadde a terra, iniziando a sciogliersi come se fosse stato appena buttato in un camino. Un secondo dopo un suono assordante riempì la stanzetta, facendo indietreggiare tutti gli altri soldati di ghiaccio. Una persona apparve sull’uscio.
-Angel!- esclamarono Thunder e Corvina all’unisono.
Uno dei mostri si alzò.
Ma tu guarrrrrrda! La gurrrrdiana inutile! Non penssssavo di vederrrrrrti così presssssto, Darrrrrrrsia !-commentò l’essere facendo schioccare i suoi artigli in direzione delle sue ali quando nominò il suo nome.
A Corvina ribollì il sangue al sentire quel nome, fece per scagliarsi contro all’essere, ma in un attimo quest’ultimo si ritrovò un pugnale conficcato nel ventre di ghiaccio che iniziava a sciogliersi, acqua come al posto del sangue. Due occhi verdi lo fissavano ardenti.
-Chiamami… Angel.- disse sfilando la lama con un veloce e secco movimento dal corpo freddo del nemico che emise un rantolo prima di accasciarsi al suolo.
Tutti gli altri lanciarono urli acuti per poi infrangere la finestra e scappare veloci come saette.
-Tsk! Appena in te…-ma Angel non poté finire la frase perché Corvina e Thunder le piombarono addosso stritolandola in un abbraccio.
-Ci hai salvate! Ci hai salvate!- gridò Thunder saltellando.
-E…se non…mi mollate…avrò dei ripensamenti…!-disse a tentoni mentre cercava di respirare da dentro la loro morsa.
Le due la lasciarono andare.
-Come mai sei venuta ad aiutarci?- chiese Corvina.
-Perché? Bella domanda, chiedetelo alla mia mente che mi ha portata qui.- rispose lei.
-E poi hai detto a quei cosi che adesso ti chiami Angel…- aggiunse Thunder stupita.
-E spero se lo tengano bene a mente.-ribatté Angel decisa.
-Quindi…hai cambiato idea sul fatto di unirti a noi?- provò a chiedere timidamente Corvina.
-Be’, prima non ne avevo nessuna intenzione…ma dopo aver visto che voi due da sole non siete capaci di fare altro che prenderle, ho cambiato idea. Vi serve un aiuto e bello grande.- disse guardando male le due.
-Ma sentitela! Le è bastato solo salvarci una volta per credersi il palo reggente.- commentò ironicamente Thunder.
-Allora, benvenuta…Angel.- disse Corvina tendendo la mano verso di lei.-Squadra?- Angel ci pensò su un attimo.
-…D’accordo, basta che questa qui se ne stia buona buona.- rispose Angel stringendole la mano per poi ammiccare a Thunder.



Nella solito piccolo buco scavato nel ghiaccio che ora sembrava avere le vaghe sembianze di una sala, una nebbiolina galleggiava inquieta attorno al grosso globo.
-Ecco un piccolo imprevisto. Be’, poco male. Non basterà una Guardiana in più a fermarmi, tanto meno se è quella mezza settima!-disse la voce assente pronunciando l’appellativo della ragazza con una nota di divertimento. Sì, poteva sentire che la sua opera stava avanzando, sempre di più.



Siamo già alla fine anche di questo capitolo e la nostra squadretta si è allargata già di uno! YUPPYYYYY!!!! (tutti gli altri: nooooooooo!)(io: fate silenzio!) Bene, allora mi auguro che ci siate ancora tutti per il prossimo capitolo, mi raccomando, le recensioni! BOOYAKA BOOYAKAAAAA!!!!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Raven_Phoenix