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Autore: Cloe Gallagher    29/08/2012    2 recensioni
Con questa citazione di Jared Leto come titolo, vorrei proporvi un possibile dialogo tra Remus e Ninfadora riguardo il loro rapporto ancora in fioritura.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Con tutto l'amore che provo per questa coppia, non potevo non scriverne qualcosa a riguardo! Perciò spero che questa one-shot vi piaccia :)
Buona lettura!



Presi l’ultimo flacone di pozione anti-lupo e lo infilai delicatamente nello scompartimento apposito della valigia. In quei tempi in cui si stava avvicinando una guerra grande quasi quanto la prima, bisognava essere organizzati. Avevo preparato tutto l’occorrente per una possibile fuga improvvisa, nel tal caso in cui i Mangiamorte o chi per loro avessero varcato la soglia della mia umile dimora, nonostante gli incantesimi di protezione. Dopo la morte di Silente la situazione era davvero degenerata. Sebbene fosse passato poco più di un mese, il cambiamento si sentiva ogni giorno sempre di più, e dopo aver sentito alla radio dell’ennesima morte, era difficile andare avanti.
Accostai la valigia al tavolo di legno per poi dirigermi verso il divano quando qualcuno bussò alla porta. Bacchetta alla mano, chiesi chi fosse e quando a rispondere fu la voce dolce di Ninfadora, mi affrettai ad aprire. Aveva un’aria stanca, forse fin troppo per la sua giovane età. Non sopportavo di vederla in quel modo. Dopo averla invitata ad entrare, ci sedemmo entrambi l’uno di fronte all’altro al tavolo della cucina. Non appena accettò la tazza di thé che le avevo offerto, iniziammo a parlare.
«Perché non sei venuta all’ultima riunione dell’Ordine? Mi sono preoccupato …» dissi guardandola negli occhi che, dopo le mie parole, si illuminarono leggermente.
 
«Lo sai che ultimamente non sono dell’umore giusto » disse abbassando lo sguardo sulla sua tazza. Sapevo benissimo che stava alludendo a noi due, ma non c’era nessun “noi”, glielo avevo già spiegato più di una volta.
 
«Nessuno è più dell’umore giusto ormai, ma lo sai che dobbiamo resistere, dobbiamo aspettare solo che Harry diventi maggiorenne e poi-»
 
«Non mi interessa resistere se non posso stare con te» mi interruppe improvvisamente lasciandomi con un peso nel cuore.
Era difficile continuare a risponderle che non potevamo stare insieme, perché era quello che desideravo più di ogni altra cosa, ma non quello che lei meritava. Dopo qualche attimo di silenzio, mi prese la mano e notai nei suoi gesti la paura di una mia reazione negativa. Ma invece di scansarmi, strinsi la sua mano nella mia, pur sapendo che in quel modo l’avrei soltanto illusa. Restammo in silenzio per un po’, a goderci quel piccolo gesto in grado di riscaldarmi il cuore.
 
«Remus …» disse poi lentamente alzando lo sguardo dalle nostre mani ai miei occhi.
 
«Dora, io … sai quello che penso» riuscii a trovai la forza di dire prima di spostare nuovamente lo sguardo. Non avrei sopportato di vedere in lei altra delusione.
 
«Sì, lo so. Ma non mi interessa. Remus, siamo arrivati ad un momento in cui non sappiamo nemmeno se domani saremo ancora qui o in una qualche prigione sotto i voleri di Tu-Sai-Chi. Non ho intenzione di stare lontano da te un minuto di più. Se veramente perderemo questa battaglia, almeno vorrei poter dire di averla combattuta al tuo fianco» disse con tono deciso e allo stesso tempo supplichevole.
Il suo discorso mi sembrava ragionevole: se quelli erano davvero i nostri ultimi momenti, perché passarli lontano l’uno dall’altra? Sorseggiai il mio thè per prendere tempo e trovare una risposta adeguata, ma lei mi anticipò.
 
«Ho bisogno di te, Remus» e a quelle parole non resistetti più. Mi sporsi in avanti per avvicinarmi a lei: le mie mani sul suo viso, i suoi occhi sorpresi ma allo stesso tempo confortati da quel semplice tocco, e poi le sue labbra sulle mie.
Non provavo qualcosa che mi riempisse così tanto il cuore da fin troppo tempo.
 
