Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: REAwhereverIgo    29/08/2012    3 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

I disastri delle sorelle Stevens 1: il primo appuntamento di Laura

 

Il sabato mattina Laura e Emma erano sedute sul banco (no, non AL banco ma proprio Sul banco) con in mano la colazione e stavano discutendo su cosa fare quella sera. Rea era ancora costretta a casa e stavano pensando di rimanere con lei a guardare un bel film.

In quel momento un nervosissimo Johan le salutò, avvicinandosi a loro.

Buongiorno!” disse la mora, sorridendo.

Ciao” sussurrò la sorella, avvampando improvvisamente.

S… ehm… salve a tutte e due! Che fate di bello?” s’informò, cercando di dissimulare l’imbarazzo.

Stavamo pensando a cosa fare stasera. Abbiamo lasciato sola Rea così spesso che ci sentiamo in colpa e probabilmente rimarremo in casa con lei. Tu? Che programmi hai?” rispose Emma, ben sapendo che Laura non sarebbe stata capace di creare una frase così lunga in risposta al ragazzo.

Oh, niente io… cioè, in realtà avevo un’idea ma… sì, insomma… ehm…” lui iniziò a balbettare, sentendosi piuttosto ridicolo. Fu solo grazie allo spirito di osservazione della mora che si salvò.

Ehi, ma guarda, là c’è Roberto. Scusatemi, vi lascio soli un attimo!” disse, strizzando l’occhio a Johan senza farsi vedere dalla sorella. Scomparve in corridoio e non si rivide fino al suono della campanella.

A questo punto i due ragazzi erano rimasti per la prima volta insieme senza qualcuna delle sorelle Stevens intorno, e questo li fece agitare. Laura sentiva le guance in fiamme e le mani sudate.

Allora… stasera anche tu rimarrai con Rea a casa?” le chiese lui, per rompere il silenzio.

Penso… penso di sì, non ho altri programmi, almeno al momento” rispose.

Già” disse l’altro. Cadde di nuovo il silenzio tra loro.

Senti, pensavo… ti… ti va di venire a mangiare una pizza con me?” sputò fuori lui tutto d’un fiato. La bionda rimase allibita, senza sapere cosa rispondergli e lo fissò con gli occhi sgranati.

Io?” domandò incredula. Johan rimase un secondo perplesso.

S-sì… cioè, solo se vuoi” puntualizzò.

Laura si aprì in un enorme sorriso che le passava da orecchio a orecchio, poi annuì.

Molto volentieri!” esclamò. Anche il ragazzo sorrise, sollevato.

Benissimo, allora vengo a prenderti verso le…

Sette e mezzo?” propose lei.

Perfetto!” confermò lui, scendendo dal banco. Vide Emma che li spiava dalla porta e sorrise.

A dopo” la salutò, lasciandole un bacio sulla guancia.

In quel momento suonò la campanella e la mora rientrò in classe, facendo finta di niente.

Scusami, c’era Roberto in corridoio e sono andata a salutarlo” disse, mascherando (male) un sorrisetto soddisfatto.

Sei una bugiarda e so che muori dalla voglia di chiedermi che ci siamo detti” la riprese la bionda, sorridendo apertamente. Sua sorella crollò e si attaccò al suo braccio.

Ok, è vero, quindi ti prego, ti scongiuro, dimmi che finalmente vi siete mossi!” la implorò, disperata. L’altra voleva tenerla un po’ sulle spine ma, non riusciva a contenere la felicità.

Sì! Ce l’abbiamo fatta!” sussurrò euforica, cercando di non farsi sentire da Johan.

Jason entrò in classe in quel momento, facendo zittire tutti.

Dopo voglio sapere tutti i particolari” mimò Emma con le labbra, strizzando l’occhio a Laura.

 

 

Io lo sapevo già” stava dicendo Rea quel pomeriggio, mentre le sue sorelle parlavano a raffica di questo appuntamento.

Come lo sapevi già? Che significa?” le chiese la più piccola, sorpresa.

Diciamo che avevo parlato con Johan, in un modo o nell’altro, e mi aveva chiesto di non dire niente per fare una sorpresa a Laura” rispose, sorridendo. “O, comunque, qualcosa di simile” pensò.

Quindi tu, brutta Giuda, sapevi già che lui voleva chiederle un appuntamento… e non mi hai detto nulla? Sei una perfida!” la accusò Emma, mettendo il broncio.

