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Autore: Piumadoro    29/08/2012    9 recensioni
"Questo è il primo anno della mia nuova vita e sarà bellissimo"
"Come fai ad esserne così tanto sicura?"
"Forse perchè la mia vita di prima faceva così schifo che per migliorarla mi sono bastati due idioti come voi e naturalmente Remus."
L'inizio di una storia destinata a durare per sempre, che comprende:
Amicizia, malintesi, Malandrini, guai, molti molti guai, e decine di regole infrante ed è da qui che nascono i guai.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Siamo Stelle Cadute'
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A Star era arrivata una lettera poco tempo prima, la miglior lettera del mondo secondo lei. Era la lettera che le aveva spiegato come mai poteva fare certe cose che altri bambini non potevano fare, era la lettera che le aveva dato il permesso di recarsi in centro Londra a comprare cose che fino a quel momento aveva solo potuto sognare, ma soprattutto era la lettera che le aveva fatto scorgere il primo spiraglio di libertà e felicità nella sua vita.
Ora è alla stazione di King's Cross con un carrello per bagagli carico di oggetti più o meno appariscenti ma pur sempre rovinati poiché di seconda, se non addirittura di terza, mano. Stringeva in mano un biglietto che le indicava di recarsi al binario 9 e 3/4. Nella lettera che aveva ricevuto c'era scritto come arrivarci ma sembrava che due bambine dai capelli rossi con i loro genitori (sicuramente babbani) fossero parecchio in difficoltà. I signori guardavano ansiosi la più carina e piccola delle loro figlie, la quale spingeva un carrello ingombrante come quello di Star, mentre la sorella guardava in basso senza nessuna apparente espressione. Star sorpassò la bambina carina sussurandole: "Fai come me", partì in una leggera corsa verso la colonna del binario 9 e 10 e ci passò attraverso come se non ci fosse stata, attese giusto il tempo di veder comparire la bambina e poi camminò sulla piattaforma del binario che le si era materializzato davanti.
Il binario era pieno di gente: alcuni vestiti con una lunga toga nera divisa della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, e lei stava andando lì per quanto le sembrasse strano.
Stava per caricare il suoi bagagli sul treno quando vide un ragazzo vestito in maniera elegante di verde e argento fermo accanto a quelli che presumibilmente erano i suoi genitori, i quali avevano l'aria di possedere il mondo. Lui se ne stava lì sofferente come sperando di partire al più presto e di non tornare mai più. Star provò subito un moto di simpatia per lui e dopo aver sistemato il baule entrò nel primo scompartimento vuoto che trovò augurandosi di rincontrare quel ragazzo.
Forse grazie a tutti gli anni di sofferenza che aveva subito ebbe un grandissimo colpo di fortuna.
L'espresso era partito da circa un minuto e Star era seduta accanto al finestrino dello scompartimento ancora vuoto, in quel momento due ragazzi aprirono la porta e uno chiese:
"Possiamo?"
Star si girò verso i nuovi arrivati e li studiò per un attimo con aria neutra: il primo aveva i capelli neri, gli occhi nocciola contornati da occhiali rotondi e un fare spavaldo. Il ragazzo che aveva parlato invece aveva i capelli neri, gli occhi grigi e un sorrisino sarcastico, era il ragazzo che aveva visto prima di salire sull'espresso.
"Con molto piacere!" acconsentì lei sorridendo. Il ragazzo dagli occhi grigi le si sedette di fronte, l'altro si accomodò accanto all'amico.
"Piacere! Mi chiamo James Potter" disse subito quest'ultimo
"Sirius Black" si presentò il ragazzo vicino al finestrino sottolineando schifato 'Black'.
"Problemi con la famiglia?" chiese subito Star "A quanto mi risulta i Black sono una famigli purosangue da sempre. Quali problemi può avere un quasi reale?" continuò in tono canzonatorio.
"Non puoi capire..." fece cupo Sirius.
"Come credi. IO; abbandonata da mia madre appena venuta al mondo, cresciuta in un orfanotrofio maschile, patendo ogni tipo di discriminazione, facendo lavori pesanti che naturalmente ero l'unica a fare, vedendo sfumare ogni possibilità di essere adottata grazie ai miei coetanei che non desideravano altro che vedermi soffrire, mangiando giusto quel minimo che mi teneva in vita, venendo trattata come una schiava. IO non posso capire i problemi di un ragazzo di buona famiglia" rise senza allegria "forse no."
Anche se aveva parlato con voce distaccata e senza incrinature i due ragazzi avevano intuito che nascondeva una vita di grandi sofferenze che sicuramente l'avevano segnata a fondo. Se l'avessero conosciuta meglio avrebbero letto nel profondo dei suoi occhi blu cobalto i suoi sentimenti, per ora potevano solo intuire guardandola sbalorditi.
"Accidenti!" disse James
"Tu sei un Potter, quindi un altro purosangue." Disse lei serena come per chiudere l'argomento precedente.
"Si certo" confermò James "ma tu non ci hai ancora detto chi sei..."
"Oh, giusto! L'unica cosa che avevo era un medaglione con su scritto 'WhiteRose' si presume sia il nome di mia madre, quindi sono stata battezzata Rose di nome White di cognome dato che non si sa nulla di mio padre e non si hanno notizie di mia madre. Eppure alcuni ragazzi all'orfanotrofio mi chiamavano Star perchè dicevano che sono come una stella splendente in una notte buia. Naturalmente grazie alla mia super fortuna gli unici cinque ragazzi che lo pensavano  se ne sono andati quando avevo quattro anni. Comunque sia preferisco di gran lunga questo soprannome al nome di una madre degenere."
I due ragazzi erano sempre più sbalorditi ma si ripresero.
"Bene, vorrà dire che ti chiameremo Star" esordì James e Sirius sorrise, la ragazza non poté fare a meno di notare il fascino dei suoi nuovi amici ma poi le venne un dubbio:
"Da quanto vi conoscete voi due?"
"Da qualche minuto penso..." rispose Sirius "... ma credo di averlo già incontrato da piccolo, ricordo vagamente un rompi scatole di prima categoria nella mia infanzia." Tutti e tre risero, più per la felicità della nuova amicizia che per la battuta.
 
  
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