Riuscii a sentire una lacrima scivolare dalla sua guancia, così la asciugai delicatamente con un dito per poi allontanarmi e tornare a sedermi correttamente.
 
«Scusa, non avrei dovuto. Forse … forse è meglio che tu te ne vada» dissi alzandomi e guardandomi intorno ripensando a quel contatto. Sentivo ancora i brividi lungo la schiena. Lei sembrava delusa, come giusto che fosse, e mi imitò alzandosi, aprendo la bocca come per dire qualcosa senza però trovarne la forza. Avrei voluto abbracciarla e dirle che sarebbe andato tutto bene, che saremo stati insieme per sempre. Ma sapevo che in quel modo le avrei solo garantito una vita mediocre, e lei meritava il meglio. Quando raggiunse la porta si girò verso di me puntandomi il dito contro.
 
«Tu, tu non puoi fare così! Non puoi baciarmi in quel modo e poi dirmi che devo andare via. Mi ripeti che stare con te sarebbe solo uno sbaglio, che prima o poi mi pentirei, che starei male. Ma ti sei mai chiesto se magari starei più male senza di te che con te? Ogni momento che ti sto lontano è un incubo. E se tu pensi che tenermi a distanza sia un bene, beh ti sbagli! Ti sbagli di grosso!» la sua voce diventò sempre più rotta.
Cercando di non notare l’ennesima lacrima scivolarle sul viso, mi andai a sedere sul divano con la testa tra le mani.
 
«Non sai quanto sia difficile per me fare tutto questo, ma sappi che l’unico motivo per cui ti allontano è perché tengo troppo a te per permetterti di rovinare la tua vita con uno, uno come me. Non ho un lavoro, e sai quanto sia difficile trovarlo vista la mia situazione. Dora, sono un lupo mannaro. La pozione anti-lupo fa miracoli, ma se un giorno non dovesse funzionare? Se qualcosa dovesse andare storto?»
 
«Correremo il risch-»
 
«No! Non possiamo. C’è in ballo la tua vita, e non c’è cosa più importante per me. So che lasciandoti andare soffrirei per il resto dei miei giorni, perché non voglio stare con nessuno se non posso stare con te. Ma tu hai scelta, puoi ancora cambiare le cose. Lì fuori ci sono milioni di uomini che ti meritano più di me»
 
«Perché accidenti non capisci che non mi interessa!? Non mi interessa se sei povero! Non mi interessa se sei un dannatissimo lupo mannaro! Non mi interessa nessun’altro tra quel milione di uomini! Ti prego, smettila di pensare a me e pensa a noi. È quello di cui abbiamo bisogno entrambi»
 
Non mi ero neanche accorto di quella lacrima che scendeva lentamente sul mio viso. Vedere Ninfadora così esasperata mi fece abbassare le difese. Quella sicurezza che avevo finto di avere era ormai crollata del tutto. Non riuscivo più a resistere. Mi avvicinai a lei e presi entrambe le sue mani. Le portai al mio petto, proprio sul cuore.
 
«Non posso prometterti una vita nel lusso …»
 
«Non mi interessa»
 
«… e alcune notti di luna piena saranno molto difficili da gestire …»
 
«Non mi interessa»
 
«… ma farò di tutto pur di ricordarti ogni giorno quanto tu sia speciale. Voglio passare il resto della mia vita con te, e ormai nessuno potrà più impedirmelo» mi avvicinai ancora di più prendendole il viso. Le nostre fronti si toccavano e poco prima di baciarla riuscii a dirle a fior di labbra «Ti amo».
 
Non ci sono parole per descrivere quel bacio. Anche il solo sfiorarsi delle nostre mani era la cura a tutti quei mesi di sofferenze. C’era passione e un’incontrollabile bisogno di stare vicini, come se la minima distanza ci facesse mancare il respiro. Ci allontanavamo solo per sussurrarci un altro “ti amo” o per riprendere fiato, perché ormai sapevamo di appartenerci.
 
«Ti amo, Ninfadora» dissi immaginando la sua reazione.
 
«Non chiamarmi in quel modo» mi disse sorridendo per poi lasciarmi un dolce bacio sulla guancia. 
   
 
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