Avevo promesso! Lo sai che le nostre promesse sono sacre, anche tu sei stata tirata dentro i nostri accordi una volta. Ricordi? Un segreto per un segreto! È così che funziona con noi!” le fece presente la rossa, scrollando le spalle.

Sì, lo so come fate voi due” confermò esasperata. Poi un lampo di genio.

Però, se la vostra formula è un segreto per un segreto, significa che anche tu gli hai confessato qualcosa, giusto?” ragionò. Rea si sentì morire.

Non sono affari tuoi. Ora pensiamo ad aiutare Laura a prepararsi: se deve essere pronta per le sette e mezzo, visto che sono già le tre e un quarto, dobbiamo metterci subito al lavoro” esclamò, distogliendo l’attenzione da sé. Odiava quando le persone indagavano su cose che lei non aveva detto, soprattutto perché, sotto pressione, non era assolutamente in grado di stare zitta. Crollava come un castello di carta e si malediceva per la settimana seguente di aver raccontato qualcosa alle sue sorelle. La torturavano fino alla morte dopo aver saputo.

Comunque, sia lei che Emma si misero di buona lena e prepararono Laura minuziosamente: i capelli furono piastrati e ci misero sopra dei brillantini argentati che risaltavano il suo biondo naturale; le fecero mettere un vestito nero e bianco con la gonna larga, che non accentuava la sua bassezza (quando Rea aveva fatto quel commento, la bionda le era quasi saltata al collo); un paio di scarpe col tacco nero la faceva più slanciata; la truccarono in modo leggero ma visibile, in modo che non risultasse volgare ma dolce. Alla fine, dopo tre ore di preparazione, entrambe la fissarono soddisfatte: era stato un lavoro coi fiocchi.

Sei perfetta” commentò Emma, sorridendo.

Un amore” confermò Rea. Lei fece un giro su sé stessa davanti allo specchio e rimase piacevolmente stupita dal suo aspetto.

Mi piace!” affermò felice. A questo punto, la parte più semplice della serata era stata superata. Ora non restava che aspettare Johan, ma mancava un’ora al suo arrivo. Che fare per ammazzare il tempo?

Vi va obbligo o verità?” propose la mora.

Decisamente no” rifiutò la rossa, scuotendo la testa. Odiava quel gioco perché tanto ci rimaneva sempre fregata, in un modo o nell’altro.

Perché?” domandò triste.

Perché sei un killer, quando si tratta di questo gioco stupido, e non ho voglia di farmi ammazzare da te” le rispose. Lei si zittì, incrociando le braccia.

Perché non parliamo di qualcosa? Vi prego, fatemi distrarre, se penso che tra un’ora io… io… oddio, chiamo Johan e gli dico che non esco!” esclamò Laura, entrando nel panico.

Cosa? No!” la fermarono le sorelle, togliendole di mano il cellulare.

Ridatemelo! Non posso uscire con lui, non ce la faccio!” si lamentava la bionda.

Stai aspettando questo momento da anni, ormai! Non puoi tirarti indietro adesso!” la incoraggiò Emma.

Esatto! Inoltre lui mi ha detto che gli piaci proprio tanto e quindi non devi buttare a monte tutto quanto per paura!” continuò Rea.

Ma è un disastro! Che succederebbe se l’appuntamento andasse male? Noi siamo tutti amici, se litigassimo sarebbe imbarazzante! Preferisco mantenere un’amicizia” decise, allungandosi per recuperare il telefonino.

E noi dovremmo stare ferme, per poi sentirti lagnare ogni giorno per i prossimi dieci anni perché ti sei lasciata scappare quel ragazzo? Ma nemmeno morte!” rispose la rossa, infilandosi il cellulare nella felpa gigantesca che aveva indosso per tenersi al caldo.

Restituiscimelo!” ordinò.

No” disse lei. Laura si fermò e respirò un paio di volte, cercando di calmare il respiro.

Ok, va bene, adesso sono tranquilla. Restituiscimi il cellulare e io giuro che non chiamerò Johan” promise. Le sue sorelle si fissarono e poi scossero la testa.

Te lo renderò quando il ragazzo sarà qui e tu non potrai disdire” decisero insieme.

 

 

Johan, puntuale come un orologio svizzero, si presentò a casa loro con una scatola di cioccolatini, che la ragazza appoggiò sul tavolo.

Grazie, non dovevi!” disse, sinceramente colpita, lui sorrise imbarazzato.

Non è niente” rispose. Rimasero fermi a fissare il pavimento, entrambi agitati, per un paio di minuti, poi le altre due, stanche del loro tergiversare, si misero in mezzo.

Ehi, è tardi, vi conviene andare o non troverete posto!” esordì Rea.

Sì, e poi noi dobbiamo metterci in pigiama a guardare un bel film, quindi andatevene!” ordinò Emma, spingendoli fuori.

Divertitevi!” gridarono insieme, chiudendo la porta.

Laura fissò il suo accompagnatore.

Scusale, lo sai come sono fatte” disse scuotendo la testa. Johan rise.

Figurati, mi è sempre piaciuto il vostro rapporto. È forte” la tranquillizzò. Poi le tese il braccio e la invitò a prenderlo.

Allora… come va?” le chiese, iniziando a sentirsi imbarazzato.

Come al solito: scuola, sorelle rompiscatole… lo sai, no?” rise lei.

Sì, conosco la vostra famiglia” ammise il ragazzo, ridendo con lei.

Si misero a conversare delle cose più stupide possibili, parlando senza problemi del più e del meno.

Durante la cena non fecero altro che ridere e scherzare.

E poi avresti dovuto vedere come l’ha fissato! Lo avrebbe volentieri preso a pugni” stava raccontando Johan.

Ci credo, Maria odia quando qualcuno, specialmente se è un ragazzo, la umilia. Ma tu come mai lo sai?

Ero alle macchinette a prendere da bere con Alberto quando tutto ciò è successo. Tua sorella avrebbe voluto volentieri scomparire!” rispose.

Beh, dopo una cosa del genere, l’avrei voluto anche io” ammise Laura, continuando a ridere come una matta. Mentre si asciugava le lacrime, dette per sbaglio un colpo alla coca cola con la mano, e questa si versò tutta addosso al ragazzo, sporcandogli i jeans e la camicia.

Oddio, mi dispiace!” esclamò, rialzando il bicchiere. Lui era rabbrividito a causa dei cubetti di ghiaccio contenuti nella bevanda e si stava pulendo con un tovagliolo.

Non ti preoccupare. Sono cose che capitano” la tranquillizzò.

Scusami, scusami, scusami!” ripeteva lei, mortificata. Prese un pezzo di carta e iniziò ad asciugargli la maglietta, tamponandolo.

Ehi, ehi, ehi, ferma! Non è così grave!” le assicurò, vedendola dispiaciuta.

Lo so, ma voglio rimediare!” rispose, continuando a passargli il fazzoletto sul petto. Solo in quell’istante si rese conto della vicinanza del suo corpo e le mani iniziarono a tremargli leggermente. Alzò lo sguardo incrociando i suoi bellissimi occhi azzurro cielo e rimanendone ipnotizzata.

Johan si avvicinò piano con le labbra, ma, all’ultimo momento, per qualche strana ragione, Laura si scansò, evitando il bacio. Aveva il cuore a mille, ma non sapeva dire come mai si fosse spostata.

F-forse… credo che sia meglio se torni a casa e ti cambi, non puoi andare in giro in queste condizioni” suggerì, con la voce tremante. Il ragazzo, ancora basito, annuì meccanicamente.

 

 

La lasciò sulla porta di casa senza nemmeno dirle un semplice “ciao” e se ne andò, piuttosto cupo in viso. Lei si mise a battere la testa alla porta, rimproverandosi per la sua stupidità.

Complimenti, davvero brava” disse ad alta voce, cercando le chiavi nella borsetta, senza trovarle.

Bene, benissimo” esclamò irritata. Suono il campanello, aspettando che le sue sorelle andassero ad aprirle. Ci volle un po’ prima che un’assonnata Rea spalancasse la porta, stupita.

E tu che ci fai a casa alle dieci e un quarto?” le chiese. Lei la sorpassò.

Non mi va di parlarne, ho solo voglia di farmi un bagno lunghissimo e di dormire fino a domani. Buonanotte” rispose scontrosa.

Ehi, è già finito l’appuntamento?” domandò Emma, arrivando nell’ingresso.

La rossa la fissò confusa e alzò le spalle.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: REAwhereverIgo